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Autore: Sofyflora98    05/05/2022    0 recensioni
[Tian Guan Ci Fu]
- Non ti romperai. Sopravvivrai anche a questo. Sopravvivrai a tutto. – sussurrava Feng Xin, tenendolo con una gentilezza che era estranea ad entrambi.
- Rotto lo sono già. –
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Xie Lian chiede ai suoi passati attendenti di essere presenti al suo matrimonio.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che cosa pietosa era il suo amore.
Un sentimento futile, trascinato attraverso i secoli come un arto mutilato che non poteva né essere sanato né amputato una volta per tutte.
Xie Lian esisteva nel mondo come esisteva il sole. Una fonte di luce, di gioia. Era anche qualcosa che bruciava. Per Mu Qing, più spesso era la seconda.
 
 
 
Il santuario era stato rimesso a nuovo discretamente. Aveva resistito anche ai più fervidi tentativi di Pioggia Cremisi di renderlo un tempio come si deve, ed era rimasto poco più che una casupola. Però non aveva più l'aria di essere sul punto di crollare sulla testa di Xie Lian, era molto più pulito, decorato dignitosamente, e soprattutto era finalmente presente un minimo di mobilia che rendesse lo stile di vita dell’ufficiale divino almeno un po' migliore di quello di un senzatetto.
Mu Qing stava sulla porta.
Era già da qualche minuto che guardava l'uscio senza trovare la forza di alzare una mano ed entrare. Comportarsi come se nulla fosse era così difficile. In quegli anni che aveva passato in assenza di Xie Lian aveva quasi dimenticato com'era esistere accanto a lui e al contempo lontano dal suo sguardo. Il peso che sentiva nel petto era familiare, ma da lungo tempo spinto in fondo, lontano dal centro dei suoi pensieri, come una ferita ignorata tanto a lungo che il dolore era diventato un pensiero di sottofondo nelle sue giornate.
- Oh, sei qui, Mu Qing! Vieni dentro, vieni dentro! Preparo il te per tutti e due. -
Mu Qing entrò seguendo lo svolazzare di vesti bianche.
Al tavolo della piccola cucina sedeva già Feng Xin, apparentemente già da un po', visto che appena Xie Lian ebbe fatto accomodare Mu Qing i due ripresero quasi subito un qualche discorso che era già iniziato.
Feng Xin lo salutò con un cenno della testa ed un’espressione insolitamente pacata. Iniziava a diventare una cosa più frequente, da quando l’imperatore dei cieli era stato smascherato e sconfitto. Da quando avevano dovuto forzatamente riaprire vecchie ferite e guardarci dentro per iniziare a guarirle, per l’esattezza, e Mu Qing sapeva che, disgraziatamente, l’altro dio marziale gli avrebbe riso in faccia per molti anni dopo le imbarazzanti parole che aveva ammesso durante la battaglia. Però, da quel giorno, il rapporto tra i due generali aveva iniziato a farsi più disteso. A volte aveva addirittura sorpreso Feng Xin a sorridere distrattamente mentre gli parlava.
- Quindi Pioggia Cremisi vuole imbandire una cosa del genere per il vostro matrimonio? –
La voce di Feng Xin lo riportò bruscamente alla realtà.
Xie Lian sorrise imbarazzato mentre annuiva al generale. Quel color porpora appena accennato sulle sue gote era adorabile. Il modo in cui distolse lo sguardo dai due amici con un piccolo sorriso felice, attorcigliandosi una ciocca di capelli tra le dita gli fece dolere qualcosa nel petto. Quando era felice, Xie Lian era l’essere più bello su cui Mu Qing avesse mai posato lo sguardo.
- Gli ho detto che non serve tutto questo, ma è così determinato a festeggiare che non ho saputo dirgli di no. Forse va bene così. Non abbiamo avuto molto tempo per queste cose frivole, se si tratta di una volta ogni tanto non è un male anche se esagera. -
Mu Qing sbuffò piano, guadagnandosi un’occhiataccia da Feng Xin. Non sentiva in sé la forza di controbattere.
- Vorrei che voi due ci foste. –
Mu Qing sentì un’insolita sensazione di freddo nel torace.
Non chiedermelo. Ti prego, non chiedermi di assistere.
Feng Xin gli lanciò appena un’occhiata dubbiosa, prima di tornare a parlare tranquillamente con Xie Lian.
Come fece a sorridere delicatamente e dire che avrebbe esaudito il suo desiderio, Mu Qing non lo seppe mai. Forse non ci era riuscito, e Xie Lian aveva solo avuto pietà di lui e aveva finto di non sentire il rumore di lui che si infrangeva un pezzo per volta.
Riuscì a seguire a malapena quello che gli altri due si dissero da quel momento fino a quando poté trovare una scusa per congedarsi senza ferire Xie Lian. Prima di lasciarlo andare, Xie Lian lo prese per le spalle sorridendo, radioso come raramente l’aveva visto, e l’aveva stretto in un abbraccio troppo lungo per il suo conforto, e troppo corto per il suo bisogno.
 
 
 
Il suo passo era instabile.
Vagava senza destinazione per le campagne che circondavano il santuario da quando aveva lasciato che la porta si richiudesse alle sue spalle. Era più difficile del solito, tenere un’andatura diritta. O camminare più in generale.
La sua visione si faceva meno nitida ad ogni falcata traballante, finché non sentì venire meno la forza per camminare. La terra sotto le sue ginocchia era morbida. Se solo fosse stata più dura, pensò, avrebbe potuto riscuotersi per il contraccolpo quando si era lasciato cadere. Se avesse potuto procurarsi un livido su quel terreno troppo soffice, avrebbe trovato una ragione per cui il suo viso era bagnato e caldo, e le sue labbra ricoperte di un sapore salato.
Questo era crudele. Non aveva mai pensato di essere irreprensibile, ma questo era un destino crudele, e pur essendo invaso dal senso di colpa per il passato più di quanto avrebbe osato ammettere, non credeva di meritare questo strazio.
Perché non gli era concesso dimenticare? Per quale ragione non poteva superare e lasciar dissolvere ciò che non era che una fonte di dolore, dopo ottocento anni?
Il primo grido strozzato, che soffocò nelle proprie mani, uscì dalla sua gola come una lama, e per qualche vago istante di confusione pensò che se avesse tossito avrebbe sputato sangue.
Un’ombra si avvicinò alle sue spalle.
- Mu Qing, sul serio? – mormorò la voce di Feng Xin.
Si maledisse dentro di sé. Si stava rendendo così patetico e debole che non l’aveva sentito avvicinarsi finché non era giunto ad incombere sulla sua figura piegata su sé stessa.
L’uomo dietro di lui sospirò. – Devi per forza farti del male quando non possiamo vederti? Pensavo che stessimo iniziando a parlare. –
Nella sua voce non c’erano tracce di scherno o di aggressività. Mu Qing non sapeva cosa leggerci dentro, e respirare era già abbastanza doloroso e difficile per pensare a cosa passasse per la testa dell’altro generale.
Non gli rispose.
Feng Xin non se ne andò, stranamente. Sospirò di nuovo tra sé e sé, e poco dopo non era più alle sue spalle, ma di fronte a lui.
Inginocchiandosi con cautela, Feng Xin sfiorò le sue spalle con mani incerte. Una domanda, un tentativo.
Mu Qing si irrigidì solo per pochi battiti del suo cuore, prima di lasciare che l’altro gli prendesse le spalle nelle mani più grandi e ruvide delle sue.
Non gli importava nemmeno che lo vedesse in quello stato. Il suo viso era sfuocato, una macchia dorata e castana.
- Solo per questa volta, Mu Qing. Non lo dirò ad anima viva. Non te lo rinfaccerò. Solo per questa volta, se vorrai continuare a non parlarmi. –
Nella spalla di Feng Xin, con le sue braccia avvolte attorno a lui e una delle sue mani che gli sfioravano i capelli come per confortarlo, Mu Qing lasciò che la tormenta uscisse dal suo petto.
Non pronunciò una parola. I singhiozzi che non cercava più di trattenere tagliavano l’aria senza che tentasse di frenarli, ferendolo da dentro.
- Non ti romperai. Sopravvivrai anche a questo. Sopravvivrai a tutto. – sussurrava Feng Xin, tenendolo con una gentilezza che era estranea ad entrambi.
Quando riuscì a calmare, almeno per poco, i singhiozzi più forti, Mu Qing provò ad asciugarsi il viso.
- Rotto lo sono già. – e quasi non riconobbe quella voce spezzata come la propria.
 

 
   
 
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