Capitolo quarto
Quando il tempo da tiranno si
faceva buono
Lo ignoravo ma era quella la mia vera svolta
Così adesso prendo fiato fino a farne suono
Non m'importa tu sia l'unica che adesso ascolta
Possa ogni mio graffio
preservarti dal male
Tutto ciò che conosco darti da imparare
Possa ogni mia sfida farti sempre vincente
Perché il solo egoismo sai non serve a niente
Di errori fanne e fanne pure
E sorridi a chi ti vuole male…
(“Tutto l’oro del mondo” – Noemi)
Theon e Ramsay erano giunti a Grande Inverno
ed erano stati fatti accomodare in una stanza del palazzo, in attesa che gli
Stark venissero ad incontrarli. Ramsay era ancora piuttosto corrucciato e
infastidito, nonostante le rassicurazioni del compagno non era convinto che
l’idea di andare al Nord per combattere gli Estranei non fosse la più grande
stronzata a memoria d’uomo nei Sette Regni e oltre. Anche Theon, tuttavia, non
si sentiva molto tranquillo: l’ultima volta che era stato lì era lo scudiero di
Ramsay e lo aveva aiutato a scappare dopo che Jon e Sansa avevano riconquistato
la loro fortezza.
Non era tanto sicuro di come lo avrebbero
accolto…
La porta si aprì ed entrarono Sansa Stark,
Daenerys Targaryen e Jon Snow. Theon ebbe appena il tempo di pensare che forse
non lo avrebbero preso a calci in culo proprio davanti alla Regina dei Draghi
quando Jon gli fu addosso e lo strattonò con violenza.
“Cosa ci fai tu qui?” esclamò.
“Sono venuto… sono venuto a Grande Inverno
per combattere al vostro fianco… contro gli Estranei” riuscì a rispondere,
mezzo strozzato.
Sì, ovviamente se non mi fai fuori tu prima.
“Quindi dovrei credere che ti sei redento? E allora perché ti sei portato
dietro Ramsay?” replicò Jon. “Fate proprio una bella coppia, voi due. Prima tu
hai assalito Grande Inverno, hai ucciso Ser Rodrick e hai cercato di eliminare
anche Bran e Rickon, poi è arrivato quest’altro traditore con suo padre per
farsi riconoscere come Lord… Dovrei ammazzarvi tutti e due.”
“Ah, ecco la gratitudine degli Stark… e dei bastardi degli Stark!” commentò
sprezzante Ramsay che ancora non aveva appreso la grande dote di stare zitto e
non immischiarsi negli affari altrui. “Te l’avevo detto che era una cosa da
imbecilli, Theon, potevamo essere in viaggio per Pyke e invece tu sei voluto
venire qui a farti ammazzare dagli Estranei per questi bifolchi che neanche ci
vogliono. E la spalla che mi hai lussato mi fa ancora male!”
L’ultima frase era, ovviamente, rivolta a
Jon.
“Beh, visto che volevo ucciderti, non mi sono
preoccupato poi molto del fatto che ti facesse male oppure no” ribatté il
giovane Snow. “Comunque non ho niente da dire a te, è con Theon che voglio
parlare: come ti permetti di presentarti qui come se niente fosse e di giocare
a fare l’eroe?”
“Gliel’ho detto anch’io, ma non mi ha dato
retta…” insisté Ramsay.
“Adesso basta, tutti quanti” ordinò Sansa.
Ora era lei la Lady di Grande Inverno e lo faceva notare, ma anche prima era
stato chiaro chi fosse a comandare… “Jon, lascia parlare Theon, se lui e Ramsay
sono davvero tornati a Grande Inverno per appoggiarci non possiamo permetterci
di rinunciare al loro aiuto, per quanto la cosa mi ripugni. Del resto, abbiamo
accolto anche Jaime Lannister e i suoi uomini invece di tagliar loro la testa…
Contro gli Estranei avremo bisogno di tutti gli uomini disponibili.”
Appunto. Sansa Stark era una vera Lady con i
controcazzi e sapeva anche fare buon viso a cattivo gioco.
“So che ho commesso dei gravi crimini e non
pretendo il vostro perdono” disse allora Theon a Sansa e Jon. “Chiedo solo di
poter rimediare, almeno in parte, a tutto il male che ho fatto alla vostra
famiglia combattendo al vostro fianco in questa guerra.”
Sansa fissò Theon, lanciò un’occhiata
distratta a Ramsay e diede il suo responso.
“Molto bene. Mi fa piacere che, una volta
tanto, tu abbia preso una decisione giusta, Theon. Accettiamo il tuo aiuto e
quello di Ramsay Bolton. Entrambi avete molto da farvi perdonare e adesso
avrete l’occasione per farlo.”
Jon non sembrava convinto, Ramsay ancora
meno.
“Facendoci ammazzare da quei mostri? Bel modo
davvero…” commentò, ma Theon gli allungò una gomitata e poi si inchinò davanti
a Sansa.
“Ti ringrazio, Lady Sansa.”
Nel frattempo anche Daenerys si era
avvicinata e guardava perplessa i due ragazzi.
“Tu sei Theon, il fratello di Yara? Dov’è tua
sorella?” gli domandò.
“Mia Regina, sono onorato di fare la tua
conoscenza. Yara sta facendo ritorno alle Isole di Ferro per reclamare il Trono
del Mare che le spetta di diritto” rispose. “Avrebbe voluto essere qui anche
lei, ma purtroppo nostro zio Euron l’ha presa prigioniera e, quando io, Ramsay
e altri Uomini di Ferro l’abbiamo liberata, lei è riuscita a prendere solo tre
navi, troppo poche per unirsi alla tua flotta…”
Col cavolo che Yara sarebbe venuta qui a combattere gli
Estranei, avrebbe voluto obiettare Ramsay, ma questa
volta preferì tacere perché c’era un’altra cosa che lo interessava di più.
“Tu sei la Regina Daenerys! Mi fa molto
piacere incontrarti, ho sentito tanto parlare di te e dei tuoi Draghi. Dove
sono? Dove li tieni?” domandò, emozionato come un bambino davanti al suo
calciatore preferito.
“Di certo non nel cortile di Grande Inverno”
rispose la Regina, sorpresa e divertita. Non aveva mai conosciuto un tipo come
Ramsay nonostante i tanti soggetti peculiari che aveva incontrato durante il
suo lungo peregrinare… e di certo Ramsay Bolton era unico al mondo (per
fortuna)! “Tu hai aiutato Theon a liberare Yara, dunque. Ho incontrato Euron
Greyjoy a Roccia del Drago e ho capito subito che non c’era da fidarsi di lui,
ma non avrei mai pensato che sarebbe arrivato al punto di catturare la sua
stessa nipote.”
“Oh, quel buzzurro avrebbe fatto pure di
peggio” spiegò Ramsay, tutto soddisfatto all’idea di aver attirato l’attenzione
della Regina Targaryen. “Si è alleato con Cersei Lannister e le ha offerto la
sua flotta e anche Ellaria Sand e le sue figlie perché potesse vendicarsi,
oltre a… beh, a cose di cui non parlerò davanti a una Regina. Comunque ha usato
le sue navi per andare a Essos e reclutare per Cersei i mercenari della
Compagnia Dorata… chissà cosa pensa di farne, contro gli Estranei!”
Daenerys era molto interessata.
“Cersei non intende usare la Compagnia Dorata
contro gli Estranei, ma contro di me e il mio esercito” disse. “Probabilmente
approfitterà del fatto che noi siamo qui a cercare di fermare quelle creature
per conquistare territori… è un’informazione molto utile, ti ringrazio,
Ramsay.”
Il giovane Bolton sorrise, fiero di essere
stato utile ad una Regina! E a una con dei Draghi, per giunta!
“Se gli Estranei dovessero avere la meglio
Cersei avrà una bruttissima sorpresa” commentò.
“È vero ma, se dovessimo vincere noi, adesso
saprò cosa mi aspetta” replicò Daenerys. Era molto soddisfatta di aver avuto
delle informazioni che non si sarebbe mai aspettata di avere. “Lady Sansa ha
ragione, è davvero un bene che voi due siate giunti a Grande Inverno per
combattere al nostro fianco.”
Daenerys concluse la conversazione e si avviò
alla porta, seguita da Jon. Sansa guardò ancora una volta Theon e Ramsay,
sempre più sorpresa. A quanto pareva quei due disgraziati non soltanto avevano
deciso di aiutare il Nord contro gli Estranei, ma avevano anche dato delle
informazioni utili alla Regina… e pensare che lei aveva sempre creduto che
Theon e Ramsay non sarebbero riusciti a trovarsi neanche il culo con una torcia
e una mappa. A volte le persone riservano grandi sorprese, non è vero?
Durante quella giornata così densa di
avvenimenti e colpi di scena, a Grande Inverno giunsero anche gli amici di Jon
Snow, i pochi che erano sopravvissuti alla distruzione della Barriera, portando
la strabiliante notizia che la Barriera, appunto, era stata distrutta e gli
Estranei erano quindi riusciti ad attraversarla insieme al loro gruppo di
non-morti che si andava allargando sempre di più (beh, per forza, visto che
ammazzavano tutti quelli che incontravano e poi li arruolavano volontari nel
loro esercito!). E, siccome le disgrazie non arrivano mai da sole, Tormund
rivelò anche che il motivo per cui gli Estranei avevano distrutto la Barriera
era perché si erano impadroniti di Viserion, uno dei Draghi di Daenerys,
facendo diventare anche lui un non-morto che, con il suo fuoco azzurro, aveva
fatto collassare le pareti della Barriera.
Ma non era finita qui, la notizia migliore della giornata era che
l’esercito del Re della Notte era ormai a poche miglia di distanza e quindi la
battaglia decisiva si sarebbe tenuta a voler essere ottimisti la mattina dopo.
Insomma, quella per molti di loro sarebbe potuta essere l’ultima notte di vita…
e, in effetti, per parecchi lo sarebbe stata.
Non c’era tempo da perdere, dunque, così
quella sera stessa i più importanti Lord, Lady e condottieri si riunirono per
uno speciale consiglio di guerra in una delle sale di Grande Inverno.
Ovviamente anche Theon e Ramsay vi presero parte, nonostante non fossero
importanti proprio per niente e tanto meno condottieri, ma ormai erano lì e a
qualcosa dovevano pur servire.
“Non potremo sconfiggere gli Estranei e i
non-morti nel modo consueto, anche se ne uccidessimo centinaia loro sono
migliaia e niente può fermarli, non si stancano, non hanno paura, non provano
dolore” spiegò Jon a tutta la compagnia. Ormai, a quanto pareva, era diventato
lui l’esperto degli Estranei… “Li ha
creati il Re della Notte e loro sono ai suoi ordini. C’è la speranza che,
distruggendo lui, anche tutti gli Estranei e i non-morti cadano.”
“Beh, se fosse così allora immagino che il Re
della Notte non si esporrà e manderà avanti i suoi guerrieri” obiettò Jaime.
“No, non è così” intervenne Bran, che
partecipava alla riunione pur non essendo un condottiero perché era… beh,
perché sapeva e vedeva cose prima che
accadessero e roba del genere. “Verrà a cercare me, ci ha già provato molte volte
e con molti corpi diversi.”
“E perché dovrebbe volere proprio te?”
domandò Samwell Tarly, perplesso.
“Perché lui vuole la Notte Eterna, la totale
distruzione del nostro mondo” rispose in modo enigmatico e solenne Bran, e
probabilmente neanche la metà dei presenti capì che accidenti volesse dire,
come succedeva sempre. “Uccidendo me, cancellerebbe tutta la memoria del nostro
mondo.”
“E questo che cavolo vorrebbe dire? Non
potresti parlare in modo da farti comprendere dal tuo prossimo, già che ci sei?”
protestò Ramsay, che già non capiva le cose di normale avendo un solo neurone,
ma le frasi ermetiche e zen di Bran
Stark erano anche peggio.
“Io credo di aver capito” disse Samwell, cosa
che rassicurò tutti perché, probabilmente, era stato l’unico a comprendere
veramente quello che Bran aveva detto! “Senza memoria e coscienza di sé l’uomo
non esiste più, è una specie di bestia. I tuoi ricordi, Bran, non vengono dai
libri, sono memorie di generazioni di persone: distruggendo te, il Re della Notte
cancellerebbe il mondo.”
“Ecco un altro filosofo… meno male che vi
siete capiti voi” borbottò Ramsay, imbronciato.
“Ma come può trovarti?” domandò Tyrion.
“Mi ha marchiato” rispose il ragazzo,
mostrando a tutti un segno che aveva sul braccio. “Per questo sa sempre dove mi
trovo.”
“Allora dovrai nasconderti nelle cripte per
stare al sicuro, con le donne e i bambini” disse Jon.
“No” rispose Bran. “Dobbiamo attirarlo allo
scoperto prima che la sua armata ci raggiunga e ci distrugga tutti, per questo
resterò nel Parco degli Dèi.”
E, detto tra noi, non era proprio l’idea
peggiore del mondo. Perché Bran non lo disse e a nessuna di quelle belle teste
pensanti riunite insieme venne in mente, ma come si poteva pensare che le cripte fossero un luogo sicuro dove
nascondere donne e bambini da una creatura che risvegliava i morti dalle loro
tombe per aumentare il suo esercito? No, sul serio, possibile che nessuno ci
avesse pensato?
Evidentemente no, perché la discussione prese
un’altra piega e tanto peggio per quei disgraziati che si sarebbero rifugiati
nelle cripte pensando di non correre rischi…
“Sei impazzito se pensi che ti lasceremo nel
Parco degli Dèi a fare da esca tutto solo!” protestò Arya.
“Non sarà solo, ci sarò io al suo fianco”
intervenne Theon. “Insieme a tutti gli Uomini di Ferro. Ti ho derubato del tuo
castello, Bran, ora permettimi di difenderti.”
Bran annuì, mentre un silenzio cupo e
malinconico ricadde nella stanza. Gli sguardi di tutti andavano da Bran a Theon
che si era appena proposto per una missione suicida senza batter ciglio (e
aveva coinvolto anche quei poveretti degli Uomini di Ferro che, magari, non
sarebbero stati entusiasti dell’idea, ma lasciamo correre…).
Il silenzio non durò a lungo, però, solo il
tempo che occorreva perché il mononeurone di Ramsay assimilasse ciò che era
stato detto e lo trasmettesse al suo legittimo proprietario. Quando il giovane
Bolton si rese conto di quello che Theon aveva proposto fu la catastrofe.
“Ti sei completamente bevuto il cervello?”
esclamò, facendo sobbalzare tutti i presenti che erano ancora immersi nell’ammirazione
del gesto altruistico e valoroso del giovane Greyjoy. “Ma allora sei ancora più
cretino di quanto pensassi! Vuoi giocare a fare l’eroe e il salvatore del
mondo? Non salverai nessuno, quella specie di veggente là magari saprà pure
difendersi, ma il Re della Notte ti ammazzerà senza nemmeno batter ciglio…
posto che quelle creature le battano, le ciglia, ma insomma mi sono capito io.
Non ti permetterò mai di fare una cosa così idiota!”
Sulla stanza calò un enorme imbarazzo, finché
non fu Jon a intervenire cercando di risolvere la questione.
“Useremo i Draghi per proteggere Bran e ci
apposteremo nelle vicinanze, non troppo o il Re della Notte non verrà, ma
quanto basta per riuscire a inseguirlo. Non voglio mettere a repentaglio la sua
vita e… beh, neanche quella di Theon” disse.
“Il fuoco di drago può fermare il Re della
Notte?” chiese Arya a Bran.
“Non so dirtelo, nessuno ha mai tentato prima
d’ora” rispose il ragazzo.
Non l’avesse mai detto! Ramsay sembrava
essersi calmato quel tanto che bastava per provare a riflettere sulle parole di
Jon, impresa per lui abbastanza difficile… ma la risposta di Bran fu la goccia
che fece traboccare il vaso.
“Ah, tu non
lo sai?” gridò, sgranando un paio di occhi sbigottiti in faccia a Bran. “Ma
ci prendi per il culo, allora? Insomma, sai praticamente tutto di tutti, hai
detto che conservi i ricordi delle generazioni passate, vedi la gente morta,
probabilmente vedi ognuno di noi anche quando siamo al cesso e l’unica cosa che
ci potrebbe servire non la sai??? Ma
allora a che servi? Sei solo inquietante
con le tue frasi a effetto!”
Theon si mise le mani nei capelli, mentre gli
altri partecipanti al consiglio di guerra si guardavano tra loro pensando che quella
riunione prometteva di essere molto, molto lunga e imbarazzante…
Fine quarto capitolo