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Autore: _Layel_    01/06/2022    2 recensioni
Shinsou Hitoshi si considerava una persona difficile da sorprendere. Quello che stava accadendo adesso, però, era più inaspettato della proposta di Aizawa di farlo entrare nel corso per eroi.
Posso baciarti?
[ShinKami]
[Questa storia partecipa alla challenge delle 6 Coppie indetta da LadyPalma sul forum di EFP. "Slash/femslash"]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hitoshi Shinso, Kaminari Denki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bi-sastro

 

Shinsou Hitoshi si considerava una persona difficile da sorprendere. Era abituato a valutare le possibili conseguenze delle scelte che prendeva più i probabili imprevisti, quindi era difficile che qualcosa lo cogliesse impreparato. Ogni mattina quando si svegliava (se si svegliava e non era in piedi dalla sera prima) compilava una lista mentale di tutto quello che sarebbe potuto succedere quel giorno e il più delle volte aveva ragione. Quello che stava accadendo adesso, però, era più inaspettato della proposta di Aizawa di farlo entrare nel corso per eroi.

 

Shinsou Hitoshi era seduto alla scrivania nella sua stanza di dormitorio e fissava senza parole un ragazzo biondo e con una saetta tra i capelli che non aveva ancora smesso di parlare da quando era entrato. Hitoshi aveva capito forse due parole del suo discorso, ma erano state sufficienti per mandarlo in corto circuito.

 

Posso baciarti?

 

Hitoshi non aveva sentito il resto. L’unica parola che il suo cervello sembrava capace di suggerirgli era: cazzo, cazzo, cazzo. Perché Hitoshi non era entrato nella 2A con l’intenzione di fare amicizia, ma si era preso una cotta gigantesca per il solare e divertente Kaminari. Che ora gli aveva chiesto di baciarlo.

 

“Puoi—” si schiarì la gola, interrompendo il fiume di parole dell’altro, “Puoi ripetere?”

 

“Ugh, fra, ti prego, non farmi questo!” Kaminari si coprì la faccia con le mani e Hitoshi volle prenderle tra le sue per guardarlo arrossire. Concentrati Hitoshi.

 

“Scusa se trovo la situazione un po’ difficile da capire.” Hitoshi ringraziò la madre terra per avergli concesso una faccia così poco espressiva.

 

“Allora, ascolta, io sono un ragazzo.”

 

“Okay.”

 

“E tu sei un ragazzo.”

 

“E fin qui.”

 

“Ma a me piacciono le ragazze.”

 

“Bene?” Molto molto male, Hitoshi doveva aver usato tutta la sua fortuna per passare del corso ordinario a quello per eroi.

 

“Però, fra, ascoltami, a volte anche i ragazzi sono tipo… no? Tipo come le ragazze.”

 

Oh. Oh. Okay, la situazione andava migliorando, forse un po’ di fortuna gli era avanzata. “Stai facendo coming out?”

 

“Fra, è questo il punto! Non ne ho idea! È per quello che volevo,” fece un vago e ampio gesto con le mani, “Volevo tipo provare. Con un maschio.”

 

Qualcuno prese il cuore di Hitoshi e lo ficcò in un frullatore. Era ovvio che per Kaminari questo era solo uno stupido esperimento. Come aveva fatto ad illudersi? Da quando era diventato così stupido? “Perché io?”

 

“Beh, fra, noi siamo amici, no? Poi non è che potevo chiedere a Kiri, Bakubro mi avrebbe esploso sulla luna. E con Sero sarebbe stato un po’ strano, perché siamo tipo amici amici e non volevo, insomma… Se non vuoi posso chiedere a lui mi sa, ma non—”

 

“Lascia stare. Va bene.” Hitoshi era disperato? Assolutamente sì. Questa era una decisione presa dalla pura gelosia? Certo che sì. Si stava comportando da vigliacco opportunista? Sì di nuovo. Avrebbe riflettuto sulle implicazioni morali una volta che il cuore avesse smesso di battergli nelle orecchie.

 

“Fra, grazie! Sei un grande!” Kaminari si avvicinò a lui in un impeto di eccitazione prima di bloccarsi a qualche centimetro dalla sedia e guardare Hitoshi confuso. “Quindi come… vuoi? Ci… Mi siedo?” Indicò il letto.

 

Hitoshi annuì, perché onestamente non aveva idea di cosa fare, si alzò e seguì Kaminari. Ora erano entrambi seduti sul suo letto alla peggior possibile distanza l’uno dall’altro. Non abbastanza lontani da potersi ignorare e non abbastanza vicini per farlo e via. Hitoshi prese un respiro e si avvicinò un poco. “Tranquillo, possiamo fermarci quando vuoi. Non devi farlo solo per provare che sei bisessuale. O quel che è. È sufficiente che tu lo sappia, non gli altri.”

 

Kaminari annuì, “Grazie, ma… sono io che non sono sicuro. Voglio provare per me… se per te va bene.”

 

“Sì, ti ho già detto di sì.” Hitoshi se ne sarebbe pentito amaramente. 

 

“Giusto, giusto.”

 

“Bene.”

 

Rimasero in silenzio per dieci lunghissimi secondi - che ad entrambi sembrarono dieci ore - mentre evitavano di guardarsi negli occhi. Alla fine Hitoshi decise che ne aveva avuto abbastanza di questa tensione. Prese il viso di Kaminari tra le mani, che erano sudate dannazzione a lui, e portò i loro visi a un sospiro di distanza. Voleva lasciare a Kaminari la possibilità di tirarsi indietro. O di farsi avanti. Non avrebbe forzato questa cosa.

 

Kaminari, che probabilmente era stanco del silenzio imbarazzato tanto quanto lui, inspirò dal naso, chiuse gli occhi e lo baciò. Le loro labbra si toccarono per il gran totale di tre secondi e a Hitoshi parve come troppo e troppo poco allo stesso tempo. Le labbra di Kaminari erano così morbide e lui voleva baciarle di nuovo, più a lungo, non lasciarle andare mai più. Hitoshi si accorse che lo stava fissando solo quando Kaminari rise imbarazzato e si allontanò. Hitoshi raccolse le mani in grembo, non sapendo bene cosa fare. Si sentiva la faccia in fiamme e le labbra che pizzicavano e cos’era normale dire in una situazione simile?

 

“Beh, grazie, fra. Credo che uhm… sai i compiti per domani…” Kaminari si alzò dal letto e gesticolò impacciato verso la porta.

 

“Sì, certo.” Prima che potesse uscire, Hitoshi si trovò a parlare di nuovo, “È stato utile?”

 

“Devo tipo pensare a delle cose…”

 

“Giusto,” Hitoshi finse indifferenza come se gli ultimi dieci minuti non gli avessero sconvolto tutta la settimana. “Ci vediamo in classe.”

 

“A domani, fra!”

 

Quando Hitoshi fu sicuro che Kaminari era ben lontano e che la sua porta era chiusa a chiave si buttò sul letto e urlò nel cuscino.

 

+

 

Apparentemente Kaminari aveva deciso che l’esistenza di Hitoshi non meritava un momento di pausa. La settimana dopo era di nuovo nella sua stanza, sul suo letto e cercava di comporre un discorso più o meno coerente.

 

“No perché fra, l’altra volta è stato molto… cioè uhm veloce, no? E non so se, nel senso rimango confuso e fra, se magari provavamo a fare tipo… no? Cioè un po’ più…”

 

“Vuoi baciarmi di nuovo?”

 

“Esatto! No homo, però fra. O forse sì homo, perché se io sono bi… Aspe Shinsou tu cosa sei?”

 

Hitoshi alzò le sopracciglia e lo guardò divertito, dio quanto gli piaceva quell’idiota, “Una persona.”

 

“No, fra, quello lo so. Nel senso, non sei etero no?”

 

“Già.”

 

“Bella, fra! Allora si homo.” Gettò la testa all’indietro e scoppiò a ridere. Hitoshi voleva baciarlo. E alla fine, Kaminari era lì proprio per quello, giusto?  

 

Lo prese per le spalle, delicatamente in caso avesse voluto allontanarsi, e lo baciò. Fu completamente diverso dalla prima volta e allo stesso tempo così familiare. Hitoshi perse il conto dei secondi, dei minuti, perso in quelle labbra, quei sospiri. Si separarono ansimanti, Hitoshi sulle ginocchia di Kaminari e la mano dell’altro sotto la maglietta. Appena realizzò con chi era e cosa stava facendo Hitoshi scattò in piedi e indietreggiò fino a toccare con la schiena il muro opposto. Si strofinò gli occhi con le mani, facendo del suo meglio per ignorare le labbra arrossate di Kaminari e i suoi capelli spettinati. Tutto questo era stupido, inutile e non gli avrebbe portato altro che dolore e delusione. Avrebbe dovuto rifiutare la prima volta che gliel’aveva chiesto, come ogni persona con un po’ di buon senso avrebbe fatto.

 

“Credo che tu debba andare.” Hitoshi cercò di scacciare la rabbia dalla sua voce, ma a quanto pare non riuscì molto bene.

 

“Fra, ho fatto qualcosa…? Puoi parlarmi—”

 

“Non chiamarmi ‘fra’, ti ho appena ficcato la lingua nelle tonsille.”

 

“Zio?”

 

E Hitoshi rise, perché Kaminari aveva il potere di tirarlo su di morale con solo due parole, “Molto peggio.” 

 

Kaminari sorrise a sua volta e Hitoshi sperò di essersi immaginato l’affetto che gli vide negli occhi. L’altro ragazzo si grattò il collo, “Fra, perchè tu… Cioè credo che, tipo io… Fammi parlare con Mina, ok?” 

 

Hitoshi non ebbe il tempo di formulare alcun tipo di risposta che Kaminari era sfrecciato fuori dalla sua stanza. 

 

+

 

Hitoshi venne svegliato da una forte musica proveniente dal corridoio. Chi è che ascolta musica alle due del mattino? Spalancò la porta, pronto a prendere a calci chiunque ci fosse dall’altra parte e si trovò faccia a faccia con un sorridente Kaminari.

 

“—It felt so wrong. It felt so right. Don’t mean I’m in love tonight. I kissed a boy and I liked it—”

 

“È una cover al maschile di ‘I Kissed a Girl’ di Katy Perry?"

 

“Ehm… dipende?”

 

Hitoshi lo guardò con un sopracciglio alzato prima di sospirare, “Ok, d’accordo, te lo chiedo. Da cosa dipende?”

 

“Se vuoi metterti con me o no?”

 

Eh? Perché Kaminari doveva sempre fargli queste domande che lo lasciavano incapace di parlare? “Non credo sia proprio la canzone giusta.”

 

“Oh,” Kaminari spense la musica, il che fu la mossa migliore perché Bakugou aveva già iniziato a urlare, “Quindi è un no? Fra, scusa pensavo che—”

 

“No, idiota, è… sì. Sì, se vuoi. Sì.”

 

“Fra, davvero?! Figo! Ehm… posso?” Fece un vago gesto verso la camera di Hitoshi, sorridente e con le guance rosse.

 

“Non è niente di nuovo.” 

 

“No beh, però, prima era da amici, ora è diverso.” Fece un teatrale gesto con le mani per mostrare quanto era diverso.

 

Hitoshi scosse la testa, “Doveva piacermi proprio un’idiota come te?”

 

Kaminari diventò mortalmente serio e Hitoshi ebbe paura di averlo offeso, “Fra, è abbastanza gay.”

 

Hitoshi lo considerò per un momento prima di rientrare nella sua stanza, “Ho cambiato idea!” Provò a chiudere la porta, ma Kaminari riuscì a intrufolarsi dentro ugualmente. Gli gettò le braccia al collo e Hitoshi si dimenticò come si respirava.

 

“Troppo tardi, ora sei bloccato con me, Hitoshi.”

 

Shinsou Hitoshi era difficile da sorprendere, ma Kaminari Denki ci riusciva ogni dannatissima volta.




_____

Nota: 

Questa challenge mi ha ispirato un sacco e mi sono messa subito a scrivere, ho già scritto cinque delle sei coppie, conto di pubblicarle tutte entro fine mese!

 

Ah! Buon Pride a tutti!

   
 
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