Promises
*
Capitolo 7
“Stai bene, amico?” Gli aveva chiesto per l’ennesima volta Nino durante la
prima ora di lezione notando che da un po' continuava a mangiucchiare
nervosamente il pollice della mano destra.
“S-si, stai tranquillo, ho una gara di scherma
domani e sono molto teso.” Inventò Adrien passando
poi a mordere il tappo della biro nera “… sai, Kagami
è diventata davvero forte e sarà difficile battere il suo punteggio”.
Ed invece Adrien era in ansia perché quel
pomeriggio avrebbe finalmente rivisto Lady Bug e sapeva già che l’avrebbe
delusa. Ore quattro e trenta solito posto, le aveva detto nel messaggio che gli
aveva lasciato. Niente di più e niente di meno.
“Andrà bene vedrai… non puoi farti superare da
una femmina.” Ammiccò l’amico dandogli una leggera gomitata. Adrien sorrise di circostanza sentendosi in colpa perché
gli stava mentendo.
“Psss…” Sussurrò Alya
incontro al fidanzato che si voltò subito dopo “… basta fare casino voi due,
sto cercando di seguire la lezione.”
“E tu non ascoltare i nostri discorsi!” Ribadì lui con convinzione
ritornando alla posizione originaria.
“Alya! Nino!” Vennero richiamati da una stizzita
Signorina Bustier, stanca del continuo brusio che
proveniva da tutti gli studenti “… se non la smettete di parlare subito,
andrete a fare una passeggiata direttamente nell’ufficio del preside.”
“Ci scusi, professoressa.” Mormorò Alya subito
dopo, lanciando un’occhiataccia verso l’ex portatore del Miraculous
della Tartaruga.
Marinette sogghignò un po' troppo
forte di fronte a quel teatrino così tenero.
“Qualcosa non va, Marinette?” La riprese la
docente poggiando il libro sulla cattedra che stava leggendo pocanzi all’intera
classe.
“Oh… no… no, mi scusi,
sono solo un po' stanca… tutta questa situazione… Papillon che ha tutti i Miraculous…
Lady Bug e Chat Noir che si troveranno da soli ad affrontarlo…”
Balbettò.
Adrien si voltò di scatto
verso di lei scoccandole un’occhiata languida che le fece andare in pappa il cervello,
letteralmente.
Marinette si sentì avvampare
perché quella stessa espressione l’aveva vista anche negli occhi del suo
compagno super eroe.
Il modello si morse il labbro inferiore e la consapevolezza che al momento
non poteva rassicurare l’amica gli provocò una voragine all’interno del petto,
una sensazione di smarrimento si fece strada in lui.
Subito gli balzò alla mente l’orribile incubo della notte precedente e
l’immagine di Marinette legata a quel palo in balia
di quel pazzo senza scrupoli, senza nessuna possibilità di aiutarla.
Non disse nulla, qualsiasi parola gli sembrò superficiale ed inopportuna,
finendo così per morirgli all’interno della gola.
Fu Chloè a proferire parole e a sparare una delle
sue cavolate “Ben gli sta a quei due… se Lady Bug mi
avesse lasciato tenere il pettine dell’Ape a quest’ora avrebbero un’alleata in
più.”
“Lady Bug si renderà presto conto dell’errore che ha fatto” Ridacchiò
Sabrina dando man forte alla sua migliore amica.
Alya invece si sentì terribilmente in colpa
per aver restituito il suo di Miraculous.
“Ma se frignavi come una poppante! Ti hanno vista tutta mentre piangevi in
diretta tv e guardavi quell’enorme ologramma stringendo Zoe.” Intervenne Rose
battendo i pugni sulla scrivania, venendo calmata poi da Juleka
che l’invitò a sedersi prima che avesse una delle sue solite crisi.
Chloè stava per controbattere qualcosa quando
intervenne la signorina Bustier a calmare gli animi
della classe che si stavano surriscaldando.
Tutti erano agitati ed ognuno stava dicendo la sua a proposito su quella
situazione.
Marinette si sedette al suo posto
portandosi le mani all’interno dei capelli sentendo inevitabilmente un macigno
ancora più grande sulle spalle e Adrien non poté far
altro che notare il suo disagio.
Ogni compagno stava idolatrando Lady Bug e Chat Noir, coloro che salveranno
la situazione, anche la stessa professoressa.
Tutti stavano urlando mentre davano la loro opinione sui fatti accaduti i
giorni scorsi.
Marinette sarebbe scoppiata a
piangere se Adrien non le avesse preso le mani e
strette alle sue.
“Andrà tutto bene, non devi avere paura.” Era questo che credeva, che Marinette temesse che Papillon avesse la vittoria in pugno
“… Lady Bug e Chat Noir recupereranno i Miraculous.”
“Non lo so…” Marinette
scosse leggermente la testa “… li ha tutti.” Riferendosi a Papillon.
“Non ha i più potenti. Vinceranno loro, ne sono convinto.” Disse il biondo
con assoluta determinazione.
Marinette si perse in quegli smeraldi e per un istante l’immagine di Chat
Noir si sovrappose alla sua.
“Lo pensi veramente?” Disse stringendo gli occhi scacciando un velo di
lacrime.
“Si, dobbiamo avere fiducia in loro.”
*
Alla fine la signorina Bustier aveva chiuso il
libro e parlato con l’intera classe.
Sapeva bene che non avrebbe concluso nulla quella mattina, anche perché gli
studenti erano in subbuglio e nessuno seguiva attentamente la lezione.
Aveva preferito discutere con loro e farli sfogare per rasserenarli e allo
stesso tempo calmarli.
Ognuno aveva detto la sua, tranne Chloè e Lila,
che si erano limitate a scambiarsi sguardi d’intesa per tutta la mattinata
sperando di venire reclutate da Papillon nei prossimi giorni ed aiutarlo così
nel suo scopo, anche se le intenzioni dell’italiana erano ben altre, ma di
questo non ne aveva fatto accenno a Chloè, alla quale
interessava solo farla pagare a Lady Bug per averle tolto la corona.
Solo lei era la vera Queen Bee, e quella Vesperia non aveva nulla di che spartire con lei, definendo
poi ridicolo il suo costume, per non parlare poi dell’acconciatura.
Era stato Adrien ad intervenire più volte
nell’arco della discussione con la sua fermezza, ed infondere coraggio nei suoi
compagni chiedendo poi ad ognuno di fare la sua parte e di non crollare.
“Papillon non deve vincere.” Aveva esordito il biondo ricevendo soprattutto
l’attenzione da parte di Marinette “… non dovete
abbattervi altrimenti rischiate di cadere direttamente nella trappola di quel
pazzo scatenato. Non fatevi akumatizzare! Chat Noir,
ma soprattutto Lady Bug ha bisogno di voi, di tutti voi per sconfiggerlo.”
“Ognuno dovrà fare la propria parte!” Continuò Marinette
ridestandosi da una tristezza momentanea.
Adrien aveva ragione, se
volevano sconfiggere Papillon, anche le persone comuni dovevano aiutare.
Marinette con coraggio si alzò
dalla scrivania e raggiunse il compagno per dargli man forte in quella campagna
di sensibilizzazione.
Il cuore le stava scoppiando nel petto mentre percorreva quel brevissimo
tragitto, e anche quello di Adrien a dire la verità,
le sorrise quando prese posto accanto a lui.
Lei arrossì.
“Non dobbiamo essere tristi” Continuò lei “… ma avere fiducia in Lady Bug e
Chat Noir”.
Adrien annuì con il capo
quando udì quelle parole e finì poi la sua frase.
“Se Lady Bug e Chat Noir sentiranno che tutto il popolo di Parigi è con
loro, la forza di entrambi aumenterà e anche la loro determinazione a chiudere presto
questa storia.”
“Che succederà se non ce la faranno?” Chiese Kim alzando la mano.
“Questo non accadrà!” Gli rispose Marinette
volgendo poi lo sguardo verso Adrien che asserì
nuovamente.
“Dobbiamo essere tutti uniti, ragazzi!” Alya si
alzò in piedi schierandosi dalla parte di Marinette e
Adrien “… i nostri super eroi hanno bisogno di noi!”
Anche Nino seguì a ruota la sua fidanzata “Se Papillon vuole la guerra,
allora troverà pane per i suoi denti. TUTTI UNITI RAGAZZI!!”
A quell’incitamento si alzò un rumoroso coro di “SIIIIII”.
Adrien e Marinette
si abbracciarono istintivamente.
“Andrà tutto bene!” Le sussurrò all’orecchio il biondo con il cuore che gli
scoppiava nel petto.
“Lo so.” Fece lei di rimando sciogliendosi a malincuore dall’abbraccio.
*
Le quattro e trenta arrivarono con una lentezza inesorabile.
Chat Noir era già sul luogo dell’appuntamento prestabilito da un pezzo,
quando Lady Bug arrivò a prendere posto accanto a lui su quel cornicione.
“Sei già qui?” Domandò sorpresa.
“Non è carino far aspettare una signora.” Le sorrise e lei sogghignò
a quella battuta, lasciandolo di sasso, di solito snobbava stizzita certi tipi
di movenze, soprattutto se la situazione era seria.
“Hai riso.” Fece lui.
“E allora?” Chiese come se quella fosse un atteggiamento più che naturale.
“Ti irritano certi miei aspetti.”
“Si, hai ragione, ma ora non ho il tempo e soprattutto la voglia di
arrabbiarmi. Non con te.” Rispose stizzita lei avvampando subito dopo.
“E io che credevo di starti simpatico.”
“Certo che lo sei.”
“Lo dici solo perché sono l’unico che ti rimane.” Chat Noir si morse il
labbro, poi sentì un calore immenso partirgli dalla mano destra.
Alzò lo sguardo e vide lei che con i suoi zaffiri lucenti gli penetrò
l’anima.
“Lo dico perché lo penso veramente. Sei importante per me Chat Noir e non
smetterò mai di ricordartelo. Sei… sei più di… di un semplice compagno.” Gli tolse la mano perché Lady
Bug sentì percorrere la schiena da strane vibrazioni, il cuore che galoppava
veloce nel petto sarebbe scoppiato da un momento all’altro.
Nemmeno lei capiva che cosa le stava accadendo ultimamente quando si
trovava vicino a lui, una sensazione che solo la presenza di Adrien le scatenava internamente.
No, non poteva essersi innamorata anche di lui.
Lady Bug si alzò velocemente lasciando interdetto Chat Noir che la scoccò
un’occhiata interrogativa.
La coccinella sbuffò e si portò una mano sulla fronte, la testa le
vorticava e per non perdere l’equilibrio e cadere di sotto poggiò la schiena al
comignolo; Chat Noir si avvicinò per sorreggerla ed aiutarla.
“Stai bene?” Le chiese istintivamente.
“Un capogiro… adesso passa.” Non aveva il
coraggio di guardarlo, perché la sola presenza la destabilizzava, e non poco.
Doveva assolutamente capire perché le stava succedendo questo, anche se una
vaga idea ce l’aveva già.
No, non poteva accadere. Non poteva innamorarsi di lui. Lei amava Adrien, solo lui poteva occupare il posto all’interno del
suo cuore, ed invece Chat Noir era entrato silenziosamente in lei ed in punta
di piedi aveva spodestato il biondo dal suo primo posto.
“Hai bisogno di qualcosa?” Chat Noir si avvicinò di più a lei, mentre Lady
Bug si scansava velocemente per non essere toccata.
“Milady… Ma che hai?” Continuò lui interdetto non
capendo perché si comportava così con lui.
“Devo… devo andare… sola… scusami…” Lady Bug lanciò
lo yo-yo nel palazzo vicino e se ne andò.
Chat Noir però questa volta non voleva dargliela vinta, così allungò il suo
bastone per inseguirla ed andare fino in fondo a quella faccenda, se non
riusciva nemmeno a parlargli, allora come poteva pretendere di mettere in atto
una strategia per contrastare il potere di Papillon?
“FERMATI!” Le aveva intimato continuando a pedinarla con un nodo alla gola.
Lady Bug corse via sperando di riuscire a fargli perdere le sue tracce, ma
puntualmente quando riusciva a nascondersi, lui riusciva a stanarla senza alcun
tipo di problema.
Avevano percorso quasi metà Parigi, e alla fine, Lady Bug si arrese.
Chat Noir la raggiunse e le prese una mano, baciandogliela subito dopo.
“Vuoi dirmi perché scappi da me?”
Lady Bug distolse lo sguardo mordendosi il labbro inferiore.
Doveva trovare una scusa più che plausibile nell’immediato.
“Ho avuto paura!” Si, dei suoi sentimenti, ma non era quello il momento
adatto per parlargliene.
Ora era tutto più chiaro, ma non poteva permettersi di creare altri
problemi.
Lady Bug non poteva permettersi che il suo unico alleato si trasformasse
nel suo incubo peggiore: Chat Blanc.
“Il nostro amore ha
fatto questo” Continuò a rimbombarle nella testa che doleva e che la costrinse a
piegarsi in avanti tenendosi il capo.
Inspirò ed espirò profondamente venendo colta dall’ennesima crisi di
panico.
Gli occhi vitrei e sbarrati fecero accapponare la pelle a Chat Noir.
“Ti, ti prego, dimmi che ti prende, Milady.”
*
continua