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Autore: LadyYuna94    12/05/2022    1 recensioni
Durante l'ultima finale mondiale in Russia che vide i Bladebreakers vincitori, l'avvento del Team delle Tenebre ha gettato nel caos il mondo del Beyblade e non solo, seminando distruzione e morte. Da quel momento, ogni anno un Beyblader chiamato il Prescelto parte con quattro accompagnatori, definiti Guardiani, per un lungo viaggio europeo, il Cammino, che lo vedrà impegnato in dieci match volti a prepararlo a sconfiggere i quattro nemici sovrannaturali. Elena Tornatore, sorella minore del campione italiano Gianni, a dieci anni dalla comparsa dei blader della Morte, intraprende il Cammino scegliendo come suoi Guardiani gli ex campioni del mondo: Takao, Rei, Max e il Professor Kappa e parte alla volta dell'Egitto con il suo inseparabile Beyblade Vulpilyon.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Max Mizuhara, Nuovo personaggio, Professor Kappa, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 34:

Elena aveva un ricordo vago degli ultimi giorni, soprattutto del viaggio che l’aveva portata in Egitto insieme a ciò che era rimasto dei Bladebreakers.
Era una settimana che non faceva altro che allenarsi, mangiando poco e piangendo decisamente troppo, sperando che Takao, Max e il Professor Kappa non stessero troppo male a vederla in quello stato.
Non poteva farci nulla, fissava ogni mattina la sua immagine riflessa allo specchio e ripeteva a sé stessa che sarebbe andato tutto bene, che lei avrebbe completato la missione e che il sacrificio di Rei non sarebbe stato vano. Lo recitava come un mantra, esaminando il suo aspetto decisamente orribile che sembrava peggiorare di giorno in giorno.
La giovane aveva perso interesse per qualunque cosa, persino per sé stessa e i ragazzi ebbero la terribile sensazione che la perdita di Rei l’avesse messa troppo a dura prova, tanto da mettere a rischio l’esito stesso della missione per la quale lui aveva deciso di dare la sua vita.
Elena non parlava, neanche con i suoi Guardiani. Ricordava soltanto che la sera dell’incontro in Spagna, dopo aver lasciato la palestra ed essere tornati in albergo, si era chiusa in camera, si era seduta alla finestra con quel nuovo Beyblade stretto tra le mani e aveva pianto fino a quando non si era sentita sfinita. A quel punto aveva sentito Takao e gli altri entrare nella sua stanza e si erano seduti accanto a lei, in silenzio, mettendo le mani sulle sue a stringere quel Bey che conteneva lo spirito combattivo di Rei ed erano rimasti lì con lei per un tempo indefinito.
Neanche in quell’occasione, la Prescelta era riuscita ad esprimere la sua immensa gratitudine a quei ragazzi che ancora una volta avevano messo da parte loro stessi e il loro dolore nel perdere, per la seconda volta, un altro grande amico, anteponendo le priorità di Elena alle loro.
Atterrati nella capitale egizia, li aspettava un’altra ora di viaggio in pullman.
Nessuno sapeva con certezza dove si nascondessero i blader della Morte in attesa di nutrirsi della Prescelta e del suo Bit Power Supremo, ma chi aveva completato il Cammino prima di lei, aveva parlato di un luogo misterioso tra vecchie rovine, apparso quasi per magia nel deserto. A quel punto della missione, persino Takao che aveva sempre mostrato sicurezza, cominciò a vacillare, sforzandosi però di restare tranquillo per non agitare ulteriormente Elena. Era tutto nuovo anche per i Guardiani, loro che erano stati i primi e gli unici a sconfiggere quei mostri dotati di poteri sovrannaturali e si erano trovati, al contempo, completamente impreparati di fronte ai loro attacchi.
Takao lo aveva detto più di una volta che quella notte in Russia aveva avuto fortuna, ed Elena ci aveva creduto, finché non aveva stretto tra le mani il suo nuovo Beyblade, il suo Drigelyon e si era sentita invincibile. La Prescelta provò a immaginare se il suo Guardiano prima di lei avesse provato la stessa sensazione di onnipotenza quando era entrato in possesso di Dragooner, ma non ebbe mai il coraggio di chiederlo.
Elena si era semplicemente chiuse in sé stessa, in un mondo dove c’erano solo lei e il suo Beyblade, calandosi il cappuccio della felpa sulla testa e restando ad occhi chiusi, mentre il pullman della BBA li accompagnava in quell’ultima decisiva tappa, facendoli ballare parecchio per colpa delle strade dissestate e poco praticate.
Quando il sole stava ormai calando, in lontananza, Max e il Professore scorsero delle ombre in mezzo a tutta quella sabbia e pensarono di essere ormai vicini alla meta. Elena si avvicinò al finestrino e mise a fuoco quegli imponenti blocchi di pietra. Erano due sfingi, di cui una senza testa, vecchie quanto il mondo.
- Ci siamo- mormorò lei e i suoi Guardiani furono sollevati nel sentire di nuovo la sua voce, dopo un tempo che era sembrato infinito.
- Si fermi, per favore- ordinò Takao all’autista e quando il mezzo frenò, Takao si voltò dietro e guardò Elena.
- E’ la resa dei conti, Elena, questo è il momento per cui ti sei allenata costantemente, per cui tutti abbiamo fatto sacrifici, grandi e piccoli- cominciò Takao ed Elena fu grata di sentire un discorso motivazionale dall’ultimo campione del mondo di Beyblade. Ne aveva decisamente bisogno.
- Rendici orgogliosi, tutto il mondo oggi fa il tifo per te, è una grossa responsabilità, ma sono sicuro che tu puoi farcela- la rassicurò Takao
- Let’s rock, guys- li caricò Max ed Elena sorrise emozionata, chiedendo ai suoi Guardiani un ultimo grande abbraccio di gruppo.
I ragazzi la strinsero in una morsa d’acciaio e lei sentì di essere nel posto giusto con le persone giuste a darle coraggio.
Sentirli così vicini era come se Rei non se ne fosse mai andato e, anche se non lo aveva mai conosciuto davvero, poteva sentire persino Kei lì con loro.
Lo spirito combattivo di tutti i membri dei Bladebreakers era tutto racchiuso dentro l’anima di quella giovane blader italiana che aveva speso sangue, energie, lacrime e sudore per arrivare preparata all’incontro della sua vita.
Quando scesero dal pullman, si avvolsero tutti in dei grossi scialle per ripararsi dal vento che alzava la sabbia.
- Che bel posticino- commentò Takao ironico, avvicinandosi a quelle rovine che, viste a quella distanza, sembravano ancora più antiche.
- Credo sia di qua- propose il Professore, indicando una rampa di scale di pietra malconce e consumate dal tempo.
- Attenzione a dove mettete i piedi- li mise in guardia Max, indicando una fossa con dentro almeno una dozzina di bisce sibilanti.
Elena si sforzò di non dare di stomaco e continuò a camminare, aiutata da Takao a muoversi su quelle rovine.
Si ritrovarono sotto un grosso arco che dava in un’ampia sala con il tetto crollato per buona parte e con le pareti ricoperte di pittogrammi e affreschi tipicamente egizi.
I ragazzi si guardarono intorno rapiti, ma pur sempre circospetti. Quei mostri dagli occhi luccicanti sarebbero potuti piombare fuori da un momento all'altro.
- Chissà se qualche archeologo o storico conosce o ha mai visto questo posto- commentò il Professore, realmente interessato a quei disegni antichissimi, passando delicatemente un dito su uno degli affreschi rappresentante il dio Anubi.
- Lo so per certo- disse Takao, liberandosi dallo scialle.
- Lo ha scoperto mio padre- concluse serio, riconoscendo i disegni.
- Quindi, tu sapevi bene dove trovarli, giusto?- chiese Max, avanzando cauto attraverso quella sala
- Diciamo che ho sempre avuto una mezza idea- rispose Takao, continuando a guardarsi intorno.
Elena si fermò di colpo e chiese di fare lo stesso ai ragazzi, zittendoli.
- Lo sentite?- chiese Elena, mettendosi in ascolto.
La ragazza poteva sentire in lontananza quelle risate sinistre e crudeli che tormentavano i suoi incubi da mesi. Le avrebbe riconosciute ovunque.
- Tenetevi pronti- avvisò Takao, accorgendosi anche lui che quelle risate erano sempre più vicine, ma prima che potessero fare qualsiasi movimento o dire qualsiasi cosa, quattro paia di occhi dallo scintillio sinistro si materializzarono davanti a loro e delle forme scure vi si avvilupparono intorno.
Elena trasalì quando si trovò faccia a faccia con il Team delle Tenebre.
Quegli esseri sovrannaturali che lei aveva temuto e di cui aveva sentito parlare con orrore per tutta la vita erano finalmente davanti a lei.
Vlad, Jai, Kairone e Ozlav.
- Prescelta, pensavamo te la fossi data a gambe- cominciò il blader dagli occhi rossi e la faccia più pallida della luna ed Elena lo osservò in silenzio, con lo sguardo pieno d’odio.
- Ben ritrovati Bladebreakers, o meglio, quello che ne rimane- ironizzò Kairone, strappando risate sguaiate ai suoi compari. Takao serrò i pugni e tentò di dare addosso ai quattro, ma Elena lo fermò.
- Non cadere in provocazione. Avranno anche poteri sovrannaturali, ma sono dei coglioni, non li vedi?- disse lei con un sorrisetto sicuro e Takao le diede una pacca sulla spalla, stupendosi della freddezza e della superiorità che la sua protetta stava dimostrando in quell’occasione cruciale.
- Siamo rimasti in pochi è vero, ma siamo ancora vivi e con la stramaledetta voglia di annientarvi- disse Max, guardandoli ad uno ad uno.
- Ma davvero? Peccato che a breve andrete a fare compagnia ai vostri amichetti e quel gingillo vi servirà a poco- commentò Ozlav, indicando con un disgustoso dito peloso, più somigliante a un artiglio che a un dito umano, il Beyblade che Elena custodiva gelosamente tra le sue mani.
- Vedremo chi avrà ragione- disse lei in tono ostile, liberandosi dello scialle e tirando fuori il dispositivo di lancio, caricandolo alla velocità della luce e mettendosi in posizione.
- La ragazzina ha fegato, non c’è che dire- osservò Jai
- Quasi mi dispiace rovinare questo bel faccino- disse Kairone e poi lanciò il suo Beyblade, ed Elena capì subito che in quella lotta non esistevano regole da seguire e che i suoi avversari, malvagi com’erano, giocavano decisamente sporco.
Senza avere neanche il tempo di lanciare anche lei, il Bit Power della Mummia uscì fuori dal Bey di Kairone e quelle grosse mani ricoperte di bende afferrarono subito Elena per il collo, sollevandola da terra.
- Attenta, Elena!- urlò Takao, ma ci mise qualche secondo di troppo a raggiungerla, venendo colto di sorpresa, così come Max e il Professore. Era impossibile riuscire ad anticipare la mossa scorretta e pericolosa del blader dagli occhi gialli.
I quattro malvagi iniziarono a ridere, mentre Mummia stringeva pericolosamente le mani intorno all'esile collo della Prescelta.
- Che peccato, pensavo che l’incontro durasse un po’ di più- osservò Ozlav
- Già, tanta strada per niente, sarei rimasto volentieri a riposare nella mia comoda cassa- disse Vlad, sbadigliando.
- Maledizione, Elena, reagisci!- urlò Takao, sentendogli le lacrime pizzicargli gli occhi.
Elena chiuse gli occhi sentendo che ormai l’ossigeno stava abbandonando i suoi polmoni, ma non poteva già arrendersi così, non poteva. Lo doveva a Rei. Così con le poche forze che aveva ancora, tirò il filo di caricamento dal dispositivo di lancio.
- V-v-vai, a-attacca, Drigelyon- e lo scintillante Bey di Elena cominciò a girare vorticosamente una volta atterrato sul pavimento rovinato di quella sala, sollevando un vortice di sabbia.
Il Bit Power della Prescelta balzò subito fuori avvolto dal suo bagliore accecante e la Tigre Bianca ruggì agguerrita tanto da far tremare le pareti, scaraventando il Beyblade di Kairone lontano e liberando Elena da quella presa mortale.
La giovane Prescelta cadde a terra e riprese fiato, tossendo e tenendosi la gola.
- Stai bene, Elena?- chiese Max andandole subito accanto, mentre Takao e il Professore l’aiutavano ad alzarsi.
- Sì, sto bene.- rispose lei, senza staccare gli occhi di dosso ai suoi nemici.
Kairone iniziò a ridere, in modo sempre più profondo e terrificante.
- Quel micetto coi gioielli non ci fa alcuna paura, addosso blader della Morte!- urlò e gli altri eseguirono lanciando i loro Beyblade, che si scagliarono con crudeltà sia su Drigelyon sia su Elena.
(https://www.youtube.com/watch?v=_qmQ4HMFMNo)
Era una lotta impari, quattro accaniti contro uno, che razza di match di Beyblade era quello, pensò Elena, ma capì ben presto che lo scopo di quei tizi era ucciderla, lei insieme ai suoi Guardiani e di certo non decretare il semplice vincitore di un match. Aveva notato la faccia sorpresa di alcuni di loro nel vedere Takao e Max essere tornati per sfidarli, anche se si erano sforzati di mascherarlo. Elena sapeva che stavano provando divertimento nel farla soffrire, sapeva che facevano del male a lei solo per provocare i ragazzi e giocavano prima di toglierla di mezzo, ma quello che quei quattro esseri ignoravano era che Elena non poteva soffrire più di quanto non stesse già facendo da giorni.
Il cuore, ormai, le era stato strappato dal petto quando Rei era stato imprigionato nel suo bit chip.
Una parte di lei era morta quel giorno a Madrid e ora il Team delle Tenebre si sarebbe potuto inventare di tutto per torturarla, umiliarla e finirla. Elena non sentiva più nulla, solo l’istinto di proteggere il suo Bit Power nella lotta, quella parte importante di Rei le restava.
I blader maligni si concentravano ad attaccare lei, più che il suo Beyblade, ferendola e facendole del male, nonostante la Tigre Bianca la stesse difendendo a spada tratta.
- Oh, poverina- disse il prof, notando che Elena aveva iniziato a sanguinare copiosamente dalle labbra e da un braccio
- Eppure guardatela, combatte ancora.- disse Max
- Già, resta in piedi nonostante tutto, come se volesse difendere lei il suo Bit Power e non il contrario- osservò Takao corrugando la fronte.
- Lo avete notato anche voi? È come se Elena si stesse facendo attaccare di proposito per proteggere Drigelyon- si accordò preoccupato l’americano
- Non va così, finirà per farsi uccidere- disse Takao a denti stretti
- Interveniamo- propose Max e Takao scosse la testa
- Non ce lo perdonerebbe-
Elena restava immobile ad incassare i colpi ben assestati di quei Bit Power malefici, Vampiro l’aveva morsa in più punti, mentre gli altri cercavano di indebolirla colpendola ripetutamente. Ora avevano preso di mira il suo addome, colpendola forte e a ripetizione, cercando di spezzare la sua guardia, di ferro fino a quel momento.
Li guardava con gli occhi pieni di sfida, come ad invitarli a colpirla. Avrebbe fatto di tutto per vincere, lei era convinta che dall’inizio non sarebbe uscita viva da quella battaglia e, a quel punto, tanto valeva farsi uccidere pur di toglierli di mezzo. Inoltre, voleva evitare che quei maledetti colpissero la sua preziosa Tigre Bianca. Non poteva sopportare di vederla gettarsi in battaglia per difenderla, senza muovere un dito, era come se aggredissero Rei e lei non riusciva a reggere la vista di un attacco al suo Bit Power.
I blader della Morte non sapevano più che strada tentare per piegare la volontà di Elena, dunque decisero che era arrivato il momento di sferrare il colpo di grazia. Il fatto che stessero iniziando ad innervosirsi costituiva un vantaggio per la Prescelta.
- Adesso ci hai davvero stancati, ragazzina, è arrivata la tua ora- sibilò Vlad, mentre tutti e quattro i Beyblade si mettevano in formazione di fronte ad Elena, minacciosi, pronti a sferrare un attacco micidiale.
La Tigre Bianca ruggì ancora, mettendosi a difesa della giovane.
- Arrenditi, non puoi batterci, nessuno può- confermò Kairone.
- La tua luce si spegnerà presto- urlò Jai.
E nonostante Elena non avesse smesso di sogghignare per provocare i quattro avversari per tutta la durata del match, sapeva bene che quella era davvero la fine.
Chiese mentalmente scusa a Rei per non essere stata degna del suo sacrificio. Chiese scusa a Kei, a Olivier e a tutte le persone che aveva deluso in quel momento e che sapeva per certo la stessero guardando, in qualche modo.
Chiuse gli occhi e con un sorriso tranquillo attese che il suo destino si compisse, ma una voce nella sua testa la svegliò da quel torpore e da quell’amara rassegnazione.
Elena, continua a lottare!
- Rei!- urlò Elena
La giovane avvertì un indicibile calore farsi strada nel suo corpo e si lasciò invadere da quella sensazione meravigliosa.
Anche se era rimasta ad occhi chiusi, poteva sentire lo spirito di Rei che era lì ad abbracciarla, a stringerla forte. Elena lo avvertiva così chiaramente, come se il suo amore fosse ancora lì e le stesse dando la forza necessaria per concludere quella tremenda battaglia.
Il suo Bit Power, Rei, la stavano proteggendo e le stavano infondendo coraggio.
Non ti arrendere, amore mio, ricorda le parole di Daitenji.
Elena aprì gli occhi di scatto.
Ma certo, pensò, la mail che le aveva inviato il Maestro doveva pur significare qualcosa e la giovane blader iniziò a ricordare quello che c’era scritto e le parole di Jai riguardo la sua luce.
- La luce di una sola candela si spegne in un attimo...- cominciò a ripetere ad alta voce, mentre il Team delle Tenebre era pronto a scagliare l’attacco finale, facendo partire i quattro Beyblade a tutta velocità in direzione di Elena e della Tigre Bianca.
Sono qui con te, pronto a combattere
Elena vide Rei accanto a sé, così come l’aveva visto la prima volta nel suo ristorante, mettersi in posizione da combattimento e annuire tranquillo. Sorrise emozionata a quella scena.
- Ma la luce di molte candele resiste al tempo e illumina il mondo- concluse convinta, guardando ancora Rei negli occhi.
- All’attacco, blader della Morte!- urlò Vlad e tutti lo seguirono, aumentando la velocità di rotazione dei Bey.
- Come ho fatto a non pensarci!- disse Elena e poi si girò alle sue spalle.
- Takao, Max, Professore, presto, lanciate i vostri Beyblade!-
I tre Guardiani erano confusi.
- Cosa aspettate?!- urlò Elena disperata e, ubbidendo alla loro Prescelta, Max, Takao e persino il Professore presero i dispositivi di lancio e si prepararono ad entrare in battaglia.
Mentre erano in posizione per lanciare, Takao guardò alla sua sinistra trasalendo.
- Kei...- disse sconvolto, sgranando gli occhi.
Kei era anche lui lì. Non si sarebbe perso quel match per nulla al mondo e a giudicare dallo sguardo di superiorità che aveva sul viso, quello che Takao ricordava benissimo, non vedeva l’ora di scendere in campo.
Il suo amico si girò e gli sorrise sicuro, poi tornò a guardare in direzione dei nemici, con il dispositivo di lancio ben saldato nella mano destra.
Takao si riprese e, con rinnovata forza, lanciò il suo Bey, affrettandosi ad inserire nuovamente il filo di caricamento per un secondo lancio. Kei, gli aveva implicitamente chiesto di lanciare Dranzer per lui, visto che Takao lo custodiva da dieci anni a quella parte.
- Vai Draciel!- urlò Max
- Vai Dragoon!- lo imitò Takao
- Avanti, Einstein!- il prof si unì alla battaglia col suo Beyblade
- E ora, tocca a te Dranzer!-
I sacri Bit Power si misero tutti a difesa dei propri Beyblader: il Drago Azzurro, l’Aquila Rossa, la Tigre Bianca e la Tartaruga Nera.
- Non è possibile!- urlò Vlad, coprendosi gli occhi, e gli altri lo imitarono accecati dalla luce dei Bit Power dei loro avversari.
- E’ ora di finirla qui, bastardi, stavolta per davvero- disse Takao e denti stretti.
- No!!!- urlò di dolore Ozlav, piegato sulle ginocchia, a coprirsi il viso con le mani.
Elena e i suoi Guardiani, tutti i suoi Guardiani, si scambiarono uno sguardo d’intesa e poi annuirono.
- Attacco finale!- urlarono tutti in coro e i loro animali sacri si gettarono come fasci di luce contro i Beyblade del Team delle Tenebre, polverizzandoli ad uno ad uno e disintegrando anche i loro padroni che, tra urla disumane di dolore, sparivano in quella luce accecante, talmente potente, che aveva spinto all’indietro anche Elena e gli altri.
Poi il silenzio

La Prescelta riaprì gli occhi, rendendosi conto di essere sopravvissuta allo scontro e il suo primo pensiero fu assicurarsi che gli altri avessero fatto altrettanto.
- Ragazzi, state bene?- chiese Elena preoccupata
La ragazza si stava rimettendo in piedi a fatica, tossendo per la sabbia che si era alzata e notando di aver preso una bella botta alla schiena, oltre a sentire tutto il corpo indolenzito per l’incontro tremendo appena concluso.
- Sono tutto intero, credo- rispose Takao, aiutando il Professore ad alzarsi, il cui primo pensiero fu assicurarsi che gli occhiali non fossero rotti. Anche Max, poco distante, si stava togliendo la sabbia dai pantaloni.
- Dove sono andati a finire?- chiese il Professore, avanzando con cautela di qualche passo.
- Dove non potranno mai più fare del male a nessuno- disse sorridente Elena e Max e Takao la ricambiarono, poi andò a raccogliere il suo Beyblade ancora intatto che aveva però smesso di girare e vide scintillare la Tigre Bianca al suo centro.
- Grazie, amore mio- disse sincera, alzando gli occhi al cielo.
Ma quel momento di apparente pace venne interrotto da una fortissima scossa di terremoto, che quasi fece cadere nuovamente a terra i ragazzi.
- Ragazzi, dobbiamo uscire e in fretta anche- disse il Professore, indicando la parte di soffitto che non era ancora crollata che stava iniziando a cedere proprio in quel momento così come le pareti e il pavimento stava iniziando a creparsi.
- Di qua, presto!- urlò Max, afferrando Elena per un braccio e correndo in direzione dell’uscita subito dietro Takao e il Professore, mentre al loro passaggio pesanti massi cominciavano a cadere e l’intera antica struttura sembrava si stesse accartocciando su sé stessa, dopo aver perso la magia che la teneva in piedi.
Si fermarono solo quando capirono di essere fuori pericolo e si piegarono sulle ginocchia riprendendo fiato, gettando uno sguardo su quella sala del cerimoniale ormai sepolta nella sabbia del deserto.
- Che dite, sarà finita?- chiese Max con un sorrisetto
- Lo spero, stavolta ho temuto davvero di non farcela- confessò Takao
- Ora abbiamo un altro problema- disse il prof
- Oh, ti prego, una tregua, porca vacca!- disse Takao, roteando gli occhi.
- Come facciamo a dire all'autista dove siamo precisamente?- chiese preoccupato il Professore
- Non preoccuparti, ci troveranno- rispose Elena, sicura.
E sperò di avere ragione. Si guardò alle spalle e sospirò, felice e soddisfatta, vedendo quelle rovine che via via venivano nascoste dalle sabbie mobili.
La sua missione era finalmente compiuta.

   
 
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