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Autore: Chiaragiappo_1    03/05/2022    2 recensioni
Un amore nascosto, una distanza che si rivelerà consigliera e poi dopo l'attesa!
Daichi e Suga sono sempre stati amici fin dal liceo ma cosa succederà quando saranno costretti ad allontanarsi?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al concorso "La distanza tra me e te" del profilo  @WattpadFanfictionIT

Scenario 1 : Relazione a distanza

Fandom : Haikyuu

Parole: 2212

✿❀✿

Seduto in attesa del treno che lo avrebbe portato a vivere nella sua nuova città, Suga si guardava intorno per l'ultima volta. La stazione era deserta e gli alberi di sakura si intravedevano dalla banchina dove lui era seduto. Il vento tiepido gli scompigliava i capelli e gli occhi erano persi in quei colori così tenui e rilassanti.

Seppure con un senso di esaltazione e aspettativa nel cuore, ricordava con nostalgia come tutto era iniziato, tre anni prima...

✿❀✿

Suga non riusciva a stare lontano da Daichi, ma il fatto di non avergli mai detto quali erano i propri sentimenti verso di lui lo faceva impazzire.

Aveva paura.

Paura di cosa avrebbe pensato, paura di non essere più visto anche solo per il suo migliore amico, paura che si sarebbe allontanato per via di quei sentimenti troppo forti, paura che non ricambiasse quell’amore nel senso romantico che lui invece provava.
Avrebbe voluto avere una storia d’amore e non solo di amicizia ma non riusciva a parlarne , la paura lo bloccava. Sempre. Pertanto, si era accontentato di restare un semplice amico.


Si conobbero al primo anno di liceo, quando, complice la pallavolo, si erano avvicinati fino a diventare l’uno l’ombra dell’altro. Li chiamavano i genitori del Karasuno, papà Daichi e mamma Suga, perché erano due persone responsabili, davano consigli ai loro compagni di squadra e li sostenevano, ma erano pur sempre ragazzi a loro volta per cui spesso erano soliti combinare qualche leggerezza.

Solo loro due.

Si divertivano sapendo che gli altri non avrebbero mai creduto ad una sola parola di quanto effettivamente avevano fatto; come quella volta che invece di andare agli allenamenti, troppo stanchi e troppo accaldati dalla temperatura dell’estate giapponese, avevano preso il treno per una qualche località ignota ed erano arrivati al mare! Lì avevano passato tutto il pomeriggio, avevano fatto il bagno, giocato sulla spiaggia e si erano trattenuti a guardare quel tramonto perdendo lo sguardo nell’orizzonte.
Si erano attardati su quella spiaggia bevendo birra e alternando momenti di dialogo ad alcuni silenziosi carichi dei loro pensieri; lasciati andare dalla freschezza della brezza marina e dalle bollicine, così ebbri di alcool e del momento, non riuscirono a tornare a casa, finendo per dormire sotto un albero sulla spiaggia.
La mattina seguente si erano svegliati doloranti e con la testa vuota, ma erano felici e allegri come non mai.

Nessuno aveva creduto alla loro versione e alla fine avevano optato per tenersi solo per se quella occasione, e tante altre che avevano vissuto. Erano il loro piccolo segreto, celato agli occhi del mondo.

Il tempo era passato, il liceo era finito e si era portato dietro il club di pallavolo e la spensieratezza di quei momenti. Non si era portato via però la loro amicizia che superava di gran lunga ogni ostacolo, era qualcosa di molto più profondo del mero affetto liceale.
Continuarono così a vedersi seppur avendo preso strade diverse. Suga studiava per diventare maestro elementare e Daichi per poliziotto, ancora non sapevano che le loro vite di lì a poco avrebbero preso percorsi differenti.

Suga aveva cominciato ad insegnare ed il lavoro con i bambini lo riempiva di gioia, ogni volta quando quei bimbi lo guardavano con quello sguardo ingenuo e puro lui non poteva far altro che sciogliersi dalla tenerezza che provava.

Daichi fini gli studi e cominciò il proprio lavoro alla centrale di polizia, era talmente bravo che al distretto dopo poco decisero di promuoverlo. Con la promozione però arrivò anche il trasferimento in un’altra città. Era ambizioso e per lui ottenere una promozione era stato come toccare il cielo con un dito e quando lo aveva detto a Suga la reazione di quest’ultimo non fu proprio come se la sarebbe aspettata.

“Suga, finalmente tutti i miei sforzi sono stati ripagati! Ho ottenuto una promozione, ti rendi conto? Sono il primo così giovane ad ottenerne una in così poco tempo!!”

“Non avevo dubbi sul tuo talento Daichi! Sei fantastico!”

“L’unica cosa è che mi trasferiscono, vado a Kyoto! Non proprio in città, ma sul mare!! Capito? Sul mare!!! Aaaaaah sono strafelice!”

Silenzio

“Suga, tutto ok?”

Suga era rimasto impietrito da quella affermazione. Daichi se ne sarebbe andato e lui sarebbe rimasto da solo con i suoi sentimenti mai rivelati.

“Ehm si certo. Congratulazioni. Adesso devo andare. Ci si vede!”

“Ma Suga volevo andare a festeggiare con te stasera…!”

“No! Non posso, mi spiace.”

La risposta secca di Suga fece restare stupito Daichi che non ne capiva il motivo, eppure Suga avrebbe dovuto essere felice per lui, ma così non sembrava.

Passarono i giorni senza che i due si sentissero, Daichi non avrebbe voluto andarsene ma questa era una promozione che non poteva lasciarsi scappare, ne valeva della sua carriera. Era felice di quella opportunità ma c'era anche qualcosa che lo turbava. Diede la colpa al fatto che avrebbe dovuto cambiare le proprie abitudini, nuovo lavoro, nuovi colleghi, nuova casa, insomma chi non avrebbe un po' di ansia?

Era così preso dai preparativi fatti in fretta e furia che non ebbe tempo per pensare ad altri che a sé stesso. E questo era un caso più unico che raro!

Quando fu pronto per partire, si rese conto che Suga non si era ancora fatto sentire.

“Perché?” Perché Suga non mi ha cercato in questi giorni?" Si interrogava "Avrei  tanto voluto prepararmi a questo giorno con lui accanto!” 

In quel momento si rese conto che era stato concentrato solo su di sé e che forse avrebbe dovuto chiamarlo, ma viveva sempre con quello stato costante di ansia e non voleva sobbarcarlo anche  suoi pensieri. In fondo sarebbe bastato un po' di tempo per farlo passare. Una volta che avesse costituito la sua nuova routine, l’ansia che provava sarebbe passata.

Il giorno della partenza c’erano tutti i loro amici a salutare Daichi, compreso Suga che si era presentato poco prima e sembrava essere sempre lo stesso, pronto a dire una parola di conforto a tutti, scherzoso e sorridente.
C’era qualcosa però che traspariva dai suoi occhi, che solo lo sguardo attento di Daichi era stato in grado di cogliere.
Cominciò a piovere e tutti si affrettarono con i saluti per poi sparpagliarsi lungo la via con la promessa di rivedersi quando sarebbe tornato in città. Rimasero soli, Daichi e Suga, davanti alle porte del pullman che avrebbero portato Daichi lontano, almeno per un bel po’ di tempo.
Non riuscivano a parlarsi, continuavano solo a guardarsi negli occhi.

“Mi scusi signore, è l’ora della partenza, dovrebbe salire!”

Furono interrotti dall’autista del bus che li guardava imbarazzato!

“Allora ciao!” Erano le uniche sillabe che riuscì a pronunciare Suga

“È solo un arrivederci Kou, non un addio!” Rispose Daichi per poi salire sul pullman.

Le porte si chiusero dietro alla sua schiena.

Buoio!

Suga scappò via, corse lontano sotto la pioggia, lontano da quella banchina, lontano da quel posto, lontano da tutti.

Quella pioggia si confondeva con le lacrime che gli scendevano lungo le guance morbide ed arrossate dalla rabbia e dal pianto. 

"Perché, perché?"

Ancora una volta non aveva avuto il coraggio

“Codardo!”

“Sono un patetico, dannato codardo!”

Corse a perdifiato andando verso la palestra del Karasuno, lì dove tutto era cominciato, lì dove il suo amore aveva avuto inizio.
Si accasciò al suolo, poggiato al muro esterno della palestra e pianse lacrime su lacrime, singhiozzava e non riuscendo quasi a respirare. Gli mancava l’aria, gli mancava Daichi.

Il tempo passava, una settimana, due, un mese. Suga dopo il lavoro andava sempre in quell'angolo di muro della palestra, a pensare, a perdere lo sguardo nell'orizzonte. Gli sembrava di essere più vicino a Daichi.

Si erano sentiti poco in quel periodo, un po' perché Daichi doveva ambientarsi e non aveva tanto tempo per stare al telefono ma, e soprattutto, per colpa di Suga. Gli mancava il fiato ogni volta che attaccava il telefono, la tristezza prendeva il sopravvento e si ritrovava a stare male per ore, per giorni. Non aveva avuto il coraggio di parlarne a Daichi quindi piano piano aveva cominciato a contattarlo sempre meno.

Era quasi l'ora di cena, il tramonto rilasciava i suoi colori, il tepore e gli odori tipici del periodo di inizio estate fluttuavano nell'aria in un giorno qualunque dopo il lavoro; quando gli occhi di Suga si riempirono di nuovo di lacrime pensando a quell'assurda situazione.

Fu in quel momento che una mano calda si poggiò sulla sua testa.
Suga non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo, chiunque fosse non sarebbe stato in grado di aiutarlo, almeno non in quel momento!

“Sapevo di trovarti qui”

Quella voce! Non poteva sbagliarsi! 

Piano alzò gli occhi nocciola rossi e lucidi e si fermarono su quelli dolci e castani di Daichi che lo stavano guardando dall’alto.

“Co-cosa ci fai qui?” Bisbigliò appena Suga, la voce rotta dal pianto e dalla meraviglia.

“Non potevo andarmene e restare a Kyoto, sapendo che la persona più importante della mia vita non stava bene e che soprattutto aveva fatto di tutto per nasconderlo”

Gli occhi di Suga se possibile divennero ancora più grandi e ancora più pieni di lacrime. Non credeva di aver capito bene, i suoi pensieri gli offuscavano mente, gli occhi e anche le orecchie.

“Si hai capito bene, la persona più importante della mia vita”

Si mise seduto accanto all’altro mentre il suo sguardo vagava nell’orizzonte davanti a loro.

“Prima di partire ero in ansia, o almeno credevo fosse ansia!” Sbuffò muovendo il capo ”Pensavo che fosse tutto dovuto al fatto che dovevo cambiare città, casa, lavoro, amici… Credevo che una volta abituato alla nuova routine tutto si sarebbe sistemato. Ma non è stato così! Il malessere che sentivo dentro si faceva sempre più forte, eppure mi trovavo bene nella nuova caserma. I colleghi sono ottimi, la mia nuova casa è accogliente, piccola ma vicino al mare. Sai Suga, dalle finestre vedo la spiaggia!”

Si girò un attimo per guardare quegli occhi che tanto gli erano mancati

“So.. sono felice per te Daichi, davvero.”

“Fammi finire!” Disse accarezzandogli una guancia umida di lacrime. “Una mattina mentre prendevo il caffè e guardavo fuori dalla finestra mi sono ricordato di quella volta che siamo rimasti a dormire sulla spiaggia. Te la ricordi Kou?”

Suga fece un piccolo cenno con la testa e sorrise “Come potrei non ricordarla. E’ stata una delle scemenze più belle che abbiamo fatto. La rifarei anche adesso!”

“Come darti torto?” Sorrise Daichi

“Comunque, quel giorno ho pensato tanto e mi sono reso conto che l’unica cosa che non avrei mai voluto lasciare qui, eri tu.” Quel pensiero lo aveva fatto trasalire!
La consapevolezza era arrivata come una doccia fredda. Non era ansia per la nuova vita, non era paura per il nuovo lavoro o per la nuova sistemazione! No! Era angosciato al pensiero di dover lasciare Suga, non aveva mai pensato che un giorno si sarebbero potuti allontanare e si era reso conto di quello che lui rappresentava solo quando questi non c’era più. Quella situazione lo aveva destabilizzato e aveva fatto crescere in lui un pensiero. Cosa era quel sentimento che si stava facendo strada così prepotentemente dentro di sé?

“Ho capito che senza di te io non posso stare.” Scosse la testa “Ci ho messo tanto è?” Sorrise

“Ora mi spiego anche il motivo per cui non ho mai cercato un compagno o una compagna. Avevo te, e questo ero tutto quello che volevo. Scusami Suga se abbiamo perso tutto questo tempo, ma io credo di amarti più della mia stessa vita”

Come era possibile che adesso Daichi stesse dicendo quello che Suga aveva sperato di sentire da quando aveva memoria? Rimase senza fiato a guardarlo stupito senza sapere cosa dire.

Pensava di non avere ormai più nessuna possibilità, invece adesso il cielo sopra di lui si stava schiarendo…

“Non potevo lasciare tutto così senza averti detto quello che sentivo. Se tu provi lo stesso per me sono disposto a rinunciare alla promozione se questo è ciò che vuoi, oppure potresti aspettarmi o…”
“Ho un’idea migliore - lo interruppe - Le scuole ci sono anche a Kyoto no? Appena finisce l'anno potrei chiedere il trasferimento ad una scuola disposta a prendermi e spostarmi anche io! Mi farebbe piacere vivere sul mare”
“Un insegnante come te non se lo farebbe sfuggire nessuno....”
Si guardarono intensamente, Daichi cominciò a sorridere e ad avvicinarsi sempre di più a Suga che continuava a versare lacrime, questa volta di felicità.
Continuavano a guardarsi negli occhi quando le loro labbra tremanti si incontrarono, in quello che fu il loro primo bacio.
Si accolsero l’uno nelle braccia dell’altro in un abbraccio che sapeva di amore e di felicità, consci di essersi finalmente trovati in quello che era l’inizio della loro storia d’amore.

✿❀✿

Era passato più tempo del previsto da quel giorno, e loro si erano districati tra incontri fugaci nei giorni liberi e week-end passati insieme. Nonostante il rapporto a distanza fosse difficile, loro non si erano scoraggiati; non erano mancati certo litigi e gelosie a contornare le giornate che si facevano sempre più lunghe, ma in un modo o nell’altro erano riusciti sempre a fare pace.

Finalmente Suga aveva ottenuto il trasferimento nella scuola che aveva chiesto e in quel momento stava lasciando la propria città per ricongiungersi alla sua anima gemella.

Chissà come sarebbe stata d’ora in poi la loro vita. Nessuno poteva saperlo ma dopo la distanza, le discussioni e i riappacificamenti che avevano superato, insieme avrebbero affrontato tutto.



 

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Angolo autrice:
Grazie intanto a chi ha letto questa storia con la quale ho partecipato al contest indicato in alto. Devo però ringraziare Silvia @DrkRaven perchè lei mi ha spronato a partecipare e mi ha dato preziosi consigli  (SI ho delle amiche bravissime in questo! ) e mi soprattutto sopportato per tutti miei cambi di umore e scleri vari. 
Senza di lei non avrei mai avuto il coraggio di partecipare, come senza Silvana @Silvanafreesound non avei mai cominciato a scrivere, grazie ad entrambe. 
Spero che la storia vi sia piaciuta! 
Un sorriso a tutti

   
 
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