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Autore: eddiefrancesco    10/05/2022    0 recensioni
Dieci anni prima, Galen aveva lasciato l'Inghilterra per dimenticare la donna che lo aveva sedotto e abbandonato senza nemmeno una parola di spiegazione, portandosi via il suo cuore. Ora, diventato Duca di Deighton, è tornato per assumere i doveri che il titolo gli impone, prima fra tutti generare un erede. E la prima persona in cui si imbatte e proprio lei, Verity. Nel frattempo lei è rimasta vedova, scoprendo cosi che da quell'unica notte di passione trascorsa insieme è nata una bambina. Verity però...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cosi Sir Myron e I suoi ospiti si prepararono per la cena. Eloise prese il braccio di Myron, Galen scorto' Lady Mary, poi seguirono I Blackstone e infine Verity, da sola. Mentre la cena proseguiva con un numero impressionante di portate e diversi tipi di vino, Verity continuo' a desiderare di essere rimasta a casa. Ormai era certa che il Duca stesse corteggiando Lady Mary e che lei fosse piu' che incline ad accettare le sue profferte. Cerco' di rammentare a se stessa che non poteva permettersi di soffrirne. Lei e Galen non avrebbero potuto mai stare insieme, percio' doveva essere contenta di saperlo sposato a un'altra in grado di farlo felice. Non poteva fargliene una colpa se voleva una moglie e altri figli. Non poteva nemmeno colpevolizzare Lady Mary perche' era affascinata da lui, visto che anche lei provava gli stessi sentimenti. Essere li' con Clive e Fanny non faceva che accrescere il suo tormento. Il cognato chiacchiero' senza tregua profondendosi in un fiume di elogi per Sir Myron e la sua casa, per I suoi servitori e la cena, fino a quando Verity soffoco' a stento l'impulso irresistibile di ordinargli di stare zitto. Nel frattempo, Eloise continuava a parlare senza tregua a una apatica Fanny dei suoi autorevoli legami familiari. Verity provo' un tuffo al cuore sentendo il nome di Lord Langley, ma il momento successivo Eloise aveva gia' cambiato argomento. Nondimeno quell'accenno la aveva messa in estrema agitazione. Chissa' che cos'altro avrebbe potuto inavvertitamente dire la sua amica, offrendo cosi ulteriore materia per alimentare I sospetti del cognato. Sarebbe dovuta restare a casa! Avrebbe dovuto trovare un'altra opportunita' per parlare con Galen. Come se le sue ansie non fossero sufficienti, Lady Mary si informo' innocentemente degli affari di Clive Blackstone. «Cotonifici, Lady Mary» replico' l'uomo illuminandosi come se gli fosse appena stato conferito un premio. Non c'era alcun dubbio che fosse cosi, perche' gli era finalmente stata offerta l'opportunita' che aspettava da tutta la sera. «In precedenza mi occupavo della tessitura delle lane, adesso invece solo di cotone. Come continuo a dire a mia cognata, la tessitura e' il campo per eccellenza dove investire e non potrebbe esserci un momento migliore di questo per farlo.» «Io e la signora Davis-Jones stavamo parlando proprio di questo l'altro giorno, quando ho preso il te' da lei nella sua incantevole casa» dichiaro' Eloise. «Non mi avete detto niente» la rimprovero' Clive. «Non pensavo che la conversazione con una mia amica rivestisse alcun interesse per voi.» «Ti ricordi quel tipo che era nella nostra classe a scuola, quello con sei sorelle? Mi sembra che suo padre avesse degli interessi nei cotonifici» disse Myron rivolto a Galen. «Thompkins?» rispose lui mostrando solo un tiepido interesse. «Era da li' che veniva la fortuna della sua famiglia?» «Credo, o forse dalle spezie» replico' Myron inarcando le sopracciglia come per concentrarsi. «Non sarei affatto sorpreso se avesse fatto I soldi con il cotone» dichiaro' Clive. «Un piccolo investimento ora fruttera' di sicuro enormi dividendi in futuro.» «Confesso di non capire niente di affari» mormoro' Lady Mary guardando Galen con un sorriso timido. «Non ne avete bisogno» rispose lui con un amabile sorriso. Sir Myron si strofino' il mento con aria meditabonda. «Gli investimenti possono essere difficili da comprendere.» «Sarei felice di spiegarvi tutto quello che volete sapere» si offri' Clive. «E' davvero molto semplice.» Verity riconobbe il luccichio avido negli occhi del cognato. Non sarebbe stata sorpresa se fosse riuscito a persuadere Sir Myron a investire una somma considerevole prima della fine della serata. Concentro' la sua attenzione sul loro ospite. «Voi investite il vostro denaro e lui costruisce un cotonificio dove assumera' povera gente e anche bambini, che vi lavoreranno come schiavi per almeno diciotto ore al giorno e che avranno in cambio un salario da fame.» Le guance di Clive si imporporarono per l'irritazione, ma Verity non si lascio' impressionare. «Siete mai stato in un cotonificio, Sir Myron?» Lui sgrano' I suoi occhi bovini. «No, mai.» «Le condizioni dei lavoratori sono orrende» continuo' lei senza prestare attenzione al viso pallido di Fanny, all'espressione timida di Lady Mary ne' alla fronte corrugata di Eloise. «Sono stipati in quegli enormi edifici come animali e lavorano per lunghe ore nel caldo asfissiante senza un momento di pausa.» «Verity!» la mise in guardia Clive. Ma non aveva alcun diritto di zittirla. Galen accenno' un sorriso e lei si chiese se fosse di approvazione. Subito dopo si disse che non poteva pensare a lui in quel frangente. Era piu' importante che Sir Myron comprendesse che prendere parte agli affari di Clive significava molto di piu' che ottenere un potenziale profitto. «Non avevo intenzione di sollevare l'argomento, ma se Sir Myron sta pensando seriamente di investire nelle vostre fabbriche allora dovrebbe venire a conoscenza di tutti I dettagli.» «Lei vorrebbe che I proprietari facessero alloggiare gli operai in comodi palazzi e li nutrissero di ambrosia» commento' Clive in tono tagliente. «Io vorrei che ai vostri lavoratori venissero pagati salari decenti e avrei vergogna di arricchirmi grazie a un processo di sfruttamento che obbliga bambini piccoli come Jocelyn a lavorare giorno e notte in un ambiente malsano e rumoroso, senza poter respirare un filo di aria fresca.» «Avete delle idee molto chiare e le esprimete con estrema decisione» osservo' Lady Mary con tranquillo stupore. «Soprattutto per qualcuno la cui famiglia si e' arricchita con il traffico degli schiavi» scatto' Clive. Verity percepi' lo sguardo di Galen fisso su di lei e si senti' assalire da una violenta ondata di vergogna. «Quello che la mia cara cognata sembra dimenticare e' che noi paghiamo I salari e per farlo dobbiamo ottenere dei profitti. Inoltre I nostri operai non sono schiavi. Sono liberi di lasciare il lavoro in qualsiasi momento. Ce ne sono molti altri pronti a prendere il loro posto e non sarebbe cosi se le condizioni fossero davvero tanto orrende come lei afferma.» «Il signor Blackstone ha posto una questione essenziale» intervenne Sir Myron «Nessuno li obbliga a restare, dopo tutto.» «Nessuno offre loro un'alternativa decente» replico' Verity. Sentendo il bisogno di trovare un alleato, lei poso' istintivamente il suo sguardo serio su Galen. «Voi non avete espresso la vostra opinione, Vostra Grazia.» «Forse perche' non ne ho una» replico' lui in tono piatto. «Non mi sarei aspettata di sentire una cosa del genere da un uomo della vostra influenza.» Lui si appoggio' alla spalliera della sedia e la guardo' pensieroso. «Credete che io sia un uomo influente?» «Voi siete un Duca. Certo che lo siete. Non potete non essere d'accordo sul fatto che lo sfruttamento del lavoro di donne e bambini rappresenti una falsa crescita economica» insistette Verity senza nascondere il suo disappunto per quella risposta. «Concordo nel ritenere che lavoratori troppo giovani e mal pagati non possano dare una buona resa.» «Sia come sia, io non capisco tutto questo parlare di fabbriche e falsa economia e non credo che siano argomenti adatti a noi signore» disse Eloise alzandosi. «Lasceremo voi uomini a sorseggiare un bicchiere di brandy e a fumare un sigaro. Vero Verity, mia cara?» Termino' lanciando un'occhiata severa e penetrante all'amica che pero' non ne rimase minimamente impressionata. Le faceva piu' male la reazione di Galen alle sue parole e non provava piacere neanche per il fatto che il passato della sua famiglia fosse stato portato alla luce. Forse Galen Bromney non era l'uomo che voleva far credere di essere, penso' Verity, se non riusciva a comprendere le tremende condizioni dei lavoratori nei cotonifici o peggio ancora, se le comprendeva e non se ne curava.
   
 
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