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Autore: KokoroChan    06/09/2009    0 recensioni
Storia a carattere drammatico/comico, parla di una ragazza italiana che parte per un viaggio studio in Giappone, dove conosce la persona che forse le cambierà la vita... anche se questo purtroppo non potrà durare a lungo. Dopo una lunga amicizia e finalmente quando giunge il momento di dichiararsi, Kazuya rivela a Dafne la realtà della sua malattia...
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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変わらない  愛

                                                               love will never  ♥  change

 

 

[Dreams come true.]

 

3 maggio 2009, 20:43  FIRENZE, ITALY.

 

Facavea caldo… facavea molto caldo… pur essendoci questo piccolo particolare mia madre continuava a sbraitare e a lanciare per aria i vestiti che si trovavano nell’armadio. Continuava a prendere gli abiti dall’attaccapanni urlando: “questo? Questo ti puo’ servire? E questo? Chissà se ti va ancora…!!” io mi trovavo  in ginocchio per terra con le mani congiunte in viso. “insomma Dafne! Devi stare fuori casa per un anno! Non per due mesi come l’anno scorso!”   la capivo… era quasi più emozionata di me. Mi metteva una certa fretta in effetti così decisi di prendere in mano la situazione: “senti… so che sei preoccupata e ti capisco, ma la valigia posso farmela anche da sola!” urlai alzandomi in piedi di scatto. Mia madre si fermò guardandomi con una smorfia quasi schoccata.  “ok, vuoi farti la valigia da sola? Scusami se volevo darti una mano eh? Fra meno di 24 ore devi prendere un’aereo e ancora non hai messo niente in valigia!”

“TU non mi hai fatto mettere nulla in valigia!” replicai.  Mamma lasciò cadere a terra l’ultimo indumento che teneva in mano ed escì dalla stanza sbuffando con fare preoccupato.

Mi buttai a terra sul pavimento raccogliendo tutti gl ’indumenti che trovavo sparsi, li ripiegai e li riposi nella valigia.  Amavo la mia valigia. Mi ricordaval’ultimo viaggio studio che feci, in quinta liceo. Frequentai per cinque anni il liceo linguistico, ho studiato francese, spagnolo e inglese. Con l’inglese me la cavavo abbastanza bene, l’anno prima stetti  un mese in Inghilterra, studiai in un college per due mesi, fu l’esperienza più bella della mia vita. Ho conosciuto tantissimi ragazzi, sia inglesi che extraeuropei simpaticissimi, Oxford è una città speciale, meravigliosa, e se la causa per cui vi trovate lì è l’apprendere, è la scelta migliore, ci sono le università  migliori al mondo, e forse è anche il centro studentesco più vecchio al mondo. Quando dovetti partire mia madre fece la stessa scenata, incominciò a prendere il mio vestiario dall’armadio e a spargerlo per tutta la stanza. Non ho mai avuto problemi nel vestirmi, beh… forse i miei gusti nell’ abbinarli erano un po’ strambi pur essendo italiana, ma a me non importava affatto. Mi piacevano i colori sgargianti e gli accessori originali, come per esempio orecchini, bracialetti e borse di hellokitty e così via. Al momento frequentavo l’università di studi orientali a Venezia, ed era venuto il momento di studiare la lingua nel luogo dove la lingua si parla.  La mia prossima meta? Il Giappone.

Ecco che il mio sogno si stava per reallizare.  Ho sempre sognato di andare in Giappone,  ero una vera sfegatata. Infondo sono cresciuta con dragonball e i pokemon, tutto ciò che riguardava il Giappone mi affascinava. Il solo pensiero di stare per partire per il sol levante mi faceva accapponare la pelle.  Questa sarebbe stata la mia prima volta all’estero per così tanto tempo, e in un paese così lontano.  Ero  in camera mia che riordinavo la stanza prima di chiudere definitivamente la valigia, e pensavo a dove sarei stata il giorno seguente a quell’ora mi faceva venire le lacrime agl’occhi. Le mie amiche non facevano altro che mandarmi sms al cellulare:

 

“… Allora Dafne ci vediamo sta sera intorno alle 21.30 al ristorante ok?, festeggeremo la tua partenza!  Abbiamo anche una sorpresa per te!  lo so che stai piangendo mentre leggi il mio messaggio, ti prego non farlo! >.<  so che sei felice e che non vedi l’ora di essere accerchiata da uomini con gli occhi a mandorla, sii puntuale!

Ti voglio un mondo di bene,

Mary. “

 

 

Mary  era la mia migliore amica di sempre, e aveva pure sempre ragione. Non riuscivo a fermare le calde lacrime che mi cadevano dagl’occhi.

Mi asciugavo gli occhi con la manica della mia maglietta con su stampata la faccia di Sasuke, il personaggio di

Naruto, e mi vestii velocemente. Un vestitino rosa con qualche pizzetto qua e là e una coda di cavallo erano anche troppo adeguati alla serata. Ovviamente non potevano mancare i miei orecchino di hellokitty e la borsa di batsumaru.  Salutai mamma e papà e mi avviai verso il centro.

 

 

3 maggio 2009, 21.38  FIRENZE, ITALY.

 

 

Ero  anche troppo in orario. Solo otto minuti di ritardo,  ho battuto un record.  Entrai nel ristorante e proprio davanti a me appare Mary con il fidanzato.  Le mie amiche si accerchiarono tutte attorno a me urlandomi addosso, mi rannicchiai su me stessa attappandomi le orecchie, erano abbastanza inquetanti quando facevano così, codndividevo più tempo con loro che con i miei familiari.  Ci sedemmo e ordiammo due o tre pizze a spicchi e una bottiglia di prosecco, volevano farmi ubriacare ne ero certa, soprattutto quando c’era Giulia che prendeva in mano la situazione. Giulia era una della mie migliori amiche in assoluto, era sempre solare simpatica e sorridente, e a volte un po’ pazza, ed era bella anche per questo.

“sei pronta ad aprire il tuo regalo?” disse Mary sorridendomi e porgendomi un piccolo pacchetto rosa con un fiocco bianco.

aevo quasi paura di scartarlo, i suoi regali erano sempre inquetanti e fuori luogo, speravo vivamente che questo mia fosse utile.

“okay” dissi titubante. Afferrai il pacchetto e incominciai a sfilare il fiocco lentamente. La consistenza sembrava quella di un libro, e infatti, una guida della città di Tokyo! E cos’altro poteva essere?

“oddio grazie!” dissi abbracciandola.

“e adesso si brinda a Dafne e al suo viaggio!”

“chin, chin!” urlammi tutti insieme. Afferrai il bicchiere di prosecco e lo sorseggiai lentamente guardandomi attorno, tutti erano  talmente affettuosi con me che quasi non riescivo a pensare come avrei fatto a stare lontana da loro per un anno.  Passammo la serata un po’ girovagando per il centro di Firenze ridendo e scherzando.   Finalmente giunse il momento di dirsi “sayounara”.

“Ascolta Dafne cara, so che sei emozionata ma devi stare tranquilla!”

“ma io sono tranquilla Mary” disii abbracciandola. Forse un po’ stavo mentendo, non ero affatto tranquilla e  socchiusi gli occhi per assaporare meglio quel dolce momento.  Non mi ero mai allontanhata tanto da Mary. Anche lei era stata con me in Inghilterra in viaggio d’istruzione ed entrambe allaggiovamo nello stesso college e dormivamo nella stessa stanza. A turno le mie amiche e i loro fidanzati mi abbracciarono e mi agurarono una buona permanenza in Giappone.  Tutte loro erano fidanzate, io ero l’unica single, ma non m’importava sapevo che prima o poi avrei trovato il ragazzo capace di farmi perdere la testa.

Tornando a casa pensaia ciò che avrei detto alla mia famiglia giapponese una volta arrivata a Tokyo.

“hajimemashite” mah, mi sebrava la parola migliore. Camminai lentamente fissando il pavimento e facendo ondeggiare di qua e di là la mia borsetta di batsumaru.

Ciò che sapevo della famiglia che mi avrebbe ospitato fu grazie ad una lettera spedita daoi componenti, ovvero da una madre e dalla figlia.

La mamma, la signora Suzuki Fujiko, lavorava come impiegata in una prufumeria ed era divorziata da quasi quattro anni. La figlia,  Saitou Riko, aveva la mia età e frequentava il college dove avrei studiato anche io.  Di loro ricevetti solo una foto, Riko era deliziosa, e la madre era veramente una bellissima donna.

Appena arrivai a casa mi misi il pigiama, mi lavai i denti e mi immersi nelle lenzuola morbide e profumate. Quelle lenzuola di cui non avrei più sentito il profumo per almeno un anno.

 

 

 

4 maggio 2009, 12 : 23, AEROPORTO MILANO MALPENSA, ITALY.

 

“Oddio Dafne hai preso tutto?” urlò mia madre preoccupata. Mio padre non faceva altro che controllare ad occhio il peso della mia valigia temendo di dover sborsare qualche soldo in più.  Ero finalmente pronta per il check-in. Mi avvicinai al bancanone e la hostess  mi sorrise.

“il documento per favore”

Le porsi il passaporto cercando di nascondere la mia mano che tremeva. Ero emozionata, forse si vedeva anche troppo.  La hostess mi sbirciò da sotto il naso e mi sorrise un’altra volta per poi aiutarmi a sollevare la valigia sul nastro trasportatore.  Era tutto a posto, il peso della valigia ci entrava perfettamente! Presi il bliglietto e mi avviai verso il gate. Mamma corse verso di me stringendomi le guance con le sue mani fredde

“hai preso tutto tesoro?”

“quante volte te lo devo ripetere? Ho preso tutto sì!! Visto? Ho anche il biglietto per salire sull’aereo!” dissi sventolandole il biglietto sotto il naso. Quando ci si metteva era veramente esagerata.

“d’accordo. Vedi di fare buon viaggio e stai attenta! Ti chiamerò spessissimo! Ti rendi conto? Starai fuori casa un anno! È tantissimo!”

“lo so mamma” dissi abbracciandola. Anche papà si avvicinò a me e mi abbracciò.  Sentì dall’altoparlante chiamare il mio volo. Afferrai il mio zainetto e mi avviai verso il gate.

 

 

5 maggio 2009, 10.00, AEROPORTO TOKYO  HANEDA, JAPAN.

 

Mi sentivo al quanto confusa appena l’aereo atterrò. Guardai l’orologio che segnava le 02:00 di notte.  Mi accorsi di non aver ancora cambiato l’ora visto che c’era un sole che spaccava le pietre, erano le 10 del mattino. Appena recuperata la valigia non potevo ancora crederci di essere atterrata, il mio sogno si era avverato, eppure ero talmente confusa che ancora non potevo fare un pensiero di senso compiuto. Sull’aereo non dormii nulla, nemmeno cinque minuti tanto ero agitata. Mi guardai tre film di fila. Il ragazzo che stava affianco a me chattò per tutte le dodici ore con la sua ragazza, secondo me ha battuto un record. Non potevo farmi i cavoli miei così ogni tanto sbirciai la sua conversazione. L’unica cosa che riuscii a capire e che la sua fidanzata era stata licenziata e che era sull’orlo del suicidio. Non male.  Mi diressi verso l’uscita cercando di leggere i kana e cercando di riprendermi dai giramenti di testa.  Dopo aver passato tutti i controlli possibili ed immaginabili mi diressi verso l’uscita dove mi guardo un po’ attorno in cerca della famiglia che mi avrebbe ospitato per un anno.

Appena mi volsi un’attimo vidi una signora sulla quarantina, e una ragazza della mia età osservarmi attentamente un po’ sospette appena anche io le guardai la madre mi sorrise.  Da questo momento capii che la mia adolescenza stava cambiando… stava succedendo qualcosa.. qualcosa che forse aveva dell’incredibile.. che forse mi cambiò la vita… uno dei miei sogni nel cassetto stava prendendo magicamente vita, e dietro il dolce sorriso di queste due nuove conoscenti avevo l’impressione che tutto sarebbe cambiato.

 

FINE PRIMO CAPITOLO.

 

Note dell’autrice:

 

Ciao a tutti^^ questa è la mia prima FF originale DRAMMATICA   che scrivo al momento non lo è molto, forse al momento puo’ sembrare un po’ senza idee e priva di argomento, ma le idee le ho tutte in mente, non preoccupatevi, tra poco tutto diventerà più interessnate^^ purtroppo è sempre molto difficile incominciare >.< spero comunque che vi piaccia la trama e che vi appassionerete come io faccio e  farò con le vostre FF ** bene, ora vi saluto al prossimo capitolo ^^ un bacione!

 

Akai.

 

 

 

 
  
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