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Autore: SerenaChichi    09/05/2022    2 recensioni
“Poi, come improvvisamente rianimato da una scarica elettrica, riprese a battere scellerato, oltrepassò la gola, arrivando dritto fino al cervello. Ogni rumore divenne ovattato e la temperatura esterna percepita si aggirò di colpo intorno ai cinquanta gradi centigradi. Spalancai gli occhi e, nonostante la vista appannata, riconobbi immediatamente quel lembo di stoffa blu, contornato dal famigliare tessuto arancione.
Era lui, era Goku… Così tanto vicino, da poterne sentire l’odore.“
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: 18/Crilin, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 7



Il buongiorno si vede dal mattino



Salve.”

Per poco non riavvenne la brutta figura del giorno prima. Ero rimasta imbambolata, assumendo nuovamente quell’espressione da miracolata. Quando avrei smesso?

Perché quella faccia? Ti dovevo un cappuccino, no?”

G-già… E io che pensavo lo avesse detto per educazione! Sciocca, è? Con gli occhi sgranati, riuscii a deglutire molto a fatica. La salivazione mi aveva per l’ennesima volta abbandonata, disgraziata! Senza rendermene conto, iniziai a squadrarlo dalla testa ai piedi, le mie pupille si spostavano impazzite, consumandolo con gli occhi. Quanto era bello… Questo sì, che era un buongiorno!

Il mio buongiorno.

Senta!” Fortunatamente, alzò la voce per farsi sentire dal barista e questo riuscì a riportarmi alla realtà, ultimamente stavo viaggiando decisamente troppo con la fantasia. “Potrebbe prepararne un altro? Magari con aggiunta di panna, grazie!” Sghignazzò, strizzandomi un occhio “Vogliamo sederci?”



L’unico rumore, che riecheggiava nell’aria, era il risucchio emesso da Goku con la sua cannuccia. Chiunque l’avrebbe trovato di cattivo gusto, disdicevole, ma il mio cervello, totalmente scimunito, ringraziava fosse così impegnato.

Stavo facendo colazione con Goku… Con GOKU! No, dico, vi rendete conto?! Stentavo ancora a crederlo, anche perché, non so, ma pensarlo in un bar, mi risultava strano! Soffocai una risatina timida e sorseggiai il cappuccino. Ci eravamo seduti su di una panchina, l’aveva scelta lui, poco distante dalle aiuole. Il patio esterno della Capsule Corporation era stupendo, ricco di fiori e di alberi da frutto molto particolari e mai visti prima. Avevo fissato lo sguardo su un piccolo passerotto intento a beccare delle briciole al di sotto di una sedia, cercando di sopportare il pesantissimo imbarazzo, nonostante fossimo separati da quasi un metro di distanza. Eh, sì, perché grazie al mio stupido essere, mi era impossibile stargli più vicino. Ero rannicchiata in un angoletto, le spalle curve e la bevanda strettissima tra le mani. Sentii spostare la sua attenzione su di me e ciò rese tutto ancora più dannatamente difficile.

Cosa devo fare per farti parlare?”

Il sorso mi andò quasi di traverso. Me la cavai con qualche colpo di tosse.

Non sarà mica che ti vergogni di me… Di me?”

Dio, quel di me, lo aveva sottolineato con un timbro di voce così dolce, da mandarmi letteralmente in tilt! Ma aveva ragione e sono più che convinta che se ne fosse accorto dai battiti del mio cuore, talmente impetuosi, da essere udibili e visibili attraverso lo sterno. Accennai un sorriso e scrollai la testa. Non potevo continuare a tenere questo comportamento, era giunto il momento di farmi forza e prendere il giusto coraggio. E, stavolta, davvero. “Beh, ecco, no… E’ che, in realtà, sono ancora frastornata. Non mi aspettavo il tuo arrivo…”

Ah, se disturbo, me ne vado.”

NO! C-cioè, volevo dire, tranquillo… Tanto non ho un orario preciso per iniziare a lavorare.” Se provi ad andartene, t’ammazzo. “Ma… Più che altro…” Corrucciai lo sguardo, inclinando la testa da un lato. “Da quando in qua, vai in giro con i soldi?” Non lo so, ma fu più forte di me. Un’immagine del genere mi risultava talmente assurda e inusuale, che riuscii a stento a trattenere una risata! Mi guardò confuso, sbattendo più volte le palpebre.

Che c’è di strano? Come faccio a fare la spesa?”

Ah, è vero, a questo proprio non ci avevo pensato! Risi ancora, stavolta con imbarazzo, ma almeno smorzai un poco la tensione. “Hai ragione, che idiota. Comunque, grazie.”

Urca, quanto sei lenta! Hai ancora mezzo bicchiere!”

Hey, non mi chiamo mica Goku!”

Eheheh” Si grattò la testa, ridacchiando con un velo di rossore sulle gote.

Bevvi un altro po’ e puntai lo sguardo verso le grandi porte di vetro scorrevoli, che di tanto in tanto, si aprivano al passaggio dei clienti. “Certo che, sei incredibilmente ostinato. Pur di sapere qualcosa, stai perdendo tempo con me… In questa maniera, per giunta.” L’ultima frase la calcai alzando la mug da trasporto nella mia mano.

Tanto non arriverò da nessuna parte, vero?”

No.” Sorrisi e lo vidi scuotere la testa. “Ma non ti ho mentito. Sto sognando esattamente dove ora è giunta la storia, mi dispiace.”

Mmm, no, dispiace più a me, fidati!”

A quel punto, forse come segno di arresa, aprì le braccia, e appoggiandole ai bordi dello schienale, assunse una posizione più comoda e mi stupì. Non sembrava affatto l’atteggiamento di qualcuno intenzionato ad andarsene. Ma… Perché trattenersi, ancora?

Posso farti una domanda?” Per quale motivo hai sperato di finire nel nostro mondo? Cosa ti ha spinto?”

Tu.

Beh, nonostante tutto, il mio cervello aveva conservato un briciolo di autonomia. Mi passai una mano dietro il collo e, nervosamente, inghiottii il nulla. “I-io… Ecco… La-la vostra storia. V-voi tutti.” Eccomi di nuovo a balbettare! Quella specie di intraprendenza, straordinariamente ottenuta, era magicamente scomparsa, lasciandomi in balia delle molteplici emozioni. Brava Serena.

Lo guardavo e la sua espressione era indecifrabile, incomprensibile… Chiusi gli occhi e, dopo un instante, li riaprii. “Non mi credi, è?”

Mmm, no.” Ridacchiò. “Ma farò finta di farlo. Mi stai simpatica, sai?”



……………



Uffa, non ne posso più!” Bulma era sfinita e sull’orlo di una crisi di nervi. Aveva cominciato a lavorare da poco più di un paio d’ore e il massimo della sopportazione era già arrivato alla vetta più alta. Si accasciò stancamente sulla poltrona di pelle. Voleva morire.

-BEEP-

L’interfono risuonò, per la miliardesima volta. “CHE C’E’ ANCORA?!”

Sc-scusi capo, u-un agente della polizia vorrebbe parlare con lei. Lo faccio passare?”

Polizia?!”

D-dice di conoscerla, si chiama Crilin.”

Buttò la testa all’indietro. Quella sciocca della nuova segretaria le aveva fatto prendere un accidente! “Sì.” Maledetta.

Si può?” Due gentili colpi alla porta e una sorridente testa pelata fece capolino. “Che faccia! Ti senti bene?”

NO.” Sfilò una sigaretta dal pacchetto, prese l’accendino e si alzò bruscamente. Il passo per l’esaurimento era prossimo. “Scusami, Crilin, oggi è terribile!” Si poggiò con la schiena alla finestra e puntò il fumo verso lo spiraglio d’uscita.

Si vede.” Aveva un diavolo per capello! Il nuovo arrivato lasciò il casco sulla scrivania e si accostò all’amica.

Come mai sei qui?”

Ho una soffiata… Ovviamente, come sempre”

Acqua in bocca, sì.”

Mmm… In questura stanno facendo storie per i permessi che ha chiesto tuo padre… Non so se li accetteranno…”

COSA?! Qui si rasenta il ridicolo! Siamo l’industria tecnologica più importante del mondo e siamo ancora ridotti a questo?! STIAMO SCHERZANDO?!”

Crilin sbarrò gli occhi, indietreggiando automaticamente di qualche passo. Forse, avrebbe dovuto scegliere un momento migliore. Portò le mani avanti, cercando sfiduciato di calmarla. “I-io ho solo riportato ciò che ho sentito, v-vedrai che glielo concederanno!”

CONCEDERANNO?!”

Bene, di male in peggio! Si grattò una tempia e si sedette a gambe strette sul divanetto blu, vicino a lei. Quella donna diventava una belva quando le girava storto… Altro che Chichi! Giusto! Una curiosità gli balenò in testa, trovando così un sotterfugio per cambiare discorso. “A proposito, Goku?”

Bulma espirò una boccata di nicotina e alzò un sopracciglio. “A proposito?”

S-sì, eheheh!” Che babbaleo. “L’ho visto molto interessato a Serena, è convinto sappia - perché ridi?”

Beh, giusto il giorno prima era apparso davanti ai suoi occhi, pronto per andarle a fare il terzo grado! Sospirò. “Secondo te, dove era il tuo caro amichetto, ieri? Considera che quando sono passata per sapere, poco dopo che se ne era andato, Serena era stravolta! Povera ragazza…” Spalancò le pacche e si poggiò sul davanzale, volgendo lo sguardo verso il cielo terso.

Non si smentisce mai, l’avrà scioccata!” Crilin scoppiò a ridere. “”Quando si parla di nemici o avversari più forti, perde totalmente il lume della ragione. Già me lo immagino… Anzi, lo conosco talmente bene che mi sembra di sentirlo ridere!” Dondolò la testa con il sorriso ma, d’un tratto, la tirò su di scatto, incrociando gli occhi di Bulma, sgranati almeno quanto i suoi! Si fiondò ad affacciarsi e insieme abbassarono lo sguardo sul patio davanti al bar.

GOKU?!”



Eh sì, era proprio lui e rideva, pardon, ridevamo… E pure di gusto! Non so spiegarvi la ragione, ma essendo riuscita a prendere confidenza, avevamo iniziato a chiacchierare, finendo addirittura a ricordare i suoi aneddoti più divertenti!

Te lo giuro!”

Ma non è possibile!”

Le nuvole sono buonissime!”

Ti prego!” Mi asciugai gli occhi dalle lacrime. Mi stavo sentendo male, mi doleva la milza. “E comunque… Sei un mostro…” Lo vidi cambiare espressione.” Ti sei mangiato la nuvola Speedy!!!”

Speedy?”

V-volevo dire Kinto…” Non avrei mai imparato. “Te la sei mangiata!”

Urca!” Spalancò gli occhi incredulo. “E’ Vero! S-sono un mostro ahahahahah!” E le risate tornarono più fragorose di prima.



Sì, decisamente un meraviglioso buongiorno. Mai avrei immaginato potesse iniziare in questa maniera! Si stava così bene in sua compagnia. Smorzai progressivamente l’entusiasmo, rimanendo con un accenno di sorriso. Lo guardavo, cercando di apparire il meno coinvolta possibile. Era così… Così dannatamente Goku. Sospirai e mi alzai. Buttai il bicchiere nel cestino e mi voltai. “E’ meglio che vada a lavorare…Grazie per la divertente colazione.”

Grazie a te…” Lui non si alzò. Rimase seduto comodamente sulla panchina. Strizzò un occhio e ricambiò la mia espressione.

Ci vediamo… Goku.”

Annuì e quello sguardo enigmatico mi trattenne, ancora, per qualche istante. Chissà cosa stesse girando nella sua mente… Non si era convinto, ne ero certa. A testa bassa, raggiunsi le porte, che al mio arrivo si aprirono ed entrai nel bar. Feci qualche passo in balia dell’astinenza, bisognosa come non mai di risentirlo ridere. Mancava già come l’aria. Mi fermai poco prima dell’uscita, con l’irrefrenabile impulso di voltarmi, riposare gli occhi su quella panchina, di certo, ormai vuota… Inconsapevole, in realtà, che non lo fosse.

Due cristalli neri come la notte… Erano fissi su di me.







Buon lunedì!

Come annunciato ieri, nella mia one-shot dedicata alla “Festa della mamma” (Vi è piaciuta? Molto, molto easy ahahahah Comunque, chi non l’avesse ancora letta e fosse interessato a farlo, eccola qua: Dragon Ball, 'TEMA: alla mia mamma piace tanto...' di SerenaChichi su EFP Fanfiction ) ecco il nuovo capitolo… Piano, piano inizio a sciogliermi e a prendere confidenza con Goku… Ottimo! ahahahah

Spero tanto vi sia piaciuto e, come sempre, grazie a tutti di cuore!

Un abbraccio grande,

Serena <3







  
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