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Autore: Fiore di Giada    12/04/2022    3 recensioni
Breve missing moment tratto dalla fic "Guardare oltre".
Karl ed Hermann ricevono una notizia brutta sulle condizioni di salute di Genzo. Quale sarà la loro reazione?
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Setticemia.
Rischio collasso cardiaco.


Karl, sentendo le parole del medico, sbarrò gli occhi e il suo viso si scolorò. Gli sembrava un incubo crudele.
Le condizioni di Genzo, quattro giorni dopo l'incidente, erano peggiorate.
Una violenta setticemia lo aveva colpito e la sua salvezza non era sicura.
Certo, era giovane, ma era uscito ferito dall'impatto e la lesione si era infettata.
Per fortuna, i medici non si erano arresi e stavano cercando di salvarlo.
Strinse le mani attorno alla cornetta del telefono e inspirò, cercando di controllare il tumulto delle sue emozioni. No, non doveva lasciarsi dominare dallo sconforto.
Aveva bisogno di comprendere meglio la situazione.
Sto bene. Piuttosto, potete spiegarmi meglio la situazione? ─ chiese, il tono apparentemente calmo.
Hermann fece per parlare, ma si zittì. Era una chiamata dall'ospedale, ne era certo.
E quel mutamento d'umore, per quanto fugace, non era passato inosservato.
Karl non era così incline all'emotività, ma la situazione del suo compagno di squadra l'aveva sconvolto.
E lui, Hermann Kaltz, condivideva tale angoscia.
Entrambi erano affezionati a quello scorbutico asiatico e avevano potuto ammirare il suo valore di sportivo.
Una sua probabile morte sarebbe stata terribile, ingiusta, inaccettabile.

Con un sospiro, il Kaiser si abbandonò sul divano, la testa tra le mani.
Hermann, per alcuni istanti, rimase immobile, silenzioso. Di solito, avrebbe preteso spiegazioni, ma, in quel momento, la sua bocca restava chiusa.
Cosa doveva fare? Chiedere spiegazioni? Aspettare i tempi di Schneider?
Quel silenzio, però, era insopportabile per lui!
Cosa ti ha detto il medico? ─ domandò.
Il Kaiser, sentendo la domanda del compagno, alzò la testa e fissò su di lui uno sguardo vitreo.
Potrebbe morire. ─ affermò, la voce calma, funerea.
Hermann, colpito dalle parole del compagno, boccheggiò, come un pugile colpito alla bocca dello stomaco. No, non voleva credere alla concretizzazione di una simile, sinistra possibilità.
Eppure, la cupezza di Karl non era una menzogna.
Il suo compagno di squadra non mentiva.
E lui non era facile a perdere il controllo.
Come è possibile? Spiegati meglio. Fammi un quadro chiaro della situazione. ─ domandò il mediano, il tono vibrante d'ansia..
Il centravanti si toccò le tempie coi polpastrelli e cominciò a massaggiarle. Sentiva delle lame arroventate piantate nel suo cervello.
Le notizie ricevute erano dolorose.
Ma non poteva insultare l'intelligenza del suo compagno.

Andreas Schumann è morto dopo quarantotto ore di terribile agonia, a causa dei danni riportati nell'impatto. Genzo, invece, è ancora vivo, ma le sue condizioni sono peggiorate. E' sopraggiunta una setticemia. ─ continuò.
Un gelido brivido d'angoscia, come una frustata, colpì la schiena di Hermann.
Di.... Di che si tratta? Il nome non mi dice nulla di buono. Anzi, mi fa paura. ─ confessò il mediano.
Una breve e amara risata risuonò sulle labbra dell'altro giocatore.
E non sbagli. Nell'impatto, ha riportato una frattura con ferita al braccio destro. Quella lesione si è infettata e nel suo sangue sono entrati batteri, che hanno attaccato il suo organismo, già debilitato.. E ora è sotto forte terapia antibiotica. ─ affermò, preoccupato.
Per alcuni minuti, non parlò e rimase immobile, lo sguardo fisso davanti a sé.
Hermann, per alcuni istanti, meditò.
Tu non mi hai detto tutto. Continua. ─ lo incoraggiò, dolcemente brusco.
Con un cenno della testa, il Kaiser annuì.
Pensa, il medico mi ha detto di cominciare a pensare al suo funerale... Addirittura, mi ha consigliato di parlare con i suoi compagni di nazionale, per portare il suo corpo nella sua terra d'origine, quando sarà il momento . ─ concluse.

Per lunghi, eterni istanti, una quiete tenebrosa gravò nella stanza.
Il mediano fremette d'ira. No, non era giusto!
Genzo non poteva morire così!
Come si permettevano i medici di parlare in tono così catastrofico?
Questo non ha senso! ─ ruggì e assestò un forte pugno al muro.
Karl si scosse dai suoi pensieri e girò la testa verso di lui.
Di scatto, Hermann si girò, colmò la distanza tra loro e gli appoggiò le mani sulle spalle.
Cazzo, non guardarmi con quell'espressione da pesce lesso! Lo stanno dando per morto, ma non lo è! Non è giusto! E' in condizioni gravi, è vero, ma si può salvare. E noi non possiamo arrenderci al pessimismo, quando c'è ancora una speranza. ─ affermò, risoluto.
Karl rimase silenzioso, quasi volesse assorbire le parole del compagno. Le parole del medico l'avevano angosciato, ma doveva riconoscerne l'esagerazione.
La setticemia era un grave problema, ma si poteva curare.
Il cuore di Genzo non aveva smesso di battere e la sua coscienza non era compromessa.
Il suo sguardo ceruleo scintillò d'una luce fiera e risoluta. Sì, Hermann aveva ragione.
Non potevano arrendersi.
Hai ragione. Lo stiamo dando per morto, anche se non lo è. E non possiamo parlare in questo modo ai suoi compagni di nazionale, senza un motivo valido. Sarebbe un'angoscia priva di senso. ─ aggiunse. Non poteva infliggere ai suoi compagni una sofferenza inutile.
Non sarebbe stato giusto.


Fece per allungare la mano verso il compagno, ma la ritrasse, lo sguardo corrucciato. L'arto era gonfio e un grosso livido nereggiava sul suo palmo.
Quel pugno, assestato in un momento di rabbia, aveva lasciato conseguenze.
Prese tra le sue la destra di Hermann e, per alcuni istanti, la scrutò, lo sguardo serio.
Ehi, cosa sono questi atteggiamenti strani? ─ ruggì Hermann, il volto rosso d'imbarazzo.
Sentendo quella domanda, una risata divertita risuonò sulle labbra del Kaiser e il suo sguardo ceruleo brillò d'una luce ironica.
Nessun atteggiamento strano. Semplicemente, mi preoccupa lo stato della tua mano. ─ spiegò.
Poi, cauto, gli toccò il livido con il polpastrello.
Una fitta di dolore, come una scossa elettrica, si irradiò lungo la mano di Hermann e il giovane, d'istinto, strinse le labbra.
Vado a prenderti del ghiaccio. Attenuerà il dolore, fino a quando arriveremo in ospedale. ─ spiegò il capitano tedesco.
Hermann, a quell'affermazione, corrugò la fronte.
Per un livido? Karl, non esagerare! ─ obiettò.
Non esagero. Mi sono accorto del dolore che hai provato, quando ti ho toccato con la punta del polpastrello. E' meglio essere prudenti in questi casi. Un piccolo problema diventa un grosso problema, se trascurato. ─ affermò.
Tacque e fissò le sue iridi cerulee in quelle scure del compagno di nazionale.
Dobbiamo farlo per Genzo, Hermann. Se vogliamo aiutarlo, dobbiamo essere al massimo della nostra condizione. E tu non mi sembra stia dando il buon esempio. ─ concluse, un sorriso accennato sulle labbra.
Hermann rifletté e annuì, sconsolato. Con acume, Karl aveva saputo fare leva sul suo desiderio di aiutare Genzo
Hai ragione. Di nuovo. E questa è una cosa che non sopporto. ─ borbottò.
Karl si allontanò e ritornò con la borsa del ghiaccio e un rotolo di garze sterili.
Posò l’impacco freddo sulla mano del compagno, poi avvolse alcune fasce e le annodò.
Sei sicuro di non essere laureato in medicina? Hai fatto una fasciatura a regola d’arte! ─ dichiarò, compiaciuto, Hermann.
No. E ora vedi di seguirmi senza fare altre storie. E non ti preoccupare, guiderò io.─ affermò il capitano della nazionale tedesca, scuotendo la testa.
Poco dopo, i due uscirono dall’abitazione.

P.S.: breve missing moment intorno a “Guardare oltre”. Dato che quel povero cristo di Genzo ha avuto, in questa fic, la setticemia (che non è propriamente una bella cosa), ho pensato di mostrare un breve squarcio della reazione avuta dai suoi due compagni.
Diciamo che il medico non è stato molto ottimista (anzi, direi pure catastrofista), ma i due tedeschi decidono di non cedere. E tutto si conclude con una scena spero ironica. (spero perché la mia NON abilità nelle scene ironiche è leggendaria)




   
 
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