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Autore: coopercroft    26/04/2022    0 recensioni
Lo scorrere della vita ha allontanato i fratelli Devon che hanno dimenticato l'affetto che li univa.
Lavorano insieme nella base militare londinese High Wycombe dove Gregory Devon è comandante. James Devon invece è un ottimo istruttore di reclute.
Un tranquillo giovedì, un colpo di pistola sta per mettere fine alla vita del fratello maggiore, Gregory.
James nel momento in cui realizza che sta per perderlo si accorge di quanto sia stato importante nella sua vita e di tutto il tempo sprecato a litigare inutilmente. Ma soprattutto di come non sia pronto a lasciarlo andare.
Dal prologo:
"Non mollare fratello. Non lasciarmi solo." Singhiozzò e le lacrime gli rotolarono copiose sul volto mentre gli occhi di Gregory lo abbandonavano. In quel momento si rese conto di quanto suo fratello contasse per lui ora che lo stava perdendo."
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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James si scosse si voltò a guardare Gregory che dormiva ancora. Contò i suoi respiri e si tranquillizzò.

Quel bastardo che gli aveva sparato, aveva straziato non solo lui ma tutti quelli che gli volevano bene.

Tornò a fissare il soffitto, in realtà senza vederlo. Si chiese se sarebbe sopravvissuto se Greg se ne fosse andato. La parola morto non riusciva a pronunciarla.

Morto era una parola pesante senza via di uscita. Definitiva. E invece Greg era lì vicino a lui. Doveva molto a suo fratello maggiore, era stato il suo sostegno in tutti i più importanti momenti della sua vita. La mancanza della madre era stata una sofferenza costante per entrambi e il padre non era stato tenero con loro. Li aveva lasciati crescere con Mary. Inevitabilmente soli.

Era l'amore quello che gli era sempre mancato. Quello che cercava disperatamente in suo fratello maggiore, e lui si era prodigato per crescerlo anche se era poco più grande.

Gregory era stato perfetto.

Sempre, perfino quando si era ritrovato alle prese con una sessualità che non conosceva, che nessuno gli aveva spiegato.

Sorrise, mentre si ricordava la faccia spaventata e imberbe di suo fratello quando, una mattina, si era svegliato con il suo pene di bambino, a cui avevano scherzosamente dato il nome di Gigi, che era rigido e turgido.

Era corso da Gregory piangendo. Lo aveva scosso e svegliato.

"Che hai? Mi lasci dormire?" Lo fissò arrabbiato con gli occhi assonnati.

"Greg, sto male."

"Male? Cosa hai?" Singhiozzò, pensando che papà si sarebbe arrabbiato per l'ennesima volta. Non capiva bene cosa gli stesse succedendo ed era convinto che fosse colpa sua.

"Gigi è diventato lungo e grande e non riesco a fare pipì." Frignò sbattendo i piedini nudi sul pavimento.

James soffocò una risata ricordando la faccia sconvolta che aveva fatto Greg.

Era allibito, ma poi lo tirò nel suo letto e lo avvolse nella coperta, stringendolo sé. "Non è niente stupido, sei diventato un ometto."

"Ometto? Cioè, dovrò girare con un Gigi così grande? Ma sarò ridicolo."

Scoppiò a ridere, suo fratello, benché fosse più grande solo di cinque anni e avesse risolto spesso quelle situazioni da solo. Le sue mani gli accarezzarono i capelli mossi. "Ma no, Gigi si allarga e poi ritorna com'era prima non preoccuparti." Gli spiegò con naturalezza.

"E perché, dovrebbe fare questa cosa stupida?" Chiese, curioso, non capendo cosa fosse quella sensazione strana che sentiva nell'inguine.

Greg cercò di essere rassicurante. "Perché se un giorno vorrai avere dei figli Gigi dovrà comportarsi così"

"E cosa devo fare per avere figli?" Il bel volto di Greg era contrariato. "Ma non sai niente di come nascono i bambini?'"

Si sedette con l'autorità da fratello maggiore e si appoggiò alla spalliera del letto.

"No, perché dovrei?" Era proprio un bambino ingenuo allora. Era per quello che amava così tanto Greg.

"Ti ricordi nostra cugina? Lei insomma, hai visto che è diversa, mentre facevamo il bagno da piccoli?"

"Sì. E allora?"

Greg sospirò rassegnato e decise che era meglio rimandare ulteriori spiegazioni.

"Magari andiamo da Mary, lei ti dirà tutto. Temo di confonderti, è più esperta. Va bene?"

Suo fratello lo fissò speranzoso, e lui accettò. "Va bene chiederemo a Mary."

Greg respirò profondamente forse convinto che fosse finita lì, e invece...

Gigi era ancora lì ingombrante nei suoi slip, che reclamava attenzione.

"Greg, ma mi fa prurito e non torna come prima."

La faccia sconvolta e imbarazzata del fratello maggiore era unica, la ricordava ancora. Ridacchiò divertito, mentre suo fratello dormiva inconsapevole di quei ricordi.

"Non ti sei mai toccato Jemy? Cioè non hai mai sentito il bisogno di accarezzarti lì?" Gli indicò gli slip.

"No, perché dovrei?'"

Greg sbuffò al limite, doveva aver finito la pazienza.

"Ne riparliamo, sei piccolo non capisci ancora." Ma lui prese a piagnucolare e a singhiozzare.

"Non voglio restare così, aiutami. Se mi scopre papà, lo sai come finisce."

Greg gli tappò la bocca.

"Va bene, va bene. Ma bada a tenerlo per te quello che ti spiego."

E prese la decisione che solo un fratello amorevole come Greg poteva prendere.

"Ascolta ora ci giriamo di spalle e ti dico cosa fare." Si voltarono con le schiene appoggiate una contro l'altra, sotto la coperta, in modo da non potersi vedere in volto.

"Jemy, accarezza Gigi, fai scivolare la mano lungo di lui, piano. Sentirai del calore e ti sembrerà sempre più bello. Lasciati andare, Gigi si bagnerà, ma non avere paura, si chiama sperma è il seme che ha l'uomo per regalarlo alla donna e farle avere dei figli." Lui si guardò gli slip perplesso.

"E la donna dove lo mette?"

"Nella pancia."

"E come fa?"

Greg borbottò qualcosa di incomprensibile.

"Quello te lo spiega Mary ora pensiamo a fare scendere Gigi."

Cominciò a toccarsi, a fare come diceva. Lui brontolava di schiena, si malediva per avere un fratello così ignorante e troppo ingenuo.

Piano, successe qualcosa e prese ad agitarsi. "Sento dei brividi, ma mi piace. Mi fa sentire una cosa strana, che mi parte da Gigi. Greg mi pare che... mi succede una cosa... sta scoppiando." Strillò in preda al panico.

"Sta zitto! Non urlare hai capito? Se ci trovano così ci ammazzano tutti e due." Fu così che arrivò il primo avventuroso orgasmo di James, ma urlò per davvero.

Greg, da vero contorsionista gli tappò la bocca con la mano senza girarsi. Finché si calmò, visto che ansimava come un cavallo.

"Zitto Gesù! Stai buono, va tutto bene. È una cosa normale."

"Ma sono tutto bagnato, cosa faccio? Però Gigi è sceso."

"E meno male perché sennò ti sentivano tutti, e avrei dovuto dire che ti stavo picchiando."

Greg rise, una bellissima risata che trattene a stento.

"Prendi." Gli buttò il fazzoletto da dietro. "Asciugati e vatti a lavare, non dirlo a nessuno capito?"

"Va bene. Ma allora Greg ho sprecato il mio seme?" Si asciugò frettolosamente prima di scendere dal letto e andare in bagno.

"Ne hai tanto non ti preoccupare, poi andiamo da Mary che è brava a spiegarti, ma prima le parlo io."

Gli batté sulla spalla curioso. "Greg, è stato bello. Mi è piaciuto, mi succederà di nuovo? Lo potrò fare ancora?"

"Tutte le volte che vorrai, ma non in pubblico e senza strillare come hai fatto."

Greg si innervosì, erano troppe le domande a cui rispondere.

"Basta che mi tocco Greg?" Suo fratello sbuffò e minacciò con la mano per aria.

"Sì, ma non esagerare, solo qualche volta."

Greg si girò, si appoggiò alla spalliera e lo fissò con gentilezza, gli scompigliò i capelli.

"Stupido, ti sei appena masturbato. Si dice così, lo si fa di nascosto, ma non chiedermi perché. Gli adulti non vogliono. Queste sono le regole."

"Tu lo fai?" La domanda lo sorprese, ma fu sincero.

"Sì a volte, ma non mi piace farlo spesso, non mi piace abusarne, anche se a volte mi fa stare meglio." Si era fatto triste. Ma James allora non capì perché lui era il maggiore ed era sopra l'infelicità.

"Ma Gigi può scendere da solo?"

"Imparerai a comandare tu e non lui" Lo accarezzò sulla fronte segnata da uno schiaffo del padre. Il suo volto si contrasse. "Va a lavarti per bene, pulisci gli slip, e mettili nella lavatrice. Non vorrai che tutti lo sappiano."

"Certo che no! Ora sono un uomo, vero? Sarò come te?" Allora si sentì pieno di orgoglio e lo guardò con gli occhi che vedevano la bellezza di quel fratello paziente, che andava oltre agli schemi e che era padre, madre e amico allo stesso tempo.

"Ti tratto come sempre fratellino. Forza dopo parliamo con Mary." Sospirò rassegnato ma sorridendogli pieno di orgoglio.

James guardò di nuovo Gregory, che russava, il respiro regolare, la fronte distesa.

Gli bruciarono gli occhi e una lacrima gli scese lenta, bagnando il cuscino.

Si rese conto di quanto era stato importante, di quanto tempo aveva sprecato a litigare, spinto da una assurda rivalità che gli aveva inculcato il padre e che Gregory non aveva mai provato.

Sir Anthony Devon era morto da tre anni, mentre tornava a casa da Londra, dopo essere stato all'ambasciata. Lui e anche il suo autista.

E Gregory si era caricato anche del peso di portare avanti la villa ereditata dagli avi. I Devon Yorkshire

Avevano continuato a lavorare insieme nella Base militare, dove Gregory era diventato un comandante apprezzato e amato.

Era lui che lo criticava spesso e lo riprendeva per le sue decisioni, ma Greg non si era mai lamentato, limitandosi ad aspettare pazientemente che lui maturasse. Sapeva di averlo ferito inutilmente molte volte, dimenticandosi di tutto quello che Gregory aveva fatto per lui.

Quanto tempo perso in inutili stupide beghe d'orgoglio.

Non sarebbe l'uomo che era diventato se non fosse stato per la pazienza di Gregory Devon, suo fratello maggiore.

 

   
 
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