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Autore: colinred_    16/04/2022    0 recensioni
[ElijahxElena] [Accenni Klaroline]
Elena si trasferisce in Italia intenta a staccare un po' dalla vita frenetica di Mystic Falls, ma una visita inaspettata le cambierà tutti i piani.
Dovrà ancora fare i conti con il suo passato, tra nuovi cacciatori pronti ad ucciderla, proposte di viaggi oltreoceano e un vampiro con l'interruttore spento capace di uccidere un'intera Mystic Falls.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Elijah, Klaus
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO TREDICI

Elijah aveva perso il conto del tempo che aveva passato a girovagare per la cittadina mistica, con quella strana ansia all'altezza dello stomaco che non lo aveva abbandonato neanche per un istante fin dal primo momento che aveva rimesso piede a Mystic Falls, anzi, a chi voleva darla a bere, dall'esatto momento in cui aveva lasciato Elena in casa Salvatore, insieme a Stefan, il primo vero amore della ragazza.
Meglio non pensarci, si disse infatti, aveva fatto inversione di marcia nel giardino della tenuta e poi si era diretto al Mystic Grill, giusto per ammazzare il tempo.
Se fosse stato per lui, non l'avrebbe lasciata di certo, ma si era costretto a far muovere i piedi verso la direzione opposta a quella di Elena, proprio mentre lei attraversava l'enorme porticato.
L'essere stato a stretto - strettissimo - contatto con lei nei giorni precedenti, aveva suscitato in lui quella sensazione d'appartenenza che non sentiva da tanto, troppo tempo.
Sentiva di appartenerle ormai, nel corpo e nello spirito e pensare di doverla lasciare anche solo per un breve istante gli sembrò un'impresa mastodontica.
Chissà se anche Elena pensava di appartenergli...
Così quando terminó almeno una decina di shottini di whiskey ed ebbe disposto i bicchierini vuoti, a mo' di torretta davanti a lui, decise che per quel giorno aveva bevuto abbastanza -non che l'alcool lo toccasse più di tanto, i suoi secoli di esperienza erano sicuramente abbastanza da far sembrare quei dieci shottini una sciocchezuola da due soldi, se a questo si aggiungeva anche il fatto che era un vampiro, di quelli originali, gli sembrò realmente che quei bicchieri appena scolati contenessero della semplice acqua fresca - ma aveva davvero bisogno di passare del tempo senza pensare ad Elena e alla sua voglia matta di ritornare da lei.
Uscì dal locale e continuò a camminare senza meta per almeno un'altra ora, Mystic Falls era sempre stata una cittadina carina e semplice, dove poter vivere tranquillamente e al sicuro - se non sei a conoscenza della presenza di creature soprannaturali come vampiri, streghe e licantropi ovviamente - ma quel giorno, guardandosi intorno gli sembrò tutto fin troppo normale e tutto fin troppo noioso.
Ne aveva abbastanza di errare stralunato fra le strade principali del paese che, basta, decise che avrebbe chiamato Elena e le avrebbe chiesto se andasse tutto bene, insomma erano tornati a Mystic Falls pure per sistemare la situazione creata da quel dannato vampiro, quindi faceva bene a preoccuparsi, no? Elena non si sarebbe arrabbiata se lui l'avesse chiamata appena un paio di ore dopo il loro saluto.
Estrasse il suo cellulare dalla tasca interna del suo completo e lo sbloccó pronto a scorrere fra i suoi contatti alla ricerca del numero di Elena, ma un messaggio arrivato circa qualche minuto prima lo sorprese.
Lo aprì e sospirò indignato, Klaus gli aveva appena comunicato che a breve lo avrebbe raggiunto a Mystic Falls, in quanto si era messo in viaggio giusto qualche ora dopo la loro partenza.
Elijah evitò di rispondere al messaggio, perché avrebbe solo scritto una sequela di imprecazioni.
Non gli passò neanche per l'anticamera del cervello che Niklaus lo stesse facendo per aiutarli, anche perché insomma, un originale e almeno due vampiri - Stefan e Elena - potevano benissimo intrappolare senza fatica un Damon solitario che sfrecciava fra i vicoli della città, con l'istinto della caccia a fargli da padrone e l'interruttore spento.
Conosceva fin troppo troppo bene suo fratello, non si sarebbe mai perso uno scontro se questo lo avesse portato a porre tutta l'attenzione su di sé.
"Dannata movie star!" sospirò fra i denti Elijah.
Un rapido calcolo e pensò che in realtà vi era la possibilità di acchiappare Damon, non solo grazie al minimo sforzo di un originale e due vampiri, ma se le cose fossero andate proprio male, avrebbero potuto chiedere aiuto ad una strega - o forse no, Elena gli aveva detto che la Bennet era diventata un 'ancora' e non aveva la minima idea di cosa significasse - e ad una vampira in più, Caroline.
Ah! Elijah elaborò in meno di due secondi quale altro assurdo motivo stesse spingendo Klaus a tornare a Mystic Falls.
Sbuffò divertito a quella rivelazione e ritornò al suo obiettivo iniziale: chiamare Elena.
Schiacciò qualche tasto distrattamente e poi portò il cellulare all'orecchio, aspettando pazientemente una risposta.
La risposta arrivò ma a parlare non fu di certo la dolce e melodiosa voce di Elena ma quella che lui riconobbe nell'immediato come la voce di Damon.
Maledetto, pensò mentre rapidamente staccò la chiamata.
Scattò verso la macchina con mille pensieri per la testa, Damon aveva preso Elena?
Elena stava bene? Damon le aveva fatto qualcosa?
Un ringhio basso gli uscì dalle labbra e sentì la pelle attorno agli occhi tirare, non si guardò allo specchietto, sapeva che avrebbe trovato i suoi occhi rossi e delle vene evidenti e altrettanto rosse appena spuntate.
Accese la macchina, cercando di razionalizzare e tentó di non pensare a nulla di sconvolgente.
La sua Elena si trovava nelle schifose mani di un piccolo ed insignificante vampiro che giocava a fare il prepotente.
Damon era semplicemente un codardo e un vigliacco, che si era nascosto dietro la perdita delle sue emozioni pur di non provare assolutamente nulla, pur di non sentire il dolore che l'abbandono di Elena gli aveva provocato.
Che vigliacco, pensò ancora, perché sfuggire dal dolore? Prima o poi lo avrebbe scovato di nuovo e di nuovo. Non bastava spegnere l'interruttore.
Il dolore era la condanna di chi viveva troppo a lungo come loro e il non potergli sfuggire, se non grazie alla morte, ne aumentava il peso.
Se bastava questo a quel bastardo di un vampiro per spegnere le sue emozioni, non era degno di ciò che era.
Elijah lo aveva imparato negli anni, a combattere il dolore delle perdite, ed era questo, secondo lui, che lo rendeva più forte e degno di vivere quella sua lunga ed estenuante esistenza.
Damon avrebbe dovuto cercare la morte se proprio non riusciva a sopportarlo, senza cercare mezzucci come la perdita delle emozioni, forse gliela avrebbe data lui stesso, la morte.
Poi un lampo fra i suoi pensieri, lui avrebbe fatto lo stesso se avesse perso Elena? Avrebbe dovuto biasimare Damon?
Non volle rispondere a sé stesso, quella ragazza aveva mandato all'aria le sue convinzioni più ostiche e i suoi piani senza neanche rendersene conto, con naturalezza... la naturalezza con cui era entrata nella sua vita.
Le sue labbra erano tese mentre con una mano sterzava al volante e con l'altra cercava di nuovo il suo cellulare.
Cercò un altro numero e al primo squillo questa volta niente giochetti, rispose la voce che stava cercando.
"Fratello?" domandò Klaus. "Sto per arrivare..."
"Damon ha preso Elena, credo siano ancora alla tenuta" e chiuse la chiamata, non c'era tempo per le spiegazioni, Klaus avrebbe sicuramente capito che aveva bisogno di lui.
  
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