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Autore: eddiefrancesco    16/05/2022    0 recensioni
Dieci anni prima, Galen aveva lasciato l'Inghilterra per dimenticare la donna che lo aveva sedotto e abbandonato senza nemmeno una parola di spiegazione, portandosi via il suo cuore. Ora, diventato Duca di Deighton, è tornato per assumere i doveri che il titolo gli impone, prima fra tutti generare un erede. E la prima persona in cui si imbatte e proprio lei, Verity. Nel frattempo lei è rimasta vedova, scoprendo cosi che da quell'unica notte di passione trascorsa insieme è nata una bambina. Verity però...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Myron arrossi come un ragazzo che si accingeva a raccontare una storiella piccante. «Pensavo che non credessi ai pettegolezzi sulla morte del marito della signora Davis-Jones» commento' Galen cercando una possibile spiegazione alla eccessiva reazione dell'amico. «Oh, quello. Certo che non ci credo.» «Allora che cosa c'e'?» «Lei non e'... Cioe', sua madre...» La mascella di Galen si tese. «Qual e' il problema?» «Nella mia ultima lettera al nostro vecchio compagno di scuola Justbury Minor gli ho comunicato che eri venuto a trovarmi e ho accennato anche alla mia bella vicina in lutto. Oggi ho ricevuto la sua risposta. Temo di avere riservato troppe gentilezze a qualcuno verso cui non avrei dovuto e devo dire che sono piuttosto stupito che tua cugina le sia tanto affezionata, anche se suppongo che I legami contratti a scuola restino forti nel tempo anche per il sesso debole.» «Di che diavolo stai parlando, Myron?» Il suo amico arrossi. «Sembra che la signora Davis-Jones non sia la figlia legittima del marito di sua madre.» Nel profondo del suo cuore Galen aveva voluto credere che Verity stesse esagerando la macchia della sua nascita illegittima. Ma se il buono e gioviale Myron aveva l'aria di uno che aveva appena scoperto che Verity era una assassina, che cosa potevano pensare persone piu' maliziose e maligne di lui? E gli altri uomini? «Dal momento che sembra essere una donna gentile e schiva e siccome so, per averlo sperimentato sulla mia pelle, come I pettegolezzi possano gonfiarsi anche senza bisogno di incoraggiamento, spero che tu tenga per te la notizia che hai ricevuto» replico'. «C'e' anche una bambina innocente da considerare.» «Si, si. Hai ragione» riconobbe Myron e Galen represse a stento un sospiro di sollievo. Se impediva anche a una sola persona di divulgare la storia del passato di Verity, sarebbe gia' stato qualcosa. Il frusciare degli abiti di seta e le esclamazioni di Eloise indussero Myron ad alzarsi e a schiarirsi la gola. «Ti lascero' il piacere di deludere le signore comunicando loro che stai per lasciarci.» «Grazie.» Con un sospiro soffocato Galen si accinse a salutare Eloise che entro' svolazzando nella sala circondata da una nuvola di trine e profumo. Indossava un abito verde pallido che rivelava generosamente le sue forme. La seguiva Lady Mary. Il suo vestito di seta rosa pallido e l'unica rosa che le ornava I capelli rivelavano un gusto infinitamente piu' raffinato di quello dell'amica. «Siete entrambe incantevoli» si complimento' il Duca. Il sorriso di Lady Mary si fece piu' accentuato mentre si avvicinava con cautela. A giudicare dal suo comportamento quando era con lui, si sarebbe potuto pensare che lo considerasse un lupo pronto a saltarle addosso, penso' Galen senza riuscire a nascondere la sua improvvisa irritazione. «Grazie Galen!» esclamo' con entusiasmo Eloise sedendo sul bracciolo del divano e aggiustando un guanto. «George non mi ha mai fatto un complimento del genere. A dire il vero, potrei mettermi davanti a lui completamente nuda senza ottenere la minima reazione da parte sua.» A quell'affermazione anche Galen, che pure era avvezzo ad atteggiamenti disinvolti da parte di molte dame di sua conoscenza, rimase ammutolito. «Dov'e' vostro marito?» si informo' dopo qualche istante. «Sta ancora cercando di annodarsi la cravatta in modo conveniente» replico' la cugina. «Il vostro cameriere personale Rhodes si e' offerto di aiutarlo, percio' ormai dovremmo avere il piacere di vederlo scendere.» Galen decise che sarebbe stato meglio fare il suo annuncio subito. «Con grande rammarico devo comunicarvi che domani mattina presto partiro' per Londra. Se voi signore avete qualche commissione da affidarmi o desiderate che inoltri qualche vostro messaggio, saro' felice di rendermi utile.» Lady Mary sembro' stupita ed Eloise assunse un espressione cupa e accigliata. «Non c'e' bisogno che vi dica che voi potete restare tutto il tempo che desiderate, Lady Bodenham e Lady Mary» si affretto' ad aggiungere Myron. «Devo confessarvi che dopo queste splendide giornate trascorse con una compagnia cosi meravigliosa, se ve ne andate anche voi diventero' cupo e brontolone come un orso!» «Che cosa puo' esserci di tanto urgente da farvi partire cosi in fretta?» si informo' Eloise. «Affari che riguardano il ducato» rispose lui con semplicita'. Meno diceva, meglio era. «Pensavo che si occupasse di tutto Jasper, il vostro soprintendente.» «Lui non puo' mettere la mia firma sui documenti legali» replico' Galen asciutto. Era la verita', anche se non aveva niente a che fare con il suo ritorno a Londra. «Bene, allora» disse Eloise imbronciata sdraiandosi sul divano. «Ci mancherete, Vostra Grazia» si azzardo' a dire Lady Mary. «Sono sicuro che avremo modo di rinnovare pesto la nostra conoscenza, Lady Mary» rispose lui con cerimoniosa galanteria. Vedendo il suo sorriso compiaciuto il cappio che si sentiva attorno al collo si strinse ancora di piu'. Il mattino successivo Verity si sforzo' di dare una pulita al pavimento della cucina prima che Nancy tornasse dalla sua visita giornaliera al mercato del villaggio. Doveva fare qualcosa per cercare di non pensare a Galen e ai suoi tentativi culinari, l'ultima volta che era venuto in visita. Non doveva sciogliersi in lacrime spostando il piccolo recipiente in cui aveva fatto bollire un uovo e non poteva permettersi di cedere ai sentimentalismi mentre usava lo strofinaccio che lui aveva adoperato per proteggersi le dita dal calore. La porta si spalanco' interrompendo il filo dei suoi ricordi e Nancy irruppe nella stanza. Poso' il cesto della spesa sul tavolo, poi con le mani sui fianchi e il cappellino di traverso guardo' la sua padrona come un sorvegliante avrebbe fatto con un operaio insolente. «Che cosa pensate che sia successo questa volta?» «Non ne ho idea» rispose Verity appoggiando la scopa alla parete. «Ma per favore parla piano. I Blackstone dormono ancora.» Nancy lancio' un'occhiata sprezzante verso il soffitto e poi torno' a rivolgere la sua attenzione a Verity. «Non indovinereste mai.» «Credo che tu abbia ragione. Percio' ti prego di dirmelo.» «Quel tizio ha fatto I bagagli ed e' partito!» Verity si avvicino' al tavolo e comincio' a vuotare il cesto che conteneva I pochi articoli che la domestica aveva acquistato. «Chi?» «Il Duca di Deighton e il suo prezioso cameriere personale Claudius Caesar Rhodes, o come diavolo si chiama!» A giudicare dal modo in cui aveva gettato le cose nel cesto, Nancy di sicuro si era arrabbiata non appena arrivata al mercato. «E perche' questo dovrebbe interessarti?» si informo' Verity. «Hai preso la farina?» «Perche' la gente questa mattina sembrava non riuscire a smettere di parlare di questo fatto, anche se io stavo aspettando di pagare con denaro sonante! Per non parlare poi di quella Jill, al mulino!» Nancy rivelo' I suoi sentimenti nei confronti degli abitanti del villaggio sollevando un dito e scuotendolo in direzione di Jefford. «Non ha fatto che gridare allo scandalo. Sembrava quasi che la avesse abbandonata davanti all'altare!» «Chi, il Duca o il suo valletto?» «Uno dei due, o forse entrambi! Mi ci e' voluta un eternita' per convincerla a pesarmi quel sacchetto di farina.» «Ah, si. Eccola.» Verity riporto' il cesto vuoto al suo posto vicino alla porta. «Bene. Se e' andato via le cose dovrebbero presto tornare alla normalita'. Lady Bodenham e' ancora ospite di Sir Myron?» «Suppongo di si. Non mi sembra di avere sentito che anche lei o la sua amica siano partite. Sono sicura che un tale avvenimento non sarebbe passato inosservato, a meno che alle signore non fossero spuntate le ali e fossero partite volando sopra le loro teste!» «E' Nancy?» chiamo' Jocelyn dal salotto. «Si. E' tornata a casa.» «Bene. Il Duca vorrebbe parlare anche con lei» annuncio' la bambina. Verity fu costretta ad appoggiarsi al tavolo per non cadere. «Chi?» «Il Duca. L'ho appena fatto entrare.»
   
 
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