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Autore: Sidhe_Remedios    07/09/2009    3 recensioni
Raccolta di 50 frasi scritta per il challenge "1frase". “Nella luce del mattino Alessandro è certo che quel ragazzo che gli sorride non può essere umano e nemmeno un dio, Efestione è qualcosa di più, qualcosa che va al di là della comprensione.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: 50 modi per dire Amore.
Fandom: RPF: Storico
Coppia:
Alexander/Ephaistion
Set di temi:
Delta
Rating:
PG
Note: Come sempre un grazie speciale alla mia Sere che mi sopporta, mi fornisce di sinonimi delle varie parole e mi porta ispirazione.
Grazie tesoro! <3



01. Terra.
“E in quel momento, quando si vide sbattuto a terra e intrappolato tra le braccia di quel ragazzo così simile a lui, capì che gli sarebbe stato accanto per l’eternità.”

02. Orgoglio.
“Più volte Cassandro gli aveva chiesto con quale orgoglio entrasse nel letto di Efestione come un semplice schiavo; più volte Alessandro gli aveva risposto che non vi entrava con nessun orgoglio, se non con l’orgoglio di amare.”

03. Spirito.
“Alessandro non ha paura della morte, poiché sa che anche se il suo corpo sarà separato da quello di Efestione, i loro spiriti, le loro anime rimarranno insieme per sempre.”

04. Storia.
“Perché Efestione ad entrare nella storia come un grande condottiero – questo d’altronde era il sogno di suo padre- non ci pensava proprio; se però entrarci significava rimanere al fianco di Alessandro per l’eternità, oh, allora era tutta un’altra storia.”

05. Tempo.
“E quando infine Efestione si addormenta tra le candide lenzuola di quel letto, Alessandro gli accarezza i capelli e, in quel momento di infinita gioia, vorrebbe fermare il tempo e rimanere così per l’eternità.”

06. Guerra.
“La guerra è ciò con cui Alessandro è cresciuto, la guerra è ciò che sa fare meglio, la guerra è necessaria; ma ogni volta che insieme a Bucefalo scende in campo, non può fare a meno di pensare che la guerra minaccia anche di portargli via Efestione.”

07. Tradimento.
“Di ciò che pensava Efestione quando guardava Alessandro scomparire insieme a Bagoa, si poteva intuire una sola parola: tradimento.”

08. Sentore.
“A volte Alessandro, parlando con gli altri generali, aveva il sentore che qualcosa non andasse, dubitava di ciò che stava facendo e di ciò che aveva in mente di fare, ma poi incrociava lo sguardo di Efestione, e tutto ritornava al suo posto.”

09. Giovinezza.
“Spesso gli avevano detto che ormai era troppo tempo che quella relazione durava, che un uomo ormai adulto come lui, e per di più re della Macedonia avrebbe dovuto cercarsi compagnie più giovani, ma Alessandro non ne voleva sapere: aveva dedicato la sua giovinezza ad Efestione, e non l’avrebbe mai abbandonato.”

10. Orme.
“Quando, sedendo vicino ad Aristotele, Alessandro parlava dei suoi sogni ed affermava di voler seguire le orme di qui grandi eroi che erano riusciti ad arrivare ai confini del mondo, Efestione non poteva fare altro che amarlo ancora di più.”

11. Preda.
“Lo sguardo che Alessandro gli lanciava ogni volta prima di entrare nelle sue stanze lo faceva sentire come una preda, una preda inerme e tutto sommato una preda consenziente ad essere cacciata.”

12. Stirpe.
“Efestione lo capiva, prendere in moglie Rossane era necessario per Alessandro: infondo in qualche modo doveva pur avere dei figli ai quali lasciare il trono; quando però lo vedeva insieme a quella barbara, non poteva fare a meno di provare una dolorosa fitta di gelosia.”

13. Passi.
“Con il tempo aveva imparato a riconoscere i diversi tipi del passo di Efestione: quando era irato con qualcuno quasi pestava i piedi, come un bambino, quando era triste più che camminare si trascinava, e quando voleva lui, il suo passo era leggero e armonioso, come quello di un dio.”

14. Rito.
“Parlare dopo aver fatto l’amore per loro era diventato quasi un rito: parlavano del futuro, di quello che avrebbero fatto, dei sogni di Alessandro, delle loro paure, di tutto: l’importante era condividere qualcosa.”

15. Vittoria.
“Una vittoria non poteva essere definita tale, se non dopo aver visto il sorriso di Efestione.”

16. Languore.
“Ogni volta che il suo sguardo incontrava quello di Alessandro, un dolce abbandono si impadroniva dei sensi di Efestione, tanto che le gambe quasi cedevano.”

17. Mortale.
“E benché tutti gli altri comincino a dubitarne, Efestione è sicuro che Alessandro sia mortale; gliel’ha promesso: quando arriverà il momento, moriranno inseme.”

18. Favorito.
“Il favorito del re, così lo chiamavano, e questa era la causa principale dell’odio che alcuni provavano per lui; ma ad Efestione infondo non importava: gli bastava sapere che quello che gli altri dicevano, per Alessandro fosse la verità.”

19. Giardino.
“Alessandro ricordava spesso quella notte nei giardini di Babilonia, quando per la prima volta aveva urlato con Efestione; quei giardini, che aveva sempre trovato meravigliosi, quella sera gli erano sembrati terribilmente spogli e vuoti.”

20. Eros.
“A volte si chiedeva quale dio gli avesse fatto uno scherzo di tale portata; lui, Alessandro il Grande, che non si sottometteva a nessuno e che non dava retta a nessuno, era completamente un’altra persona quando si trattava di Efestione.

21. Canto.
“La sua voce per Alessandro era esattamente come il canto delle sirene: ogni volta che la udiva ne rimaneva come incantato e qualcosa lo spingeva ad avvicinarsi ad Efestione.”

22. Tocco.
“Un solo suo tocco bastava a farlo rabbrividire; di paura, di piacere, di felicità, ma riusciva a farlo tremare.”

23. Silenzi.
“La cosa che più feriva Efestione erano i silenzi del suo re; non le dure parole che gli rivolgeva quando qualcosa non andava, ma i suoi ostinati, freddi silenzi.”

24. Movenze.
“C’era qualcosa nelle movenze di Alessandro che riusciva a catturare sempre la sua attenzione: non sapeva perché, ma ogni dannata volta che se lo ritrovava davanti, il suo sguardo scivolava inesorabilmente giù dalla sua schiena.”

25. Calore.
“E quando Alessandro compare sulla porta della sua stanza e lo avvolge in un abbraccio, lì scaldato dal calore del suo corpo, Efestione capisce di essere veramente felice.”

26. Apparizione.
“Nella luce del mattino Alessandro è certo che quel ragazzo che gli sorride non può essere umano e nemmeno un dio, Efestione è qualcosa di più, qualcosa che va al di là della comprensione.”

27. Inebriare.
“A volte Efestione rimaneva per interi minuti a fissare il punto esatto dove prima c’era Alessandro: non sapeva come né perché, ma la sua presenza riusciva ad inebriarlo e a farlo sentire esattamente come se fosse stato ubriaco.”

28. Dita.
“Alessandro ora sapeva che cos’era il paradiso: la sensazione che le dita di Efestione gli provocavano quando leggere sfioravano il suo corpo, non potevano essere di questo mondo.”

29. Nostalgia.
“Perché Efestione sa di non poter andare avanti così; tutte le volte che lui è lontano il respiro gli manca e tutto sembra piombare in un’ oscurità senza fine.”

30. Legame.
“Lo sapevano entrambi, il loro non era un legame comune: non era un semplice legame tra amici, né qualcosa di così costretto da sembrare soffocante, era lo stesso identico legame che aveva unito tempo prima Achille e Patroclo.”

31. Erba.
“Alessandro aveva ancora lo stesso odore di quando erano bambini: non profumava di qualcosa di particolare, ma dell’erba dei prati dove giocavano da bambini, e dell’erba del campo dove per la prima volta si erano baciati.”

32. Sembianze.
“Spesso quando si abbracciavano le loro sembianze si confondevano, non erano più Alessandro ed Efestione, Re e Generale, ma diventavano un’ unica persona.”

33. Nettare.
“Efestione ne era convinto: neanche il nettare degli Dei poteva avere un sapore così dolce come quello di Alessandro.”

34. Rossore.
“Alessandro adorava fare complimenti ad Efestione; oh sì, certo, aveva una razione di carezze in più, ma non era per quello –o almeno, non solo- il fatto era che amava vedere le guance di Efestione tingersi di quell’adorabile sfumatura di rosso.”

35. Possesso.
“Per molti anni Efestione aveva conservato come suo tesoro più grande quel dente: averlo era in un certo senso come possedere anche Alessandro.”

36. Crepuscolo.
“Efestione ricordava quei mille incontri nei giardini di Pella, nella luce ancora soffusa del crepuscolo, in quei momenti aveva capito di amare veramente Alessandro.”

37. Fautore.
“A volte Alessandro pensava che ormai nessuno più lo sostenesse, ma gli bastava sentire la lieve pressione della mano di Efestione sulla sua spalla per ricredersi.”

38. Sfrontatezza.
“Ormai nessuno – neanche Parmenione o i generali più anziani- osava redarguire o rimproverare Alessandro per ciò che faceva: lo sguardo omicida di Efestione bastava a far desistere anche i più coraggiosi.”

39. Fato.
“Il fato li aveva fatti incontrare, il fato li aveva fatti innamorare e diventare poi una sola cosa, il fato aveva in qualche modo permesso il loro amore, ed ora questo stesso fato li stava dividendo.”

40. Labbra.
“Alessandro sarebbe potuto resistere per giorni senza mangiare o senza dormire, ma neanche un minuto di più senza poter sfiorare nuovamente le labbra di Efestione.”

41. Pensiero.
“Quando Alessandro vide entrare Efestione nella sua stanza, con indosso quella tunica verde aperta sul petto, stranamente non riuscì più a formulare un solo pensiero casto per il resto della giornata.”

42. Ritorno.
“A volte Efestione desiderava tornare indietro: oh, non dall’India per tornare verso casa, né dalle scelte che aveva fatto; desiderava solo tornare indietro insieme ad Alessandro per smettere una buona volta di ferirsi a vicenda.”

43. Ferita.
“Poteva sopportare le ferite del corpo inflitte dai popoli nemici, poteva sopportare le ferite dell’animo causate dai tradimenti degli amici; quello che però Efestione non poteva proprio sostenere erano le ferite che –senza saperlo- Alessandro gli infliggeva.”

44. Confine.
“E dopo quel bacio, il loro primo e meraviglioso bacio, entrambi capirono di aver superato il sottile confine tra amici e amanti.”

45. Furore.
“Quando gli indigeni li attaccarono, lo sguardo di Efestione cercò quello di Alessandro; era veramente cambiato, i suoi occhi erano in qualche modo diversi: non mostravano più le emozioni di quando erano partiti –rabbia, eccitazione e determinazione- ora c’era solo furore.”

46. Volto.
“Tra tutta quella gente raccolta intorno al suo letto, Alessandro cercava –inutilmente- il volto di Efestione, non gli importava chi avrebbe dovuto regnare dopo di lui, voleva solo rivedere il suo viso.. un ultima volta.”

47. Candore.
“Alessandro era capace di prenderlo e sbatterlo contro il muro, mantenendo nello stesso tempo quel candore e quell’aria da innocente e casto re di Macedonia.”

48. Vino.
“Quella notte, stretto tra le rassicuranti braccia di Efestione, ricordando nell’incubo il corpo insanguinato di Clito, Alessandro riusciva solo a mormorare che era colpa del vino, solo del vino, che non l’avrebbe mai fatto se non fosse stato per quello.”

49. Incisione.
“Efestione lo ricordava bene quell’ albero, come d’altronde ricordava bene quell’incisione: Άχιλλεύς καί Πατροκλής: Achille e Patroclo, Alessandro ed Efestione.”

50. Lanterna.
“Diogene una volta gli aveva detto di cercare l’uomo, l’uomo che avesse conservato la virtù più pura del mondo; Alessandro l’aveva trovato quell’ uomo, e l’aveva trovato in Efestione.” *

*La leggenda vuole che Diogene girasse nottetempo con una lanterna, a sua detta, per cercare l'uomo più puro al mondo. Sapendo che Alessandro aveva voluto conoscere Diogene, ho pensato di mettere insieme la cosa (:
   
 
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