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Autore: Hop Frog    06/04/2022    0 recensioni
[Moby Dick]
Il Capitano e la Balena, due nemesi, due archetipi. Ma di cosa?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                     OCEANI DI FOLLIA




Ci siamo dunque. Eccoci, finalmente. Guardo i tuoi occhi neri e profondi come gli abissi infernali da cui provieni, vedo tutto l’abominio e l’orrore che contengono e riflettono, vedo la luce mortifera e ghignante brillare come una malefica stella polare, una luce che non esiste negli altri animali e che solo io sono riuscito a scorgere. Perché lui, Satana, è furbo e ingannatore, ti ha donato quel colore bianco per farti apparire pura, innocente, completamente avulsa alle miserie umane. Ma io so la verità, io ho capito.
Tu sei il mostro nascosto sotto il letto dei bambini, l’assassino che si cela nell’ombra, il discolo che picchia a sangue il suo compagno di classe, sei la strega che mangia gli incauti che si perdono nel suo bosco, il babau, l’Uomo Nero. Tu sei il male.
Starbuck dice che sono matto e forse ha ragione. Ma l’amore, l’odio, il male e tutti i sentimenti assoluti hanno una vena di pazzia e barbarie in loro e dunque anche il bene la possiede. Il bene che io rappresento, in questo caso.
Sì, io sono il bene. Se il male è sotto la forma di una balena, il bene non può essere che un vecchio lupo di mare. Non cogliete un disegno divino in tutto ciò? Io sì. Io sì.
Non posso smettere di cercarti, balena. Nessuno di noi due può esistere senza l’altro, e tu lo sai, vero? Se il prezzo per sconfiggere il male è la follia, allora sono stato lieto di pagarlo.
E sono lieto anche di soccombere, perché che tu saresti stata la mia morte io l’ho sempre saputo.
Ma mentre mi trascini negli abissi incrocio di nuovo quel tuo sguardo nero, carico di tutto l’abominio del mondo e mi pare che quegli occhi siano stranamente lucidi.
Come uno specchio.






E dunque sei qui. Sapevo che non ti saresti arreso.
Oramai ho rinunciato a capire cosa tu voglia da me, perché mi cerchi e non pensi ad altro, perché sei disposto a sacrificare tutto e tutti solo per la mia morte.
Sai che non potrai mai vincere contro di me, eppure continui a provarci. Coriaceo e testardo, un vero uomo di mare. Oh, ne ho conosciuti tanti di voi nella mia lunga, lunghissima vita. Rozzi, eleganti, biondi, mori, pallidi, neri. Molti ne ho uccisi, sai? Oh, sì che lo sai. Navi da crociera, navi cargo, brigantini, vaporetti, natanti di ogni forma e dimensione. Ma anche galeoni, velieri, zattere… oh, le ho viste tutte e sempre ho notato questa testardaggine, questa voglia di lottare con la natura sapendo di essere destinati alla sconfitta.
E voi ne avete uccisi molti, dei miei. Oh, non vi porto rancore per questo. Il mondo marino è spietato quanto quello in superficie, chi è debole cade. E io lo posso dire, perché nessuno negli abissi può competere con me, i miei nemici siete solo voi.
Ho imparato a rispettarvi e a compatirvi, nel tempo. Ma tu, capitano, tu sei diverso da tutti gli altri. Cosa sono io per te? Un demone? Forse vuoi affrontare me perché non hai il coraggio di affrontare l’oscurità che hai dentro?
Non importa. Questa storia deve finire, e finirà oggi. Tu lo sai, vero capitano? Non puoi uccidermi, io sono l’oceano. Ho vissuto millenni prima di voi, e ne vivrò altrettanti dopo. Io sono l’oceano.
Ma in questo caso, capitano, sarò ciò che vuoi tu.
La morte liberatrice.






E i due, avvinti in una danza malata, caddero fra i flutti, nel mare, immenso titano blu dagli occhi freddi, eterno custode di tutti i segreti del mondo.








 
   
 
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