Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: rampo92    07/09/2009    3 recensioni
Gessica e martina sono 2 ragazze di 14 anni in 2 citta diverse, ma con lo stesso sogno trovare la scuola adatta x realizzare il loro sogno. Questa storia e stata inventata da me e una mia amica con lo scopo precisa di diventare un fumennto quindi scusate se nn saranno molre descrizioni sui personaggi e i paesaggi.
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
18 Agosto 2006


Capitolo 1
18 Agosto 2006. Gessica.


Alla periferia di un piccolo paese a nord di Badfit, in una notte calda di luna piena, regnava la tranquillità.

Gessica: "NO MAMMA, IO NON ANDRÓ MAI IN UNA SCUOLA PER FATE! MAI E POI MAI!"

Madre di Gessica: "Gessica ne abbiamo già parlato. Ci vai, che tu lo voglia o no!"

Gessica: "MAMMA, TU NON PUOI COSTRINGERMI!"

Madre di Gessica: "Scommettiamo? Ora fila in camera tua senza fiatare, altrimenti prenderò dei provvedimenti!".

Gessica è una ragazza di 14 anni. Come tutte le quattordicenni c'è la tremenda scelta della scuola superiore e quella scelta da lei si chiamava FROST: molto prestigiosa per i suoi corsi avanzati, per le arti magiche e di combattimento. Purtroppo però, sua madre non voleva che frequentasse una scuola del genere, anzi, voleva farla iscrivere ad una scuola per fate senza cervello capaci di pensare solo alla moda.

Lei non voleva tutto ciò e decise che, non appena si fosse fatta notte fonda, sarebbe partita per cercare FROST. Se non aveva capito male la scuola si trovava a circa quattro giorni di viaggio a piedi, quindi, se riusciva ad arrivarci e a iscriversi prima che i suoi genitori la rintracciassero, non avrebbero più potuto fare niente. Senza fare nessun rumore prese fuori dall’ armadio il suo bastone magico e, con qualche semplice parola, fece comparire davanti a sé uno zaino pieno di viveri necessari per sopravvivere due settimane; aprì la finestra con molta attenzione e si calo giù pian piano. appena toccato terra, si appiattì al suolo, pregando che sua madre non la vedesse e, strisciando, cercò di arrivare dietro a un cespuglio per potersi alzare e correre via più veloce che poteva. Si inoltrò sempre più nella foresta. Corse senza mai voltarsi indietro, fino a quando non perse il fiato e, una volta fermata, si trovò davanti uno spettacolo senza pari: il sole che sorgeva sopra una vasta distesa di campi di girasole. Rimase incantata da quello spettacolo ma, all’improvviso, sentì un rumore dietro di lei, si voltò, e vide spuntare dai cespugli un ragazzo incappucciato con un enorme spada dietro la schiena, Gessica iniziò a tremare per la paura di quel ragazzo e pensò < aiuto, chi e ‘sto tizio? Chissà cosa vorrà… spero niente!>.Lo straniero incominciò ad avanzare sempre più, finche non si trovò a pochi metri da Gessica e disse: " cosa ci fa una ragazza così carina in mezzo ad una foresta e per giunta tutta sola?". Gessica tirò fuori tutto il coraggio che gli era rimasto e gli rispose: "Niente. Una semplice passeggiata per vedere il sole che sorge su questo bellissimo campo di girasoli". La sua voce era tremante per la paura, quindi, non sapeva se le avesse creduto. Il ragazzo incominciò a ridere in modo molto sarcastico poi disse: "Con una borsa di quel genere dietro non ci crederò mai. Hai una fervida immaginazione, però, ti consiglio di recitare meglio. Allora, dove stai andando?"

Gessica pensò <oh cavolo mi ha scoperta… cosa faccio adesso? Gli dico la verità o no?>.

Poi confessò, con un tono piuttosto acido: "E va bene, sono scappata di casa e mi sto dirigendo a FROST. Contento?". Lui, con un sorriso che pareva raggiungesse la luna rispose: "Bene. Se vuoi ti posso accompagnare dato che ci devo andare anche io ". Gessica lo fissò incerta. E non sapeva se fidarsi o no di quella strana figura incappucciata.

Che c’è? non ti fidi?”

Sinceramente non molto, dato che non so neanche come ti chiami”

Hai ragione, scusa per la maleducazione. Il mio nome è Ghabry”

Piacere. Il mio nome è Gessica”

Gessica…” mormorò Ghabry “Bel nome”. Gessica arrossì e rispose gentilmente: “Grazie”.

Prego. Allora Gessica, cosa vai a fare a FROST?”

Vado ad iscrivermi”

E c'è bisogno di scappare di casa?”

Sì. Dato che i miei genitori non vogliono che ci vada”

E per quale motivo, scusa?”

Perchè credono che quella scuola sia troppo elevata per i miei standard. In poche parole mi credono una celebrolesa”

Ma no, dai, non credo che pensino questo di te”

Mi volevano mandare in una scuola per fate! Questo come te lo spieghi?”.

In quel momento Ghabry si fece teso e piombò un silenzio atroce sui due. Ma, dopo qualche secondo, Ghabry disse “Gessica, prendi la tua roba in fretta e inizia a correre in quella direzione. Tra poco ti raggiungo” Gessica raccolse velocemente la sua roba che era affianco ai propri piedi. Vedendo Ghabry allungare la mano verso l'enza della spada, chiese: “Che cosa sta succedendo?” Ghabry rimase in silenzio per qualche secondo, poi rispose: "Si sta avvicinando qualcosa di pericoloso. E basandosi sulle vibrazioni che sento, provenire dal terreno. Direi che è anche molto grosso”. In una frazione di secondi, Ghabry tirò fuori l'enorme spada con una mano come se fosse una piuma: “Ti conviene allontanarti fin che puoi, altrimenti sarai coinvolta. E non sono sicuro di riuscire a proteggerti. Quindi avviati. Penso che me la sbrigherò in pochi minuti”. E dopo aver pronunciato quelle parole corse dentro la foresta. Gessica rimase lì per qualche secondo intontita, poi decise di avviarsi nella direzione che le aveva indicato. Camminò per minuti interi fino a quando non sentì un fruscio di foglie dietro di lei si voltò di scatto e chiese: “Ghabry, sei tu?”. Non sentendo nessuna risposta, credette fosse il vento. Si voltò e riprese a camminare, fin quando non sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla. Si riempì i polmoni più che poteva, poi si voltò di scatto per urlare, ma, si fermò quando la faccia di Ghabry era a pochi centimetri dalla sua. Ghabry si stupì, poi disse: "Oh. Calma. Sono io. Non agitarti"

"Ah… Scusa… Credevo fossi qualcun altro".

Ghabry si cacciò a ridere poi disse: "E tu vorresti stendere i mostri guardandoli negli occhi e pensando intensamente che gli venga un malore all'improvviso?"

"Non proprio. Ma ci sei andato vicino".

Entrambi si misero a ridere. Quando finirono, lui disse: "Forse è meglio muoverci, dato che per arrivare a Badfit ci vogliono 3 giorni di cammino"

"Va bene andiamo". Così, iniziarono a camminare uno affianco all'altro parlando e scherzando allegramente.





  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: rampo92