Anime & Manga > Lupin III
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Autore: jarmione    04/04/2022    1 recensioni
Dopo anni di inattività, Lupin torna in azione ed il suo obbiettivo è la Bilancia della morte.
Questa bilancia sconvolgerà il gruppo di Lupin e persino Anika, la quale vedrà il suo mondo sgretolarsi.
Riusciranno a risolvere questo nuovo enigma?
O tutti crolleranno nel tentativo?
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecchime!

A voi il nuovo capitolo dove ha contribuito anche la nostra amata Fiore del deserto (ormai non mi sopporta più, se potesse ammazzarmi lo farebbe)

Buona lettura

 

 

 

“Stai bene, piccolo mio?” domandò Anika terrorizzata, pregando che non gli avessero fatto del male.

Il bambino annuì sorridendo felice “Mamma, vivremo qua!” esclamò tutto felice, lasciando la madre alquanto perplessa.

“Il signore ha detto che posso vivere qua, quindi anche tu vivrai qua e anche papà”

Anika non aveva parole e non sapeva il reale motivo per cui Kimura avesse detto quelle cose ad un bambino così piccolo e influenzabile.

Una cosa era sicura, c’era un doppio fine e Anika non lo avrebbe mai permesso.

Doveva tentare di far cambiare idea a Yuki nel miglior modo possibile.

“Amore, siamo molto lontani da casa” disse Anika con un piccolo sorriso “Non potresti più vedere i tuoi amichetti dell’asilo”

Yuki sembrò riflettere, ma dentro di sé sentiva voglia di piangere.

Non voleva perdere i suoi amichetti.

“No” piagnucolò “Non voglio non vederli più” si strinse alla madre che lo prese subito in braccio, sospirando di sollievo per avergli fatto cambiare idea velocemente.

Il suo unico pensiero, in quel momento, era portarlo via da lì il più presto possibile e tutto prima che qualcuno li scoprisse.

Ma quello fu il classico ultimo pensiero famoso: nel giro di pochi istanti, la stanza venne invasa di un gruppo di uomini in muta nera.

Vennero subito circondati ed Anika, sentendo Yuki irrigidirsi per la paura, avvertì la rabbia ribollire dentro il suo corpo.

Fare così davanti ad un bambino...il suo bambino, era decisamente imperdonabile.

Lo mise a terra e gli uomini, nel frattempo, la tenevano d’occhio con le armi puntate contro di lei.

“Davanti ad un bambino con le armi?” domandò Anika, come se niente fosse “Che uomini”

Gli uomini si guardarono fra loro e, probabilmente perché avevano ricevuto ordini particolari, rimisero le armi in spalla.

Uno di loro si fece avanti “Dovete seguirci” disse con un tono che non ammetteva repliche.

Anika fece un profondo respiro e si rivolse al piccolo Yuki “Quello che vedrai non dovrai mai farlo, capito?” non attese neanche la risposta del bambino e nemmeno si voltò a guardarlo.

Con una velocità incredibile, si scagliò contro l’uomo vicino a lei e gli assestò una ginocchiata dritta alle parti intime.

Di conseguenza, mentre questi era a terra senza respiro e dolorante, tutti gli altri iniziarono a scagliarsi contro di lei, che tentò di difendersi sfruttando tutto quello che aveva imparato da Lupin, Jigen e persino Goemon.

Ma erano comunque troppi per lei e ad un certo punto venne bloccata e si ritrovò immobile.

Due uomini la tenevano ben stretta e un altro teneva Yuki, che si dimenava e si lamentava che voleva scendere.

Anika non sapeva come difendersi e come proteggere Yuki.

Avrebbe dovuto dare retta agli altri, avrebbe dovuto rimanere con Yata e non rubargli la pistola, che non aveva usato per non spaventare il bambino, scappare e mettersi nei guai.

Insieme agli uomini, vennero portati fuori dalla stanza.

Destinazione, ingresso della villa.

 

*****

 

La tensione creatosi nell’atrio era così spessa che avrebbero potuto tagliarla con il coltello.

Kimura era improvvisamente indeciso e spostava lo sguardo dalla bilancia a Lupin, respirando a malapena e tremando.

Cosa intendeva dire il ladro con la frase non ti piacerà?

Purtroppo c’era un solo modo per scoprirlo.

Prese dalla tasca un piccolo taccuino e strappò una pagina scrivendoci sopra il nome del suo amato figlio.

Se aveva capito bene, nel momento che posava il foglietto sulla bilancia essa avrebbe fatto apparire il nome di chi aveva assassinato suo figlio.

Lo scrisse e, fiducioso, posò quel pezzo di carta sulla bilancia.

Come da previsione, la bilancia lo assorbì...ma non lo fece mai rispuntare.

Nessun progresso

Seppure colto da un preliminare turbamento, Kimura decise di riprovare.

Un nuovo foglio, un nuovo fallimento.

Dopo averlo sentito inveire verbalmente contro la bilancia, convinto che fosse difettosa, Lupin decise di farsi avanti.

“Te lo avevo detto” disse il ladro gentiluomo attirando l’attenzione di Kimura “Non vedrai mai spuntare il nome di tuo figlio, perché non è morto come hai sempre creduto” specificò.

“Cosa dici?” domanda Kimura con un accento che suonava, per lo più, come una prossima minaccia.

“Non è stato un colpo di pistola ad ucciderlo.” continuava Lupin, per nulla intimorito “La malattia gli ha giocato un brutto tiro... e tu lo sapevi.”

“Come osi...” digrignando fortemente i denti, Kimura lo fulminò con lo sguardo come se avesse voluto farlo fuori con le sue stesse mani.

Nessuno, all’infuori di lui sapeva della condizione salutare del defunto figlio e, scoprire di colpo che qualcun altro ne fosse a conoscenza, lo faceva a dir poco infuriare.

“Nessuna pistola avrebbe potuto ammazzarlo,” continuava Lupin senza temere alcuna conseguenza e mantenendo una fredda calma “perché sai meglio di me che chiunque avesse fatto un simile gesto...aveva una pessima mira.”

Kimura era rimasto letteralmente scioccato.

Suo figlio soffriva di cuore da molto tempo, da quando era appena un bambino.

Non avrebbe mai potuto fare le cose come gli altri bambini e questo lo sapeva bene, ma non si era mai arreso ed era diventato un giovane omo che coltivava le sue passioni e cercava di entrare a far parte dell’azienda di famiglia.

Lupin aveva scoperto della malattia di questo ragazzo grazie alle voci che circolavano fra i vari ladri.

Tutti sapevano che Hideo Kimura possedeva una discreta fortuna o tanti volevano entrare in possesso di quei bene.

Uno di questi ladri, però, aveva una mira così pessima che il colpo di pistola indirizzato a Kimura è finito addosso al figlio di quest’ultimo, che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Il colpo non lo aveva ferito in parti vitali del corpo, ma semplicemente alla spalla.

Ovviamente, se non veniva curato al più presto il poveretto avrebbe rischiato la morte per dissanguamento e solo in quel caso sarebbe apparso un nome inserendo il foglio nella bilancia.

Ma la morte era avvenuto troppo velocemente e questo perché il cuore del ragazzo non era riuscito a sopportare la mole di lavoro che gli era sopraggiunta.

Risultato? Morte per infarto.

Kimura avrebbe voluto poter ribattere e dimostrare a Lupin che si sbagliava, ma sapeva di essere in una posizione di svantaggio per quell’argomento.

Decise di giocare l’unica carta che aveva in suo possesso e si voltò verso un groppo di uomini e fece loro cenno di avvicinarsi.

Obbedirono e portarono al suo cospetto Anika e Yuki, sotto lo sguardo scioccato del gruppo che non si aspettava di vedere la donna.

Zenigata fece per saltargli addosso e difendere la sua famiglia, ma Lupin lo bloccò appena in tempo.

Quello che non riuscì a bloccare fu l’esclamazione di Yuki.

“Papà!” si lamentava il bambino, cercando di liberarsi e lasciando Zenigata di pietra.

Jigen restò anche peggio.
Zenigata era il padre di Yuki?

Sentì l’intero mondo crollare sotto i suoi piedi e peggio fu quando si accorse che nessuno degli altri faceva una piega davanti a tale scoperta.

Era l’unico che non sapeva nulla realmente e non aveva avuto nemmeno un sospetto.

Quindi, se Yuki era figlio di Zenigata allora…

Scosse la testa e preferì rimandare quei pensieri ad un altro momento, ma non riusciva a nascondere le sue emozioni che, per sua fortuna, non erano tanto diverse da quelle che stavano provando gli altri in quel preciso istante.

“Ho chiesto a questo bambino di rimanere” disse Kimura, indicando Yuki “Ma vedo che non è più d’accordo con la mia proposta. Per questo sono a proporvi un affare” li guardò uno ad uno “Se mi dite il vero motivo per cui la bilancia non fa apparire il nome dell’assassino di mio figlio, io lascerò liberi la donna e il bambino” disse, puntando i suoi occhi contro Lupin.

Lupin si lasciò scappare un’imprecazione e cercò di pensare alla svelta un piano per risolvere la situazione.

Fu Anika a correre in suo aiuto.

“La bilancia funziona” disse, attirando l’attenzione di Kimura su di sé “Se non esce un nome significa che tuo figlio non è morto assassinato”

Kimura strinse i pugni “Maledetta!” si avvicinò e la afferrò per il colletto.

Il resto del gruppo avrebbe voluto intervenire, ma non lo fecero perché sapevano che Kimura non avrebbe mai osato aggredire Anika davanti a suo figlio.

“Sei in combutta con loro!” sbottò, mentre i suoi occhi divennero rossi di rabbia e lucidi di disperazione.

Anika riusciva a vedere in quell’uomo non solo la pazzia dovuta alla morte del figlio, ma la disperazione che lo aveva portato a tutto quello.

Cercando di muoversi lentamente, per non destare sospetti, Anika tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglietto...lo stesso su cui Lupin aveva scritto il suo nome.

Lo mostrò a Kimura, che lo prese e lasciò andare lei.

“Che cosa significa?” domandò senza capire.

“Quello è il nome di chi ucciderà Lupin III” rispose “Ma quel nome non è completo e non lo sarà mai”

 

IL GIORNO PRIMA

ISOLA DI HASHIMA – FABBRICATO ABBANDONATO

 

Anika era rinchiusa nel bagno e sentiva il pavimento in pietra sgretolarsi sotto i suoi piedi ed essendo già crepato poco ci mancava.

Per un momento aveva intenzione di prendere e far fuori Fujiko e le sue intuizioni femminili, nonché le sue idee.

La donna era stata chiara: se usciva il risultato che pensava, Anika non doveva assolutamente partecipare al colpo e stare in disparte per la sua sicurezza e non solo.

Purtroppo, quel risultato era uscito.

Anika teneva fra le mani un test di gravidanza recuperato di nascosto da Fujiko, che la stava aspettando fuori dalla porta.

Yuki era stato un azzardo, aveva avuto paura e non era mai stata sicura.

Ma un altro, così, in un momento simile e con Lupin che aveva fatto il suo ritorno.

E Zenigata? Come avrebbe reagito?

Sicuramente la stava considerando una traditrice, una volta faccia, se fosse saltata fuori a dirgli che era di nuovo in attesa come si sarebbe comportato?

Avrebbe potuto pensare che non fosse suo o peggio e tutto per colpa di Lupin e della sua smania di ladro.

Se non fosse mai giunto in città lei non avrebbe avuto alcun tipo di problema.

Lupin l’avrebbe pagata, quel bambino sarebbe stata la sua arma contro di lui.

Subito dopo questo pensiero, però, sentì gli occhi inumidirsi e scoppiò in lacrime, che scesero copiose lungo il suo volto.

Che razza di pensieri erano?

Davvero avrebbe usato il suo bambino per questo?

Anika?” Fujiko bussò alla porta “Zuccherino, va tutto bene?”

Cercando di asciugarsi le lacrime alla buona, Anika si alzò e aprì la porta mostrando un piccolo sorriso appena accennato.

Fujiko intuì subito il risultato e sorrise “Congratulazioni, zuccherino” cinguettò “Allora si fa a modo mio” Anika annuì, senza dire nulla e la superò.

Ti prometto che lo potrai dire presto all’ispettore” Anika si bloccò e sentì il un brivido percorrerle la schiena “Tranquilla, lo so da un pezzo, ma non preoccuparti…” le passò di fianco e ammiccò “Non l’ho detto a nessuno” ed Anika si sentì molto meglio e grata per questo “Però dovrò avvisare i due bell’imbusti del tuo stato”

Anika le fu vicino in un baleno e, senza preavviso, abbraccio Fujiko la quale, non aspettandoselo, ci mise qualche secondo prima di ricambiare e sorridere dolcemente.

Goemon” mormorò “Se deve saperlo qualcuno, voglio che sia lui”

Fujiko non ebbe bisogno di chiedere il perché, si limitò ad annuire e obbedire al desiderio di Anika.

Rimasero strette ancora qualche secondo, alla fine si divisero e Fujiko notò lo sguardo sgranato della ragazza.

Ehi, Anika, tutto bene?”

Anika deglutì “Credo di aver appena capito perché la bilancia ha dato quel nome per Lupin…” lo guardò “Fujiko, avrei ucciso Lupin!”

 

TEMPO PRESENTE

 

Kimura continuava a non capire, ma Anika rispose subito al resto delle sue domande.

“Il nome che la bilancia ha dato per Lupin III è il nome di qualcuno che non è ancora nato, ma che nascerà” proseguì “E che se non mi accorgevo, avrebbe davvero portato Lupin alla distruzione”

Si portò una mano al ventre e si voltò verso gli altri, guardandoli e scusandosi per come poteva con il solo sguardo.

“Provala” proseguì Anika, rivolgendosi nuovamente a Kimura “Scrivi il nome di Lupin e avrai la prova che la bilancia non mente”

Kimura non le credeva, ma volle lo stesso provare.

Scrisse il nome di Lupin e la bilancia, come previsto, lo assorbì.

Stavolta, però, non riapparve, con grande stupore non solo di Kimura ma anche di Lupin.

“Ma cosa…?” Kimura guardò Anika “Che razza di scherzo è questo?”

Anika scosse la testa “Nessuno scherzo” rispose “A causa della mia rabbia...stavo per uccidere Lupin III, ma ora…” tornò a guardare Lupin “Se tornassi indietro non oserei mai più pensare una cosa del genere” gli occhi erano umidi “Perdonami, Lupin”

Kimura si rese conto che la storia di Anika reggeva e poi, purtroppo, vi erano le prove di quanto appena dichiarato.

La bilancia era vera e non sbagliava.

Suo figlio era realmente morto per la sua malattia e non per omicidio, lo sparo doveva essere destinato di sicuro a lui e non al suo ragazzo.

Aveva passato anni nel rimorso e nella pazzia, aveva assoldato sicari per ottenere informazioni e aiutarlo nel recuperare la bilancia.

Aveva messo sotto sopra il mondo intero e tutto per scoprire che suo figlio non era mai stato assassinato.

E Lupin lo sapeva, sapeva che la bilancia non avrebbe funzionato.

“Maledetti!” esclamò, prendendo Anika per il collo e prendendo dalla cintura di lei la pistola che la donna aveva rubato a Yata, puntandogliela contro e mettendo subito in allarme Lupin e gli altri.

“Anika!” Lupin fece per intervenire, ma uno degli uomini lo bloccò dandogli il dietro del mitra direttamente sullo stomaco.

“State fermi o lei non vivrà abbastanza da vedere suo figlio!” ordinò Kimura, facendo immobilizzare tutti.

“Marcirete all’inferno per questo affronto!” tuonò Hideo Kimura “E loro resteranno con me!”

Nessuno fece in tempo a ribattere.

Uno degli uomini in muta premette un pulsante nascosto dietro ad un quadro sulla parete e, sotto ai piedi di Lupin e gli altri, si aprì un enorme botola che li fece cadere nel vuoto.

Anika Gridò “NO!”

“Papà!” chiamò Yuki, spaventato.

Poi cadde il silenzio, la botola si richiuse, ed il punto dove prima c’erano Lupin e la sua banda rimase vuoto.

Anika venne portata via e stessa cosa Yuki il quale, però, venne separato da lei.

  
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