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Autore: LaCittaVecchia    11/04/2022    6 recensioni
Questo scritto aggiunge tre personaggi "minori" dell'anime al mio personale zoo della Commedia. Pur se ricaduto ancora su Dante, conto che il tema non annoi essendo ben diluito nel tempo. Tutti e tre i personaggi sono accomunati dalla stessa sorte pur essendo diversissimi e non avendo mai tra loro interagito.
Il titolo, già usato nel fandom, lo chiesi in prestito all'autore la scorsa estate. Da buon cavaliere qual'è, Gral me lo concesse per la curiosità di leggere un'altro "capitolo". Quindi questa storia, solo ora ripresa e finita, deve molto a questo fatto.
Quasi un anno è passato ed ora sono qui, in attesa del famoso primo temporale di Primavera, per godermelo con le finestre ritualmente aperte.. e perchè ce n'è davvero bisogno. Buona lettura a chi volesse.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco due da la sinistra costa,
nudi e graffiati, fuggendo sì forte,
che de la selva rompieno ogni rosta.
Quel che di gambe fallia la lena
contra maggior pruno tutto si ruppe,
sul minor ruinò si che nere cagne
bramose e correnti miser lì denti
e quel dilaceraro a brano a brano.
Presemi allor la mia scorta per mano e
menommi in ombra del maggior pruno.
Io vi scorsi più d'un, due picciol cespi,
tutti quanti da ferin pasto franti.
Piangea 'l primo, silente l'altro stava.
Quando fui sovr'essi fermo, al primo
chiesi "Chi fosti, che per tante punte
soffi con sangue doloroso pianto?
Pregotti raccontar ciò ch'in tua vita,
tua vita fé molesta ch'el fuggisti".
Infanta fu la voce che rispuose
"O anima, giunt'a veder lo strazio
c'ha le mie fronde sì da me disgiunte.
Le mie e di mia compagna sol ti chiedo
di raccoglier a piè di nostri cesti.
Di pieta non son degna, eppur grata 
potrei di mio dolor rinovellare".
Poi ch'ebbi'l capo mosso ella cominciò
"In corte scintillante di peccata,
breve mia vita condussi a imitazion
d'una gran rosa la qual colà reggea.
Ma mano molesta coglier mi vuolse
ch'io ancor non era bocciuolo fatta.
Fuggii allor mia vita e ingiusta madre
sicchè da quel sogno di esser rosa
di sole spine quivi son vestita".
Or tacque quella voce disolata.
Quand'io tristo e grato, di quell'anima
m'accinsi a seguitar pietoso priego
el riprese "Codesta mia compagna
contra sua bella persona anch'essa
fu feroce, perché di me conversa
giusta mano coglier invece non vuolse.
Ma d'esta miseria suo cor non frange
più che per il dolor ch'a maggior frate
et amorosa madre, cuor incise.
Ed or qui sta, disperata et muta".
"Perchè rinovellar tanto dolore?
Tacciati or, che de l'altrui ferite
non si dica e più non si risponda.
Andate, peregrini d'esta selva,
a gran passi e lontano da noi,
selvaggia strada seguitate pria che
cagne di vostre terga faccian brani".
Percossemi da suso fiera voce
ch'avea noi in dispregio ed io, ch'ancor
non er'aduso a tanta pena, il guardo
in alto volsi ad incontrar l'ombre.
"Tanta e tanto mala colpa veggio
chè tuo alto fusto è manifesto.
Non ti curar di nostre terga quanto
che tuoi stecchi non sien franti, d'appender
quelle spoglie di cui ti disfacesti".
"D'esto loco tu credi ch'io ne tema?
Pur se naqui et miseramente crebbi,
non ero ancor molto lontan da l'orto
quando di povertà spezzai catene.
Giovinetta in guerra'l mondo corsi
a ripagar con torto quel diritto
ch'a mio sangue, meschini avean distolto.
Corruppi, fransi ossa e molte leggi
ch'in molti cerchi sarei ospitata.
Ogne passo del cammin trovai corto
che più d'uman disgrazie mi pascea
più fame di lor fortune io n'avea.
In questo d'ogne uom conobbi il prezzo
fin che mia corsa s'arrestò quando 
di collana feci cappio alla regina". 
"Taci maladetta lupa!" diss'io.
"Avanti incontrai tua madre, 
ch'el da sempre d'uomini è ruina.
Ella mie spalle volse pien di tema
ch'io perdei la speranza de l'altezza.
Ma or, quel che tu vante, che n'avanze?
Pur respinte, or possono avanzare
le mie piante fin sovr'a tue radici
ch'ugual non posson fare, m'affondar
in terra diserta e maladetta".
"Sempre scelsi di mia vita, anco di
lasciarla quando il mal mi venne a noia [1].
Tu stai ora suolo a scalpitar, m'oltre 
sta terra più diserta e maladetta
eppur capace d'ospitar le rose".
Volsi spalle a quello scherno e m'inandai
ch'un fiato qual sussurro mi raggiunse.
Come d'Aurora il primo lume splende
a dissipar la tenebra più cupa
cosi quel suon tutta mia rabbia sciolse.
Non mi volsi ma ristetti ad ascoltar
quella voce e ciò ch'ella dipingea.
Ch'io scopersi per vero ed alla fine
per mia tenebra e per quelle donne
con capo chino seguitai cammino.
Dissemi "Se sua peccata fur grava,
pur con lei ti priego non t'arrabbiare.
Guarda com'a protezion di noi picciol,
qual chioccia suoi rami distende e frange. 
Or sai nostri atti e di che fummo rei:
se forse a nome vuò saper chi semo,
tempo non è di dire e non saprei.
Io fei gibetto a me de la mia casa".


[1] Wikipedia, insieme alla segnalazione di fonti non sufficienti, riporta che il personaggio storico si sia veramente suicidato a Londra nel 1791. Se qualcuno disponesse di informazioni solide e citasse le fonti, credo farebbe cosa gradita a molti.

Note
Innanzitutto mi scuso se nel campo riguardante i nomi dei protagonisti del racconto ho glissato per non togliervi il gusto della scoperta.
Se capissi che invece ciò fosse necessario mi adeguerò con rammarico.
Jeanne è uno dei miei personaggi preferiti, l'alter ego di Oscar: la uguaglia per forza e fascino e per questo ho voluto scrivere di lei.
Mentre pensavo a dove "piazzarla" mi sono accorto della tragica comunanza con Diane e Charlotte.. tutte e tre hanno scelto di morire e così è partito il racconto. Due parole ancora su Jeanne, pur giudicandola marcia e diabolica mi è sempre piaciuta: certo per la sua bellezza ma anche perchè non percepivo sempre cattiveria fine a se stessa. Lei era più complessa, inspiegabilmente a volte coglievo sprazzi di umanità verso chi le usava dei riguardi disinteressati (due volte con Simon Oliva e con Oscar a Saverne). Per questo qui la troviamo proteggere come può le due piccole Diane e Charlotte
Il finale poi è un pò macchinoso ma ha prevalso il desiderio di chiudere con le parole originali, epitaffio perfetto per Diane.
   
 
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