Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Kikiletoway    02/05/2022    2 recensioni
Dal primo capitolo:
“Questo esperimento dovrebbe, si spera, provare la teoria del multiverso e io mi stavo chiedendo...Pensi che ci siano delle persone che sono destinate a stare insieme indipendentemente dall’universo in cui si trovano? Indipendentemente da quali percorsi le loro strade possano prendere?”
Coppie: Jaime/Brienne
Diverse storyline al prezzo di una! AU.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






*/*/*/*/*
 
Brienne si acciglia mentre guarda gli indicatori della Barriera spegnersi. Lei deve ammettere che mandare un semplice messaggio a Jaime dicendogli che lei aveva finito era...da codardi. Lei esita ancora per qualche minuto, per poi borbottare delle imprecazioni sotto voce mentre digita il numero di Jaime.
 
“Sì?”
 
Brienne si acciglia ancora di più. “Sembri stressato,” lei dice. “Va tutto bene?”
 
“Va tutto alla grande,” lui ringhia. “Com’è andata?”
 
“Um...”
 
“Brienne?” E adesso c’è della preoccupazione nel suo tono di voce. “Che è successo?”
 
“E’ un universo brutale,” lei mormora. “Te ne parlerò dopo.”
 
“Ma mi hai chiamato per dirmi qualcosa adesso.”
 
Lei prende un profondo respiro, per poi sbottare, “Ho incontrato un altro Jaime. O meglio, quella Brienne ha incontrato un altro Jaime.”
 
Non c’è altro se non del silenzio persistente, e Brienne si mordicchia il labbro inferiore mentre aspetta la sua reazione.
 
“Cazzo,” lui alla fine sussurra, e lei sussulta.
 
“Bè,” lei dice il più vivacemente possibile, “almeno nel tuo esperimento—”
 
“Anch’io ho incontrato una Brienne.”
 
Il mondo sembra affluire verso di lei e lontano da lei allo stesso tempo.
 
“Oh.” La voce di Brienne sembra molto piccola.
 
Il silenzio aleggia tra di loro fino a quando Jaime non sospira. “Vuoi che io torni alla Barriera? Per aiutarti a spegnere tutto?”
 
“No,” lei risponde. “Non ci vorrà molto.”
 
“Va bene; ti aspetterò nell’atrio dell’hotel.”
 
“Va bene,” lei dice, e grugnisce mentre chiude la chiamata.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime si alza quando Brienne entra nell’atrio, limitandosi a sollevare le piccole e piatte bottiglie di whiskey che ha in mano e alzando un sopracciglio. Lei sbatte le palpebre e annuisce.
 
Lui la segue nella camera d’albergo di Brienne, appoggia il whiskey sul comodino per poi gettarsi in modo drammatico lungo uno dei letti matrimoniali—quello con le coperte e il cuscino disfatti; è probabile che lei ci abbia fatto un pisolino sopra mentre aspettava che lui finisse i suoi esperimenti.
 
Brienne aggrotta la fronte. “Seriamente?” lei dice.
 
“Stiamo vedendo solo quegli universi dove abbiamo delle controparti,” Jaime inizia, la sua voce è ovattata. “Non importa se siamo da soli nell’edificio quando eseguiamo l’esperimento; gli unici universi che vediamo sono quelli dove entrambi esistiamo e dove le nostre strade si sono incrociate.” Lui le annusa il cuscino. “Il tuo shampoo ha un buon odore,” aggiunge distrattamente, mentre rotola sulla schiena e si mette a sedere.
 
Brienne arrossisce un po’. “L’ho preso dallo scaffale,” lei sbotta, “e non abbiamo eseguito l’esperimento abbastanza volte da poter trarre quella conclusione. Forse è solo che non abbiamo cambiato le frequenze di abbastanza corde per allontanarci a sufficienza. Forse siamo ancora troppo vicini al nostro stesso universo che le differenze negli eventi della vita non sono abbastanza evidenti.”
 
Jaime apre il whiskey e prende un sorso dalla piatta bottiglia. Fa una smorfia a causa del bruciore, e la porge a lei.
 
Brienne esita, ma Jaime può quasi vederle la mente lavorare mentre lei decide che se c’era mai stato un tempo nella sua vita dove un paio di sorsi di qualcosa sarebbero stati davvero una buona cosa, questo è uno di quei momenti. Lei si siede sul letto opposto, prende la bottiglia e deglutisce un piccolo sorso. Jaime ridacchia quando lei fa una smorfia, tossisce e si strozza per via del liquore aspro.
 
“Abbiamo un mondo che pare sia ancora fermo al periodo medievale,” Jaime dice, “un altro è fermo al 19º secolo, a giudicare dai vestiti e dal sistema di giustizia, e due che sono relativamente equivalenti al nostro tempo moderno. Com’era l’universo che hai trovato tu?”
 
Lei si muove di poco, a disagio. “C’è stato un completo collasso sociale,” lei mormora. “Pensa ai film della saga Mad Jon.”
 
Il divertimento di Jaime scompare e lui rifugge dal pensare a ciò che quella Brienne—e quel Jaime—devono aver passato. Lui dice, la sua voce è tesa, “Vuoi ancora insistere che le differenze non sono notevoli?”
 
Brienne aggrotta la fronte e dopo prende un altro sorsetto di whiskey, per poi ridargli la bottiglia.
 
“Intendevo tra noi e le nostre controparti.”
 
Lui si acciglia. “Intendi che le nostre curve di probabilità sono ancora troppo simili?” Jaime sembra scettico. Lui scuote la testa. “Non è possibile che le nostre strade si incrocino in tutti questi universi diversi. Non è possibile! Per tutti gli dèi—in un sistema casuale, avremmo dovuto trovare almeno un universo dove non ci siamo mai incontrati e non ci incontreremo mai”
 
Gli occhi blu e senza fondo di Brienne sono improvvisamente pieni di dolore. “E’ davvero così brutto?” lei domanda. “Noi che ci incontriamo in ogni universo? Avermi nella tua vita è davvero così brutto?”
 
Jaime si sente immediatamente rimpicciolito fino ad essere alto solo cinque centimetri sotto il peso di quegli occhi delusi. Lui si passa una mano sul viso e sospira. “Non si tratta di te, Brienne! Non si tratta di noi! E’ che...” Lui aggrotta la fronte, cercando di pensare a come dire quello che vuole dire. “Il fatto che le nostre controparti si incontrino in ogni universo anche quando noi dovremmo star trovando degli universi casuali—degli universi dove non ci incontriamo mai; degli universi dove uno di noi due non è mai esistito; degli universi dove ci siamo incontrati e siamo andati ognuno per la propria strada—il fatto che noi non stiamo trovando questi altri universi mi sa tanto di...”
 
“Anime gemelle.”
 
Lui scuote la testa. “Non mi piace l’idea del destino. Del fato. Abbiamo il libero arbitrio, in qualsiasi universo ci troviamo, e dire che noi—qualunque Jaime; qualunque Brienne—pensare che noi siamo destinati a essere nella vita l’uno dell’altra...è solo che...” Jaime rabbrividisce mentre prende un altro sorso più grosso di whiskey, quasi apprezzando il bruciare causato dal liquore, prima di passare di nuovo la bottiglia a Brienne. “E’ solo che sembra...sbagliato.”
 
“Bè,” Brienne dice con attenzione, “forse non è predestinazione. Forse è dell’azione spettrale a distanza. Un intreccio; osservazione che determina il risultato.” Brienne alza un sopracciglio mentre lei stessa prende un sorso di whiskey e gli ripassa la bottiglia.
 
Lui la esamina con attenzione, ed è divertito e rallegrato, nonostante la sua agitazione, a causa dell’espressione compiaciuta sul viso di Brienne. Almeno è meglio dell’espressione ferita e accusatoria che era stata lì qualche momento prima. Inoltre l’ipotesi di Brienne è...intrigante.
 
“Lo sai che amo quando parli di fisica,” lui fa le fusa con un sorriso malizioso, alzando e abbassando le sopracciglia, sperando di scacciare via l’ultimo accenno di dolore persistente nei suoi occhi col suo stuzzicarla. “Dimmi di più.”
 
Brienne arrossisce mentre alza gli occhi al cielo e scuote la testa, un sorriso le incurva la bocca. Quello è meglio, lui pensa.
 
Brienne spiega, “L’atto dell’osservazione determina il risultato, giusto? Almeno quella è la teoria. Noi vediamo solo gli universi dove un Jaime ha incontrato una Brienne perché loro sono quelli che stanno eseguendo gli esperimenti. Se avessimo avuto—non lo so—Tyrion e Jon a eseguire gli esperimenti, loro si connetterebbero solo agli universi dove le loro strade si incrociano. E così via.”
 
“Ma allora perché troviamo comunque le nostre strade ad incrociarsi anche quando siamo da soli?”
 
“Perché, che ci piaccia oppure no, le nostre strade si sono incrociate nel nostro universo. Non possiamo...disincrociarle, nemmeno se lo volessimo.”
 
Jaime pondera l’idea, prendendo un altro sorso dalla bottiglia prima di ridarla a lei.
 
“Non male,” lui mormora, “non male per niente, Junior.” Lui la guarda mentre lei gli sorride prendendo un altro sorso di whiskey. “Ma andiamo—lo sai che ti piace il fatto che le nostre strade si sono incrociate.”
 
Brienne tossisce un po’. “Certi giorni meno di altri,” lei replica in modo secco, porgendogli la bottiglia.
 
*/*/*/*/*
 
La testa le sta scoppiando, quando Brienne incontra Jaime per il loro allenamento mattutino. L’unica cosa che lo salva è che lui sembra a pezzi tanto quanto lei.
 
“Credo seriamente di odiarti,” lei borbotta mentre si incamminano verso i tapis roulants.
 
“Non riesco a sentirti sopra il gruppo rock che mi sta suonando nella testa,” lui ringhia. “Niente gara di corsa oggi.”
 
Lei grugnisce piano al pensiero. “Camminerò.”
 
“Pure io. Almeno fino a quando non dovrò vomitare.”
 
A quello, lei non riesce ad evitare di ridacchiare un po’.
 
*/*/*/*/*
 
La colazione è un toast asciutto e del succo d’arancia, ma concordano nel sentirsi più umani quando si riuniscono nella suite d’hotel di Jaime.
 
“Quindi...adesso che facciamo?” Brienne sospira. La testa le sta ancora scoppiando, ma almeno il Pycellenol ha un po' smorzato il fastidio.
 
“Non so te, Junior, ma non posso gestire degli altri ricordi in testa—almeno non adesso.” Lui aggrotta la fronte. “E’ che è strano pensare che c’è un qualche universo che non ho visto.”
 
Brienne annuisce. “Mi sento allo stesso modo,” lei mormora. “Ma comunque non posso gestire altri ricordi al momento.”
 
Jaime annuisce. “Dobbiamo analizzare i dati; dobbiamo vedere se possiamo determinare quando ci connettiamo a quale universo, e vedere se potremo personalizzare la nostra prossima serie di esperimenti così da poterci connettere a quegli universi a nostro piacimento.”
 
Brienne aggrotta la fronte. “Non sono certa...ci connettiamo mentre scorriamo tra di loro, cambiando le esistenti corde di frequenze in uno spazio chiuso—”
 
“Sì, ma dobbiamo ‘scorrere tra di loro’, o possiamo cambiare tutte le corde delle frequenze in una volta sola fino alla combinazione necessaria?”
 
Brienne spalanca gli occhi. “Come il digitare la combinazione di una cassaforte,” lei sussurra.
 
Jaime sorride in modo ampio. “Esattamente come il digitare la combinazione di una cassaforte.”
 
*/*/*/*/*
 
Loro hanno la Barriera per altri due giorni, così approfittano dei suoi potenti computer per revisionare i dati che hanno raccolto, e per eseguire delle simulazioni degli esperimenti proposti da Jaime. Sono cautamente ottimisti quando nessuna delle simulazioni causa un catastrofico cedimento della Barriera e di tutto ciò che è al suo interno o intorno.
 
Ritornano ad analizzare i risultati dei loro esperimenti, battibeccando riguardo nuove formule e nuove equazioni, e iniziando il processo di definizione dei parametri dei nuovi esperimenti che eseguiranno una volta che rimedieranno dell’altro tempo con l’acceleratore.
 
“Non preoccuparti, Junior,” Jaime dice con un sogghigno. “Ricorda, i soldi Lannister stanno finanziando questi esperimenti. Ritorneremo qui molto presto.”
 
Brienne aggrotta la fronte, combattuta. Da un lato, lei vuole ottenere dell’altro tempo con l’acceleratore il prima possibile e, si spera, riconnettersi di nuovo a quegli stessi universi, ma lei sa anche che ci sono altre importanti ricerche fatte da altri scienziati che loro due andrebbero ad interrompere.
 
Jaime le guarda il volto e ridacchia. “Se riuscissimo a capire come connetterci ad ogni universo a nostro piacimento, allora potremo condividere il nostro tempo alla Barriera con degli altri scienziati. Loro possono averla durante il giorno, e noi possiamo averla di notte.”
 
“Non funzionerà,” lei dice mestamente, “abbiamo comunque bisogno degli generatori alla massima potenza, e per quello ci vogliono dodici ore.”
 
“Ma saranno parzialmente a quella potenza se anche degli altri scienziati useranno la Barriera,” Jaime replica, per poi sospirare. “Riusciremo a trovare una soluzione che possa alleggerirti la coscienza, Brienne.”
 
Lei si imbroncia leggermente. “Gli altri progetti di ricerca non sono finanziati da delle persone ricche come te, Jaime.”
 
“Lo so,” lui dice. “Se prometto di donare dei soldi a tuo nome per aiutare a costruire un altro acceleratore di particelle da qualche parte nel mondo, potrebbe aiutare?”
 
Brienne alza gli occhi al cielo. “Non essere ridicolo,” lei mormora.
 
Jaime sorride in modo ampio. “Pensala in questo modo: se davvero non potremo condividere, allora faremo ritardare gli altri esperimenti solo di una settimana alla volta—tutt’al più. Non fermeremo questi esperimenti per sempre.”
 
“Lo so.”
 
“Ti senti comunque in colpa,” lui dice, rassegnato.
 
Lei scrolla le spalle. “Un po’.”
 
“Ma, si spera, che tu non ti senta così in colpa da rifiutarti di continuare gli esperimenti?”
 
Lei gli lancia un’occhiata con la coda dell’occhio. “No, non mi sento così tanto in colpa,” lei ammette a malincuore, schiaffeggiandogli la spalla quando lui ride.
 
*/*/*/*/*
 
Nonostante la loro impazienza di continuare il loro lavoro, sono entrambi pronti ad allontanarsi dal Castello Nero e, una volta tanto, Brienne non ha remore nell’approfittare dei soldi Lannister. Lei accetta un posto nel jet privato Lannister che Jaime ha chiamato, e arrivano ad Approdo del Re all’una del mattino, con dodici ore d’anticipo di quanto fosse inizialmente pianificato.
 
Brienne sfreccia via prima che Jaime possa offrirle un passaggio a casa. Lo lascia salutandolo con la mano e con una promessa di chiamarlo presto. L’ondata di sollievo che lei prova quando è finalmente tornata nella sua piccola casa, con la porta chiusa a chiave in modo sicuro dietro di sé, le fa sentire le gambe molli, e lei si affloscia contro la porta.
 
La casa le sembra fredda e vuota col suo cane ancora alla pensione per cani; lei andrà a prendere Pod domani come da programmato. Ma per adesso, lei è soltanto grata di essere sola per mettere in rassegna i suoi pensieri...e i pensieri di altre quattro Brienne.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime restringe gli occhi mentre il taxi accosta accanto alla casa isolata che lui condivide con Taena.
 
C’è un SUV nero nel vialetto d’ingresso, super pompato, e se non si sbaglia, appartiene a uno di quegli inutili Kettleblack che sono nello staff dell’università. Come facciano quei tipi a tenersi stretti i loro lavori...
 
“Hai intenzione di scendere, amico?” l’autista del taxi dice, e Jaime sobbalza ritornando alla realtà.
 
“Sì,” lui replica lentamente, “ma...aspettami. Credo che potrei andarmene di nuovo quasi subito.”
 
L’autista del taxi scrolla le spalle e parcheggia l’auto. “Tanto i dragoni sono tuoi, amico,” lui commenta con una voce strascicata, sistemandosi contro il suo sedile per aspettare.
 
*/*/*/*/*
 
Jaime entra in modo silenzioso in casa, spegnendo l’allarme, per poi usare la luce della torcia del suo cellulare per scansionare il soggiorno nell’incerta speranza che qualcuno stia dormendo sul divano.
 
Subito dopo, inizia a salire le scale con cautela, e controlla entrambe le stanze per gli ospiti prima di arrivare, infine, davanti alla porta della camera da letto principale.
 
Lui prende un profondo respiro, poi apre la porta senza far rumore, e accende la luce.
 
*/*/*/*/*
 
Non resta per ascoltare le spiegazioni o la sfuriata. Si limita ad afferrare il suo beauty case di riserva da dove è nascosto in bagno, ed esce fuori dalla casa.
 
*/*/*/*/*
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Kikiletoway