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Autore: mortifero    29/04/2022    1 recensioni
Jerry vuole portare la famiglia in giro con il suo camper nuovo di zecca. Summer nota che fra Rick e Morty qualcosa non va. [Aged up!characters]
«C’era stata una domanda, a cui Morty aveva risposto “no”. Una scelta forse univoca, o magari per entrambi. Rick si era lamentato della facile mutabilità delle decisioni del moro, di quanto nelle mani di Morty avessero vita precaria. Il “no" del giovane adulto probabilmente era stato anche dato all’ultimo minuto, quando tutto ormai era alla fine, il termine di una cerimonia pratica, cogliendo impreparato perfino Rick. La questione deve essere stata difficile da masticare, soprattutto per lo scienziato, e rimasta indigesta per entrambi. Bloccata sullo stomaco come il tacchino crudo di Jerry a Ringraziamento, era un rimasuglio fastidioso nella loro relazione.»
Genere: Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Beth Sanchez, Jerry Smith, Morty Smith, Rick Sanchez, Summer Smith
Note: AU | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Healthy and Romantic Relationship'
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Capitolo Quattro: Estate



«Odio l'estate

Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore

L'estate che ha creato il nostro amore

Per farmi poi morire di dolore»



Morty continuava ad appoggiarsi a Rick, tenendolo stretto a sé. Trovava morta in lui ogni voce volenterosa di qualunque protesta per poter litigare. Ma come poteva farlo, se non c'era nulla da discutere? Quando Rick era stato così gentile? Avrebbe potuto dire di no, ignorare il problema del moro, ma lo stava aiutando. Morty sapeva che anni prima sarebbe stato solo un miracolo, un sogno segnato dalle lacrime quando la luce del sole mattutino filtrava attraverso le tapparelle della finestra, e di come tutto fosse cambiato in un estate. Comico e tragico come, proprio con il caldo torrido del sole di luglio, tutto il loro amore sembrava seccarsi come i delicati petali di un fiore. Sospirò velocemente, ma niente sembrava rendergli più leggero lo stomaco. Attirò lo sguardo di Rick, e gli disse: "Posso camminare da solo". Non era una protesta, il suo tono di voce era troppo calmo, troppo rassegnato.



"No, non puoi", fu la risposta di Rick. Non era per nulla simile al vecchio ricordo della sua voce, al debole, "Non pos-possiamo", il disperato pianto di lacrime invisibili, "Non posso farti anche questo". Nessun bacio sotto ad alcun albero di arance dolci avrebbe guarito il bisogno che l'uno avevano dell'altro, riempiendo un vuoto che in quel momento era padrone di entrambi; aria bloccata nel petto e impossibile da espirare.



"Già", Morty sbuffò, e Rick lo guardò di nuovo, come se si stesse chiedendo se suo nipote avesse anche battuto la testa. Il moro voleva piangere, però non si sarebbe permesso di farlo lì, davanti a suo nonno. Ma avrebbe mentito se avesse detto che non gli mancava il suo abbraccio, quanto fosse bello ritrovare la sensazione di casa, confondersi nel calore del suo corpo, e sperò che Rick si sentisse allo stesso modo. Morty distolse lo sguardo, incapace di reggerlo, sentendo le labbra vuote, la mancanza di un bacio che avrebbe voluto ricevere. Volle prendere l'iniziativa, e ne diede uno a Rick sulla guancia, aspettando che Beth e Jerry fossero distratti.



"Rifallo e ti faccio cadere".



Morty sorrise. Suo nonno non era mai un uomo di parola. Si avvicinò con le labbra sulla pelle ruvida della guancia di suo nonno. Non schioccò nessun bacio, ma sapeva che Rick sentiva un prurito, l'attesa, il desiderio di qualcosa che Morty decise di negargli. Hai detto di non volerlo, e non te lo do, così bloccò suo nonno nella sua stessa gabbia. Infantile, gli avrebbe rivolto volentieri anche la linguaccia.



Rick lo fece sedere in una sedia da campeggio poco più in là. Medicò quella che si rivelò essere una frattura, meticoloso ma insensibile alle proteste del giovane, che sussultava dal dolore ogni volta che le dita dell'uomo sfioravano in maniera brusca le zone più livide. Un gemito gli veniva strappato dalle labbra, “Ah!”, e Rick di rimando ringhiava: “Sto solo controllando, smettila di lamentarti, principessa!”, così il moro per non venire sommerso dall’imbarazzo nell’avere il vecchio così vicino,e non lasciarsi trascinare da un orgoglio che lo rendeva restio a qualunque aiuto, aveva utilizzato il metodo Summer: fissare il cellulare, anche se non c’era nulla di interessante, solo per poter estraniarsi dalla situazione. Provò ad accenderlo, ma niente. Lo fece ancora, nessun risultato. “Mi si è rotto, merda” si ritrovò a pensare ad alta voce, attirando per la millesima volta in quella giornata l’attenzione di Rick, che diede un'occhiata allo schermo e poi al moro, che spiegò: “Non riesco ad accenderlo".



Rick non si lasciò sfuggire la succosa opportunità che gli si era presentata davanti. Si leccò le labbra, pronto a saziarsi del fastidio che avrebbe procurato in Morty, posando su di lui uno sguardo facete. Lo prese in giro: “Oh, no, ora come farai ad ascoltare Taylor Swift?”.



"Cattivo" Morty lo bastonò, come se fosse un cane indomabile. Pregno di disappunto, difese la propria posizione. “Io sento delle emozioni con lei!”.



Chi non le sente?”.



Summer era poco distante da loro, seduta accasciata al lato del camper, una rivista di gossip tra le mani e le orecchie tese ad ascoltare qualunque cosa si dicessero i due. Rick e Morty decisero di non prestarle attenzione, seppur più o meno consci della trappola in cui li aveva cacciati, arrabbiati con lei eppure così profondamente e nascostamente grati.



Ma come è possi…”, il moro si intestardì, volendo accendere a tutti i costi il proprio smartphone, la frattura alla caviglia ormai fasciata.



Dà qua!”, Rick gli strappò il cellulare dalle mani, e andò a sedersi poco distante. “E sta’ fermo là, stronzetto!”, ordinò, grugnendo e mal masticando le parole.



Non che possa muovermi”, la protesta mogia di Morty non venne ascoltata e lui, il viso sepolto tra le braccia imbronciate, si limitò a seguire con lo sguardo i movimenti di suo nonno. Non erano sinuosi, né tanto meno aggraziati o eleganti, così diversi da ciò che avrebbe piacevolmente notato in chiunque altro. A volte sulle labbra gli si formulata una domanda che non avrebbe avuto voce, ma era la seguente: perché Rick? Un debole dubbio che sarebbe potuto venir chiuso da una dozzina di milioni di risposte. La più semplice, quella che non richiedeva particolari acrobazie della mente per sorgere alla sua radice, risiedeva fissa nei pensieri e gli si presentava davanti. Il portamento di suo nonno era grezzo, al limite della sciatteria, gli vestiva addosso un'aria scorbutica e allo stesso tempo sicura di sé, dei propri passi, dei propri pensieri. Una resistenza d'animo che Morty si sarebbe solo sognato di poter avere anche per metà. Il moro era conscio però che a volte si trattava solo di misera facciata, una finzione che rimaneva tale finché non si avverava il proprio effetto farfalla, ma l'essenza di Rick era già tanto robusta da potersi permettere di fingere, e alla mente di Morty non passava nemmeno l'opzione di cambiare maschera e diventare ciò che non rassomigliava nemmeno in parte al suo vero sé. Era ammirazione per il vuoto, quella di Morty. Ma era ammirazione, e tale rimaneva. Dall'idolatria che pian piano rinsecchiva, cresceva vivace una rosa dalle verità spinose. A Morty non piaceva Rick perché poteva essere bello, sicuro di sé, onesto, premuroso o facile da sopportare. A Morty piaceva Rick perché era semplicemente Rick, il che spesso non coincideva con gli aggettivi prima proposti.



Del vento fece il suo ingresso, scompigliandogli i riccioli castani. Andarono a finirgli davanti agli occhi, bloccandogli la vista di Rick, che divenne una sagoma sfuocata, mal vista. Scosse la testa, ma funzionò poco, e si aiutò con le dita. Un ricordo lo fece sorridere contro il suo permesso. "No sabes cuánto te quiero, mi amor", una voce roca, mani fra i suoi capelli e le guance rossastre, paffute, labbra che si solleticavano a vicenda, carne nuda contro carne nuda.



Ora vedeva Rick molto meglio.



Lo scienziato nel frattempo aveva tirato fuori un dispositivo dal suo camice. Sembrava un power bank, ma aveva un mini schermo e dei pulsanti sui lati. Summer non capì che cosa fosse esattamente, a quale scopo fosse stato progettato, ma era conscia che quello non era l'importante. Rick e Morty dovevano parlare, ma non facevano alcun progresso. Suo nonno riparava il cellulare di suo fratello, rimanendo in silenzio, concentrando le sue attenzioni sul suo lavoro. Niente lo distraeva.



Occhi azzurri però all'improvviso catturarono uno sguardo scuro e immerso. Il sole posava i suoi raggi su entrambi come tiepide carezze, e gli occhi di Morty, da molli e stanchi, parvero più vivi, più vicini. Aveva alzato il collo verso l'attenzione di Rick, attirato, incapace di fare altro che non fosse immergersi in quelle acque azzurro grigie - accarezzarne la superficie e sentirsi accarezzato, ammollandosi a galla.



Una smorfia scontenta accentuò le rughe sul viso maturo di Rick, lo sguardo si fece più duro. Acque in tempesta. “Allora, mi devi fissare per tutto il tempo che riparo il tuo cellulare del cazzo?”.



Morty voltò la testa di scatto, abbandonò l'oceano, e Summer fu tentata di sbattere il palmo della mano sulla fronte, irritata da come Rick potesse rovinare qualunque rapporto umano con la stessa disinvoltura con la quale costruiva un robottino per spalmare il burro. Tutto il peso della conciliazione sembrava vertere sulle spalle del giovane adulto, e Summer non se la sentì di biasimarlo in fin dei conti. Avrebbe risposto anche la rossa con un secco e brutale no, indipendentemente dalla domanda, perché a volte reggere Rick era troppo anche per lei.



Tu non ascolti nessuno, vero?”, la voce di Rick, burbera come al suo solito, aveva attirato l’attenzione di Summer, che non riuscì ad impedire ad un sorriso di sfiorarle le labbra, orgogliosa di suo fratello. Morty di propria iniziativa si era alzato, provando a camminare, per poi sedersi vicino al più anziano, con l'intenzione di parlargli. Summer gongolò interiormente per il successo del proprio piano.



Da che pulpito proviene la predica, eh, Rick?", aveva replicato Morty, sibilando dal dolore quando appoggiò il piede a terra.



Il sole bambino del mattino si irradiò nel cielo, una sfera pallida ma potente, diversa dai frutti dolci di un arancio deciso; così freschi da tenere in mano, i bellissimi spicchi rossi e succosi, come una bocca mai esplorata prima, che Rick ricordava con fervore. Una mancanza venne ritrovata dalla memoria, e il palato gli diventò anestetizzato ad ogni altro sapore. Quella era un'estate diversa, dove si scambiarono parole che sarebbero parse vuote e surreali alla vista degli avvenimenti più recenti. “Potrei cambiare idea e decidere di buttare il tuo telefono, non varrà neanche un centone".



Morty inizialmente non rispose, guardò dritto a sé e Rick lo seguì con lo sguardo, fermando il suo lavoro. Troppo attento, troppo preso dal discorso, aspettando qualunque suono uscire dalle labbra del moro. E quando se ne accorse, la sua mascella si irrigidì, il volto affogò in uno sguardo torbido, e ritornò a riparare il cellulare, come se niente lo avesse scosso.



Le labbra di Morty si schiusero, illuminate da luce nuova, dando spazio a un sorriso che definire come fuori posto era poco. Non aveva motivo per farlo, per sembrare allegro, e non lo era, ma una stanca e rassegnata ironia aveva preso il controllo del suo viso colorito. “Pensavo che venire qui ci avrebbe aiutato, però non è servito a nulla". Sospirò, il sorriso scomparve, e guardò in basso, le mani che giocavano col tessuto dei pantaloni. Che folle, idealistico e sconsiderato piano aveva in mente, accettando di partire con tutta la sua famiglia? Nessuno, a dire il vero, eppure sperava, povero ingenuo, che cambiare aria avrebbe cambiato anche il flusso dei loro pensieri, dei loro discorsi, sempre sull’orlo del vortice nato dal caos che aveva scatenato con un banale no. E probabilmente definire semplice e innocua la fatale parola di due lettere sarebbe stato imprudente. Era come dire che una bomba al neutrino fosse priva di alcuna pericolosità.

Ma Rick sorprendentemente aveva acconsentito anche a lui a partire, e fino a quel momento era lì con loro. Doveva avere pur qualche valenza che non fosse il semplice bisogno di occupare uno spazio diverso da casa propria. Che anche Rick sperasse in un ritorno di fiamma? E a che pro, se si dimostrava solo scostante in qualunque tipo di dialogo? Morty gli chiedeva di passargli il sale nelle tavole calde, e tutto quello che otteneva era un grugnito; gli augurava il buongiorno la mattina con un cenno del capo, ricevendo in cambio solo un’occhiataccia; la notte sul letto cercava di divincolarsi dall'abbraccio forzato per scendere dalla brandina a castello e prendere un bicchiere d’acqua, ma Rick si avviluppava a lui come una pianta rampicante, stringendolo a sè e borbottando nel sonno, senza lasciare alcuna libertà di movimento al moro. "Ora ti comporti come se mi odiassi e basta", le parole di Morty si incrinarono col sopraggiungere delle lacrime, che asciugò subito, passandosi le dita nella zona del viso proprio sotto gli occhi; lo fece voltando il capo, come se per magia potesse scomparire, e Rick non riuscisse a notare che stava piangendo.



Pensi che costringermi a stare con Jerry avrebbe migliorato la situazione? Che idea di merda! E fidati, che se ti odiassi, lo sapresti, cazzo sì, che lo sapresti".



Se Rick avesse odiato Morty, se a Rick non fosse importato niente di Morty, sarebbe stato tutto molto più facile, e questo lui lo sapeva bene. Come sarebbe stato possibile o ammissibile il contrario? Non amava sprecare la sua arguzia nell'introspezione, ridurre il suo genio a becero sentimentalismo, rimuginare troppo sui processi chimici nel suo cervello e diventarne succube, ma Rick era conscio che ogni essere vivente era schiavo della fisica dei corpi. Fin da quando una nuova cellula si presentava al mondo, la sua vita sarebbe sempre stata condizionata alle leggi della biologia, della chimica, delle discipline matematiche. Le uniche regole che rassomigliavano all'unico spruzzo di tranquillità in un universo altresì caotico. Le regole spiegavano, davano un senso, l'illusione di domare l'indomabile, di avere in mano la verità. E forse era proprio per questo che l'amava, la scienza, perché anche chi regnava nel caos aveva bisogno di un punto d'ordine.


Morty era il suo punto d'ordine. Prudente, affettato, di buon cuore, leale, amabile. Il tipico bravo ragazzo della porta accanto, proprio come chi anni prima Rick avrebbe semplicemente ignorato, perché di quelli così era troppo facile innamorarsene. O perché nessuno batteva veramente il bravo ragazzo che ogni notte lo accudiva quando l'alcol colpiva duro, rendendolo molesto e pericoloso. E dov'era finito, in quel momento? Morty era cresciuto, era cambiato, sarebbe stato strano il contrario, ma nulla di più orribile sarebbe potuto succedere secondo Rick. Qualunque affetto avesse provato nei confronti del giovane, esso aveva seguito ogni mutamento, ogni variazione di tono, ogni costruzione nuova che aveva modificato gli assetti della sua persona, che da adolescente impacciato mutava in un giovane adulto capace di ragionare, capire che cosa volesse realmente. E Morty voleva veramente Rick? E perché chiederselo, si domandò Rick, se Morty aveva già risposto?



No.



Rick strinse le labbra. Lurido bastardo, pensò, guardando truce suo nipote.



Quella fetida malattia, più conosciuta come amore, costringeva Rick a vedere se stesso per quel che era stato, e faceva notare con disappunto le sfumature che lo avevano dipinto di diversa forma, le metamorfosi che gli avevano concesso di diventare compiuto. Rick e Morty erano cambiati, e l'amore li aveva seguiti, perché incorpore, ignaro dei limiti del tempo, della fame, della sete. Indifferente alla caducità dell'esistenza, e terribilmente terrorizzato dal non essere più corrisposto.



Non è come se ti facessi dormire con papà la notte", Morty borbottò, più come un pensiero espresso ad alta voce, che come una risposta ben ragionata verso le accuse di Rick. Non ci aveva pensato troppo, distratto e ingenuo; le sue parole sarebbero potute essere usate contro di lui, cosa che avvenne, perché Rick non era certo il tipo da lasciarsi sfuggire un'opportunità che gli era stata servita su un piatto d'argento.



Ah no? Perché mi sembra di farlo".

Era una cattiveria gratuita, un colpo ben assestato contro Morty, il quale, come da previsione, si irritò subito. Non per l'insulto verso suo padre, perché Rick insultava sempre Jerry, tanto da diventare così abitudinario da passare inosservato. Non era per quel gesto volutamente meschino, ma per il paragone. In una semplice frase, Morty era stato catalogato come il buono a nulla della famiglia, spazzatura, un'ameba, il nulla più assoluto.



Rick, ascolta", Morty aveva fatto un grosso respiro, cercando di calmarsi, e Rick si tratteneva da piegare le proprie labbra in un sorriso spigoloso, di cantare vittoria troppo presto. Ma non sarebbe mai stato troppo presto per lui, perché vinceva sempre. Non che potesse farlo nel concreto, però. In un gioco senza regole, non esistevano vincitori, non esistevano perdenti, e più ci si avvicinava in alto verso il Sole, più si veniva respinti verso terra. Era una partita che comprendeva solo anime animali che non vedevano l'ora di ricongiungersi, ma troppo accecate dall'orgoglio per permettersi di farlo.

Rick grugnì. Morty vinceva sempre, e la sua voce era troppo dolce, troppo comprensiva, quando disse: “So che sei ferito da quello che è successo".



Le spalle di Rick si irrigidirono, come se un nervo scoperto fosse stato appena toccato. "Non è così", rispose, duro, i denti che a stento si muovevano, così ingessato nelle sue parole e nei suoi gesti che Morty ebbe la tentazione di appoggiargli una mano sulla schiena, per cullarlo, confrontarlo. Non lo fece, però, perché quello non era ciò di cui Rick aveva bisogno in quel momento. Morty, lungimirante quasi quanto Summer, e sicuramente più avvezzo di lei ai modi del nonno, aveva capito che intenerirsi ai momenti di fragilità emotiva di lui non avrebbe concluso altro che farlo sentire vittima dei suoi stessi sentimenti, e non avrebbe giovato alla situazione, perché in quel caso l'unico risultato possibile sarebbe stato un barricarsi da qualunque emozione potesse provare. Che in quel caso poi decidesse di esprimerla, sarebbe stato sciocco da sperare.



"Non tireresti in ballo l’argomento così spesso, se tu non lo fossi", Morty lo confutò con parole chiare, il tono calmo, equilibrato. "Ti conosco benissimo", aggiunse. Lo stava provocando. Se doveva toccare Rick coi guanti di velluto pur di avere una conversazione con lui, tanto valeva ritagliarsi un po' di spazio per divertirsi.



Summer intanto continuava ad ascoltarli, non prestando più attenzione a ciò che stava leggendo. Le lettere diventavano sfuocate, parole insignificanti in discorsi privi di consistenza, perché niente era più interessante di osservare la propria creazione dare i suoi frutti.



"No, tu non sai un caz-", Rick era partito come un fulmine alla difesa della propria persona, della propria sfera emotiva, ma la repentina risposta alle accuse di Morty sembrava solo una conferma. Tanto valeva ammettere il vero. "Forse", concesse, non contento ancora della sua risposta. "Fottiti". Meglio.



"Io sto cercando di avere una conversazione civile, Rick".



"Una conversazione civile, eh? Così puoi ricevere i tuoi amati pat pat sulla spalla, avere la tua razione orgasmica di approvazione sociale. Aspetta sempre il consenso degli altri per sentirti realizzato. Grandissimo, Morty, continua così."



Morty abbandonò ogni pretesa di assertività. "No, brutto ubriacone bastardo, lo faccio per noi. Ti fa così schifo voler fare pace con me?".



"Non che mi interessi particolarmente."



Summer avrebbe strozzato Rick in quell'istante. Che anche lui fosse umano, e perciò tendente alla sconsideratezza e all'incoerenza, non la rendeva meno insofferente alle sue gesta. Perché mentire, quando l'unica cosa che lui bramava nella sua interiorità era trovare la vecchia armonia? Ritornare tra le braccia che tanto lo avevano voluto? Summer si rispose, non volendo però trovare nessuna autenticità nei suoi pensieri. Forse Morty non valeva così tanto per Rick come aveva sempre creduto, sperato.

La lite era stata così pesante, da fargli voler chiudere ogni rapporto, per il bene della propria salute psichica? E da quando in qua a Rick importava del benessere interiore?



La conversazione tra i due sembrava essersi arrestata. L’uomo più anziano si era congedato, lasciando Morty solo e imbronciato. Passò qualche minuto, e nessuno dei due dava cenno di voler andarsene o voler tornare. Summer fu tentata di andare da suo fratello, magari provare a consolarlo, anche se non pensava di essere così abile con le parole quando si trattava di far stare bene qualcuno. Gli avrebbe detto “sarà per un’altra volta”, la classica bugia bianca, eppure nemmeno suo fratello era tanto ingenuo da cascarci. Ma Rick tornò, una lattina di birra in mano. L’uomo si sedette proprio dov’era prima, ritrovandosi a fianco un Morty pensieroso.



"Perché io, allora?".


Rick corrugò la fonte, come se non stesse aspettando l’arrivo di quella domanda. Svitò la lattina di birra e ne prese un sorso. Si asciugò le labbra sporche con la manica del camice da laboratorio, prima di chiedere: "Che?".



"Perché me, tra tutti, tra chiunque tu possa avere?".



"Co-cosa di aspetti adesso da me, mh? Che faccia tutto il sentimentale, dica tutte quelle schifezze romantiche quando tu non hai fatto altro che comportarti da piccolo stronzo quale sei? Ora vai a prendermi un'altra birra". Rick gettò per terra la lattina ormai vuota.



"Ma come hai fatto? Hai parlato per tutto il tempo! E in realtà sei stato abbastanza dolce quando mi hai chiesto — "



Un urlo stridulo di dolore si propagò nell’aria. Morty si fermò, cercando con lo sguardo la fonte del suono, e trovò suo padre in lontananza che aveva chiuso le dita nello sportello del mini-frigo da viaggio. La frase rimase incompleta, e Summer imprecò interiormente, con un quesito martellante nella sua mente. Che cosa poteva aver chiesto Rick da aver portato a un deterioramento così prominente? Summer si sforzò a simulare col pensiero una serie di opzioni, ma nessuna era contraddistinta da una verosomiglianza capace di rendere i sospetti attendibili. Ampliare il loro nucleo familiare? Improbabile. Rick non sapeva prendersi cura nemmeno di sé stesso,e Morty non si sarebbe preso carico di crescere qualcuno o qualcosa da solo. Matrimonio? No, Rick aveva già chiarito le sue posizioni sull’argomento, e Morty era tanto speciale da rendere lo scienziato così masochista? Farlo rischiare ancora? Summer odiava ammetterlo, ma la risposta era un secco no. Cos’altro rimaneva? Aprire il loro tipo di relazione? Aveva un senso. Rick era sessualmente disinibito, volubile e altamente amante dei piaceri della carne. Aveva sputato addosso ogni morale etica della società, rovinandola e spogliandola della sua sacralità, e infine l’aveva trasformata nell’ennesimo corpo sfatto che non vestiva più di alcuna importanza.


Rick aveva chiesto di aprire la loro relazione e Morty, incapace di liberarsi della sovrastruttura della morale, ma ancora più negligente nel negare qualsiasi cosa al suo compagno, doveva aver accettato senza pensarci troppo. Ma solo con l’effettiva messa in pratica delle richieste di Rick, Morty aveva capito che non gli piaceva nulla di tutto ciò che stava accadendo. Forse Rick aveva prestato più attenzione alla nuova persona, terrestre o meno che fosse, e Morty era diventato molto sensibile alla possibilità di venir messo da parte. Così aveva puntato i piedi, facendo finalmente vedere il suo dissenso originale. Aveva reagito male, ma poteva essere considerato l’unico responsabile dell’omicidio del loro rapporto? Il moro aveva premuto il grilletto, sparando sentenze difficili da guarire, ma Rick aveva tolto la sicura.



Tutto acquisiva un senso… no, non ancora. Summer doveva tornare indietro.



Rick aveva proposto di rendere aperta la sua relazione con Morty. Aveva ancora un senso? Summer si soffermò su un altro particolare: una relazione aperta avrebbe implicato che anche Morty avesse potuto dare più attenzioni a qualcun altro. A Rick sarebbe andato bene? La sua sessualità priva di vincoli si sarebbe scontrata con la sua gelosia, portandolo a scontrarsi con la propria interiorità, farsi domande esplorative che mal sopportava, ma non tanto quando piuttosto ne odiasse le risposte.



E Morty come avrebbe potuto vedere come “dolce” o “romantica” la richiesta di un menage a trois? Avrebbe fiutato fin da subito le circostanze andare oltre il suo codice morale, azioni che era ancora restio a compiere, e guai a chi avrebbe osato solo sfiorare Rick. Era il suo unico amico, l’unico amante resistito al tempo per lui. Jessica? Planetina? Avrebbero rinunciato alla morte, all’unica sicurezza nella vita, solo per Morty? No, certo che no. La subdolamente nascosta lealtà di Rick, insieme alla sua egemonica e a volte scomoda presenza, erano stati per anni e rimanevano i pochi appigli di Morty, che difficilmente avrebbe condiviso.



Si ritornava al punto di partenza.



Summer non aveva ancora avuto una risposta esaustiva, ma un indizio si aggiungeva al resto.



Una data di maggio, la domanda di Rick, la scelta facete di Morty.



Il vecchio scrollò le spalle. "Mi conosci così tanto bene, no? Fatti un’idea".



"Io voglio fatti, Rick, non ipotesi", Morty si impuntò, la punta del naso in aria in un fare stizzito.



"Ah, davvero? Li vuoi? Allora lascia che te li racconti! Tu sei scappato mentre io ero finalmente pronto per TE, ogni cosa era lì perché TU la volevi. Solo per il tuo putrido e lagnoso ego. E come ha ricambiato, la piccola merda? Mi ha lasciato lì come un cazzo di pesce lesso!".



"No, io-", Morty si fermò, perché aveva iniziato a parlare d'impulso, senza una vera e propria idea su come concludere la frase.



Rick continuava, iracondo, lasciando che ogni impeto di rabbia sciabordasse in lui, prendendo il controllo di ogni appendice del suo corpo, di ogni connotato del viso, di ogni gesto eclatante con le mani e le braccia. "Dopo anni in cui piangevi e dicevi «Oh, Rick dovremmo proprio farlo! Sarebbe così meraviglioso!». Oh, qual era la parola che usavi? Ah, giusto, «idilliaco», brutto aspirante poeta da quattro soldi. Beh, grazie tante per questo idillio del cazzo, davvero!".



Morty sentì lasciare definitivamente il suo corpo ogni buon proposito per continuare una conversazione pacifica. "Vai all’inferno!"



"Ci incontreremo, allora, hombre!".






NdA

La canzone nel titolo è Estate di Giorgio Poi!

Holaa! Ci ho messo un bel po’ per aggiornare, ne sono più che consapevole, ma eccovi questo nuovo capitolo!

Ammetto che ho ceduto alla tentazione di entrare nei pensieri di Rick e Morty, ehehe, loro due sono troppo belli da scrivere – come poter rifiuar? Lol

Non so se i nostri scemi prefy abbiano avuto una conversazione simile anche in Mina Vagante, probabilmente sì, ma io amo Morty che ogni tanto si domanda perché sia stato lui ad attirare le attenzioni di Rick, e non qualcun altro.

Sono felice che questa settimana sia andata, honestly, perché ho potuto impegnarmi per l’ultima interrogazione seria dell’anno e con le prove dello spettacolo a teatro, aka ho più tempo di scirvere adesso. Inoltre ho appena ricevuto i libri e i fumetti presi dalla Feltrinelli, voglio leggerli tutti, soprattutto i volumi di RnM – Morty vampiro deve essere pazzesco, ma anche Jane Austen ha il suo perché. Questo per darvi una previsione su quando aggiornerò LTSI, lmao. Ma don’t worry, ho una flashfic in mente. Ah, sto letteralmente conquistando il fandom efp di RnM. Menatemi.

E lo sapevate che ho creato un canale telegram dove parlo di RnM (e altre cose)? Se vi interessa, eccovi il link qui!

A presto! Passate un buon weekend!

- mortifero





   
 
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