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Autore: Its a beautiful day    17/05/2022    0 recensioni
Partire significa ricominciare. La partenza di Jess ha comportato per Sarah un nuovo inizio. Sarah ha intrapreso un viaggio diverso da quello che si sarebbe mai aspettata per sé stessa, ma il Destino riserva continuamente nuove sorprese.
Quando il Destino entra in gioco, tutto può cambiare.
Persone che un tempo non erano altro che piccole comparse nella vita di Sarah, di un tratto assumono un ruolo totalmente diverso, lasciando in Lei un segno indelebile.
Questo ha riservato il Destino per Sarah: un ritorno al passato per permetterle di ricostruire sé stessa, per tornare ad essere felice.
Quel posto lontano chiamato Felicità - Parte II è la conclusione di un lungo viaggio fatto di sofferenze e nuovi inizi.
È la fine di un lungo viaggio fatto di consapevolezze e di duro lavoro per sconfiggere i propri demoni.
Perché forse è proprio quando tutti i piani sembrano distrutti che la tua vita sta cominciando davvero.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Pov. Sarah

Sottolineo distrattamente il libro di storia, quando la mia attenzione viene catturata da una notifica sul mio cellulare

15.45 | Venti minuti e passo a prenderti |

È Regan a scrivermi.

Ottimo, grazie del preavviso.

Sbuffo.

Chiudo il libro di storia e prendo i primi vestiti che mi capitano a tiro e corro velocemente verso le docce.

Faccio appena in tempo a lavarmi che ricevo un altro messaggio

16.05 | Ti aspetto vicino al cartellone d'entrata |

Puntualissima, dopo venti minuti Regan mi aspetta come al solito lontano dai dormitori, così che nessuno possa vedermi andare via con lei.

Fisso il messaggio che troneggia sul mio schermo.

Sto sbagliando? Probabilmente sì, è la sorella di una delle mie più care amiche e a causa sua sto spudoratamente mentendo a Beth, ma è l'unica cosa che al momento mi fa stare bene.

Sto passando i mesi da quando Lei è andata via cercando qualcosa che mi faccia stare bene, ma tutto ciò che trovo lungo il mio cammino non dura per molto tempo.

Sono tutti passatempi temporanei.

Non so se anche Regan sarà uno di quelli, ma voglio godermi fino in fondo ogni sensazione che è in grado di darmi.

Blocco il cellulare, chiudo il grosso giubbotto che indosso e mi incammino verso la macchina di Regan

Il freddo mi taglia la pelle.

Rintano le mani nelle grosse tasche della giubbotto.

Quando arrivo al cartellone, poco distante, vedo una Jaguar nera parcheggiata.

Sbuffo. Riccona del cazzo.

"Certo che se vuoi passare inosservata questo non è il modo giusto"

"Ciao anche a te" mi squadra "Sei pronta per andare a fare jogging?"

"Quanto mi dureranno addosso questi vestiti?" la guardo alzando il sopracciglio.

Sorride, ma non risponde.

Mette in moto la macchina ed accelera.

Il rombo dell'auto fa girare tutti verso la nostra direzione. Mi copro il viso, per evitare che la gente mi veda.

"Puoi star tranquilla, i vetri sono oscurati, nessuno può vedere cosa accade qui dentro"

Sento una morsa allo stomaco.

Quelle parole pronunciate dalla sua bocca suonano particolarmente eccitanti.

La osservo stringere il volante tra le mani.

Sono così belle e curate, adornate da spessi anelli di metallo.

Distolgo lo sguardo dai gioielli, per evitare di.. pensare a Jess.

Assomigliano tanto ai suoi anelli.

Mi torna in mente una delle ultime notte che passammo insieme.

 

Era gennaio, poco prima della festa di Joe.

Né io né Jess riuscivamo a dormire, eravamo sole nella stanza.

I nostri corpi erano nudi, avevamo da poco finito di fare l'amore.

Nella stanza era calato il silenzio già da un po', si riusciva quasi a percepire i battiti dei nostri cuori.

Le stavo accarezzando le mani, giocando con i suoi anelli.

Lei ad un certo punto se ne tolse uno, e mi prese la mano.

Senza dire una parola me lo mise.

Il mio cuore perse un battito mentre la osservavo fare quel gesto così intimo ed importante.

Per un attimo mi immaginai io e lei all'altare.

"Un giorno saremo davanti ad un altare, ti metterò un anello al dito. Passeremo il resto della vita insieme. Ti amo così tanto" mi disse.

Io con gli occhi lucidi non riuscì a rispondere. Le emozioni di quel momento mi bloccarono la voce in gola.

 

Scuoto la testa.

Guardo Regan guidare l'auto sportiva su cui siamo sedute, una mano tiene il volante, l'altra è appoggiata al bracciolo che divide i nostri sedili.

Ha lo sguardo fisso davanti a sé, la mascella è rigida, mettendola ancora più in risalto.

Penso a quanto siano cambiate le cose da quella notte.

Ripenso alla partenza di Jess, a quante belle parole buttate all'aria.

Ai nostri piani, ai nostri sogni, portati via per sempre da quel giorno alla baita.

Poi guardo Regan, che in confronto a Jess mi sembra così estranea.

Ancora non mi capacito di tutto questo.

Lo stomaco mi si chiude, sento una strana sensazione appesantirmi il petto.

"Accosta" sussurro guardando la strada libera davanti a noi.

Sull'autostrada non c'è nessuno, ma si riempirà a breve.

I pendolari si riverseranno per le strade, direzione casa.

Non abbiamo molto tempo.

"Cosa?" chiede confusa

"Accosta alla prima piazzola"

"Devi vomitare?" chiede preoccupata "I sedili sono in pelle, l'ho appena lavata"

"Accosta questa cazzo di macchina" ringhio ancora.

Alla prima piazzola si ferma. Non le do nemmeno il tempo di replicare, mi alzo dal mio posto e faticosamente mi metto a cavalcioni su di lei.

Fortunatamente la macchina è spaziosa, agevolandomi la manovra.

Lei rimane sbigottita, appoggia le mani sui miei fianchi.

"Sarah.." cerca di tenermi, ma io mi sono già fiondata sul suo collo.

La bacio, le tocco il seno.

Ho solo bisogno di dimenticare il suo anello nella mia mano.

Ho solo bisogno di dimenticare le sensazioni che provai nel vederla mettere quel fottuto anello al mio dito.

Ho solo bisogno di non pensare.

"Stai zitta" mugolo contro la sua bocca.

La bacio e lei dopo alcuni tentennamenti cede.

La sua lingua mi cerca, mi stringe il sedere mentre mi bacia con passione.

In un attimo voglio solo una cosa: voglio sentirla, voglio che tocchi il mio corpo.

Porto la sua mano in mezzo alle mie gambe, lascio che faccia di me quel che vuole.

Non mi importa di nulla.

Non mi importa se siamo su un'auto ferma in autostrada.

Non mi importa di essere per lei solo un corpo, perché anche lei per me è solo fonte di piacere.

Lascio che il suo tocco calmi i miei nervi tesi, finchè non mi abbandono sopra di lei, liberata da tutta la nostalgia che mi impediva di respirare.

"Che diavolo ti è preso?" mi guarda, ancora confusa

"Nulla, ho solo anticipato i tempi" alzo le spalle, tornando a sedermi al mio posto.

"E cosa dovrei fare ora? Riportarti al campus? Siamo partite da appena dieci minuti"

"Non ho detto di aver finito" lei sorride, mentre con una salvietta si pulisce le mani

"Posso rimettere in moto l'auto?" mi chiede divertita

"Sì, penso di poter resistere fino al lussuoso hotel dove hai deciso di portarmi oggi"

"Lo scopriremo" guarda languida il mio corpo, prima di ripartire.

Si rimette in marcia, mentre ripenso a ciò che è successo poco fa.

Se potessi parlare con la Sarah di un anno fa e potessi raccontarle tutto questo riderebbe di gusto.

Chi l'avrebbe mai detto che sarei arrivata a tanto.

Il senso di inquietudine è stato momentaneamente sostituito, sono appagata e rilassata.

Quanto è realmente sano tutto questo?

Forse per nulla, ma mi va bene così.

Attualmente qualsiasi cosa riesca a farmi dimenticare, anche solo temporaneamente, i miei demoni va bene.

Rimaniamo in silenzio per tutto il viaggio, mentre ci allontaniamo da Statute Village.

Non mi interessa nemmeno sapere dove stiamo andando.

 

 

Quando mi sveglio ovviamente sono sola nel letto.

Regan non c'è, ma sento il rumore dell'acqua che scorre nella doccia.

Non appena arrivate in hotel, Regan si è accanita ancora sul mio corpo, prima che io mi addormentassi distrutta.

Guardo l'ora, sono le 21.

Beth si starà chiedendo dove io sia finita.

Quando prendo il telefono, infatti, trovo un paio di messaggi preoccupati di Beth

19.50 | Non mi avevi detto che avresti tardato così tanto |

20.35 | Sarah, stai bene? |

Prima che possa chiamarmi la rispondo velocemente

21.02 | Scusami Beth, mi sono fermata con mio fratello a fare delle commissioni e poi mi ha incastrata con una cena a casa. Non ti preoccupare torno per dormire |

Blocco il telefono, lanciandolo accanto a me.

Osservo la bianca e pallida stanza in cui sono sdraiata: è enorme.

Il letto è posto proprio al centro della stanza,come se fosse il perno centrale di questo meraviglioso posto.

L'enorme materasso tondo è decisamente più grande di qualsiasi altro letto abbia mai visto.

Dietro la testiera in pelle del letto, una porta si affaccia su un enorme armadio.

È più grande della mia camera al campus.

Davanti, invece, nell'angolo della stanza, è posizionata una grossa vasca idromassaggio.

Ancora non posso crederci che esista tutto questo lusso.

Butto la testa sul cuscino. Sono talmente rilassata che quasi fatico a tirarmi alzarmi.

Nella mia mente si ripetono le immagini di ciò che è successo nelle ore precedenti: lei sotto di me che lecca il centro del mio corpo, lei avida che sfiora le parti sensibili del mio corpo.

Quando sto con lei è come mi rinchiudessi in una bolla.

"Buongiorno principessa" esce dal bagno con l'asciugamano indosso, i lunghi capelli bagnati le cadono sulle spalle

"È molto che stavo dormendo?" chiedo, stiracchiandomi

"No non molto. Dovresti davvero scopare di più" mi osserva

"Grazie, sono a posto così"

"Certo che ora sei apposto" sorride soddisfatta

Alzo gli occhi al cielo.

"Dovrei farmi una doccia anche io" mi alzo a sedere, il mio corpo è seminudo

"La doccia è ottima per scopare" mi osserva languida

"Regan ti prego, lasciami un po' di tregua" scuoto la testa.

Il mio corpo è stremato, a metà tra volerne ancora e ripudiare qualsiasi altro tipo di contatto.

Mi alzo da letto, ma prima di allontanarmi infilo i pantaloni.

Non voglio che veda i segni sul mio corpo più del dovuto.

Raggiungo così il bagno: anche questa stanza è enorme, completamente in marmo bianco dalle striature nere.

La doccia è davvero grande, starci in quattro non sarebbe affatto un problema

"Te l'ho detto, è ottima per.. " Regan compare dietro di me

"Esci" la caccio via, prima di chiudermi la porta alle spalle.

Tiro un sospiro profondo.

Mi sento così del bagno trasuda ricchezza.

Accarezzo le lisce pareti, la mia mano quasi brucia a contatto con il marmo umido.

Le mie dita lasciano lunghi disegni mentre accarezzo le pareti bagnate di condensa.

Pulisco lo specchio e la persona che vedo riflessa non la riconosco nemmeno.

Vedo una Sarah diversa, una Sarah che mai avrei pensato di rivedere.

Mi prendo del tempo per me stessa, facendomi una lunga doccia rilassante.

Quando esco dal bagno sono quasi le dieci.

"Dobbiamo tornare al campus, tua sorella si è già preoccupata per il fatto che non mi abbia vista rientrare per cena"

"Quindi tu sei la coinquilina di Beth" si passa la mano sotto al mento "Come ti sembra?"

"Che domanda è?" chiedo confusa

"Non siamo mai andate particolarmente d'accordo. Forse a causa della differenza d'età, o forse perché ha da sempre accontentato mamma e papà in tutto e per tutto" alza le spalle

"È una persona meravigliosa. È gentile, premurosa, un'ottima amica"

"Il mio esatto opposto"

"Sì decisamente" annuisco

"Ho altre qualità" si lecca le labbra

Alzo gli occhi al cielo.

Raduno le mie cose e seguo Regan verso la hall dell'hotel.

"Ti accompagnerà al campus un mio autista di fiducia" indica una vistosa auto nera posteggiata proprio davanti all'entrata dell'hotel

"D'accordo" annuisco

"Ci si vede" mi osserva ancora una volta languida, prima di tornare verso la stanza

"Stronza" sussurro, mentre mi avvicino alla lussuosa auto nera dalla marca a me sconosciuta.

Saluto l'autista che gentilmente mi apre la portiera.

Salgo sull'auto, che più che una macchina sembra un salotto in miniatura. A dividere il sedile di destra da quella di sinistra un bracciolo con due porta bicchieri.

Una bottiglia di vino è appoggiata dentro il bracciolo, due calici sono contenuti nel porta bicchieri.

Ci sono anche due cioccolatini.

So che ti piace il cioccolato svizzero.. ;)

Osservo il bigliettino scritto da Regan.

Sorrido al ricordo della prima notte che passammo insieme.

"Non posso crederci" sussurro meravigliata, guardandomi attorno.

L'autista si mette alla guida, senza dire una parola.

È un ragazzo giovane. I capelli sono neri, gli occhi verdi. La barba spessa gli copre il viso, in modo incredibilmente ordinato.

Alla vista sembra anche così morbida, mi verrebbe voglia di accarezzarla

"Può reclinare i sedili se lo desidera" mi informa il bel ragazzo dagli occhi verdi, osservandomi dallo specchietto

"Oh grazie, va bene così" mi siedo ed allaccio la cintura.

Mangio soddisfatta i due cioccolatini e lascio perdere la bottiglia di vino.

Il resto del viaggio lo passiamo in silenzio, l'unico rumore che riempie l'abitacolo è il tintinnio dei bicchieri nel bracciolo.

Ancora fatico a credere di star vivendo tutto questo.

Chissà cosa penserebbe.. Lei.

Scuoto la testa, per evitare di ritrovarmi in quel loop infernale in cui sono finita questo pomeriggio.

Mi abbandono semplicemente sul sedile, cullata dai dolci movimenti dell'auto.

 

   
 
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