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Autore: Bellatrixdulac    12/04/2022    0 recensioni
[Final Fantasy X AU]
Gli Evocatori e i loro Guardiani sono l'unica protezione di Spira contro Sin, il mostro che un giorno potrebbe distruggere il loro continente.
Hinamori Momo è una giovane Evocatrice impegnata nel suo primo ed ultimo viaggio alla ricerca dell'unica arma per fermare Sin e salvare il suo popolo.
Insieme a Toshiro, Rangiku, Izuru e Gin, dovrà affrontare il viaggio già intrapreso da tutti i grandi Evocatori prima di lei, che la porterà a sacrificare tutto pur di difendere le persone che ama.
[Altri personaggi rilevanti: Ichigo Kurosaki, Rukia Kuchiki, Renji Abarai, Zaraki Kenpachi. La maggior parte del cast è parte della storia.
Coppie: HitsuHina, GinRan, RenRuki]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Gin Ichimaru, Hinamori Momo, Hitsugaya Toushirou
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Izuru era stato svegliato in modi strani nella sua vita, ma svegliarsi e trovare una situazione più bizzarra del sogno appena concluso?
Era stata la voce di Rangiku a svegliarlo. Solo le prime sillabe del suo nome, e poi qualcosa che le copriva la bocca. Quando il ragazzo aveva aperto gli occhi, aveva visto Rangiku e Ichimaru legati in un angolo della loro cabina e un bambino, o almeno un ragazzino che non sembrava più grande di Hitsugaya, imbavagliare Rangiku. La donna si agitava, cercando di liberare le braccia che erano legate dietro alla schiena, ma senza alcun risultato. Accanto a lei Ichimaru era immobile, il corpo appoggiato al muro e la testa che ciondolava sulla spalla. Izuru pensò che stesse fingendo di dormire, ma guardandolo più attentamente notò che dalla fronte stava gocciolando abbastanza sangue da macchiare parte della sua camicia. Quel bambino aveva catturato Ichimaru e Rangiku?
Izuru saltò in piedi per combattere contro il bambino, ma sentì immediatamente le gambe tremare e dovette appoggiarsi al letto per non cadere. Che speranze aveva di battere qualcuno che aveva sopraffatto Ichimaru? Nessuna. Izuru stava per morire….

No, doveva concentrarsi. Per prima cosa: dove era Momo? Il suo letto era sfatto e i suoi stivali erano ancora accatastati con il resto dei suoi bagagli. O si era nascosta nella stanza, o era fuggita. Oppure era stata già portata via? Il letto di Hitsugaya invece non era neppure stato toccato, quindi la sua assenza non era un grande mistero.

“Non ho tempo di giocare con te,” disse il ragazzino,“dimmi dove si trova l’Evocatrice.”

Izuru non rispose. Quindi il ragazzino biondo non sapeva dove fosse Momo. Perfetto, probabilmente era fuggita o era uscita dalla stanza prima che arrivasse. Probabilmente questo era anche il motivo per cui i tre Guardiani erano ancora in vita, però. Quindi ammettere subito che non ne aveva idea non era una mossa brillante.

“N-non posso dirtelo, non ti pare?” Izuru si guardò attorno. Dove aveva lasciato la sua spada? Onestamente, non pensavano di dover combattere su un traghetto, ma non tenere le loro spade con loro era stata comunque una mossa sbagliata. 

Nonostante fosse notte, il ragazzo indossava degli occhiali scuri, ma Izuru era abbastanza sicuro che si trattasse di un Al-Bhed.
“Puoi dirmelo, invece. O i tuoi compagni non vedranno Kilka.”

“Se te lo dico, sarà l’Evocatrice a non arrivare a Kilika.”

Il ragazzo si strinse nelle spalle, alzando una manica che rivelò uno strano guanto attorno alla sua mano destra. Era un guanto di pelle scura, con una specie di cilindro che poteva essere ruotato, montato sul dorso della mano. Il ragazzo girò leggermente il cilindro e Rangiku emise un grido soffocato, seguito da una sequela di parole che nessuno riuscì a capire.
“Scossa elettrica,” spiegò il ragazzo, giocherellando con il guanto. Izuru si chiese se quella che stesse usando fosse una macchina: solitamente anche le più sofisticate macchine Al-Behd erano macchinari enormi, non qualcosa che si potesse indossare su una mano. Adesso che Izuru osservava meglio le sue mani, notò una corda avvolta intorno ad esse, che ricordava un filo metallico. Ogni volta che l’Al-Behd ruotava il suo cilindro, il metallo si illuminava di blu, lanciando scintille sul pavimento. Quindi la macchina era ancora più sofisticata di quanto Izuru avesse previsto, composta da due piccole parti disgiunte.
Per un altro paio di minuti il ragazzo continuò a chiedere di Momo e Izuru mantenne il suo silenzio, ma il Guardiano era sempre più preoccupato. Momo non avrebbe lasciato che i suoi amici venissero catturati, giusto? Non sarebbe scappata abbandonandoli nella cabina con l’Al-Bhed. Quindi cosa era successo a Momo?
Alla fine il dimenarsi di Rangiku svegliò Ichimaru che era svenuto a fianco a lei. Anche Ichimaru era stato imbavagliato e la sua espressione fu sorpresa e leggermente offesa quando vide la situazione nella stanza.
“Ichimaru si è svegliato,” disse l’Al-Behd,“proviamo chiedendo a lui?”

Izuru aprì la bocca per protestare, ma in un istante l’altro era di fronte a lui: non era stato un movimento particolarmente rapido e Izuru decisamente non gli aveva tolto gli occhi di dosso, l’Al-Behd era scomparso per una frazione di secondo e si era immediatamente materializzato di fronte a Izuru. Era così che aveva sopraffatto Ichimaru e Rangiku, senza combattere contro di loro?

Il ragazzo appoggiò l’altra mano all’avambraccio di Izuru e anche quella era ricoperta da un guando uguale al sinistro, se non fosse stato per il fatto che questo aveva dei piccoli agi sul palmo della mano che liberarono una scossa elettrica al contatto con la pelle nuda del guardiano. Izuru si ritrovò immediatamente a terra e anche le sue mani vennero legate con gli stessi fili metallici.
L’Al-Behd liberò la bocca di Ichimaru e ripeté la domanda che aveva già fatto più volte ad Izuru. Sia Izuru che Rangiku cercarono di parlare e convincerlo a rimanere in silenzio, ma le loro parole erano incomprensibili. Non che a Ichimaru sarebbe importato, in ogni caso.
“Cerchi Momo? Avresti dovuto chiederlo! Invece di colpirmi in testa,” Ichimaru cercò di asciugarsi la fronte con la spalla, visto che il sangue stava gocciolando nel suo occhio. “Adesso non so se voglio dirtelo. Mi hai svegliato nel cuore della notte, mi hai colpito...insomma, capisci, no?”

Senza neppure rispondere, l’Al-Behd mandò una scossa elettrica alla macchina di Rangiku. Ichimaru sbuffò. “Ok, ok. Momo è scappata nella sala motori. Lo abbiamo concordato prima. Per ritrovarci se fossimo stati divisi.”
Momo non aveva concordato niente del genere con Izuru. Era una chiarissima bugia, ma l’Al-Behd sembrò cascarci.
“D’accordo” l’Al-Behd annuì. “Non ho veramente bisogno di trovare l’Evocatrice ma...il suo Eone potrebbe essere un problema. Se non è là, la troverò da un’altra parte. Questa è solo una piccola barca. In ogni caso, voi potete rimanere qui per qualche minuto ancora, prima che la nave affondi.”

Izuru cercò di urlare: ‘affondi?,’ e anche Rangiku gridò qualcosa, ma Ichimaru si strinse solamente nelle spalle. L’Al-Behd iniziò ad andare via e Izuru non sapeva cosa fare. Doveva fermare il ragazzo, ma non riusciva a muoversi o ad attirare la sua attenzione, e l’altro era già arrivato alla porta. Stava per morire, e Momo stava per morire, e tutti i passeggeri della nave stavano per…

La porta venne divelta dai suoi cardini e volò contro il muro, insieme all’Al-Behd che stringeva ancora il pomello in mano. Era stato un incantesimo di ghiaccio a distruggere la porta: una colonna di acqua ghiacciata andava dal corridoio al muro. Il pilastro si sciolse in pochi secondi, bagnando tutto il pavimento.
“Yukio?” Una voce femminile ruppe il silenzio che si era creato. Un’ adolescente che per età, altezza ed espressione poteva sembrare una versione femminile di Hitsugaya entrò nella stanza, trascinando dietro di sé un’altra ragazza che probabilmente aveva battuto e legato.
“La tua amica parla troppo tra sè e sè, Yukio,” disse la ragazza.
“Riruka…”sibilò l’Al-Bhed, ma la sua compagna era svenuta e non potè apprezzare tutto l’odio che Yukio mise in quelle tre sillabe.
“Quindi volete uccidere un Evocatore?” la ragazza sorrise alzando la testa con orgoglio. “Non fino a quando la migliore Guardiana di Spira si trova su questa nave. Adesso che siete entrambi qui, posso legare anche te e consegnarvi alle autorità di Spira.”

“Entrambi?” chiese Yukio, le labbra piegate in un sorriso.
L’altra annuì. “Sì…”
La nave venne improvvisamente scossa e la ragazza dai capelli scuri perse l’equilibrio, scivolando sull’acqua del suo stesso incantesimo, rotolando fino a raggiungere Rangiku e Ichimaru.
Yukio si rialzò, osservando il guanto ‘immobilizzante’. Era zuppo e gran parte degli aghi sembravano rotti. Izuru non era un esperto di macchine ed elettricità, ma non sembrava una combinazione sicura. 

La porta adesso non era più sorvegliata dalla ‘miglior Guardiana di Spira’ e il secondo guanto dell’Al-Behd sembrava funzionare, mettendolo comunque in chiaro vantaggio. Una seconda scossa fece ondeggiare la nave e Yukio capì che era il momento di sbrigarsi a lasciare il traghetto.

Yukio si fece materializzare dalla sua macchina accanto alla compagna e poi scomparve con lei.
“Ehi tu. Liberami. Abbiamo del lavoro da fare,” disse Ichimaru, guardando la ragazza che stava ancora cercando di rimettersi in piedi senza scivolare.
“Uhm...sì, subito. Comunque io sono Kuchiki Rukia, piacere di conoscervi.”

“Kuchiki, eh?” Ichimaru aggrottò le sopracciglia. “Sei la Guardiana di tuo fratello, Byakuya?”

Rukia non rispose, ma sembrò arrossire mentre si accovacciava alle spalle di Ichimaru, lavorando per liberarlo.
“Byakuya Kuchiki non è su questa nave.”

“No, non lo è. Siamo...stati separati,” rispose Rukia.
“Kuchiki ha un solo guardiano, ed è un uomo.”

“Oh, Renji. No, devi aver sentito delle notizie sbagliate. Mio fratello ha scelto due Guardiani.”
Ichimaru ridacchiò. “Due guardiani? Il suo Pellegrinaggio andrà meglio dell’ultima volta.”

Adesso che Rukia aveva fatto il nome di Renji e suo fratello, Izuru si ricordò di lei. Rukia e sua sorella, Hisana, erano nate in un piccolo paese a sud di Spira, che era stato distrutto da Sin quando erano bambine. Hisana era arrivata a Bevelle dopo qualche anno, e aveva conosciuto uno dei più promettenti Evocatori della sua generazione: Byakuya Kuchiki. Rukia e Renji erano arrivati a Bevelle dopo che Hisana aveva sposato Byakuya. 

Renji, come Izuru e gli altri Guardiani di Momo, aveva deciso di farsi addestrare dal tempio ed era diventato amico di Izuru e Momo. Dal momento che Rukia invece trascorreva la maggior parte del suo tempo nella residenza dei Kuchiki, Izuru l’aveva incontrata solo qualche volta, quando erano entrambi molto più giovani, ma non c’erano dubbi che la ragazza di fronte a lui fosse la ragazzina che Renji aveva presentato loro tanti anni prima.
Izuru sapeva anche che Byakuya Kuchiki aveva già intrapreso il Pellegrinaggio una volta, e che era stato l’unico a tornare dopo aver incontrato Sin nel viaggio fino a Kilika. 

Le mani di Rukia si bloccarrono e osservò Ichimaru, sorpresa che avesse tirato in ballo il primo Pellegrinaggio di Byakuya. “Questa volta non succederà. Mi sono allenata per aiutare mio fratello.”

Ichimaru si strinse nelle spalle e aiutò Rangiku a liberarsi mentre Rukia si occupava di Izuru.

“Quindi Renji è partito con Kuchiki?” chiese Izuru appena Rukia liberò la sua bocca.
Rukia annuì. “Al momento dovrebbero essere a Luka. Sto andando là.”

“Besaid non è esattamente una deviazione partendo da Bevelle,” fece notare Ichimaru, e Rukia distolse lo sguardo.
“Grazie per averci aiutati,” disse Izuru, per cambiare discorso, “come facevi a sapere che eravamo in pericolo?”

Rukia riacquistò la sua espressione sicura. “Non ho tempo di raccontarti tutta la storia, Izuru, ma la ragazza, Riruka, stava sabotando una scialuppa di salvataggio. Quando le ho chiesto cosa stava facendo, lei mi ha raccontato tutto! Mi ha detto che lavorava con un Al-Bhed e che rimanere sulla nave non era sicuro...Quando ha detto che solamente l’Evocatore doveva essere coinvolto, e che dovevo scappare, le ho detto che ero una Guardiana e sono stata attaccata. Ma come avete visto non è stato un problema…”

“E come hai trovato noi?”

“Momo mi ha detto esattamente dove trovarvi” rispose Rukia, stupita.
“Momo?” chiese Izuru, un po’ imbarazzato che Rukia si ricordasse esattamente di loro, mentre Izuru non l’aveva neppure riconosciuta.
Rukia spalancò gli occhi “Momo! Le ho detto di nascondersi, ma…”

“Probabilmente non lo ha fatto,” concluse Rangiku, mettendosi in piedi. Tutti erano adesso liberi e pronti a combattere. “Anche Toshiro è scomparso. Ci racconterai tutto dopo, Rukia, adesso dobbiamo trovare i nostri amici.”

   
 
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