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Autore: eli_mination    28/05/2022    1 recensioni
[AU Distopico]
Sembrava tutto troppo perfetto per gli abitanti del Satellite. Dopo anni, finalmente si sarebbero riscattati con la costruzione del ponte che collega la zona malfamata alla grande città, Nuova Domino. Qualcosa va però storto, a qualcuno piace giocare con il tempo e inserisce un pezzo mancante nella storia che Allen, neo-diplomato nato nel Satellite che è cresciuto con i cambiamenti del suo luogo, conosce. Perché, improvvisamente, si ritrova in una guerra civile che vuole rivendicare i diritti di quell’isola? Con quale assurda coincidenza si unisce ad una banda di sciroccati del Satellite capitanati da Crow Hogan? E come mai quest’ultimo gli ride in faccia quando Allen gli racconta della lotta contro Z-ONE? In quello che sembra un assurdo sogno, Allen abbraccia la causa e darà un’importantissima mano alla rivoluzione in corso. Il tutto mentre cerca di capire come sia finito in quell’arco temporale a lui totalmente nuovo…
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crow Hogan, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Tom’s POV

Immediatamente Jasper ci fa segno di stare in silenzio, con il dito indice sulle sue labbra. Capiamo all’istante il perché: fuori c’è qualcuno. Si sentono delle voci, non riesco a capire cosa dicano… Beh, qualsiasi persona sia, resta da capire se è ostile oppure è semplicemente indifferente alle meccaniche di quest’isola (in termini di alleanze, ovviamente… Credo che un individuo che abita qui al Satellite sappia come funziona tutto il resto…).

Nessuno di noi si lascia sfuggire un fiato. Addirittura, Ruby trattiene il respiro, con la paura di fare rumore, mentre Allen si tiene una mano sulla bocca. Il resto, semplicemente, rimane immobile e in silenzio. Anche a me viene un timore assurdo di farci scoprire per colpa mia, tuttavia mantengo la calma… Anche se questa situazione mi ricorda quella a cui sono stato esposto con Alyssa… Seppure non vi era alcun modo di ricollegare quel crimine a noi (o meglio, a me), visti tutti i casini successi quella notte, il modo in cui Crow mi ha guardato quella notte in cui ci ha portato nel rifugio per la prima volta mi ha fatto davvero spaventare.

Nei suoi occhi vedevo una strana luce, probabilmente il frutto delle mie paranoie: come se lui sapesse cosa avessi fatto. Non aveva uno sguardo severo, né arrabbiato o deluso. Era il più normale degli sguardi in un’occasione simile: preoccupazione per noi. Soprattutto per Alyssa, che con me ha cercato di sopravvivere ma si vedeva che fosse più debole per sopportare giorni di mancanza di cibo ed acqua, oltre che la febbre che le era salita dopo che, per sfuggire dalla polizia, ci eravamo gettati in un canale. Un inferno. Non sarò mai abbastanza grato a Crow per averci dato la possibilità di vivere, anche se non so quale potrebbe essere la sua reazione se venisse a sapere di quello che è successo.

Le voci esterne si allontanano. Dal tono sembra che quei tizi stessero scherzando su qualcosa, come degli amici che vivono delle giornate perfettamente normali, passeggiando nel porto e capitando casualmente nella stessa zona in cui noi ci siamo nascosti. Mi auguro che siano dei ragazzi non coinvolti in questa guerra tra bande, o che, al limite, non siano parte dei nemici. La zona, d’altronde, è controllata dai Jurrac, no? Dannazione, che brutto…

Attendiamo ancora alcuni istanti prima di ricominciare ad ascoltare il racconto dei nostri amici, assicurandoci, dunque, che quelle persone se ne siano andate.

“Bene…” sussurra Jasper. “Ringraziate le mie orecchie che captano anche gli ultrasuoni per aver sentito delle stupide chiacchiere anche se da lontano e all’interno di una gabbia di acciaio. Nel frattempo, voi vi stupivate del fatto che stessimo per morire per mano dei Jurrac.”

“In realtà loro lo sapevano già…” precisa Lucy. Il volume della sua voce deve essere stato un pelino troppo alto per il corvino dall’udito sensibile…

“Abbassa quella cazzo di voce!” borbotta lui.

“Ehi, piano con le parole!” la difendo. “Non ha urlato, Batman!”

“Evidentemente non vi è chiaro il fatto che-”

“Hai rotto il cazzo, Jasper.” sibilano Alyssa, Allen e Crow all’unisono. La scena è alquanto comica… Allen che si schiera contro Jasper? Wow, sta iniziando a cacciare davvero gli attributi il ragazzo! Grande!

“Va bene, ok, come volete.” si arrende il corvino. “Se ci scoprono, però, non aspettatevi che io vi copra le spalle! Sarò il primo a squagliarmela!”

Si, certo, dice sempre così… Quello che Jasper non vuole ammettere è che, scavando molto in profondità nel suo cuore, c’è del buono in lui. Anzi, c’è dell’affetto per noi. Lo vedo, perché cosa ci farebbe qui con noi, altrimenti? Lui sarebbe in grado di porre fine a questa dittatura anche da solo, per come è fatto. Starò esagerando? Nah, nella mia testa è l’antieroe che ogni storia che si rispetti dovrebbe avere. Mi sento infimo, in confronto a lui…

“Vogliamo proseguire con il racconto?” domanda la bionda, estranea a quel mezzo litigio che si stava consumando.

“Si, Ruby, sono d’accordo!” le do ragione io. A questo punto, ognuno dei quattro con dettagli diversi, finiscono di narrare la storia.

Sostanzialmente, Jasper e Ruby erano su una moto, mentre Crow era a bordo della sua Blackbird e Lucy sull’altro veicolo. I Jurrac non li hanno lasciati andare così facilmente, tanto che tre moto sono partite all’inseguimento dei nostri amici. Hanno provato in tutti i modi a seminarli, anche attraversando aree molto pericolose e disastrate del Satellite, ma senza alcun successo.

“Non si schiodavano da noi, era assurdo!” commenta Jasper.

Facendosi un altro tiro di sigaretta, Crow aggiunge un dettaglio che, appena lo sento, mi spiazza un po’.

“Ad un certo punto, due moto si affiancano alla mia e mi spintonano sul lato. Ho provato a resistere ma sono finito sull’asfalto, ad un certo punto.” sussurra. “Fortunatamente non mi sono fatto troppo male, però sono scivolato abbastanza e stavo per cadere in un dirupo… O meglio, una di quelle spaccature profondissime nel terreno. Insomma, ero convinto che sarei morto… Fortunatamente, sia io che la Blackbird siamo ancora qui.”

So a cosa si sta riferendo: c’è una zona del Satellite, lì dove c’è una piazza con una fontana, che è stata quella più colpita nella Zero Reverse. Profondi crepe nel terreno danno l’impressione che al di sotto non vi sia altro che un abisso senza fine. Se cadi lì dentro, non hai alcuna possibilità di sopravvivere. Non sai mai quando toccherai il fondo, portandoti a morire quasi all’improvviso: è una sensazione molto strana, sai che la tua fine sta per giungere ma non sai quando arriverà, se tra un paio di minuti, secondi o perfino ore. Insomma, così descrivono quei crepacci… Potrebbe benissimo trattarsi di una leggenda metropolitana che ha portato noi abitanti a stare lontano da lì, a parte Crow che ha una moto predisposta anche al planaggio… Perciò, sapere che stava per finire dentro uno di quegli antri per l’inferno mi mette i brividi.

“Per questo, ho lasciato sola Lucy alle prese con gli stessi che mi hanno buttato a terra. Ruby e Jasper erano dietro di me, molto lontani. Sono stato fortunato perché ho un motoveicolo molto pesante, quindi quando mi hanno spinto non hanno impresso troppa forza e non sono stato sbalzato molto lontano. Mi sono salvato anche per questo motivo…”

“Io mi sono trovata a lottare contro quei tre ed è stato bruttissimo. Il primo l’ho fatto cadere senza troppi problemi, riuscendo a colpirlo prima con un pugno e poi gettandomi su di lui con tutto il peso della moto. Non so come abbia fatto a non perdere l’equilibrio…” aggiunge Lucy. Che tipa tosta, accidenti! Addirittura, un pugno mentre è occupata a guidare a folle velocità? Non so se sarei riuscito ad avere il suo stesso sangue freddo… Prendendosi una piccola pausa, continua a spiegarci la sua impresa.

“Il secondo e il terzo mi hanno dato poco modo di festeggiare, in quanto subito si sono avvicinati a me. Ho provato ad usare la stessa tattica di prima, ma stavolta uno di loro mi ha afferrato il braccio prima che io potessi colpirlo. Intrappolata nella sua morsa, avevo poco controllo sulla guida. In più momenti ero convinta che sarei caduta e ci sono andata molto vicina, infatti. Il peggio è stato quando, mentre ero trattenuta da un lato, dall’altra un tizio aveva in mano qualcosa di affilato. Due volte ha provato ad accoltellarmi e ci stava anche per riuscire. Mi ha semplicemente sfiorato su un fianco, causandomi solo un taglio superficiale… Faceva male come se mi avesse fatto un buco enorme nella carne, però, e bruciava come se io avessi esposto il mio intero corpo alle fiamme.”

Cazzo, Lucy… Mentre racconta quei dettagli le tremano le labbra, come se stesse per piangere. È evidente che l’esperienza l’abbia scossa di molto… Mi metto in ginocchio e mi trascino vicino a lei, mettendole una mano attorno alle spalle.

“È tutto a posto.” mi rassicura lei. “Ora si può dire che sia un brutto ricordo. Dopo esserci messi in salvo, però, passato l’effetto dell’adrenalina è stato devastante. Mi è mancato il respiro…”

“Se non fosse stato per me, che sono giunto in un momento propizio…” si vanta subito Jasper. “Continuo io il racconto, se non vi dispiace. Come abbiamo già detto, io e Ruby eravamo su un’altra moto ed eravamo più lontani da loro. Passando a tutta velocità ho visto Crow che si stava rialzando in piedi e volevo fermarmi per aiutarlo, ma lui mi ha intimato di proseguire. Capii il perché poco più tardi: Lucy era in pericolo. Ruby si aggrappava a me con tutta la forza, non sapendo che se mi avesse stretto di meno non sarebbe caduta ugualmente…”

Riserva un’occhiataccia alla ragazza, che sorride imbarazzata.

“Tu andavi troppo veloce e io avevo paura!” si giustifica.

“Ovvio, la tua amica era circondata!” ribatte Jasper. “Comunque, dicevamo… Siamo riusciti a raggiungerli, schivando anche il tizio che Lucy era riuscita a far cadere. Vidi che la situazione non era delle migliori e l’unica alternativa era bucare le gomme. Quindi prendo la pistola e miro alla ruota posteriore del tizio con il coltello. Sapevo che se lo avessi spaventato sarebbe caduto, quindi ho preferito iniziare da lui. Due colpi, di cui uno andato a segno, e la sua moto sbanda, costringendolo a rallentare. Non era quello che volevo, però sono riuscito comunque a seminarlo. Ora toccava all’altro ed ecco che le difficoltà iniziano, poiché lui aveva Lucy in pugno e se fosse caduto si sarebbe trascinato anche la ragazza con sé. Non potevo correre questo rischio, quindi mi sono avvicinato e ho cercato di mirare al suo braccio.”

“Volevi fare in modo che lasciasse la presa?” domanda Alyssa.

“Wow, Alyssa, complimenti per la perspicacia!” ironizza. “Si, mi pare ovvio… L’intento era quello, peccato che io mi sia accorto di aver finito i proiettili.”

Come? Jasper che fa errori di calcolo? Ahia, questa gliela dovrei rinfacciare ogni volta che rompe le palle per la minima stronzata!

“Tranquilli, non sono andato nel panico. Ho utilizzato l’impugnatura della pistola, assestando due forti colpi alla mano che premeva il freno del suo mezzo. Questo ha permesso a Lucy di liberarsi, dargli una gomitata e allontanarsi. Il povero tizio…” si interrompe il corvino. “Oddio, chiamarlo ‘povero’ è un parolone assurdo, considerando che si è meritato ogni. Singola. Botta.”

Sono d’accordo, anche se non ero presente in quell’occasione. Chiunque faccia del male ai miei compagni deve fare una brutta fine.

“L’ultimo motociclista rimasto ha poi perso le nostre tracce. Ha provato ad inseguirmi quando mi sono rimesso in sella, ma ho usato l’abilità di volo della Blackbird. Un gioco da ragazzi, ho saltato un fosso enorme e non l’ho più visto. E lui non ha più visto me!” commenta Crow.

Che fuga rocambolesca! Sono stato molto preso da questo racconto, lo devo ammettere.

“Insomma, come potete capire è stato alquanto… Assurdo.” conclude Lucy. “Certo, credo che abbiamo vissuto delle esperienze di gran lunga peggiori, come l’ultima volta con Alyssa…”

Nel ricordare quel dettaglio incontra lo sguardo della ragazza dai capelli castani. Di risposta, Alyssa abbassa il capo. Ho come la sensazione che Lucy abbia qualche senso di colpa legato a quella brutta esperienza.

“Tuttavia, questa che vi abbiamo appena raccontato… Non so, l’ho vissuta in maniera diversa. È stata la prima volta che ho davvero temuto per la mia vita. È stato soffocante, ho lottato con tutte le mie forze per cercare di rimanere ancorata alla moto…” continua.

“Immagino… D’altronde, non si trattava nemmeno della zona più sicura del Satellite, anzi…” ipotizzo. Lì basta compiere un passo falso e sei morto. “Comunque non pensarci, anzi…”

Mi balena in testa un’idea, anche se non ho la più pallida idea di come si faccia…

“Ti posso fare una treccia?” le domando. Attiro, in questo modo, gli sguardi allibiti di tutti.

“Da quando sei un parrucchiere?” chiede Alyssa. La sua espressione è divertita, sembra che sia rimasta stranita da tutto questo.

“Da adesso!” ribatto come se nulla fosse. Ho visto tantissime ragazze acconciare dei capelli molto lunghi e belli e quelli di Lucy lo sono. Ho visto i movimenti che fanno, per cui dovrei, in teoria, saperlo.

Lucy mi guarda. Anche lei non se lo aspettava, immagino, però annuisce.

“Voglio vedere come mi farai bella!” dice ironicamente, sciogliendosi la coda e girandosi dandomi le spalle. Non lo nego affatto, ha davvero dei capelli stupendi… Lucidi, lunghissimi e nero pece.

Inizio ad intrecciare i suoi capelli, anche se non so assolutamente cosa sto facendo perché, tempo un minuto, diventano un groviglio. Lucy si tocca la chioma e, invece di arrabbiarsi, scoppia a ridere.

“Credevo che sapessi cosa stavi facendo!” esclama. Si scioglie quello schifo che ho creato e si gira verso di me.

“Guarda, ti faccio vedere come si fa!”

 

Allen’s POV

Crow si avvicina a me.

“Certo che quei due sono una strana coppia!” dice divertito, osservando la scena. Mi allontano un po’ da lui perché la puzza di fumo mi disturba un po’, tuttavia convengo con lui. Tom è proprio una brava persona e sembra che Lucy se ne stia rendendo sempre più conto.

Tiro una gomitata al capo per attirare la sua attenzione e indico con lo sguardo Alyssa. Penso che ormai si siano tutti accorti di che tipo di considerazione lui abbia su di lei, quindi quando vorrebbe darsi una mossa?

“A che pensi?” mi domanda. A che penso? Dai, Crow, ci vuole tanto ad arrivarci? Oppure stai facendo finta di non sapere a che cosa mi riferisco?

Lo guardo con la faccia di chi ti dice “Non prendermi in giro”. Lui spegne la sigaretta sul metallo del container e mi sussurra “Non farti strane idee”. Ah, che ingenuo…

Passiamo il resto del tempo a chiacchierare del più e del meno, alternando questi momenti a del silenzio interrotto da dei colpi di tosse. Mi chiedo se sia il caso di rimanere qui tutto il tempo oppure possiamo tranquillamente spostarci… Ci potrebbero cercare, certo…

“Crow, una domanda…”

“Dimmi, Allen!” dice, mentre si stringe nelle spalle per il freddo che inizia a far penare.

“Stavo riflettendo prima con Alyssa e Ruby… Io avrei la mia vecchia casa in cui potremmo passare la notte, dici che potremmo andarci oppure…?”

Crow distoglie lo sguardo, riflettendoci su.

“Di solito avrei detto di sì, ma diciamo che Yusei ha insistito parecchio e non me la sento di biasimarlo, non tanto per me quanto per voi ragazzi. Lì è l’unico posto in cui potremmo avere un pasto caldo, non so se casa tua ha in dotazione qualche scorta che potremmo usare…” sussurra il rosso. In effetti è vero, non so cosa potrei avere in dispensa e, se dovessi avere qualcosa, non so se basta per tutti.

“Magari lo potremmo tenere presente se avessimo bisogno di un altro rifugio, ammesso che nessuno lo abbia occupato.” propongo.

“Già, quanto vero…” sussurra Crow.

Attendiamo ancora un po’ prima di avviarci, con molta furtività, verso casa di Yusei. Ognuno per conto suo, senza stare tutti assieme. Io vado in macchina con Alyssa e durante il tragitto nessuno ha spiccicato una parola. Sarà il volersi rilassare, saranno i mille pensieri per la testa di tutti, sarà un modo per rimanere attenti o goderci semplicemente la strada. In effetti, a quest’ora il Satellite ha un che di inquietante (non c’è un singolo lampione acceso, ci stiamo guidando con i fari dell’auto che, per quanto sia da buttare, almeno ha i fari funzionanti), però al tempo stesso, paradossalmente, mi sento così rilassato a stare qui. La radio è in funzione (anche questa, grandissima cosa), a basso volume c’è una canzone (Alyssa mi dice che si chiama Sweater Weather), che ha tutta l’aria di essere triste, ma mi fa sentire così bene, specie guardando fuori dal finestrino. Mi godo il momento, finché la canzone non cambia e non arriviamo a casa di Yusei. Sono io ad aver perso la cognizione del tempo o ci abbiamo messo davvero poco?

Parcheggiamo la macchina e ci riuniamo con gli altri. L’unico che è già a casa di Yusei è Crow, in quanto, da come ho capito, è meglio che parcheggi la sua Blackbird nel garage. Lo raggiungiamo, per essere poi accolti dal sorriso di Yusei, che ci apre le porte della sua casa.

 

Angolo autrice

Si, sono ancora viva!

Mi dispiace essere stata assente per tutto questo tempo, davvero… Purtroppo non sono stata psicologicamente bene e in realtà ancora non mi sono ripresa del tutto, ma ho comunque fatto dei progressi, ovvero quello di voler tornare a scrivere. Come ho già scritto ad uno di voi, il mondo di Riots è paradossalmente quello in cui mentalmente vorrei essere, come se trovassi il relax nel caos e nella distruzione di questo posto. Per questo, vorrei continuare a scrivere: in precedenza mi sono allontanata dalla scrittura poiché avevo davvero perso la voglia di fare qualsiasi cosa potesse piacermi e appagarmi, tutt’ora non riesco a trovare ancora la felicità in quelle piccole cose e non ne riesco ad uscire. A questo ci sto già ponendo rimedio andando da una psicologa, ma comunque la sfiga nella vita ce l’ho sempre e il fatto di aver dato fiducia a persone che non se lo meritavano affatto certamente non aiuta. Vorrei poter approfondire ancora questo discorso, magari un giorno lo farò con una storia, perché sento di volermi sfogare su tutto quello che mi sta succedendo. Il bello è che nemmeno io mi capisco, quindi sicuramente questa storia sarà un macello da comprendere anche per voi xD

In ogni caso, il capitolo è abbastanza breve perché ci tenevo a mandare il segnale che io sono tornata, visto che voglio davvero sforzarmi a portare avanti questo impegno. Magari potrà aiutarmi a trovare la pace che tanto cerco…

Intanto, la canzone di oggi è “Sweater Weather” dei The Neighbourhood!

Spero di riuscire a postare il capitolo per la prossima settimana, oltre alla mia salute mentale ho da pensare anche agli esami all’università… Insomma, è un casino la mia vita ^^’

Ci sentiamo presto, spero! Ciao ragazzi, grazie per aver letto il capitolo! <3

  
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