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Autore: Raven_Stark22_    06/05/2022    0 recensioni
➤ AU: FANTASY/ROYALTY
➤ La storia viene narrata secondo il punto di vista di vari personaggi, quindi sonno presenti diverse ship del mondo di Haikyuu: Bokuaka-Kuroken-Iwaoi-Daisuga-Sakuatsu-Kagehina-Tsukkyiama-Tanakiyo-Matsuhana-Kyouhuaba ecc.
Il sogno di Bokuto è sempre stato quello di diventare un cavaliere: si è esercitato per anni con la spada, ha assistito a numerosi duelli durante le fiere cittadine e si è nascosto dietro le mura per osservare i maestri insegnare ai nobili come affrontare l'avversario.
Proprio quando l'opportunità di realizzare il suo desiderio sembra giungere alle porte, uno sconosciuto in cerca di aiuto si rifugia nella stessa locanda dove sta cenando Bokuto.
Il ragazzo racconta di provenire da un regno lontano e di dover portare a termine un compito di massima segretezza che prevede un lungo viaggio nei luoghi più pericolosi del continente.
Toccherà a Bokuto e ai suoi compagni affrontare scontri e creature sovrannaturali per impedire una guerra catastrofica tra i regni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Chi va là?-

Akaashi analizzò il futuro imminente che li attendeva con fulmineità.

1. Si trattava di un passante, attirato forse dal rumore dei cavalli e dall'abbigliamento insolito di Oikawa. In tal caso, sarebbe stato sufficiente congedarlo con un saluto senza ricorrere alla magia.

2. Avevano a che fare con un brigante, ma questo giocava in loro favore, perchè i suoi amici avevano esaurito quasi tutto il denaro a disposizione.

3. L'opzione peggiore era quella di una guardia dei confini, ma la taglia sulla testa di Akaashi era giunta difficilmente così distante. La soluzione, comunque, era quella di liberare l'Ahuiztol e sperare che non si ritorcesse contro di loro.

Il fuggitivo girò la testa per incontrare due occhi scuri e affilati.

I capelli color cenere erano folti e ricoperti da uno strato di fuliggine.

Il ragazzo indossava dei vecchi stracci che una volta dovevano essere color magenta, e un paio di scarpe rovinate dal fango.

Akaashi rilassò le spalle.

Probabilmente, decretò, si erano imbattuti in un innocuo contadino che soffriva di fame e solitudine.

Le sopracciglia nere dell'individuo, in forte contrasto con la pelle, si piegarono in avanti.

-Devo ripetere la domanda?-

Forse Akaashi si era sbagliato.

-Stai chiedendo a noi?- temporeggiò Kuroo.

Il broncio del ragazzo si fece ancora più accentuato.

-Vedete qualcun altro, nei dintorni?-

Oikawa lasciò andare il busto di Akaashi, pronto ad intervenire con un incantesimo, se fosse stato necessario.

Kuroo si guardò attorno senza mai perdere di vista i suoi compagni.

-No, non direi.- disse.

Nei secondi successivi, non fiatò nessuno.

Lo sconosciuto sollevò le braccia in un gesto di incredulità.

-Allora, potete rispondere alla mia domanda?-

-Possiamo o dobbiamo?- riprese Kuroo -Perchè c'è una bella differenza tra-

Il ragazzo sfoderò una lunga asta di ferro da dietro la schiena e gliela puntò al petto.

Kuroo emise un urlo strozzato quando una punta del forcone premette sulla sua gola.

-Perchè sempre a me?- mormorò -Prima Matsukawa, adesso questo tipo. Sono sempre io quello che viene minacciato!-

-Se stessi più zitto, ti risparmieresti tutte queste sconvenienti coincidenze.- borbottò Kenma, aggrappato dietro di lui.

Il moro si voltò, scioccato. -Devi fare la parte del puntiglioso anche mentre mi uccidono?-

Kenma roteò gli occhi all'indietro.

-Non stai morendo.-

-No?- fece eco lo sconosciuto, allungando il ferro in avanti.

-No.- ribadì Iwaizumi, la mano già sull'elsa della spada. -Se lo ammazzi, sarai il prossimo a seguirlo.-

La determinazione del ragazzo non vacillò.

-Punti tutto sulla maggioranza? Perchè sono un abile combattente.-

-No.- ammise Iwaizumi. -Punto tutto su quell'essere davanti a te.-

-Ho un nome.- sbuffò Oikawa. -E non fingere di non ricordarlo, perchè so bene quanto ti piace ripeterlo nei momenti più-

-Okay, okay. Non vogliamo saperlo.- li interruppe Kenma.

Akaashi non poteva essere più d'accordo.

-Sentito?- disse Kuroo, con tono provocatorio. -Non ti conviene sfidare uno dei maghi più potenti dei Cinque Regni.-

-Ahh...- mormorò Oikawa, incrociando le braccia. -Adesso sarei uno dei maghi più potenti dei Cinque Regni? Ti fa comodo in queste situazioni, vero?-

Kuroo si rivolse direttamente al nemico: -Ritiro tutto. Fa' quello che devi.-

-Vuoi il mio aiuto? C'è una parolina magica, per quello.-

-Vaffanculo.-

-Quella è la parolina sbagliata, Tetsu.-

-Smettila!- sbraitò il ragazzo dai capelli chiari, voltandosi verso Oikawa. -Non litigare con il mio ostaggio!-

-E tu non darmi ordini.-

-Shittykawa, non puoi mettere in discussione chi ha il forcone dalla parte del manico.-

-E' lui che-

-Giusto. Nessuno si è chiesto come mai non lo abbiamo notato quando era nascosto dietro la schiena?-

Tutti gli occhi furono puntati su Bokuto.

-Che c'è?- chiese lui -E' una domanda legittima.-

-Voi siete pazzi.- constatò lo sconosciuto, abbassando l'arma. -Pensavo che foste pericolosi, ma siete solo usciti di senno.-

-Siamo pazzi pericolosi.- lo corresse Kuroo, per poi rettificare: -ma anche amichevoli. Pazzi, pericolosi e ragionevolmente amichevoli. Perfavore, non mi uccidere.-

-Si può sapere da che razza di regno provenite?-

I presenti si guardarono negli occhi, schivi.

Akaashi percepì il suo livello di ansia che aumentava.

-Uh- intervenne Oikawa, prima che potesse farlo chiunque altro -Sai, un po' da lì, un po' da qui. Come hai fatto a capire che non eravamo del luogo?-

-Queste terre sono abbandonate. Nessun abitante del regno ci mette piede da anni.-

-Quindi anche tu sei uno straniero?- chiese Akaashi.

Il ragazzo scosse la testa. -No, solo uno sfollato che vende cimeli ritrovati sotto le macerie al mercato nero.-

Lo sconosciuto si tastò le tasche rigonfie di qualche oggetto metallico.

-Dopo i recenti saccheggi, le case ultime case del confine sono state messe a ferro e fuoco. I contadini si sono trasferiti verso l'interno e delle case sono rimasti solo i resti.-

-Ci sono dei banditi, in zona?- domandò Iwaizumi, sfoderando la spada con uno scatto.

Il ladruncolo aveva un'aria incredibilmente divertita.

-Banditi? Oh no, no. A fare questo,- disse, allargando le braccia -sono stati quelli del Regno più a Nord. Come è che si chiama? Furokodai?-

Il silenzio che seguì fu rigido come l'inverno.

-Fukurodani.- lo coresse Akaashi, con un filo di voce.

-Sì, loro. Hanno appiccato incendi e setacciato altre zone limitrofe. Sono passati due mesi dalla loro ritirata.-

Akaashi non ebbe il coraggio di incontrare lo sguardo dei suoi compagni.

La sua testa stava espoldendo a causa di tutte quelle informazioni.

-Il Re...- Kuroo si schiarì la voce. -Il Re e la Regina del Fukurodani sono stati qui due mesi fa?-

Il ragazzo sgranò gli occhi.

-Cosa? No, assolutamente. La famiglia reale non fa visita alla Shiratorizawa da quasi un decennio. Sono stati i loro cavalieri a fare questo.-

-Io non...- Oikawa sembrave il più stordito -pensavo che scorresse buon sangue tra i due regni. Perchè hanno infranto gli accordi?-

-Non l'hanno fatto. Le guardie hanno agito troppo rapidamente perchè qualcuno potesse intervenire, e si sono dileguate nel nulla. Ma i racconti dei contadini coincidono su questo punto: lo stemma sulle armature era quello della Fukurodani. Ovviamente, il Re e la Regina hanno inviato un messaggero per smentire ogni accusa. Non sappiamo ancora le motivazioni dietro queste razzie.-

-E' un racconto ai limiti dell'inverosimile.- concordò Iwaizumi. -Perchè la famiglia reale dovrebbe ordinare una cosa del genere?-

Lo sconosciuto alzò le spalle. -Forse si aspettavano di trovare qualche risorsa primaria nel terreno? Oppure era giunta voce di un deposito segreto di ricchezze. Sappiamo solo che hanno lasciato campi già devastati nella più totale rovina. In nome di una pace duratura, il nostro Re ha deciso di chiudere un'occhio.-

Akaashi si sentiva così tormentato che i suoi stessi pensieri stavano per sopraffarlo.

Perchè le guardie hanno attaccato questa parte della brughiera?

Dovevano aspettarsi un'imboscata da un momento all'altro?

-Semi!-

Il ragazzo si voltò al richiamo.

Il suono proveniva da qualche parte indistinta del bosco.

-Arrivo, Shiarabu!- urlò in risposta. Poi tornò a rivolgersi a loro: -Proseguendo a sinistra, troverete gli scheletri delle case bruciate. Fate attenzione alle travi, nel caso decideste di passare la notte al riparo.-

Semi li salutò con un cenno del capo e sparì dietro un albero.

La sua figura mingherlina si fece sempre più piccola.

-Questa storia mi puzza.- disse Oikawa.

-Già.- convenne Kenma.

-Ci sono troppi punti mancanti. Creature che nessuno ha mai visto prima ci attaccano a distanza di pochi giorni? Il Re e la Regina inviano una pattuglia due mesi prima del nostro arrivo nella Shiratorizawa?- Oikawa si voltò verso Akaashi -Il mistero si infittisce, e non potremo ignorarlo ancora a lungo.-

Il più giovane si prese qualche secondo per formulare una risposta soddisfacente.

Nemmeno lui sapeva più che cosa pensare.

Per quale oscuro motivo gli uomini di Wakatsu erano stati lì prima di loro?

Come mai si erano volatilizzati in così poco tempo?

Che cosa nascondeva il piano del nemico?

-Riesco a vedere la nube che ti annebbia la testa da qui, Akaashi.- fu Kuroo a riportarlo nel mondo reale.

-Scusate. La situazione mi sta sfuggendo di mano e io... non ci capisco più niente.- ammise.

-Va bene. Siamo tutti sulla stessa barca.- lo consolò Iwaizumi.

-Una zattera senza vele, che lotta per superare le interperie mentre queste la trascinano sul fondo dell'oceano, però sì. Siamo tutti sulla stessa barca.- borbottò Kenma.

Kuroo girò la testa per depositare un bacio sulla fronte del suo ragazzo.

-Dai, piccolo. Sii più ottimista.-

-C'è poco da essere ottimisti.-

-La barca non è ancora affondata.-

-Potrebbe.-

-Non lo farà.-

-Ma potrebbe.-

-No.-

-Sì.-

-No.-

-Sì.-

-Piccolo?- li interruppe Bokuto, con un'espressione sconvolta e disgustata allo stesso tempo.

-Quindi? Che cosa facciamo?- chiese Iwaizumi.

Akaashi chiuse gli occhi.

La barca non è ancora affondata.

-Ci sistemiamo all'interno di una casa abbandonata e facciamo il punto della situazione. Due di noi faranno la guardia, e la mattina partiremo prima che il sole sia sorto del tutto. Ci muoveremo verso sud-est, ed entro due giorni avremo valicato il confine con il Karasuno. A questo punto, non ci resterà che sigillare il Pozzo Senza Fondo prima che Wakatsu riesca a catturarci.-

Quando sollevò lo sguardo, tutti i presenti avevano gli occhi fissi su di lui.

Akaashi si aspettava di scorgere un segno di debolezza o diffidenza, ma nessuno di loro vacillò neanche per un istante.

-Tch. Facile come bere un bicchier d'acqua.- lo prese in giro Iwaizumi.

-Sembra che la barca sia ancora in grado di resistere alla tempesta.- scherzò Oikawa, stringendogli una spalla in un tentativo di conforto.

Kuroo non disse nulla, ma gli lanciò un'occhiata significativa prima di spostare il cavallo.

Uma trotterellò davanti al fuggitivo e Bokuto gli sfiorò un braccio.

-Sono contento che tu sia tornato.- sussurrò.

Akaashi nascose la spolverata di rosa sulle sue guance dietro un'espressione impassibile.

Era ancora incerto sul comportamento che avrebbe dovuto adottare con lo scudiero, dal deserto di Izar in poi.

Bokuto non lo vedeva in quel modo.

La conferma era giunta affilata come un coltello.

Perchè, allora, lo scudiero continuava a girargli attorno?

Perchè non poteva lasciarlo in pace, abbandonato nel suo dolore?

-Grazie.- disse, più freddo del solito.

Bokuto affrontò quel congedo con un alone di tristezza che lo accompagnò per il resto del viaggio.

-Problemi in paradiso?- lo provocò Oikawa.

Akaashi non rispose.

×××××

Gli edifici devastati dalle razzie sembravano quasi ospitare i fantasmi dei vecchi contadini.

Mentre Kuroo passeggiava tra le casupole diroccate, non scorse alcun segno di vita.

Le strade erano vuote e spettrali.

Erbacce e parassiti infestavano quello che, un tempo, doveva essere un campo ben curato.

Il rodere in cui avevano scelto di rifugiarsi si era salvato dagli incendi, ma i buchi nel piano superiore e le crepe sui muri gli conferivano una brutta aria di cedimento.

Kuroo era sicuro che, accostando un orecchio alla parete, si potesse ancora sentire il suono della devastazione portata dalla Fukurodani.

-E' una pessima idea.- aveva detto Oikawa, alla vista dell'abitazione pericolante.

-Dormi in giardino, se preferisci.- era stata la secca risposta di Iwaizumi.

Per certi versi, quel capanno gli ricordava il fienile che un tempo apparteneva alla famglia Kuroo.

Per distaccarsi da quell'ambiente nostalgico e doloroso, il ragazzo si era messo a camminare tra i resti delle coltivazioni, con la scusa di recuperare qualcosa di commestibile.

-Questo sembra buono.- decretò, dopo aver raccolto un ortaggio dalle foglie scure e rugose.

Rigirò la verdura tra le mani e la annusò per assicurarsi che fosse ancora mangiabile.

-Cosa ci fai con una verza in mano?-

Il mondo sarebbe potuto crollare sulle sue spalle, ma Kuroo non si sarebbe mai stancato di sentire quella voce.

-Lo sapevi che le verze resistono al gelo?- rispose, senza voltarsi.

Immaginò vagamente l'espressione di Kenma.

-Questo spiega perchè sia sopravvissuta all'inverno.-

Kuroo annuì e decise finalemente di andare incontro al suo ragazzo.

Kenma si lasciò attirare in un bacio delicato e il ragazzo sorrise contro le sue labbra.

Erano fredde, ma dolci come il miele.

-Questa costituirà la nostra cena.- disse poi, sollevando trionfante la verdura.

Kenma seguì il suo braccio e inclinò gli angoli della bocca.

-Odio gli ortaggi. Mi ricordano quell'inverno tremendo in cui papà ha perso tutto il raccolto.-

La faccia di Kuroo si contorse a quel ricordo spiacevole.

-Abbiamo vissuto esclusivamente di cavolo nero per due mesi.- rammentò.

-Già. Poi hai fatto gli occhi dolci alla sorella di Lev, e abbiamo ottenuto le nostre prime fave.-

Kuroo si bloccò a metà passo e si accorse che Kenma lo stava evitando di proposito.

-Aspetta. Eri geloso?-

-No.-

-Ecco perchè non mi hai parlato per una settimana!-

-Ero malato, Kuro.-

-Ma non avevi certo perso la voce.-

Kenma roteò gli occhi al cielo. -Se ti piace vederla in questo modo, fai pure.-

Kuroo sentì un ghigno formarsi sulle sue labbra prima ancora che le parole saltassero fuori dalla sua bocca: -Sei ancora geloso di Alisa?-

-Non ero geloso.-

-Quindi ti andava bene che fossimo così in confidenza?-

Kenma accellerò il passo prima che Kuroo potesse insistere.

Il più grande ridacchiò sodddisfatto e seguì il ragazzo all'interno dell'abitazione.

Ancora faticava a credere di aver realizzato il suo sogno.

Il suo amico d'infanzia, con il quale aveva trascorso la maggior parte della propria esistenza, era finalemente diventato la sua dolce metà.

La mattina, quando si svegliava accanto a lui, era tentato di darsi un pizziccotto per assicurarsi di non aver immaginato tutto.

Ed erano quei flebili "anch'io ti amo" e "resta qui" a donargli tutta la forza di cui aveva bisogno per affrontare la giornata.

Kenma Kozume era il motivo per cui Kuroo avrebbe sfidato dieci Ahuiztol senza mai arrendersi.

-Hai fatto la spesa, Tetsu?- domandò Oikawa, appena il ragazzo ebbe varcato la soglia.

La verza rotolò sul tavolo che Akaashi aveva pulito dalla polvere.

-Qualcosa del genere.- disse.

-Cos'hai trovato?- chiese Bokuto, facendo capolino da un'altra stanza.

Appena gli occhi dorato incontrarono l'ortaggio, l'entusiasmo si spense.

-Non sarà sufficiente a sfamare tutti.-

-Non preoccuparti.- lo rassicurò Oikawa -Restano ancora un contorno di genuina cattiveria e qualche avanzo di insulti gratuiti.-

-Sei proprio uno stronzo.- commentò Kuroo.

Il mago indicò il ragazzo con eccitazione. -Sembra che Tetsu si stia già servendo.-

-Iwaizumi-san ha trovato un orto di bietole dietro questa casa. Sarà sufficiente unire le due cose.- disse Akaashi, facendo il suo ingresso in cucina.

Bokuto fece per aprire la bocca ma, come se gli fosse balenato un triste ricordo, ammutolì.

Kuroo inclinò la testa.

Se il suo migliore amico preferiva starsene in silenzio, era senz'altro successo qualcosa di strano.

-Bo?- lo chiamò -Tutto a posto?-

Lo scudiero impiegò qualche attimo a rendersi conto che si stava rivolgendo direttamente a lui, e Kuroo ebbe la conferma che fosse accaduto qualcosa di spiacevole.

-Uh- sì, perchè non dovrebbe?-

Kenma osservò il suo ragazzo con la coda dell'occhio.

Evidentemente, anche a lui non era passato inosservato l'insolito atteggiamento di Bokuto.

-Dirò ad Iwaizumi-san di deporre le bietole nel retro.- disse Akaashi, senza degnare lo scudiero di uno sguardo. -Discuteremo sul da farsi tra cinque minuti, nel salotto.-

E scomparve senza dare il tempo agli altri di ribattere.

Oikawa afferrò distrattamente la verza e lanciò una rapida occhiata alle sue spalle.

Bokuto rimase immobile sulla soglia.

Kuroo si schiarì la gola. -Amico?-

-Giusto.- fece lui, spostandosi dall'uscita e dirigendosi verso il salotto.

Kuroo e Kenma lo seguirono, esitanti.

Entrarono in un soggiorno sporco di terra e fuliggine.

Fecero attenzione a saltare i chiodi sparsi sul pavimento e si sistemarono sul tappeto impolverato.

Tutto sommato, la sala evrebbe avuto un aspetto gradevole: divani morbidi, mobili eleganti e un'atmosfera tranquilla.

I precedenti proprietari, probabilmente, cenavano al lume di candela, chiacchieravano e si godendevano ogni sera il fuoco del camino.

A Kuroo sarebbe piaciuto trascorrere una vita tanto rasserenante.

Dopo qualche minuto, vennero raggiunti anche da Akaashi e Iwaizumi.

Il primo si sedette sul bordo del divano, lontano da occhi indiscreti, mentre il secondo si accomodò vicino ad Oikawa.

-Dobbiamo fare il punto della situazione, o ci troviamo ad una rimpatriata di famiglia?- ironizzò il mago.

Il suo scherno non venne accolto con altrettanto entusiasmo.

-Oh, andiamo. Fatevele due risate.- sbuffò, offeso.

-Wakatsu era a conoscenza delle nostre mosse per merito di Terushima, il truffatore conosciuto alla taverna del Nekoma.- disse Akaashi -Quindi ci ha dato la caccia nel regno dell'Aoba Johsai, ma noi siamo fuggiti in tempo. Ora, è necessario capire se sospetta già della nostra posizione.-

-Non penso.- rispose Kuroo -Altrimenti ci avrebbe già dato la caccia, oppure avrebbe lasciato di guardia alcuni suoi uomini visto che, in precedenza, ha depredato queste terre.-

-Sono d'accordo.- si unì Iwaizumi. -Se avesse saputo quale strada lunga e tortuosa avevamo intenzione di intraprendere, ci avrebbe già bloccato all'entrata della Shiratorizawa.-

-Per cui, non sa che abbiamo attraversato il Seijoh per aggirare il Muro.- riflettè Bokuto.

Akaashi annuì. -Sì, la penso come voi. Wakatsu non può sapere dei miei sogni, tantomeno delle nostre intenzioni. E' convinto che stiamo fuggendo dalle sue guardie, perciò ci sta semplicemente dando la caccia.-

-Possiamo ancora batterlo sul tempo!- concordò felicemente Bokuto.

-Questo non spiega perchè i suoi scagnozzi siano passati per di qua prima del nostro arrivo. Nè le creature che si fanno vive nei boschi.- fece presente Oikawa.

Kuroo osservò come le sopracciglia di Akaashi si curvassero ogni volta che il ragazzo era pensieroso.

-Al primo quesito non so dare una risposta. Forse, come ha suggerito l'uomo che abbiamo incontrato, cercavano un tesoro. Una persona importante. Per quanto riguarda i mostri che ci hanno attaccato...- il blu dei suoi occhi divenne quasi inchiostro. -ho una teoria.-

Gli spifferi d'aria che filtravano dalle crepe resero la stanza ancora più fredda.

Kenma si strinse contro il corpo di Kuroo.

-Ti ascoltiamo.- disse Iwaizumi.

-E' solo un'ipotesi azzardata.- riprese il ragazzo -ma credo che abbia a che fare con il mio sogno ricorrente.-

-Non vorrei metterti sotto pressione,- si intromise Oikawa -ma abbiamo attraversato due regni basandoci esclusivamente su quello che hai visto mentre dormivi. Non è il momento adatto per definirla un''ipotesi "azzardata".-

-Penso...- Akaashi si morse un labbro. -Penso che i mostri provengano dal Pozzo Senza Fondo.-

Il silenzio seguente fu più assordante del primo.

Kuroo cercò di collegare le informazioni che aveva a disposizione, ma la tensione gli impedì di ragionare lucidamente.

-Oh. Proprio la nostra meta.- ricordò Oikawa. -Fantastico.-

-Cosa te lo fa pensare?- chiese Kenma.

-L'ultima volta che ho sognato la radura del Karasuno, è stato il giorno in cui vi ho conosciuti. L'incubo si era rivelato diverso da quelli a cui ero abituato.- spiegò Akaashi -Ero cosciente, e ho visto delle ombre muoversi nell'oscurità del cratere. Una mano era emersa dal turbine nero e mi aveva trascinato sul fondo del pozzo.-

Kuroo faceva fatica a ricordare i dettagli, ma il racconto non gli era affatto nuovo.

-L'uomo incappucciato si era rifiutato di soccorrermi perchè "I mostri ritorneranno. Infesteranno per sempre i tuoi sogni".- riprese l'altro, imitando la voce dello sconosciuto. -Alla mia richiesta di fermarli, lui aveva risposto che avrei dovuto già sapere come raggiungere la foresta di Shedir.-

Akaashi chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.

-Mi ha vietato di provare a stabilire un legame telepatico, perchè la mia mente non lo avrebbe sopportato. E poi ha detto...- deglutì -ha detto che, nel Pozzo Senza Fondo, si nascondono le paure peggiori e i demoni che infestano gli umani.-

Kuroo smise di accarezzare la spalla del suo ragazzo e Kenma congelò sotto la sua presa.

-Mostri che cercano di risalire il portale e invadere i Cinque Regni.-

-E ti è tornato in mente solo adesso?- sbottò Oikawa, saltando in piedi.

Akaashi si fece quasi microscopico sotto lo sguardo pungente del mago.

-Nessuno di noi ci aveva dato molto peso. La magia proviene da ogni angolo del globo.-

-Ma non questa! Non demoni millenari che non hanno mai messo piede sulla crosta terrestre! Non Ahuiztol o Tsuchigumo, o chissà quale altra creatura stia scorrazzando liberamente tra i villaggi! E' un disastro, Akaashi!-

-Ci è passato di mente.- si giustificò Bokuto. -Sembrava solo uno dei soliti sogni premonitori che indicavano come arrivare a Sud.-

-L'intero viaggio non ha più alcun senso, perchè i Cinque Regni sono già condannati!- esplose lo stregone. -Con una magia tanto potente al suo servizio, il Re del Fukurodani governerà in eterno!-

-Non è vero.- lo interruppe Akaashi. -Ricordo... l'uomo ha specificato che pochissime creature hanno aggirato l'incantesimo di sigillo. Il resto dell'oscurità è intrappolata nel Pozzo da duecento anni.-

-Questo vuol dire che le creature che ci hanno attaccato...- iniziò Iwaizumi.

-.... sono i mostri riusciti a fuggire dal portale.- concluse Kuroo.

-L'Ahuiztol, i tre Tsuchigumo. Provenivano tutti dalla foresta di Shedir.- realizzò Kenma.

-'Kaashi.- la voce seria di Bokuto costrinse l'interessato a voltarsi. -Dobbiamo sigillare definitivamente il Pozzo prima che la chiave cada nelle mani nemiche.-

Keiji si prese la testa fra le mani e Kuroo contò mentalmente fino a tre, prima di vedere il ragazzo scattare in avanti.

-Okay. Bene.- annaspò stordito ma, in qualche modo, più determinato. -Cercate di riposare il più possibile, perchè nei prossimi giorni ci sposteremo anche di notte. Farò io il primo turno di guardia.-

Oikawa portò le mani in avanti, battendo sul tempo Bokuto.

-Calma, Aka-chan. Sono contento di vederti così risoluto, ma non permetterò che sia la fermezza ad ucciderti.-

-Sono troppo irrequieto per prendere sonno.- ribattè il ragazzo. -Approfittatene per riposare.-

Iwaizumi era sul punto di intervenire, ma Oikawa decise sorprendentemente di dargliela vinta.

-Chiamaci se cambi idea.- disse invece, facendo un cenno alla sua guardia del corpo.

Dopo un ultimo sguardo preoccupato, Iwaizumi seguì il suo amico fuori dal soggiorno.

-Vai anche tu, Bokuto-san.- ordinò Akaashi, per poi ammorbidire lievemente il tono autoritario. -Non cambierò idea.-

Lo scudiero si avvicinò all'uscio con passo lento e incerto.

-Solo...- mormorò, abbattuto. -Non strafare, d'accordo?-

Kuroo aveva imparato a conoscere Akaashi, e non perse il bagliore di tristezza che colorò gli occhi di nero.

-Okay.- gli sfuggì dalle labbra.

Bokuto spostò poi lo sguardo su Kuroo.

-Tetsu? Non vieni?-

-Sì.- disse, scuotendo la testa per riprendersi da quel teatrino. -Kenma?-

-Andate avanti. Farò compagnia ad Akaashi, nel primo turno.- fu la sconcertante risposta del ragazzo.

Gli occhi di Keiji si allargarono per la sorpresa.

-Ho dormito a sufficienza, in queste settimane. E poi, due guardie sono meglio che una sola.- si giustificò.

Kuroo non si convinse di quella spiegazione.

C'era qualcosa di insolito, nel modo in cui il suo ragazzo non perdeva d'occhio Akaashi.

E a Tetsuroou non suggeriva nulla di buono.

-Se insisti.- scrollò le spalle. -Ci vediamo più tardi.-

Gli fece l'occhiolino e si affrettò a seguire Bokuto fuori dalla porta.

Il corridoio era freddo e silenzioso.

Le pareti incrostate erano tappezzate di vecchie cornici e quadri scoloriti.

-La camera da letto si trova al piano superiore.- disse Bokuto, con un tono distaccato che non gli appparteneva. -Iwa ha preferito allestire un accampamento in cucina, per evitare che il soffito ci crolli in testa, o qualcosa del genere.-

-Bo.-

Quando lo scudiero non si fermò, Kuroo gli afferrò saldamente una spalla.

-Bo.- ripetè, questa volta più forte. -Parlami. Cosa c'è che non va?-

Il ragazzo si arrese, respirando a fondo.

Kuroo si aspettava di dover estrapolare le informazioni necessarie, ma Bokuto gli lesse nella mente.

-Tetsu, devo dirti una cosa. Tieniti forte, però. Potrebbe destabilizzarti un po'.-

Quella versione di Bokuto gli mise i brividi.

-Okay.- sussurrò.

-Ecco-uh. Forse potrebbe sconvolgerti ma...- lo scudiero sospirò -Mi piace Akaashi.-

Kuroo, per un istante infinitamente lungo, pensò quasi che si trattasse di uno scherzo.

Ma lo sguardo del suo migliore amico non tradiva la minima ironia.

-Oddei.- realizzò. -Sei serio.-

Bokuto giocherellò distrattamente con le dita, come era solito fare Akaashi.

-Avrei preferito parlartene quando le circostanze sarebbero state migliori, ma-

-Scusa, Kou. Dove sarebbe, di preciso, la parte sonvolgente?-

Il bicolore strabuzzò gli occhi.

-Lo sapevi già? Come?-

Kuroo provò il forte impulso di scoppiare a ridere.

-Amico. Tu- sei vagamente consapevole della tua esistenza?-

Bokuto mise su il broncio. -Certo! Perchè?-

-Allora sai che sei, tipo, la persona meno sottile sulla faccia della Terra, vero?-

Bokuto roteò gli occhi al soffitto. -Non sono così-

-Ti si legge in faccia, letteralmente. Io davo per scontato che...- si prese la testa tra le mani, sempre più incredulo -lo sanno tutti, fratello. E' cristallino come uno specchio.-

Bokuto indietreggiò, improvvisamete spaventato da quelle parole.

-Tutti? Akaashi lo sa?-

-Francamente, non ne ho idea.- ammise Kuroo -Voi due idioti siete persi l'uno per l'altro, ma credo che, per quanto Akaashi sia intelligente, possa diventare cieco di fronte ai sentimenti.-

-E' terribile!- esclamò Bokuto -Se lui lo venisse a sapere potrebbe anche odiarmi e- oh miei dei, ecco perchè mi sta realmente evitando. Ha capito tutto, e adesso mi odia!-

-Bo, datti una calmata.- gli comandò Kuroo, mettendogli le mani sulle spalle. -Queste sono solo paranoie inutili. Diamine, voi due siete più simili di quanto immaginassi.-

-E' perchè ho provato a baciarlo.- decretò l'altro, ignorando i suoi discorsi. -Sapevo che era una pessima idea!-

-Hai provato a baciarlo?- esplose Kuroo. -Che diavolo, Bo! E non me lo hai detto?-

-Perchè è finita male, malissimo! Eravamo nel mezzo del deserto e c'era questa pozza d'acqua, la luce rifletteva la sua pelle e-oh i suoi capelli, Tetsu! Sono così morbidi, mi piacerebbe-

-Vai dritto al punto, ti prego.-

-Mi ha chiesto in cosa fossi bravo e stava sorridendo! Non sorride mai ed è così bello quando lo fa. Ho cercato inutilmente di resistere all'impulso di chinarmi in avanti, ma poi ho notato un movimento nello sfondo e mi sono reso conto della situazione in cui mi ero cacciato. Ho rischiato di mandare all'aria tutto, e Akaashi non mi vuole parlare in ogni caso.-

Bokuto si afflosciò sulla parete.

Kuroo valutò attentamente le possibilità: Akaashi era cotto di lui, quindi non l'avrebbe mai respinto intenzionalmente.

-Che cos'ha detto, esattamente?- chiese.

Bokuto fece le spallucce, triste.

-"Non hai bisogno di giustificarti, ho solo dato retta ad Oikawa-san" e "ti prego di scusarmi".-

Gli occhi dorati vennero coperti da un velo di amarezza.

-Sentito? Mi odia, Tetsu. Mi odia, e io sono così dannatamente innamorato!-

Kuroo sorrise inconsapevolmente a quell'ultima costatazione.

-Non penso che ti odi. Credo solo che Oikawa abbia combinato un'altra delle sue.-

Bokuto inarcò un sopracciglio. -Per esempio?-

-Non sono un indovino, Bo. Perchè non glielo andiamo a chiedere?-

Lo scudiero sbuffò, ma si sistemò in piedi.

-Sembra che tu stia aspettando la scusa perfetta per litigare con lui.-

-Mi ferisci.- ridacchiò Kuroo -Non ho bisogno di una scusa per litigare on Oikawa.-

Sul volto di Bokuto tornò a regnare il sorriso, e Kuroo si ritenne soddisfatto.

×××××

La temperatura esterna era più accettabile di quanto Kenma fosse pronto a sopportare.

Mentre Akaashi rigirava tra le dita il suo ciondolo, con impazienza, il ragazzo immaginò come dovesse apparire la vasta distesa di grano nelle giornate estive.

Il sole sarebbe sorto ad est, conferendo un'aria misteriosa e vagamente inquietante al paesaggio.

Forse, il frumento dorato mosso dal vento avrebbe fatto da contrasto alla presenza statica e incombente della città.

-Mi piace questo posto.- Akaashi ruppe il silenzio.

Kenma si appoggiò al muro della casa, dando le spalle agli interni.

Esisteva un unico ingresso frontale, che i due ragazzi stavano sorvegliando da una decina di minuti.

L'orizzonte si era fatto scuro e Akaashi aveva appena acceso una torcia.

-Come mai?- chiese Kenma.

-E' bello isolarsi per un po'. Distaccarsi dalla civiltà, di tanto in tanto.-

-Ti ricorda casa?-

Akaashi aspettò qualche secondo prima di rispondere.

-Non proprio. Le scuderie sono molto frequentate. C'è sempre un via vai di gente.-

-La vita di campagna è monotona. Io e Kuro siamo stati fortunati, quando ci siamo imbattuti in Yaku.-

-Il proprietario della locanda?-

Kenma annuì. -Mi ha offerto un lavoro, e sono riuscito a guadagnare un salario fisso anche per Kuro.-

-Credi che perderete il lavoro? Insomma, siete scappati senza fornire alcuna spiegazione.-

-Non lo so. Mi auguro che Yaku possa capire. Sempre che torneremo nella capitale tutti interi.-

Akaashi non disse nulla.

-La tua famiglia?- fece Kenma -Non ti manca?-

-Un po'.- la presa sul medaglione si fece più stretta. -Sento la mancanza di mia madre ogni giorno, a dire il vero.-

-E tuo padre? Che tipo è?-

-Lui è...- Akaashi si bloccò -è senz'altro un tipo. Perchè tutte queste domande? Non sei il genere di persona a cui piace portare avanti una conversazione.-

Kenma strinse i pugni.

Aveva appena scovato il tassello mancante.

-Sai, Akaashi.- disse, lentamente. -Hai detto di avere una famiglia, la prima volta che ci siamo conosciuti.-

Il ragazzo, al suo fianco, si irrigidì.

-Dove stai andando a parare?-

-Sto solo verificando che le parole che ti sei lasciato suggire con Bokuto, nella foresta dell'Ahuiztol, siano veritiere. Perchè lì, invece, hai affermato di essere orfano.- riprese, sfidandolo con lo sguardo. -E di non avere fratelli.-

Kenma poteva leggere l'evidente terrore negli occhi del suo compagno.

La paura aveva invaso ogni cellula del suo corpo.

-Che diamine vorresti...-

-Ora proverò ad indovinare una cosa.- lo interruppe, e il ragazzo deglutì rumorosamente.

Lo aveva messo con le spalle al muro.

-Sono circa.... otto anni che il Re e la Regina del Fukurodani non si muovono dal loro castello, dico bene?-

La faccia di Akaashi aveva assunto una sfumatura cadaverica.

-Allora.- continuò, senza perdere la determinazione. -Ci ho preso, Vostra Altezza?-

   
 
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