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Autore: RoriStark    23/05/2022    3 recensioni
La Hellsing e la divisione Iscariota non sono mai andati d'accordo, ma per forze superiori e motivi politici e militari, hanno dovuto fare uno scambio, una sorta di erasmus, dove la vampira Victoria, e' stata mandata a lavorare con la XIII divisione e la giovane Sunny dovra' andare in missione con il famoso e mortale vampiro Alucard.
Genere: Fluff, Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Tutte le città sono caotiche, Roma è sempre stracolma di turisti, taxi, gente che cammina avanti e indietro trascinando con se’ valigie a rotelle che tamburellano sui Sampietrini come un picchio impazzito sull'albero. Negozi frequentati da snob pronti a spendere capitali per capi discutibili, grandi palazzi, la storia di Roma, la grande Roma sotto i loro piedi. Sì, Roma era caotica, ma Londra lo era molto di più, ma allo stesso tempo era molto più fredda. Non solo per il cielo spesso plumbeo, ma per la gente che passava senza essere fermati da Ristoratori che li invitavano ad entrare per un piatto di pizza, le auto guidavano dal lato sbagliato, si andava dai borghi colmi di gente ubriaca, china sul marciapiede ad osservare la loro vergogna scivolargli sulle scarpe tra piscio e lacrime e a due metri di distanza, uomini in giacca e cravatta, con donne attaccate al loro braccio, coperte di pellicce di creature massacrate, esposte accanto ai loro uomini come uccelli esotici e variopinti.  Lei era poco più indietro, ora anche lei sottobraccio ad un'uomo in giacca e cravatta, anche se in quel momento la giacca l'aveva lei. Il suo vestito non era costoso come quello delle dame, ma i loro occhi erano tutti  puntati su di lei,come se avesse avuto un pesce al posto del cappello. Si strinse al suo braccio quando la folla le si accostò troppo, non aveva mai amato passeggiare in centro, troppa gente, troppe voci, troppi sguardi. Le donne avvolte con sventurate carcasse di visoni e volpi la osservavano dall'alto in basso, era bassina, vestiti semplici e corporatura imperfetta, non era una modella eppure, quella ragazzina teneva sotto braccio un uomo più affascinante dei ricconi che avevano loro sotto braccio. Un cipiglio di invidia guizzava loro nelle pupille quando la vedevano stringerglisi contro a causa dei loro sguardi arcigni. 

 

"Allora, hai in mente  un posto dove vorresti andare? "

 

"Non-non saprei, ti prego, scegli tu dove preferisci! Sarai di certo più esperto di me"

 

Azrael la guardo' incuriosito, spazió con lo sguardo nella Piazza, il volto si mosse in un cipiglio pensieroso mentre si portava il pugno al mento con fare pensante, poi sembró che un'idea gli fosse piombata  in testa, illuminando il suo sorriso e spingendolo ad attraversare la strada fino all'altra parte della piazza, con fare deciso, Sunny scorse un cipiglio di emozione nella scelta che aveva appena fatto e appena varcato l'atrio, la ragazza ne capì il perché. 

 

Gatti

 

Gatti ovunque

 

Sunny rimase  a bocca aperta, guardandosi attorno con la meraviglia di una bambina appena entrata nella città del Natale. Azrael, un ragazzo che aveva appena conosciuto, l'aveva appena portata nel posto in cui aveva sempre sognato di andare: un cat café. L'uomo la osservava con la coda dell'occhio, mentre un sorriso si insinuava sul sul suo volto soddisfatto

 

"Ti piace? "

 

Sunny annuí con la mascella che cominciava a dolerle, continuava a guardarsi attorno mentre vennero fatti accomodare su un divanetto di seta azzurro con davanti un tavolino bianco basso. Subito i gatti che gironzolavano nel locale sembrarono drizzare le orecchie, i loro occhi puntati su Sunny, sulle sue orecchie bianche al posto dei soliti padiglioni rosa.  Quando trovarono posto in mezzo alla sala,  tre gatti  le si erano gia' acciambellati al fianco, mentre un calico fortunato era finito sulle sue gambe a sonnecchiare. 

 

"Come facevi a sapere… che amavo gli animali? "

 

Le mani scattarono sulla pelliccia soffice del gatto sopra di lei, che bella sensazione, non aveva mai avuto la possibilità di avere un gatto tutto per sé, al convento c'erano solo galline e i gatti che salvava doveva darli via ogni volta, padre Andersen non le dava nemmeno il tempo di curarli che già li dava ad altri, perche' lei non poteva avere distrazioni, non doveva lasciarsi coinvolgere dalle lussurie della vita o pensare ad altri al di fuori del loro signore Gesu' Cristo, amen. In ogni caso, finalmente poteva di nuovo assaporare la sua liberta', dopo una vita di privazioni,senza amore,senza famiglia,solo doveri,solo fatica e sudore,veleno nella mano sinistra e nella destra una borsa con trenta danari ed una corda di paglia. Sunny si scosse quando si rese conto di essere ammutolita, persa nei suoi pensieri,tornando a prestare attenzione ad Azrael che intanto stava pensando ad una risposta, ma si limito' a fare spallucce dopo aver finto di rifletterci sopra,le strizzo' l'occhio

 

"Beh, intuizione"

 

Rispose semplicemente lui sfiorandole un'orecchio che al fatto sembrava morbido come pelo di coniglio appena nato. Sunny si scosse appena, non era abituata a sentirsi sfiorare le orecchie, questo spinse Azrael ad abbassare la mano

 

"Scusami"

 

Sussurró mortificato portando la mano alla nuca massaggiandola

 

"No, non scusarti è che, non sono abituata… Non… amo le mie orecchie"

 

Azrael scrolló le spalle

 

"Beh, se può consolarti, io le adoro, ti rendono… unica"

 

"Ma sono, strane, diverse… io sono certa di essere una semplice umana, ma queste… non c'entrano nulla col mio essere umana,ma magari e' per queste che mi hanno abbandonata i miei veri genitori, ero in fasce quando mi hanno presa in orfanotrofio,sai.."

 

Volse lo sguardo altrove, la mente appannata dai pensieri e dall'imbarazzo nell'aver introdotto un'argomento del genere ad un'appuntamento. In effetti, non aveva idea degli argomenti da tenere durante un'appuntamento. Sobbalzó quando la mano di Azrael le prese piano il mento per voltarla verso il suo

 

"Sei perfetta cosí"

 

"Mi conosci a malapena, come puoi dirlo? "

 

"È vero, ti conosco appena e già sei perfetta… chissà che meraviglia mi aspetterà oltre"

 

Sunny arrossí vistosamente, diamine la coglieva sempre alla sprovvista fino al punto di impedirle di controbattere. Aveva ragione sempre lui alla fine, e a lei non dispiaceva. Ordinarono da bere e due porzioni di dolce, lei scelse la torta tricolore, come il gatto che aveva sopra, con uno smoothie mela e cannella, Azrael optó per un caffé lungo ed una torta sacher. Era passata un'ora e mezzo cat café ora sonnecchiava sulla sua poltrona e ai suoi piedi, alcuni si erano accontentati di dormire accanto ad Azrael, uno sulle sue gambe e uno steso sulle sue spalle come uno spolverino pregiato. 

 

"Come ti trovi alla Hellsing? "

 

"Mi piace, un po' umido nei sotterranei ma tutto sommato.. C'é un bel panorama"

 

"Mio padre dice che siete Stati a fare compere, a Roma non te lo permettevano?"

 

Sunny sorrise prendendo un boccone di torta, la mano libera impegnata ad accarezzare il siamese che aveva al collo Azrael

 

"C'erano tante cose che a Roma non mi permettevano, ora ho una stanza mia, una vasca da bagno e dei vestiti bellissimi…padre Anderson lo chiamerebbe peccato"

 

L'uomo bevve un sorso di caffé, anche lui accarezzava il gatto che dormiva sul grembo di lei,la guardo' in tralce con un sorrisetto.

 

"Tu invece come lo chiami?"

 

Sunny ci pensó un'attimo, storcendo il naso e guardando distrattamente fuori dalla finestra mentre il gatto calico prese a giocare con le sue trecce rosate. Le orecchie bianche scattarono appena come quelle dei gatti quando avvertono qualcosa

 

"Credo… di volerlo chiamare… vivere"

 

Lui sembró soddisfatto oltre ogni dire della sua risposta, tanto che levó la tazza di caffé come per brindare, invitandola a fare lo stesso con il suo drink. Sunny non riusciva a scollargli gli occhi di dosso, dai suoi occhi, i suoi lineamenti e quella sua compostezza ed eleganza, Dio, a Roma non aveva mai visto nulla della vita,non aveva mai visto un uomo e a dire il vero, l'uomo che aveva davanti sembrava il sogno di molte fattosi carne ed ossa. Se volevano riportarla a Roma, lei avrebbe lottato con i denti e con le unghie pur di restare li', non voleva finire quell'erasmus, lei non voleva tornare piu' indietro. Azrael levo' il calice, o meglio, la tazza di caffe' invitandola a fare lo stesso col suo smoothie

 

"Alla vita, allora"

i bicchieri tintinnarono quando si sfiorarono, Sunny perse un battito, le farfalle nello stomaco erano come impazzite di desiderio,quegli occhi, Dio, quegli occhi in tempesta.

"Alla vita"

Asserí lei stringendosi nelle spalle, la giacca di cotone che la riscaldava così come il gatto sulle sue gambe. Gli occhi di ghiaccio dell'uomo, teneramente fissi su di lei,il suo profumo, il profumo dei gatti che ricordava un po' quello dei pulcini al sole, il rumore dei piatti sui tavolini, le risate e le voci in sottofondo degli altri clienti e la musica che girava su un giradischi portatile che non aveva mai visto prima, I quadri di fiori appesi alle pareti celesti, le nuvole che passavano fuori, la gente che sbirciava dentro in cerca di un posto libero. Il suo sguardo spazió su tutti quei dettagli, ne assaporó ogni dettaglio, infine sorrise prendendo un pezzetto del suo dolce, stava per aprire la bocca quando ebbe un'altra idea

 

"Vuoi provarla? "

 

Chiese all'improvviso al giovane uomo, per un'attimo rimase sorpreso anche lui, ma poi annuí accostandosi alla ragazza

 

"Certamente.."

 

Sunny gli avvcinó il boccone alle labbra ed il giovane addentó la torta con la delicatezza di un lupo che prende un biscotto dalle mani di una bambina. Quando tornó ad osservare il suo dolce, ne prese anche lui un pezzo con la forchetta, portando il boccone davanti alle labbra di lei

 

"Tieni"

 

Disse con un tono dolce e denso come miele d'acacia che cola dal servi-miele in legno. Sunny addentó a sua volta la sacher che le stava offrendo e la trovó buonissima, sebbene il liquore si sentisse molto ed il cioccolato amaro le pizzicó in bocca per un'istante, si ritrovó a fissare per un minuto che parve infinito,quel misterioso ragazzo apparso nel bosco

 

"Sai, vorrei vivere così la mia vita… non dico ogni giorno, ma.. "

 

"Più spesso? "

 

Sunny premette la cannuccia del suo smoothie contro la lingua prendendone un sorso, gli occhi si spostarono su un quadro di girasoli su una collina accanto ad un mare cristallino

 

"Sí, immagino di sí, devo pur lavorare, insomma e Lady Integra da vitto e alloggio gratis oltre che ad una cospicua paga"

 

Azrael posó la tazza vuota, anche Sunny aveva finito di mangiare la sua torta, ora se ne stava a braccia conserte, giocherellando con le orecchie del gatto sopra di lei, una smorfia sul volto che echeggiava di malinconia. Azrael si sporse verso di lei

 

"Ma ogni missione è una pallottola in più in questa roulette russa"

 

La ragazza fece spallucce, una ciocca di capelli le scivoló sulla guancia arrossata

 

"Ho un partner abbastanza indistruttibile da prendere pallottole per entrambi"

 

*Egoista*

 

 sussurró una voce nella sua testa, la sua voce

 

"Alucard è un vampiro, lui mi proteggerebbe se qualcuno puntasse un'arma o delle zanne su di me"

 

*è terribile vederlo sanguinare ogni volta*

 

La voce tremó increspandosi come l'acqua di uno stagno

 

"Lui non può morire"

 

*è terribile,il mio conte…il mio amato…conte…*

 

La voce singhiozzó nella sua testa, un pianto che scuoteva le ossa e gonfiava gli occhi. Era così rumorosa che tutte le cose belle attorno a lei rischiavano di sparire, no, doveva cacciarla via, in qualche modo, così decise di trovare pace negli occhi di Azrael, sulla mano di Azrael, quando le sue dita  sfiorarono le sue,cancellando ogni cosa nella sua testa,gli strinse piano due dita,timida, inesperta, mentre lui la lasciava fare

 

"E ora ho un nuovo collega, immagino"

 

La voce tacque,rannicchiandosi da qualche parte a singhiozzare in punizione, per darle tormento avrebbe avuto tutta la notte, dopotutto, per un po' voleva fingere di essere una ragazza normale, che aveva avuto la fortuna di prendere una torta con un uomo affascinante e perfettamente normale. 

 

"Non lavoro con la Hellsing, ma vedró di tenerti d'occhio"

 

Con la punta delle dita si sistemó il monocolo, molte ragazze nel locale lo stavano fissando da un po' e non smisero quando lui si alzó per andare a pagare il conto, alcune sospirarono quando porse il braccio alla ragazza con le trecce rosa, altre ancora fecero commenti sulle orecchie di lei, quando la misteriosa ragazzina con un'arpa sulle spalle, prese sotto braccio quel bellissimo uomo dai capelli corvini e si poggió a lui con la sua guancia arrossata  ridacchiando per qualcosa che lui aveva detto in un sussurro sul suo orecchio. 

Raggiunsero di nuovo il parchetto al centro della città, il sole era ancora alto in cielo e i due camminavano sotto braccio lungo il viale alberato, approfittando dell'onbra e della brezza fresca che soffiava tra le fronde. Azrael guardó la ragazza, glio occhi come cieli arsi dai soli, la scoprí arrossire mentre le sistemava un ciuffo di capelli dietro all'orecchio soffice, che si mosse appena come quello di un gatto, ma non sembró più vergognarsene

 

"Dovrei… Tornare a casa"

 

Disse piano guardando in basso, si succhió il labbro inferiore mentre la presa si strinse sul braccio di Azrael

 

"Sei stanca? "

 

"Si staranno preoccupando"

 

"Bene, ma prima dovremmo fare una cosa.. "

 

"Eh? "

 

Ripresero la moto e raggiunsero un piccolo borgo fuori città, era un quartiere di case di campagna,casette a due piani in mattoni, ben curate con tanto di giardini verdi e piante in fiore. Sunny pensò a quante volte aveva sognato di vivere in una casa del genere, portando abiti in stile cottage, andando in giro in bici a raccogliere fiori e frutta dal giardino e dalla campagna circostante. La casa dove entrarono era quella che trovó la più adorabile:  mattoni bianchi con tetto scuro, le finestre erano circondate da edera rigogliosa, le finestre grandi con persiane in legno verde. La circondava un giardino protetto da una staccionata bianca, le violette erano sbocciate a creare un sentiero accanto alle pietre a terra, le fragole erano belle gonfie e i tulipani si muovevano col vento. Vide anche un piccolo stagno pieno di pesci rossi prima di entrare in quella che Azrael dichiarò come casa propria

 

"Az… "

 

"Sta tranquilla"

 

L'uomo le sfiló gentilmente la giacca dalle spalle con un sospiro che sembró tradire un certo dispiacere, gli occhi affilati dell'uomo si posarono su di lei, Sunny si strinse nelle spalle, non aveva paura, era un bravissimo ragazzo ed i suoi occhi erano gentili come quelli di Walter, ma non capiva ancora come mai l'avesse portata a casa sua. 

 

"Avete un vampiro nei sotterranei, non può sentire il mio odore, in bagno troverai tutto il necessario, prenditi tutto il tempo che vuoi"

 

"Cosa succede se sente il tuo odore? "

 

Azrael guardó altrove massaggiandosi il collo

 

"Quello che un cane fa ad un altro cane quando si vede rubare l'osso, ma tu non sei un'osso ed io non sono un cane come lui, guidato dal puro istinto primordiale"

 

Fece una pausa quando la sua voce tremó

 

"Non fidarti del vampiro, raggio di sole"

 

"Azrael. "

 

L'uomo rimase immobile per un paio di secondi, gli occhi di lui si erano rabbuiati,coperti da nubi e lei non poté fare a meno di levare il braccio verso quel volto tanto perfetto.Quando la mano di lei gli sfioró la guancia, il giovane si scosse come se avesse preso un ceffone, sorrise alla ragazza scuotendo il capo, le prese piano le spalle massaggiandole appena con i pollici, respiró il profumo di lei come se fosse stata l'ultima volta. Sapeva di non dover correre troppo con lei, forse aveva esagerato, forse l'aveva spaventata e spaventarla era l'ultima cosa che aveva intenzione di fare. Eppure quegli occhi lo imploravano di stringerla, baciarla, amarla e poteva sentire le farfalle massacrargli lo stomaco. 

 

"Perdonami, raggio di sole,non sono nessuno per darti consigli,ma in ogni caso, sarebbe meglio non toccarsi più dopo che ti sarai lavata, ok? Non voglio darti problemi con Alucard" 

 

Sunny si strinse nelle spalle dondolando sui tacchi, gli occhi vagavano in cerca delle parole giuste da dire. Non era mai stata ad un'appuntamento, non aveva idea delle tempistiche e del perché già così all'improvviso le era salita allo stomaco una smania di mettersi sulle punte per baciare quel giovane. Si portò le mani al ventre ed intrecció le dita dondolando sulle punte

 

"Va bene, grazie per esserti preso cura di me oggi…sei stato gentile, sono stata davvero bene"

 

Voleva chiedergli come mai aveva deciso di portarla fuori, se era così che funzionavano i colpi di fulmine, l'inizio di una relazione?  Non ne aveva idea ma sarebbe stato imbarazzante chiederlo per la seconda volta. Sapeva solo che non avrebbe più potuto toccare quel ragazzo dopo quella doccia, doveva fare qualcosa? Magari avrebbe fatto qualcosa lui. Le farfalle nello stomaco erano come impazzite negli stomaci di entrambi i giovani

 

"Azrael…ci rivedremo? "

 

"Solo se lo desideri"

 

Sunny arrossí  ancora di più ed annuí tenendo la testa bassa,coprendosi il viso con le mani, le orecchie bianche si scossero un paio di volte, le guance le bruciavano, la testa le frizzava come se il suo cervello si fosse trasformato in soda, poi la mano di Azrael si posó sul suo capo, gentile e calda

 

"Eih"

 

La chiamó invitandola a guardarlo negli occhi, a quel punto Sunny cercò di far ricorso a tutte le storie che aveva letto di nascosto a Roma, tutte le storie d'amore possibilmente a lieto fine che aveva archiviato nel cervello e tutte recitavano una sola frase che le rimbombava in testa come un tamburo di guerra

 

*e lui la bació*

 

Le mani di lei si tesero ad afferrare il gilet di Azrael, che rimase immobile ad osservarla, lei continuava a guardare in basso, senza dire nulla lo tiró a sé fino a posare la testa contro il suo petto

 

"Non sono… brava con queste cose,ma voglio ancora un po' del tuo profumo, ancora un po'"

 

Sentì le sue braccia avvolgerla lentamente, una sulla nuca ed una sulla vita, il profumo di Colonia le invase i polmoni come a far festa, facendole stringere ancora di più la presa, chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, sentiva il suo cuore che le pulsava contro la fronte, forte, deciso, vivo. Sentiva i muscoli dell'uomo addosso, il suo corpo premuto contro di lei, il profumo che la invadeva come un secondo abito,il cuore batteva all'impazzata e si rese conto che anche quello di Azrael stava accelerando

 

"Eih, non è mica un'addio"

 

Scherzó lui massaggiandole la schiena, quando si allontanó decise di chinarsi per stamparle un bacio sulla guancia ancora rossa 

 

"Andiamo, raggio di sole"

 

Le prese la mano accompagnandola al bagno dove l'attendeva una grande vasca pronta per essere riempita. Azrael prese i sali da bagno, bagnoschiuma e li sistemó nella vasca avviando l'acqua, preparó degli asciugamani puliti e sistemó una sedia accanto alla vasca per lasciarle poggiare i suoi abiti ed effetti personali. Si scusò per non avere profumi femminili da offrire ed il suo sarebbe stato fuori discussione. Così Sunny si trovó in mezzo ad una montagna di bolle di sapone, nella vasca a casa di un ragazzo che aveva conosciuto poche ore prima, senza avere la benché minima idea di cosa fosse accaduto di preciso. Era la terza volta che ricapitolava la giornata come se fosse stata una poesia da recitare alla maestra: era andata in missione da sola ed un giovane uomo le aveva praticamente salvato la vita,l'aveva invitata a  mangiare una torta in un cat cafe, sebbene quel fosse stato il loro primo incontro ed ora, era nel suo bagno a lavarsi via il suo profumo perché altrimenti il vampiro nel suo sotterraneo avrebbe dato di matto, stando al parere di Azrael. Cercò di non restare troppo in vasca, non voleva dare l'impressione di essere maleducata, sebbene avesse passato cinque minuti buoni a soppesare l'idea di abbandonare la giacca nera che profumava di colonia prima di infilarsi in acqua. Uscì dalla vasca stando attenta a non bagnare il pavimento, scelse di far slittare il tappetino fino all'asciugamano bianco, soffice ed enorme che la avvolse abbondantemente. Si asciugó I capelli e li sistemó di nuovo in due trecce, indossó il suo abito e si dette una sistemata,  sebbene il suo trucco fosse andato via del tutto, non ne fece un dramma ed uscì dal bagno sperando di non aver offeso il proprietario di casa per aver temporeggiato. Trovó Azrael in cucina, intento a preparare un té con fiori di campo, che si appprestó a versare alla ragazza in una tazza di vetro trasparente, stando attento a non toccarla

 

"Come è andato il bagno? "

 

"Bene, la tua casa è davvero bella, ma tu… hai detto di non lavorare con la Hellsing, giusto? "

 

L'uomo prese un sorso dal suo té deglutendo cautamente

 

"Corretto"

 

"Che lavoro fai? "

 

"Uccido mostri, la Hellsing non è l'unica fondazione ad avere clienti, possiamo dire che sono… un libero professionista"

 

Ridacchió incrociando le braccia al petto, posando la tazza e sporgendosi per prendere una sigaretta, ma Sunny afferró il cucchiaino e sporgendosi dal tavolo, allungó il braccio con uno scatto e lo colpí sul dorso della mano con fare di rimprovero. Azrael le scoccó uno sguardo incuriosito, inarcó il sopracciglio, poi ridacchió imitando il tono di suo padre

 

"Perdonatemi my lady, avevo scordato.. "

 

Rimasero in cucina a sedere, in silenzio, mentre il sole scendeva e dava un tocco aranciato alle pareti, disegnando piccole ombre con le foglie dell'acero di fronte alla casa. Era una cucina non troppo grande, con mobili in legno di betulla lavorato, pentole e padelle in rame erano appese sopra ai fornelli sempre in rame, dal forno sembrava provenire un buon'odore di pane appena sfornato

 

"Vivi da solo? "

 

"Ogni tanto mio padre torna a farmi visita, ma sí, era casa sua prima di me e prima di lui apparteneva ai suoi genitori, ora però vive alla villa degli Hellsing ed ha lasciato a me la casa"

 

"Capisco"

 

La ragazza prese un tovagliolo avvolgendolo alla mano, la tese verso di lui per sfiorarlo senza peró prenderne il profumo

 

"Devo andare ora"

 

Il giovane rise appena, mentre sistemava nel lavandino le tazze

 

"A breve un taxi ti porterà a casa, sta tranquilla"

 

Sunny annuí appena, alzandosi per aiutarlo a mettere a posto, stando attenta a non sfiorarlo, non credeva fosse stato tanto difficile per lei resistere dallo sfiorarlo quando lui si avvicinava o la guardava mentre un sorriso gli si insinuava sul volto. Il taci arrivó troppo presto ed il saluto tra i due fu composto da un inchino, una promessa ed un enigmatico occhiolino da parte di Azrael, il viaggio fu breve e la ragazza salí di corsa in camera sua, non incrociò nessuno, nemmeno Walter, che probabilmente stava ancora finendo di pulire o preparare la cena, avrebbe fatto rapporto appena entrata in camera. Quando aprì la porta, ad attenderla c'erano due pacchetti sul letto, la ragazza si avvicinó cauta e lesse il biglietto poggiato sulla scatola più grande, il biglietto recitava le seguenti parole:

 

*non ho potuto fare a meno di notare la tua passione per la musica, spero che questo regalo ti doni giornate liete, buona notte, raggio di sole*

 

Sunny porto' una mano alle labbra per trattenere un gridolino di stupore, scartó I regali che si dimostrarono essere : un giradischi portatile,un vinile ed in una scatola più piccola ed un cellulare. Quando accese l'apparecchio, not un messaggio lasciato da Azrael, dove c'era il suo numero in rubrica ed un messaggio con le istruzioni su come si sarebbero contattati grazie a quell'aggeggio, ovviamente sarebbe rimasto segreto tra i due. Sunny prese un vinile  e lo fece subito partire

 

Moon river, wider than a mile

I'm crossing you in style some day

Oh, dream maker, you heart breaker

Wherever you're goin', I'm goin' your way

 

Two drifters, off to see the world

There's such a lot of world to see

We're after the same rainbow's end

Waitin' 'round the bend

My huckleberry friend

Moon river and me

 

Si sedette sulla seduta della finestra, ascoltando quella melodia, decise di mandare un veloce messaggio ad Azrael, che comprendeva la sua interpretazione della canzone, riuscì a mandare il messaggio e a nascondere il telefono, prima che un vento gelido le sfiorasse la nuca e la voce di Alucard le faceva vibrare gli organi interni. 

 

"Sei tornata…"

 

Sunny si voltó verso la porta, il vampiro se ne stava dritto davanti alla porta, imponente e maestoso, il ghigno pieno di denti affilati come lame, digrignati in un sorriso da predatore. Si avvicinó a lei con passo cauto e lento, quasi inquisitorio, il suo sguardo le fece precipitare lo stomaco nelle scarpe, il cuore le martellava in petto come un condannato contro le sbarre della sua cella. 

 

"Alucard..? "

 

"Non hai ancora fatto rapporto, va tutto bene?"

 

"Certo, sono solo molto stanca"

 

Il vampiro si fermó di fronte a lei con aria solenne e gentile allo stesso tempo, come se si fosse reso conto di quanto i suoi battiti aumentassero ad ogni passo che faceva. Sapeva leggere nella mente? Era un predatore ed aveva ormai dato per scontato che lui fosse in grado di sentire il suo sangue scorrere nelle sue vene come impazzito, era ovvio, lo leggeva nei suoi occhi color sangue arterioso. Tese una mano verso di lei, sfiorandole la guancia, il suo istinto la spinse a premere la guancia contro il suo palmo, contro la sua volontà, era come ipnotizzata da quegli occhi profondi come abissi infernali. 

 

"Hai avuto paura? "

 

"No"

 

"Hai scoperto qualcosa? "

 

Con l'altra mano prese a giocherellare con la sua treccia, le mani di Sunny si sollevarono tremanti fino a stringere quella di lui, era così minuta in confronto al vampiro, il suo collo era esposto ma lui non sembrava curarsene, magari aveva già mangiato.. Magari il suo sangue non gli importava

 

"I ghoul sono aumentati, come se.. Qualcuno li avesse portati lí,ma non c'era nessun capo vampiro"

 

"Ah si? Interessante"

 

La mano scivoló alla sua vita, l'altra le prese la mano guidandola in alto, la musica alle loro spalle la fece subito intendere che quel vampiro la stava invitando a danzare. Il vampiro la spinse appena e la ragazza improvvisó muovendosi insieme a lui, cercando di imitare i suoi passi 

 

"Alucard…non so ballare"

 

"Chiudi gli occhi"

 

In realtà erano passati diversi secondi e per il momento non gli aveva ancora calpestato i piedi, il suo corpo si stava muovendo e quando chiuse gli occhi si rese conto che in realtà, stava danzando. Probabilmente il ballo è una cosa che ti sale da dentro, almeno per lei era così, come se il suo corpo si fosse scordato di saper ballare, come quando si va in bicicletta, ci sali pensando di cadere e poi ti trovi a pedalare come se nulla fosse, sì, sicuramente era così, magari da piccola aveva preso lezioni e non se lo ricordava. Teneva una mano sulla spalla del vampiro, istintivamente si aggrappó alla sua giacca quando lui la tiró a sé

 

"Quindi…questi ghoul senza padrone, li hai uccisi tutti, Angelo mio? "

 

"Tutti.. Mio signore Alucard"

 

Sussurró, la voce che tremava, il cuore che pulsava contro il petto immobile di Alucard, nessun battito dentro quella cassa toracica, nessuna vita là dentro, eppure era lì a farla danzare, la sua stretta era salda, forte, I suoi occhi erano vivi e brillavano di una luce abbagliante. Il suo petto si scosse quando la sua  cupa e melodica risata riempi' la stanza

 

Eppure

Era

Morto

 

"Dei ghoul senza padrone, che cosa buffa"

 

"C'erano anche bambini, ragazzine, come è possibile? "

 

Il ghigno del vampiro si fece affilato, le zanne brillarono alla luce della Luna ormai alta in cielo, gli occhi la invitarono a proseguire, il suo sguardo sempre più eccitato, estasiato, ebbro della visione della giovane vergine e dei suoi occhi come cieli arsi dai soli,tutti per lui,solo per lui

 

Eppure

Il suo cuore

Non

Batteva

 

"Mutazioni? Ghoul creati da… non vampiri? Un virus? "

 

"Sei brillante, Sunny Iscariota.. "

 

Il vampiro la fece piroettare, la tenne per la schiena sostenendola come se non pesasse nulla, il volto vicinissimo al suo, il soffio del vampiro le sfioró le labbra

 

Ma

Lui 

Non 

respirava

 

"Perché giochi con me? "

 

Chiese socchiudendo gli occhi, sentiva un forte sonno avvolgerla in un tenero abbraccio, le labbra del vampiro sul suo collo, un bacio

 

"Perché dovrei giocare? "

 

Le mani tremanti corsero sulle spalle di Alucard aggrappandosi alla sua giacca con tutta la forza che aveva, sentiva le gambe molli, il cuore implorava pietà, sentiva come se il suo corpo sprofondasse e l'unica cosa cui poteva aggrapparsi era lui, Alucard.  Non riuscì a trattenere un gemito quando di nuovo le labbra del vampiro premettero contro la sua pelle, proprio sopra alla sua giugulare pulsante

 

"Ti prego… Alucard"

 

"Sei lontana da me, questa sera"

 

La sua voce era calda, profonda e densa come fumo, le sue labbra si allontanarono appena per poter lasciar fiato alla ragazza che aveva tra le braccia, I suoi occhi si incupirono quando con sua sorpresa, lei lo spinse via, sebbene a fatica, col suo permesso. Sunny emise un rumore come di qualcosa che si spezza, mentre si gettava seduta sul letto, il fiato corto, le lacrime agli occhi,i volti dei due uomini le vorticavano come visioni nella testa

 

*Alucard*

*Azrael*

*Alucard*

*Azrael*

Sunny scosse il capo nascondendo il viso tra le mani,artigliandosi i capelli confusa,non sarebbe dovuta andare cosi' quella sera, avrebbe dovuto solo pensare ad Azrael,eppure era li' a danzare con il mastino del casato Hellsing, col vampiro Alucard

 

"Non posso, tu… sei un vampiro, tu non sei… "

 

"Umano, no, non lo sono più"

 

Sunny cercó di riprendere fiato, le mani sul collo fino a farsi male, le guance rosse rigate dalle lacrime, il suo intero corpo fremeva, la stava maledicendo per aver spezzato quel momento, la sua anima era in supplizio ed Alucard sembrava percepirlo, perché anche la sua espressione cambiò all'improvviso, come un'eclissi di luna, il vampiro smise di sorridere

 

"Stai giocando con me… tu sei il lupo, io l'agnello.. Stai giocando con me… stai giocando… . Stai.. "

 

Quando Sunny alzó lo sguardo per cercare risposte, Alucard non c'era più, lasciando nel suo stomaco come un buco nero, un vuoto immenso che non aveva mai pensato di avere. Era così la vita fuori da Roma? Un'attimo prima era la ragazza più felice del mondo e poco dopo era sul suo letto col pavimento che le crollava sotto ai piedi, in lacrime, confusa e spaventata. L'odore del vampiro era ancora addosso a lei, il suo respiro le aveva scaldato il collo, il suo bacio le aveva messo nello stomaco farfalle grandi come dragoni, che sbattevano le ali come impazzite, le gambe le dolevano, il cuore si stava ancora riprendendo da tutti i battiti che aveva saltato per sbaglio. 

 

Eppure

Era 

Morto

 

Si lasciò andare sul cuscino con un singhiozzo, la musica che continuava come se fosse stata troppo distratta da avere la decenza di fermarsi. Si portò le mani al viso per cacciare via le lacrime che sgorgavano come ruscelli in piena, le gote bruciavano infuocate, I denti stretti in uno spasmo di dolore, I singhiozzi le scuotevano le ossa, l'anima. Non riuscì a trattenere i lamenti del suo pianto, sicuramente lui l'aveva ascoltata, la stava ascoltando o forse, anche lui stava piangendo da qualche parte? Perché lo aveva ferito? Lui era gentile a modo suo con lei, avevano danzato, lei era il suo Angelo, perché? Lo aveva ferito? Ma nulla ferisce un vampiro, nulla di umano, I sentimenti erano cose da vivi e lui.. 

 

No

Lui

Era 

Morto

La voce di lei si spezzo' in gola strozzandole il respiro,riusci' solo a sussurrare un nome,che le bruciava la mente e che quella notte, non le avrebbe piu' dato pace

 

"Alucard… "














 
  
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