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Autore: Albascura_    08/05/2022    3 recensioni
Sakura prese coraggio e finalmente, con lo sguardo puntato verso le lenzuola, sputò il rospo: “Sasuke-kun… La prossima settimana ci saranno i fuochi d’artificio e mi chiedevo… Ecco vorresti venire a vederli?” Terminò tormentandosi le mani. Non aveva aggiunto - con me - perché era ovvio, dannazione!
Sasuke la guardò dritta in faccia, il volto una maschera di cera. Dopo diversi secondi, chiese freddamente: “Ci sarà anche Naruto?”

[SasuNaru][Onesided SakuSasu][Onesided NaruSaku][Canonverse][Ep. filler 306: "Gli occhi del cuore"]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Kidfic, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Dopo la serie
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HANABI
 
Sakura bussò alla porta della sua stanza d’ospedale e la varcò senza aspettare una risposta. Non indossava il coprifronte e nelle mani stringeva una bento box. 

“Sasuke-kun! Buongiorno!” esclamò con un sorriso raggiante e un lieve rossore sulle guance. “Ti ho portato il pranzo. Stai tranquillo…” lo anticipò risoluta, “Stavolta lo ha preparato mia madre.”

Sasuke internamente tirò un sospiro di sollievo: il bento di Sakura, il giorno precedente, per poco non lo faceva cambiare di reparto. Esternamente si limitò a salutarla con un cenno disinteressato del capo e tirarsi seduto sul letto. 

La ragazza si accomodò su una sedia accanto al suo capezzale, gli porse il contenitore e un paio di bacchette e, torturandosi l’interno della guancia per non parlare, semplicemente lo guardò mangiare: riso bollito, takoyaki e sardine con ume e zenzero.

Quando ebbe finito, Sakura prese coraggio e finalmente, con lo sguardo puntato verso le lenzuola, sputò il rospo: “Sasuke-kun… La prossima settimana ci saranno i fuochi d’artificio e mi chiedevo… Ecco vorresti venire a vederli?” Terminò tormentandosi le mani. Non aveva aggiunto con me perché era ovvio, dannazione!

Sasuke la guardò dritta in faccia, il volto una maschera di cera. Dopo diversi secondi, chiese freddamente: “Ci sarà anche Naruto?”

A sentir questa domanda, a Sakura prima gelò il sangue nelle vene, poi lo stesso divenne incandescente. Così, reprimere la voglia di menar le mani, e di allungare il soggiorno in ospedale di Sasuke-kun, richiese tutto il suo autocontrollo.

Prese un profondo respiro e con un sorriso furente confermò: “Ma certamente! Devo ancora chiederglielo ma sicuramente Naruto-kun sarà felice di accompagnarci.” 

Sasuke ripose la bento box sul comodino, si distese di nuovo sul letto e voltandosi le diede le spalle. “Se sarò guarito verrò. Ora lasciami solo, devo riposare.” E dalla sua direzione non provenne altro suono.

Sakura, mentre sbolliva la rabbia ed escogitava un piano per uscire da quell’impasse, rimase a fissare la sua schiena immobile per qualche minuto. Poi sospirò sconsolata, raccolse le sue cose e uscì, stando ben attenta a chiudersi la porta alle spalle senza fare rumore.

Non c’era altra soluzione: avrebbe invitato anche quel baka di Naruto e avrebbe anche trovato qualcuno che se lo sorbisse al posto suo, così da potersi godere la serata con il suo adorato Sasuke-kun. Aveva già qualcuno in mente: così, ottimista, si diresse a passo di marcia verso la tenuta degli Hyuuga.
 
***

Alla fine, con grande disdetta di Sakura, Hinata non aveva potuto partecipare e il team 7 si godette in intimità lo spettacolo pirotecnico in onore della Godaime Hokage. 

In realtà li aveva accompagnati anche il maestro Kakashi, forse per essere sicuro che i due genin non si accoppassero alla prima scaramuccia, ma, forse constatando che almeno per quella sera non ci fosse pericolo, alla prima opportunità era svanito nel nulla.  

Avevano passato una bella serata: il cielo era sereno, tirava un venticello tiepido e delicato, l’aria era piena dei rumori della festa – risate, musica, sospiri di stupore, fischi e scoppi dei fuochi d’artificio. Avevano trovato un posticino un po’ defilato rispetto alla calca, vicino al fiume. Così avevano potuto ammirare un doppio spettacolo: le esplosioni nel cielo e il loro riflesso luccicante sulla superficie dell’acqua. Era stato semplicemente bellissimo.

Quando anche l’ultimo scintillio si diradò e nel cielo rimase solo oscurità, i tre ragazzi distolsero lo sguardo dalla volta celeste quasi a malincuore.

La kunoichi fu la prima a salutare, i suoi genitori erano dei veri rompiscatole e si era già fatto parecchio tardi. Diede un abbraccio affettuoso a Sasuke, che lo ricambiò rimanendo immobile e rigido come uno stoccafisso, e uno scappellotto a Naruto, che al contrario si lamentò e cercò di rubarle un bacio sulla guancia.

Guardarono la figura della compagna sparire dietro una curva e poi anche i due ragazzi si misero in marcia.

Fecero un po’ di strada insieme, Sasuke in silenzio, Naruto blaterando non stop di quanto fossero stati belli, colorati, entusiasmanti, rumorosi, sorprendenti e soprattutto romantici i fuochi d’artificio, e di come la presenza del moro avesse rovinato quel suo momento poetico e magico con Sakura-chan. 

Sasuke non sbuffò, non si lamentò, non lo contraddisse e si limitò a continuare a camminare a fianco a lui, le mani in tasca e la schiena dritta.

Approfittò di un raro momento di silenzio del biondo per entrare nella conversazione – nel monologo – e senza alcuna inflessione nella voce disse: “Ti accompagno a casa.”

“Temeeee so andarci anche da solo sai?” sbraitò il biondo, gonfiando le guance.

“Non ho mica detto il contrario.” Replicò stranamente paziente.

“Allora perché mi vuoi accompagnare?” Naruto gli si parò di fronte, le mani ai fianchi e uno sguardo accusatorio.

Sasuke lo aggirò senza mostrargli la minima considerazione e continuò a camminare, ma lentamente, per non lasciarlo indietro.

Il biondo quel particolare non lo notò, ma si riscosse e gli corse dietro strepitando. “Vuoi per caso passare del tempo con me?” lo pungolò.

“Non ho detto neanche questo.” Glissò nascondendo un mezzo sorriso. 

“Temeeee!” gridò, agitando i pugni verso il cielo, “Io proprio non ti capisco!”

“E’ perché sei scemo.” Constatò, annoiato di dover sottolineare l’ovvio.

“Aaaaargh! Fermati che ti pesto!!!” Il biondo lo rincorse e lo acchiappò. Volarono pugni, calci, kage bushin, perfino qualche shuriken. Quando Sasuke per poco non diede fuoco ad un’abitazione civile con il katon gokakyu no jutsu, entrambi decisero che se ne erano date a sufficienza e chiamarono una tregua.

Ripresero a camminare verso casa di Naruto. 

Ancora ansante, il moro domandò: “Ti dispiace che Hinata non sia venuta con noi?”

“Certo dattebayo!” Naruto rispose senza esitazione, “Hinata è una nostra compagna e mi dispiace che non si senta bene!”

“Non è quello che ti ho chiesto, dobe.” 

“Davvero?” Si grattò la testa imbarazzato. “Allora non ho capito, hehe.”

“Te lo chiedo in un altro modo così magari ci arriva anche uno scemo come te: ti dispiace che fossimo solo noi del team 7?” 

“Aaaaaah! Certo che no, dattebayo!!! L’importante è che ci fosse Sakura-Chan,” esclamò sognante, “e se per avere lei devo sopportare il tuo muso lungo, mi sta bene.”

“Usuratokachi.” Lo apostrofò senza troppa convinzione. Rimase in silenzio per un po’ e poi, come se gli costasse una certa fatica, aggiunse: “É lo stesso per me…” teneva lo sguardo stranamente puntato verso il basso e le mani sprofondate nelle tasche, “se per avere te devo sopportare le moine di Sakura mi sta bene.” Terminò in un soffio.

Il biondo rimase interdetto. “Che stai dicendo teme?”

“Proprio quello che ho detto, dobe.” Affermò, sollevando lo sguardo e puntandolo risoluto verso quello sperduto del compagno.

Naruto lo sostenne per qualche istante, poi agitò il capo come a voler scacciare un pensiero molesto e con un balzo lo anticipò di qualche passo. Parve stranamente concentrato. Sasuke pensò che non serviva lo sharingan per vedere gli ingranaggi del cervello di Naruto girare vorticosamente, incepparsi, ripartire per incepparsi ancora. Avrebbe riso se non avesse avuto un contegno da mantenere.

“Allora…” concluse il biondo dopo un’interminabile quanto insolito silenzio, girandosi verso di lui e continuando a camminare all’indietro, “la prossima volta lasceremo a casa Sakura-chan. Andremo noi due.”

Sasuke, concentrandosi sul calciare i sassi che incontrava sul cammino, evitò il suo sguardo fingendo noncuranza. “Va bene.”

“E prima della festa andremo da Ichiraku e offrirai tu!” Continuò Naruto ridacchiando soddisfatto.

“Non ti allargare, dobe!”

“Non te ne dimenticare: per me è una promessa e io-”

“Mantieni sempre le promesse perché è il tuo nindo. Si lo sappiamo.” Lo interrompe sbuffando, il cuore leggero come una nuvola.

“Temeeeee vieni qui che ti spacco la testaaaa!”

E si rincorsero menando le mani verso la luna piena.
 
***

I due uomini, avvolti nei rispettivi mantelli – uno bianco e uno nero -, stavano in piedi uno accanto all’altro ai margini della terrazza, i gomiti appoggiati al parapetto.

“Quanti anni sono passati dall’ultima volta?” Naruto chiese ad alta voce, ma la sua era una domanda retorica: conosceva con precisione la risposta.

“Decisamente troppi.” Fu la risposta che ottenne dall’altro.

“E per colpa di chi, teme?” lo provocò, senza una reale insofferenza nella voce.

“Non ricominciare, Bakakage.”

Risero entrambi. I bei tempi dell’esame dei chunin sembravano l’altro ieri di una vita fa. Anche stavolta era una bella serata: il cielo era sereno e tirava un venticello tiepido e delicato. Lo spettacolo pirotecnico annuale sarebbe iniziato a breve, e nell’aria di festa si potevano respirare impazienza e gioiosa aspettativa.

“Finalmente riesco a mantenere la mia promessa. Non me l’hai resa facile, ma come vedi eccoci qua.” Naruto sorrideva sereno e l’azzurro dei suoi occhi era sgombro da qualsiasi turbamento.

“Dov’è tua moglie?” Sasuke se lo lasciò scappare dalle labbra e così come lo disse, se ne pentì. Ma era più forte di lui: gli rodeva dentro come un parassita insaziabile. Non sempre riusciva a domarlo.

“Insieme alla tua.” Rispose l’Hokage seccamente, come a volergli far intendere di lasciar cadere l’argomento. Ne avevano già discusso più che a sufficienza. 

“Sai, è abituata a venirci da sola con i bambini. Io non l’ho mai accompagnata.” Chiarì.

Sasuke lo guardò interrogativo. 

“Non ci ho mai mandato nemmeno un clone.” Aggiunse.

Una consapevolezza pesante si fece strada in lui, “…la prossima volta andremo noi due?” domandò il moro, citando un ricordo antico.

“Esatto. Non vedo i fuochi d’artificio da sedici anni. Per aspettare te.”

Sasuke si sentì come se qualcosa gli stesse stringendo in una morsa la gola, gli occhi, il cuore.

“Mi dispiace” sussurrò sincero, con un filo di voce.

“A me no.” Negli occhi del biondo non c’era un briciolo di malinconia né di rimpianto.

In quelli di Sasuke, invece, c’erano entrambe e molto, molto di più.

“Sasuke… Non siamo più gli stupidi che eravamo da bambini. Quella voce che ci dice che è sbagliato, che siamo sbagliati… Non ascoltiamola, è una stronza.”

Una scia dorata attraversò l’oscurità con un fischio e il primo fuoco d’artificio sbocciò come un fiore al centro del cielo. Lo spettacolo iniziò e la volta si tinteggiò di mille colori e scintillii. Nel trambusto generale - scoppi, sospiri meravigliati, applausi elettrizzati, gridolini di stupore - tutto il villaggio aveva il naso rivolto all’insù ad ammirare lo spettacolo.

Nessuno fece caso ai due uomini che, mano nella mano, non guardavano più i fuochi ma si guardavano l’un l’altro. 


*^*^*^*^*^*^*^*^*
Buonasera amici e amiche! Se siete arrivati fin qui vi ringrazio!
Questa storia partecipa alla challenge #MayIWrite #day4 del gruppo FB 
Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom.
E' nata dopo la visione dell'episodio filler 306, in cui Sakura cerca di organizzare senza successo un appuntamento doppio SasuSaku/NaruHina per vedere i fuochi d'artificio in onore dell'insediamento di Tsunade nel ruolo di Quinto Hokage.
Chiaramente i suoi piani non sono andati in porto e io ci ho ricamato un bel po' sopra :-)
Il risultato devo dire che mi piace e non è stato un parto, si è scritta da sola, e per colpa sua ho messo in pausa altri due progetti che mi stanno mettendo molto più in difficoltà.
Se avete la pazienza di darmi un riscontro sappiate che sarà molto molto molto apprezzato!

 
xoxo albascura
 
   
 
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