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Autore: moganoix    18/04/2022    1 recensioni
- SEQUEL DI FIREFLIES -
Minho, giunto finalmente al palazzo della Capitale in groppa al drago di Jisung e accompagnato dallo stesso Cantastorie morente, sembra adattarsi bene ai ritmi della corte, non gli piace farsi notare.
O, almeno, questo è quello che pensava Changbin prima di finire quasi ammazzato a causa della nuova Fonte della Felicità. Ha proprio l'impressione di avere un enorme deja vu...
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Felix, Han, Lee Know, Sorpresa
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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[consiglio: leggete questo capitolo con calma ahah]
 
***
F U O C O
 
Il passato, Minho, è un cumulo di scorie.
Lasciami parlare con franchezza, ho vissuto centovent’anni e, purtroppo, non ho potuto che sviluppare un certo cinismo verso quegli ottimisti che vedono nella Storia di noi umani la proiezione astrale del nostro successo futuro. Il presente è un ‘e vissero felici e contenti’ solo a metà, il futuro promesso fatica ad ingranare, il nostro passato non è che un’accozzaglia informe di relitti, mezze culture, sprazzi di tradizioni che l’uomo ha tagliuzzato e incollato sotto forma di ignobili chimere, mostri incapaci di provvedere al loro sostentamento senza la spinta di un ingranaggio più grande. Il popolo, Minho, il popolo è il motore della cultura, delle tradizioni, della vita, e per sopravvivere ha bisogno delle stesse creature di cui si nutre. Così, nel corso dei secoli, generazioni di regnanti e Filosofi hanno coperto con veli bucati ciò che realmente nei miti v’era tramandato. L’uomo, piano piano, è diventato protagonista della propria leggenda, ha sconfitto i troll, trucidato gli elfi, imprigionato le ninfe, rinchiuso gli animali in gabbia, ha dimenticato tutto ciò che, nel mito di cui fa parte, non lo riguardava. Per questo il passato altro non è che infida carcassa; la specie umana tutto ha ereditato dagli dei meno che l’onestà, e finché non sarà in grado di ammettere il suo difetto capitale nessuna storia, nessun racconto, nessuna leggenda diverranno maestri di esistenza.
Io e te siamo piccoli, Minho, e allo stesso tempo abbiamo imparato ad essere così grandi… Ce lo insegnano fin da bambini che in ogni individuo risiede un universo inimitabile in cui gli orizzonti di valli, monti, pianeti, soli e satelliti di ineguagliabile bellezza si intersecano in personalissime geometrie; siamo così complessi nella nostra insignificanza che ci sentiamo superiori a coloro che, nati già qui, non hanno avuto necessità di accatastare stratagemmi mentali per sopravvivere all’incertezza di una vita mortale. Eppure non ci rendiamo conto che c’è un’anima all’infuori di noi, un ecosistema che ci accoglie e con cui possiamo interagire mediante la Fonte della Felicità. Conosci perfettamente la storia degli uomini, i figli del Cielo che abbandonano i fratelli Sole e Luna per amore della terra, ma è inesatta. Leggenda degli uomini, ma per favore! È l’epopea del mondo che conta, l’epica completa che narra non di come l’uomo abbia prevaricato sulle altre specie, ma di come la sua dittatura altro non sia che una parentesi passeggera.
Come tu, Minho, piccolo universo, nasci e muori, così è condannato a fare il mondo degli uomini. Il Cielo, la vita, ha fatto sì di mantenere vivi i suoi figli il più possibile inviando un messo semidivino di secolo in secolo, un termine medio affinché l’uomo comunicasse con la terra e la terra comunicasse con l’uomo. La comunicazione è scambio reciproco, nessuna Fonte fu mai creata a servizio di una sola delle parti, e questo perché l’uomo non è né più né meno protagonista delle vicende terrene di quanto lo siano gli elfi, le ninfe, gli animali e le piante.
A te, Minho, hanno mai insegnato che alcuni figli del Cielo, durante la rinuncia all’eternità, scelsero di ricoprirsi di scaglie acuminate e di dipingere ali di serpente sulle loro scapole? È una storia interessante, narra della nascita della stirpe dei draghi, ma nessuno ne ha mai sentito parlare perché l’uomo possiede una mentalità egoisticamente antropocentrica e ha tramandato ai posteri solo ciò che parlava di sé. Eppure è proprio grazie al fatto che uomini e draghi custodiscono all’interno della loro anima la medesima scintilla divina che Mingi ha attuato la sua trasformazione. Inconsciamente i suoi antenati ancestrali, risvegliati dalla preghiera dell’energia ancora latente nel cuore monco dell’albero di Wooyoung – la stessa che ha fatto sì che su di esso germogliasse quel salice sotto cui gli stessi Yunho e Mingi sono cresciuti – sono corsi in suo sostegno e gli hanno concesso di cambiare aspetto affinché vivesse il suo desiderio più puro e non fosse costretto ad un’esistenza nulla, da cimelio in una teca di vetro. Il potere di una Fonte non è in grado di attuare una trasmutazione tanto radicale – non in maniera perfetta almeno – ma un’emanazione, benché debole e involontaria, ha abbastanza forza per dare fuoco alla miccia e scatenare un ricordo.
Ci sono migliaia di storie che assomigliano alla loro, migliaia di episodi che puntualmente il tempo cancella o mette al rogo con l’etichetta di ‘stregoneria proibita’ perché l’uomo non ha più i mezzi per comprenderli. Ha esaminato la carcassa del passato a lungo, minuziosamente, ne ha sezionato e studiato ogni parte, ma non è la composizione chimica delle ossa che fa comprendere il sapore della carne strappata via a morsi da chi è venuto prima. Mi segui, Minho?
 
“… e narrasi che di letitia promessa
Lo scarno mondo così nutrirsi debba
Uomini saldaron col ciel tal scommessa:
Affinché nostra Madre Terra fiorisca
Felicità, ogni cent’anni, appassisca.”
 
Dimostrare che questi versi sono incompleti ormai verrebbe considerata un’eresia. Il Sole, la Luna e loro Padre Cielo desideravano solamente che l’armonia terrena sussistesse in seguito alla discesa degli uomini, questi ultimi interpretarono invece la profezia come una dichiarazione di superiorità, per questo la Fonte viene allevata solamente dai Filosofi, corpo costituito, almeno all’inizio, con l’unico scopo di trovare ed appoggiare, di secolo in secolo, il nuovo tramite. A lungo andare, comprendi bene, Minho, perché le specie terrene originali si siano ritirate sempre più nel cuore della natura. È giusto credere che abbiano iniziato ad odiare il fatto di essere state escluse a prescindere dal privilegio concesso dagli dei in cui anche loro credevano. Elfi e ninfe sono diventati schizzinosi, difficili da approcciare, i troll hanno imparato a mimetizzarsi con l’ambiente circostante, gli animali hanno acuito il loro lato selvaggio. I draghi, considerati inferiori, si stanno lentamente estinguendo.
Ma, Minho, il Cielo ha visto che cosa stava succedendo. Ha voluto concedere infinite possibilità di redenzione agli uomini, convinto che prima o poi avrebbero posto riparo agli errori commessi, ma, alla fine, si è reso conto di non poter lasciare che la sua stirpe divorasse tutto ciò che inizialmente nemmeno avrebbe dovuto possedere.
Sua sorella, la dea Sonno, provvide per lui.
La Fonte non può generare prole, ma per ben quattro volte, nel corso degli anni, Sonno approfittò della natura libertina di Felix, l’ultimo tramite, per dare al mondo una via di fuga. Fece sì che involontariamente una piccola parte di lui gocciolasse all’interno di quattro diverse amanti, ognuna appartenente ad una specie diversa, ognuna proveniente da uno dei quattro angoli della Nazione, e scorresse fin nel loro intimo affinché nascessero quattro esseri oscuri, dai poteri misteriosi, l’ultima discendenza dell’uomo. Nemmeno Felix sa nulla di questi figli, due maschi e due femmine, probabilmente ne sta venendo a conoscenza ora con te, Minho.
 
***
 
Inaspettatamente, Felix era rimasto calmo sia durante il primo che il secondo racconto. Minho lo rivide bambino, con i capelli corti color autunno arruffati ad incorniciare un viso paffutello con due occhi ricolmi di stelle. Ascoltava Jisung con ammirazione e sguardo sognante, gli era sembrato di sentirlo quasi commuoversi in modo sincero verso la fine della prima storia. Wooyoung doveva essere ancora una ferita aperta. Anche la seconda gli era piaciuta, forse aveva conosciuto i due protagonisti, forse un po’ era invidioso anche di loro.
La terza, invece, parve iniziare a renderlo decisamente irrequieto. Minho sentiva il fuoco di Felix iniziare a bruciargli la testa, solo Jisung, con le sue carezze ritmiche, sembrava riuscisse a lenire il dolore. Senza chiedere il permesso, il corvino si avvicino al più basso e gli poggiò il capo in grembo, mentre con una mano stringeva il tessuto della sua veste azzurro etere.
 
***
 
La Fonte non può avere figli perché la probabilità che questi posseggano i suoi poteri sarebbe troppo elevata. I figli di Felix portano il nome leggendario di Fenici e, a prescindere dal numero di anni che le loro teste contano, sono destinati a morire insieme nell’istante stesso in cui finiranno per ritrovarsi. Non sono consapevoli del loro obiettivo, eppure viaggiano senza sosta per la Nazione alla ricerca di coloro che potranno renderli completi. Sono guidati dallo stesso istinto che spinge un genitore verso il figlio amato. Una volta riuniti, terminando in cenere, porteranno il mondo degli uomini con loro e li condurranno nel regno di Sonno.
Ah… che cos’è quella faccia, Minho? Lo so, è una fine tremenda, ma tu non puoi fare nulla. Gli umani che vedranno la fine del mondo sono fortunati, finalmente avranno l’opportunità di stracciare il velo dell’illusione e di scorgere tutto ciò a cui hanno rinunciato per imporre un’idea di società che si basa sulle credenze, sull’approfittarsi di un prossimo anonimo, su una diseguaglianza intrinseca che ancora abbaglia il genere dei forti.
La fine del mondo avverrà nel fuoco, con il fuoco, come dal fuoco nasce e muore la Fonte della Felicità, uccisa dai figli che ha trascurato.
Ad oggi le Fenici sono ancora lontane, chissà quando si incontreranno. C’è la possibilità che una di loro venga ammazzata prima del tempo, allora sì che l’intero piano di Sonno andrebbe in rovina, ma come distinguerne una se queste non conoscono la leggenda che le riguarda e sono abituate a celare i loro poteri?
Quella ninfa del Nord dalla pelle albina, per esempio, è sempre così chiusa e riservata… Basta questo per puntare il dito? Basta questo per iniziare una caccia alle streghe che, comunque, condurrebbe il mondo alla rovina?
Minho, da Fonte della Felicità, senti che per gli uomini è più giusto vivere fino alla fine immersi nella loro vita quotidiana o annegare nel sospetto?
Il fuoco della Fenice potrebbe trovarsi in quel troll solitario che non distingui dalla roccia da cui si è generato, oppure in sua sorella che invece corre e rotola per le valli dell’Est.
Oppure potrebbe essere celato nel cuore di una naiade marina che ama girovagare sulla spiaggia, così come si trova, ancora mezzo sopito, nelle viscere di Yeosang, che grazie ad esso comunica con la natura e piange con lei per il destino che l’uomo sembra volerle riservare.
Oppure, ancora, chi lo sa che non brilli anche nell’animo di qualche famoso mezz’elfo dall’intelligenza sopraffina, che in questo momento guarda con orgoglio la casa che ha ricostruito per sé, per il suo migliore amico, per lo sgangherato popolo di entrambi. Hyunjin è la Fenice più giovane, l’ultimo inganno di Sonno, il pezzo migliore, colui che possiede il potere dell’intelligenza, intuisce il futuro e ne fa colare uno sprazzo lungo le frenetiche mani. Il braccio metallico di Seungmin ne è una prova, la tecnologia che è in grado di immaginare supera di gran lunga il tempo in cui è costretto a vivere, così come la sensibilità di Yeosang risulta anacronistica di fronte alla chiusura mentale della sua specie. Si è sempre creduto che l’ibrido fosse di discendenza umana da parte di madre, quando invece era il contrario, e, forse, anche lui è stato abbandonato per lo stesso motivo per cui, appena nato, avrebbero dovuto annegarti, Minho… Ma di questo ne parleremo più tardi.
Ora, lo sai come andrà a finire?
Possiamo immaginarlo, ma né io né tu abbiamo il potere di vedere quello che succederà. Siamo solo lontani spettatori della fine di un’epoca, del collasso di una società a cui abbiamo imparato, in fondo, ad affezionarci.
Il mondo ha sedici futuri possibili, uno in cui le Fenici si incontrano, i restanti in cui almeno una di esse muore. A loro volta, i modi in cui queste ultime possono venire uccise si moltiplicano all’infinito, generando altrettante vie secondo cui la storia dell’uomo potrebbe svilupparsi, trivi e incroci più o meno tragici a seconda della loro complessità. Una in particolare dovrebbe toccarti, dato che ne conosci personalmente i protagonisti, Hyunjin e Seungmin per l’appunto.
Le Fenici sanno che devono incontrarsi, ma non sono consapevoli di che cosa accadrà con il loro incontro, o, almeno, non tutte sono in grado di intuirlo. Non è da escludere infatti che, una volta che le quattro Fenici gli saranno vicine, Hyunjin, a cui è toccato in sorte il dono più greve, premonisca in anticipo il pericolo che il contatto con esse potrebbe generare. Così come trae idee e ispirazione per i suoi marchingegni dall’osservazione della natura, dai moti della stessa potrebbe cominciare ad intuire l’arrivo della fine del mondo. Un umano puro non farebbe altro che ignorare sensazioni del genere, agli elfi, invece, viene insegnato fin da piccoli ad ascoltare la loro voce interiore, lo stesso istinto che da millenni li lega al mondo.
E se Hyunjin, capitolando di fronte al terrore dei suoi infausti presagi, si confidasse con Seungmin?
Seungmin ha trovato in Hyunjin un appoggio, Hyunjin ha visto in Seungmin un alleato, entrambi si sono riconosciuti nella proiezione del futuro dell’altro. Dopo la morte di Felix, entrambi d’accordo, hanno fatto sì di unire le loro strade verso un obiettivo comune che soddisfacesse sia la curiosità di uno che l’intraprendenza dell’altro, e, com’è normale che i giovani facciano, avevano iniziato a sognare un seguito per la loro tenera, impacciata, storia. Sarebbero stati vicini di casa, avrebbero accudito a turno un riccio o un piccolo serpentello, i figli di uno avrebbero giocato con i figli dell’altro. A Seungmin piaceva pensare che, ora che aveva addirittura messo a posto le cose con sua madre, la strada sarebbe stata sempre in discesa. Il futuro gli stava spalancando le porte, aveva migliaia di strade che lo aspettavano e che facevano a gara affinché lì obliterasse il biglietto con cui viaggiava sulla carovana della sua vita. Eppure, ti chiedo, Minho, e se ognuna di esse, in verità, una volta scoperto il segreto che si cela sotto i fini lineamenti di Hyunjin, portasse ad un unico bivio?
Mi domando se, quando la vera natura di Hyunjin verrà a galla, Seungmin si fiderà dei suoi presentimenti e avrà il coraggio di uccidere il suo migliore amico in tempo per il bene della Nazione, o se tarderà e condannerà tutti i suoi concittadini a bruciare.
Ti vedo allibito, Minho, ti sembra una domanda così scontata… Dalla tua espressione posso immaginare che tu non abbia mai sperimentato che cosa significhi possedere un attaccamento tale ad una persona da sperare in tutti i modi di poterla salvare insieme a te. Seungmin è intelligente, ma è anche decisamente emotivo e spesso si affeziona fin troppo a coloro che dimostrano di volergli bene, e Hyunjin, ovviamente, non fa affatto eccezione. Non ucciderebbe mai un amato per una semplice sensazione. D’altronde – come ti dicevo prima – da umano non potrebbe comprendere il tormento che essa provocherebbe all’ibrido.
Hyunjin, in fondo, è stato per lui il primo che considerasse ‘pari’, il primo da cui avrebbe sempre accettato nuovi insegnamenti, l’unico in tutta la Nazione da cui sapeva di essere, se non appoggiato, almeno compreso. Ci sono giorni in cui nemmeno si rivolgono la parola e, perfettamente consci delle abitudini dell’uno e dell’altro, si trovano fuori casa alla stessa ora per passeggiare in mezzo ai boschi e godere degli ultimi sprazzi di sole al tramonto che invadono i brulli sentierini della foresta. Altri giorni iniziano a bisticciare, tengono il muso fino a sera inoltrata, ma non mancano comunque di darsi la buonanotte prima di chiudersi nelle rispettive case e andare a dormire. E poi ci sono quei giorni speciali, rari, inestimabili, in cui Seungmin si fa avanti e, di tanto in tanto, abbraccia di nascosto il più alto per poi mormorargli a bassa voce, con il viso piantato contro il suo petto: “La senti la mia stretta d’acciaio?”
Quella che gli spetterebbe è una scelta complessa, di dimensioni abnormi, mi chiedo come potrebbe un semplice umano sopportare la stessa pressione che solitamente viene affidata alle spalle larghe di un dio o di una dea. Non mi stupirei se, anche lui, nell’atto di proteggere il suo amato a tutti i costi, finisse per impazzire come Felix.
Seungmin, Felix, le Fenici, la tua rinascita, Minho, la mia stessa esistenza… è di questo che mi preoccupo, sai? Il Cielo avrebbe fatto meglio ad abbandonare i figli ribelli e a non impicciarsi nelle vicende terrene fin dall’inizio, questi a lungo andare avrebbero certamente trovato il loro giusto posto nel mondo…
Ti scosti, Minho? Non ti piace più che ti carezzi il capo? Preferisci, anche tu, morire bruciato dalla disperazione e dalla follia di Felix? Anche lui, come te e come me, non è altro che strumento e prodotto dell’errore divino.
E ti scosti, Minho, anche se sai perfettamente di non potertene andare da quest’isola infausta? Ti scosti anche se tu stesso mi hai pregato di narrarti la stessa leggenda di cui tu sei stato solamente astante silenzioso.
Come biasimarti, in fondo? Le Fonti della Felicità impiegano anni a dominare i loro poteri, tu di questi ne hai anche troppi, saresti comunque morto dopo pochi mesi, spaccato a metà tra terra e cielo. Beh, almeno in quel caso forse sarebbero stati in grado di benedirti con il fuoco, come è stato fatto con tutte le Fonti Atipiche prima di te. Inoltre non credo che ti piacerebbe prendere parte alla fine del tuo popolo, non sei davvero mai stato un cuor di leone, ti è sempre piaciuto osservare, ascoltare e riflettere prima di agire.
La notte nei tuoi occhi mi scruta con odio, eppure avverto vergogna sotto di esso. Perché? Il coraggio non è per tutti, puoi essere protagonista della tua vita votando la tua esistenza al silenzio, alla contemplazione, all’accoglienza gentile. Felix viveva per la passione, per l’ingordigia, per l’amore; Seungmin potrebbe fare i conti con l’ignavia, con il dover decidere in fretta se scegliere di morire in parte anche lui con Hyunjin o condannare tutta la Nazione pur di non abbandonare nel momento della morte l’unico che lo facesse sentire apprezzato e completo; almeno tu, Minho, puoi essere la tenerezza che nessuno ti ha mai dato.
Immagina la fine del mondo, Minho.
Immagina i vulcani che gorgogliano, borbottano ed eruttano all’unisono.
Immagina i cieli annerirsi, i fulmini schizzare diretti sulle cime delle montagne e propagarsi tra le foreste.
Immagina i boschi che si illuminano di rosso prima dell’arrivo dell’autunno.
Immagina il fuoco che mangia impavido i tetti delle case di campagna, gli strepiti dei piccoli, le urla degli adulti colpevoli solo di essere ormai consci del loro Errore.
Una pioggia di meteoriti, un fuoco che depura il mondo dalla sua malattia, il fumo che costringe all’asfissia.
Ecco, Minho, se io fossi lì in quel momento, mi commuoverei se tu mi accompagnassi verso la morte con tenerezza, così come mi emoziono di fronte al timido volo delle falene quando, gentili, nascoste da un buio insormontabile, si librano nel gelo della notte.
 
***
Boh se non avete capito qualcosa chiedete ahaha
Io non capirei nulla se leggessi questa roba una volta sola :/
   
 
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