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Autore: My Pride    06/05/2022    1 recensioni
~ Raccolta Curtain Fic di one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon + Bat&Super family ♥
» 79. With all my life
Le note di Jingle Bells risuonavano a ripetizione negli altoparlanti del centro commerciale e diffondevano quell’aria natalizia che si respirava in ogni punto della città di Gotham, dai piccoli magazzini, negozi di alimentari e ristoranti ai vicoli che circondavano ogni quartiere.
[ Tu appartieni a quelle cose che meravigliano la vita – un sorriso in un campo di grano, un passaggio segreto, un fiore che ha il respiro di mille tramonti ~ Fabrizio Caramagna ]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Generations (Time happens, but love doesn't) Titolo: Generations (Time happens, but love doesn't)
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: 
One-shot [ 1201 parole fiumidiparole ]
Personaggi: 
Clark Kent, Bruce Wayne, Dick Grayson (citati Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent, Thomas Kent-Wayne & Johnny Grayson)
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life, Fluff
Avvertimenti: What if?, Slash
May I write: 3. Anzian* || Bonus immagine


SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved
.

    «Avresti mai pensato che sarebbe andata a finire così?»
    La domanda di Clark ruppe lo strano silenzio che si era venuto a creare, distogliendo Bruce dai propri pensieri.
    Quel fine settimana era stato Dick, tornato a Gotham da Bludhaven in compagnia di suo figlio Johnny, a proporre di andare in campeggio come ai vecchi tempi, chiamandola scherzosamente una “cosa tra uomini”. Bruce non era stato molto convinto, ma il pensiero di poter passare un po’ di tempo con figlio e nipote non gli era dispiaciuto affatto, in particolar modo quando anche Clark aveva accettato di buon grado l’invito; Dick era riuscito a convincere anche Damian - per quanto quest’ultimo avesse insistito col dire di essere stato costretto -, soprattutto quando Tommy aveva cominciato a saltellargli intorno con fare esaltato al pensiero di andare in campeggio con zii e cugino.
    Quando avevano caricato ogni cosa e infine erano giunti a destinazione, Bruce, doveva ammetterlo, era rimasto a sua volta colpito quando la superficie del lago si era parata davanti a loro, brillante sotto la luce del sole che l’aveva fatta risplendere come fosse stata tempestata di piccoli diamanti. Tutto intorno, coi lunghi tronchi dai rami sottili, alberi dalle chiome arancioni e dorate l’avevano parzialmente nascosto alla vista, ma non abbastanza da privarli del piacevole contrasto dell’azzurro su cui si riflettevano.
    Erano stati proprio i due Kent a piantare le tende sotto supervisione di Dick, per quanto Damian avesse detto la sua a riguardo nel bisticciare animatamente con Jon. La vista aveva fatto sorridere Bruce, che si era limitato a scuotere la testa prima di essere letteralmente catturato dai nipoti, che lo avevano trascinato verso la barca e incitato a fare un giro; da uomo di mondo non si era fatto abbindolare dai loro occhioni dolci ed era stato irremovibile, motivo per cui, quando erano tornati a riva dopo aver fatto mezzo giro del lago, aveva ignorato lo sguardo scettico di Damian e aveva sistemato lui stesso il tavolo da pic nic al centro del loro bivacco, facendo letteralmente finta di niente.
    Adesso che se ne stava seduto su un tronco in disparte in compagnia di Clark, con un tazzone di caffè in mano e lo sguardo fisso sui bambini intorno al fuoco che ascoltavano rapiti il modo in cui Dick raccontava storie, Bruce ci aveva messo un po’ a recepire bene la domanda, perso ad osservare anche il volto rilassato di suo figlio Damian poggiato con la testa contro la spalla di Jon. Stavano sorridendo entrambi e di tanto in tanto si scambiavano qualche parola, ma Bruce riusciva benissimo a vedere, anche grazie alla luce del falò, il luccichio innamorato negli occhi di Jon. Da quando erano ragazzini ne avevano fatta di strada, avevano affrontato molte sfide e momenti bui, ma vederli lì, sereni e in pace con loro stessi, faceva battere il cuore di Bruce. Non avrebbe potuto sperare futuro migliore per suo figlio.
    Bruce scosse la testa, ma non distolse lo sguardo dalla scena che aveva davanti. «Io e te a bere caffè in riva al lago?» domandò con un pizzico di sarcasmo, e Clark rise di gusto.
    «Con i nostri figli che stanno per sposarsi».
    «Si sono scambiati degli anelli benedetti da una dea, quindi tecnicamente sono sposati da undici anni».
    «Tecnicamente lo saresti anche tu con Talia se vuoi contare solo la parola data».
    Bruce storse il naso a quella logica schiacciante, sorseggiando il proprio caffè. «Touché», affermò nel rilassare le spalle e far scivolare lo sguardo sulle dita della coppia. Gli anelli d’oro luccicavano al calore delle fiamme, e Bruce ancora stentava a credere che Jon avesse forgiato il proprio con la kryptonite dorata. Era stata una decisione che aveva lasciato tutti di sasso, ma nessuno aveva criticato la sua scelta. Ma chi avrebbe mai avuto il coraggio di criticare una scelta fatta per amore? «Da un romantico come tuo figlio dovevo aspettarmi una vera proposta, prima o poi».
    «È stata anche un po’ un’idea di Tommy, lo sai».
    «Quel bambino ha dieci anni ma riesce a muovere mari e monti».
    «Su questo ha sicuramente preso da Damian», scherzò Clark, e Bruce sbuffò.
    «A te fa solo ridere il pensiero che mi abbia puntato una lama alla gola a quell’età e che mi abbia detto “Padre, ti credevo più alto”».
    «A mia discolpa… non capita tutti i giorni di sapere che Batman è stato messo sotto da un bambino».
    Bruce gli rifilò un pugno su una spalla senza ripensamenti, salvo imprecare qualche attimo dopo e agitare la mano, ignorando la risatina di Clark. «Non so ancora perché ho accettato di venire in campeggio con te».
    «Perché ami i tuoi nipoti».
    «Con tutto il mio cuore», ammise. Dopo tutto il dolore che avevano affrontato, dopo il modo in cui tutti loro si erano sempre sacrificati, anteponendo la propria felicità al benessere altrui… quei momenti, quei ricordi, erano proprio la panacea di cui avevano bisogno. «Damian è tornato ad essere se stesso anche grazie a tuo figlio e a Thomas, e non li ringrazierò mai abbastanza».
    «Sai che non ce n’è bisogno, Bruce. Te lo direbbe anche Jon».
    «Lo so. Ma avevo davvero creduto che avrei potuto perdere Damian, che non sarebbe mai più riuscito a risalire a galla. E guardalo adesso». Gli occhi gli si inumidirono, ma fu col sorriso stampato sulle labbra che guardò il volto di suo figlio, che aveva ricominciato a discutere animatamente con Jon e ad agitare le braccia mentre lui faceva altrettanto, come se stessero cercando di avere ragione sull’altro. Stavano comunque sorridendo e anche Tommy e Johnny si erano gettati nello “scontro”, il che faceva ben capire il tono scherzoso della conversazione. «Sono così fiero di essere suo padre, Clark. Sono fiero di essere il padre di tutti loro».
    Clark lo aveva osservato per tutto il tempo con estrema attenzione, e non poté proprio fare a meno di sorridere a propria volta nel vedere il modo in cui gli occhi di Bruce sembravano lucidi e languidi d’amore. Quell’amore che andava ben oltre le linee di sangue, l’amore di qualcuno che aveva perso tanto e che alla fine aveva conquistato tutto tra dolore e lacrime. «Non ti ho mai sentito parlare così». disse in tono dolce e comprensivo, e Bruce sbuffò ilare.
    «Alfred dice che mi sono ammorbidito».
    «Lo dice solo per salvare la tua facciata da “oscuro apostolo della giustizia”, perché sei sempre stato un tenerone.- sghignazzò Clark. «La verità è che stiamo diventando vecchi, Bruce», ironizzò, venendo fulminato seduta stante.
    «Parla per te».
    «Ehi, voi due!» esclamò Dick, sovrastando il finire dei grilli e il richiamo degli uccelli notturni. «Vi decidete ad unirvi a noi, o voi anzianotti avete dimenticato come si fa baldoria?»
    Clark e Bruce sollevarono le sopracciglia nello stesso istante e si gettarono un’occhiata, ma fu proprio Bruce a grugnire qualcosa qualche secondo dopo. «L’hai sentito?» domandò in tono incolore, battendosi le mani sulle cosce prima di alzarsi in piedi. «Mostriamo a questi ragazzi come si fa».
    «Batman e Superman di nuovo insieme?» sghignazzò Clark, e Bruce, con un luccichio negli occhi, sollevò un angolo della bocca in un sorriso sardonico.
    «I migliori del mondo».






_Note inconcludenti dell'autrice
Storia scritta per il quinto giorno dell'iniziativa #mayiwrite indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom  
Volevo mostrare il cambiamento delle generazioni attraverso gli occhi di Bruce e Clark, che qui hanno ormai abbandonato il mantello e non sono più Superman e Batman (i ruoli sono finiti nelle mani di Tim e Conner), ma si godono semplicemente del tempo con la loro famiglia e soprattutto con i loro nipoti. Mi piaceva l'aria un po' nostalgica che si sarebbe potuta sentire nelle loro parole, quindi eccoci qua
Oh, la frase di chiusura si rifà ad uno dei fumetti che vedono per l'appunto Batman e Superman come protagonisti, ovvero World's Finest, praticamente il loro motto
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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