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Autore: Linda1990    04/04/2022    1 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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<< Aaaaaah >>
Un urlo riecheggiò nella tenda, seguito dal rumore di oggetti andati in frantumi.
<< Com'è possibile?? Com'è potuto accadere?! Maledizione! >>
Xena era fuori di sé.
Gabrielle era fuggita e quell'uomo che era stato catturato insieme a lei, era svanito nel nulla come se qualcuno lo avesse preso e portato via senza nemmeno lasciare impronte o segni del loro passaggio.
<< Aphrodite, che tu sia maledetta! Avrei dovuto ucciderti insieme alle altre divinità quando ancora avevo il potere per farlo! >> gridò, capendo che c'era lo zampino della dea dietro a quella fuga.
<< Mia Signora, ho mandato degli uomini a perlustrare la zona in cerca dei fuggitivi. Se si sono nascosti da qualche parte, li troveremo >> esclamò Matarius cercando di placare l'ira funesta del suo comandate.
<< Invece no! Voi non la conoscete, non avete idea delle risorse che ha e di quanto sia resiliente e caparbia >>
Alla warlord non interessava scoprire dove fosse finito quell'individuo inutile al servizio del faraone ma trovare l'amazzone, quello si. Lei era l'unica cosa che contava e di cui le importava, il suo pensiero era diventato ormai una vera e propria ossessione.
Sentiva di doverla trovare.
Di doversela riprendere.
Lei le apparteneva.
<< Sparisci! >> urlò di nuovo la donna.
L'uomo ubbidì e se ne andò, lasciandola nuovamente da sola.
"Mi ha umiliata e beffata.
Ho ucciso più uomini di quanti riesca a ricordare, ho affrontato giganti, divinità e persino la morte uscendone vincitrice eppure quella donna è riuscita a mettermi in ginocchio e non grazie alla sua forza fisica... oh no, è stato qualcos'altro.
Lei mi è inferiore; per esperienza, prestanza fisica e abilità eppure è riuscita a vincermi. Sotto ogni aspetto.
Mi ha affrontata, atterrata e baciata.
Quel bacio...
L'impeto con cui si è avvicinata, senza paura né pudore, mi ha presa alla sprovvista... sorpresa dal gesto, dalla dolcezza e dalla disperazione che trasmetteva ma soprattutto dalla sua intensità.
Avrei dovuto spingerla via immediatamente eppure sono rimasta impietrita, incapace di reagire come se qualcosa mi impedisse di allontanarmi da lei... come se non volessi allontanarmi da lei...
Per una frazione di secondo ho anche temuto di perdere il controllo... il mio corpo era in fiamme, letteralmente.
Era forse... desiderio?
No, non è possibile.
Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa.
Quando quelle labbra si sono posate sulle mie, durante quel contatto fugace, c'è stato un attimo in cui non l'ho più vista come una nemica mortale ma come... che cosa?
No, sicuramente mi sono sbagliata.
Lei non significa nulla per me.
Siamo avversarie e continueremo ad esserlo.
Ho una missione da compiere.
Una vendetta da mettere in atto.
Sono a capo di un'armata.
Sono di nuovo me stessa dopo tanto tempo.
Quelle labbra però...
Dannazione, sento caldo.
Come in quel momento, come se il mio corpo reagisse a lei.
Devo calmarmi.
Che cosa mi sta succedendo?
Se l'avessi fermata, se fossi riuscita a farlo, ora sarebbe ancora mia prigioniera.
Allora perché non mi sono alzata dopo quel colpo?
Era stato forte certo ma non il più forte che io abbia incassato.
Io, la Principessa Guerriera, sono rimasta a terra.
Come se qualcosa mi impedisse di alzarmi ed inseguirla.
Come se volessi concederle la fuga.
Perché lei è nella mia testa?
Se non la ucciderò, impazzirò"
I pensieri della guerriera erano impetuosi come le onde del mare, contraddittori e misteriosi ai suoi stessi occhi a tal punto che nemmeno lei riusciva a capire cosa le stesse succedendo e perché si sentisse in quel modo.
Fin da quando Lucifer l'aveva riportata in vita, aveva avvertito che dentro di sé, oltre al desiderio di potere e di conquista, c'era qualcosa di diverso da tutto il resto che sembrava avere una coscienza propria e che fremeva per uscire da quella gabbia interiore in cui era stato relegato.
Era una sensazione fastidiosa quanto la presenza di un sasso in un calzare ma non così tanto da confondere la sua mente.
Quel bacio però, aveva cambiato gli equilibri e lei lo sapeva bene.
Quella cosa aveva acquistato terreno iniziando a spingere con decisione in lei, aggrappandosi alla sua volontà con una tale forza da darle l'impressione che il suo stesso spirito venisse strattonato da qualcuno.
Era come se ci fossero due anime in lei, due identità diverse fuse in un'unica entità che si davano battaglia per prevalere sull'altra e prendere il controllo.

"Ho trovato la risposta alla tua domanda ...'Tu sei ciò che sei o ciò che io ho fatto di te?'"
"E?"
"Tu sei Gabrielle. Poetessa, Principessa Amazzone, migliore amica. Nessuno ha fatto di te ciò che sei, lo eri già. La domanda è cosa sarei io senza di te"

"Ero intrappolata in un circolo di violenza e odio e non importa quanto tentassi di liberarmente, qualcosa sempre mi ritirava dentro... fino a che giungesti tu"
"Xena..."
"No, è vero. Tu parli di trovare la tua strada ma per me, tu sei la mia"

"Una volta io mi sentivo così. Credevo che non ci fosse più niente per cui vivere. Ero stanca di provare dolore e volevo solo farla finita.
"Che cosa ti ha fatto cambiare idea?"
"Tu"

Continui e improvvisi flash iniziarono a tempestare la sua mente.
"Da dove vengono questi ricordi? Sono... reali?" pensò sconcertata, aggirandosi inquieta per la tenda.
Per quanto si sforzasse di ricordare quegli attimi, non ci riusciva.
Era come se si fosse un blocco nella sua testa, qualcosa che rendeva alcuni frangenti del suo passato estremamente chiari mentre altri completamente sfocati, indistinguibili e confusi; c'erano, in un certo senso ne avvertiva l'esistenza ma erano avvolti da una nebbia impenetrabile che li rendeva irraggiungibili.
Eppure si ricordava di quando divenne una warlord dopo essere stata cacciata dal suo villaggio a causa della morte di suo fratello, di Borias e Alti, del suo defunto figlio e della stessa Gabrielle.
Gabrielle la manipolatrice che le ha fatto credere che battersi per il Bene Superiore fosse la cosa giusta da fare, portandola così dritta verso la morte.
Gabrielle la bugiarda che le aveva mentito sulla morte di Hope.
Gabrielle che aveva sposato di punto in bianco Perdicas, abbandonandola a se stessa come se nulla fosse.
Gabrielle che...
"Cos'altro non ricordo?"
Era ormai l'alba quando Xena, sempre più turbata da quei pensieri e ormai rassegnata per aver perso i suoi prigionieri, decise di andare a riposare.
"Dannazione, ci mancava solo questo prurito! Come se non fossi già stata abbastanza castigata per oggi" pensò adagiandosi sul suo giaciglio mentre si strofinava il collo.
Ed è proprio lì che, a sua insaputa, risiedeva la matassa dei suoi problemi.

   
 
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