Anime & Manga > Georgie
Segui la storia  |       
Autore: Francyzago77    22/04/2022    5 recensioni
Questa storia nasce come seguito de "La figlia di Georgie". Sono passati diversi anni, quelli che erano bambini sono ormai cresciuti e coltivano sogni, desideri, amori e sentimenti che s'intrecceranno con le vite dei loro genitori.
Dopo più di un anno che era nel cassetto ho deciso di pubblicare questo racconto...consiglio di leggere "Georgie il sequel" e "La figlia di Georgie" dato che questa ne è la prosecuzione.
La maggior parte dei personaggi presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Izawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

Daisy si scansò sentendosi in imbarazzo ma Percy proseguì imperterrito con il suo gioco viscido e malefico.

-Non occorre che fai la timida – le disse – conosco benissimo il tuo passato. Sophie, in una giornata di confidenze, mi ha raccontato tutto.

-Quella Daisy non esiste più da tempo! – affermò con foga la ragazza desiderosa di andar via – E mio marito non ha bisogno dei tuoi aiuti, riuscirà benissimo da solo a superare la selezione.

-Davvero? – sorrise Percy – Anche se io dovessi dire al mio amico direttore di non fargli passare l’esame?

Daisy si sentì rabbrividire, quell’ignobile stava attuando un vile ricatto.

-Pensaci – continuò lui – se accetterai la mia richiesta Eric supererà l’esame ma se mi dirai di no vedrà sfumare il suo sogno di diventare chirurgo. Sarebbe un peccato perché è molto capace! Ha già perso un’occasione per causa tua o sbaglio?

-Sei diabolico Percy! – esclamò la giovane percependo di essere caduta in un’enorme trappola.

-Forse sì, sono diabolico – ammise – ma tu non sei quella che vuoi far apparire. Le riconosco le donne come te e sono quelle che più mi affascinano.

-Non puoi costringermi a fare una cosa del genere ad Eric – la voce di Daisy era spezzata, presa dall’angoscia totale.

-Invece gli faresti un grosso favore – asserì Percy con disinvoltura – almeno per una volta saresti utile a tuo marito. Troppo spesso ha sofferto per via del tuo passato, ha rinunciato a un posto all’ospedale di Melbourne ripiegando a fare il semplice medico di campagna, si è preso cura di un figlio altrui per assecondare il tuo desiderio di maternità e poi, quando finalmente avete avuto la vostra bambina, è nata così fragile, poverina, sempre e solo per causa tua. Pensaci Daisy, faresti veramente il bene di Eric.

La ragazza scuoteva la testa, lui sfiorandole il viso prendendo poi tra le dita la collanina che indossava sfregandola, aggiunse:

-Sai dove abito, ti do tempo una settimana. Tutti i pomeriggi Sophie va a dipingere da una tizia in città e porta con sé Lewis, inventa una scusa e vieni. Io ti aspetterò.

Dopo aver parlato così si allontanò lasciando Daisy nello sconforto assoluto.

Passarono uno, due e tre giorni. Eric si era messo a studiare d’impegno, tra un paziente e l’altro mentre Daisy era combattuta, angosciata e senza via di scampo.

-Che bello vederti – le disse Abel sorpreso, quella mattina, trovandosela davanti casa appena scesa dal calesse.

-Ti disturbo? – domandò Daisy a bassa voce, quasi a non voler dare fastidio.

-Certo che no! – esclamò l’uomo aprendole il cancelletto che separava la strada dall’abitazione – Non mi aspettavo una tua visita. 

La ragazza entrò e andò ad abbracciare colui che più avrebbe potuto aiutarla in quel momento, lui che per primo le aveva ridato una dignità e le aveva regalato quell’affetto paterno che mai lei aveva ricevuto.

-Vieni in pace – scherzò Abel dopo averla tenuta stretta a sé per un po’ – oppure sei qui per farmi la predica anche tu come il tuo adorabile marito?

Daisy non capiva, lui spiegò:

-L’ultima volta che Eric è venuto mi ha ripetuto che dovrei rivedere Sophie e non attendere che sia lei a fare il primo passo.

-Oh no – lo interruppe subito la giovane – io sono l’ultima persona che potrei darti dei consigli! Non sono qui per questo.

Abel sorrise, dolcemente le chiese:

-E allora perché sei venuta?

-Posso aver soltanto voglia di vederti e salutarti? – mentì perché in realtà voleva confidarsi con lui su tutto quel dramma in cui era caduta.

-Sicura? – domandò ancora Abel, capace di leggere nell’anima di quella ragazza forse meglio di chiunque altro.

Annuì per poi dire:

-Eric sta studiando per poter entrare a lavorare in ospedale, a Sydney.

-Lo so – affermò Abel – me lo ha riferito Georgie. Ha fatto bene e ci riuscirà, ne sono convinto.

Daisy era in silenzio, lui le chiese:

-Non ne sei contenta? Cosa ti turba?

-Niente – sussurrò guardandolo – niente. Sono solo in apprensione, ci tiene così tanto a quel posto.

Intanto, camminando, erano giunti sulla riva del fiume.

-Tu – continuò allora Daisy – faresti di tutto per la persona che ami?

-Io ho fatto di tutto per la persona che amo – sottolineò con forza Abel.

L’acqua del fiume scorreva lentamente, lei disse osservando quelle piccole onde:

-Non ho portato nulla di buono nella vita di Eric.

-Ma cosa dici? – Abel fu spontaneo – Se ti ama come non mai, ti adora, tu e la bambina siete ciò che ha di più prezioso.

Daisy non riuscì a confidarsi neppure con Abel, il quale continuò:

-Ora, se ce la farà come credo, a superare quell’esame e a realizzare il suo sogno avrete un futuro roseo e gioioso.

-Si sta impegnando tanto  - balbettò Daisy – domani andrà a un convegno proprio in ospedale, potrà apprendere delle novità relative alla sua professione.

-Stai tranquilla – la rassicurò Abel – tutto andrà bene.

Non immaginando le sofferenze interiori della ragazza la lasciò andare senza aver saputo ciò che veramente la tormentava.

Il giorno dopo Eric andò al convegno per partecipare con entusiasmo e passione ma, giunto lì, ebbe la spiacevole sorpresa di ritrovarsi Morris tra i relatori.

-Proprio lui – raccontò a Daisy la sera, tornato a casa – ha fatto carriera e pure in poco tempo! Al termine della conferenza ci siamo salutati, era anche gentile ma soltanto per umiliarmi ancora una volta. Mi ha presentato ai colleghi che erano con lui come un suo compagno di università per poi sottolineare che esercitavo la professione come semplice medico in campagna. Mi ha poi invitato a mangiare con loro, sapendo perfettamente che non mi sarei potuto permettere un pranzo nel lussuoso locale dove erano diretti. Seduto sulle scale dell’ospedale, ho preso il mio panino con il formaggio ed ho consumato lì il mio pasto. Sono amareggiato ma penso che questo incontro mi sia servito per impegnarmi maggiormente nello studio. 

-Ci tieni veramente tanto – sussurrò Daisy dopo aver ascoltato il racconto – a quel lavoro come chirurgo?

-Adesso ancora di più – rispose fermamente Eric.

Era venerdì pomeriggio, Thomas annunciò entrando nello studio:

-Vi desiderano all’ingresso signor Gray, la signora Daisy Buttman.

-Falla salire – rispose compiaciuto Percy.

Appena entrò, con passo deciso e sicuro, l’accolse prendendole la mano.

-Facciamo in fretta – disse fredda lei – non ho tempo da perdere!

-Oh oh – ridacchiò Percy – ecco la vera Daisy, donna senza scrupoli e pronta a tutto per ottenere quello che vuole.

Lo guardò in segno di sfida, lui le fece strada per accompagnarla in camera ma lei si fermò ordinando:

-Prendi inchiostro e carta e scrivi al tuo amico direttore.

-Adesso? – chiese sorpreso Percy con un mezzo sorriso.

-Fai ciò che ti ho detto – continuò Daisy impassibile – scrivigli che Eric deve passare la selezione. Con il massimo dei voti.

-Non ti fidi? – domandò ancora.

-No, non mi fido – affermò con piglio sicuro.

-Però – esclamò lui – che caratterino!   

Si mise alla scrivania e, sotto l’occhio vigile di Daisy, scrisse quelle righe.

-Metti il foglio in una busta – continuò lei quando Percy terminò – chiama Thomas e mandalo subito a spedire questa lettera al direttore dell’ospedale.

-Sei proprio malfidata – asserì il giovane Gray che, alzatosi, fece ciò che la ragazza gli aveva ordinato.

-Contenta? – chiese dopo aver mandato via Thomas con la lettera in mano.

Daisy annuì togliendosi la mantella e sfoggiando un vestito semplice ma abbastanza provocante.

Percy, guardandola attentamente, aprì una porta che conduceva in camera da letto.

Daisy, nel varcare quella soglia, ebbe un sussulto.

-Tranquilla – le disse Percy – è la mia alcova non il mio talamo. Non stai facendo un torto a Sophie, se è a questo che pensi.

E rise buttando sulla poltroncina la giacca mentre Daisy osservava la stanza con gli occhi offuscati da qualche lacrima.

-Lo stai facendo per Eric – sogghignò Percy esortandola a sciogliersi i capelli.

-Non nominarmelo, per favore! – lo supplicò la ragazza.

-Mi hai stancato – disse lui impassibile – hai già chiesto troppo. Ora il gioco lo conduco io. 

  

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Georgie / Vai alla pagina dell'autore: Francyzago77