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Autore: Altair13Sirio    03/06/2022    1 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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Kaoru si scrollò intirizzito nel proprio cappotto sbuffando vistosamente. Il freddo era suo nemico e da quando erano partiti per Desia lo aveva sentito diventare sempre più forte; non erano neanche atterrati, ma immaginava già che una volta scesi dall'aereo si sarebbero dovuti rintanare in un luogo chiuso prima di raggiungere l'assideramento.
Aiko continuava a dirgli di stare esagerando, ma nel frattempo si stringeva a lui e gli accarezzava affettuosamente la testa rasata nel tentativo di scaldarlo un po'. A Kaoru piaceva sentirsi coccolato in quel modo, non gli dispiaceva dover sopportare tutto quel freddo se in cambio otteneva tutte quelle attenzioni…
In modo simile e quasi speculare c'erano i Parasite dello Iustitia, con Kya che continuava a coprire di attenzioni il proprio amico d'infanzia e lo spronava a interagire con lei anche solo se di poco. Non sembravano tanto infreddoliti, anzi Kaoru era decisamente la minoranza lì, ma l'intera cabina sembrava essere avvolta da un freddo metaforico che toglieva il respiro.
A parte loro quattro e i fratelli Okagawa che dormivano accasciati uno all'altra infatti, i ragazzi della squadra sembravano tutti presi da pensieri che davano ben poco spazio alle chiacchiere spensierate che di solito riempivano l'atmosfera. Era questo il tipo di calore che mancava in quel momento secondo Kaoru e non si spiegava perché.
Hoshi e Momo avevano tirato fuori la scusa del troppo studio che li distraeva: la ragazza si era messa a recuperare tutte le materie in cui aveva avuto difficoltà e Hoshi, da bravo partner e secchione l'aveva aiutata tutte le volte che poteva. Questa scusa era abbastanza credibile specialmente visto che ad averla fornita erano proprio i due che più di tutti avrebbero avuto una motivazione per tentare di evitarsi, grazie ai loro trascorsi difficili; un'altra dimostrazione di come ormai fossero diventati ottimi amici.
Tuttavia altri erano privi di un alibi: da un po' di tempo Kaoru aveva notato un leggero distacco tra Tetsuya e Suzuko. Normalmente la Sentakami era sempre un po' distante e formale anche con le persone che le stavano più vicino, ma per qualche motivo Kaoru non riusciva a togliersi di dosso l'idea che ci fosse qualcosa di diverso questa volta… E che dire della timidezza di Maruyama, ricomparsa improvvisamente senza alcun motivo? Sembrava che ci fosse qualcosa che si muoveva sotto tutta quella storia, di nascosto ai loro occhi.
Tra tutti, forse Naho e Yoshiki erano quelli più strani in quella situazione. Quel musone di Ojizaki non riservava mai un trattamento tanto freddo alla sua partner, eppure quella mattina sembrava essersi svegliato proprio male; parlava poco, rispondeva a scatti e sempre con poca voglia, e continuava a lanciare occhiatacce attorno a sé come se stesse cercando qualcuno da attaccare. Aveva sentito dire che fosse nervoso per via della causa intentata dal padre contro l'I.P.U. e che il fatto di non essere potuto passare da casa negli ultimi tempi lo avesse messo di cattivo umore, ma Kaoru non se lo spiegava visto quanto Yoshiki sembrasse odiare dover vedere il padre. Era incomprensibile, ad essere sincero gli metteva i brividi.
E poi c'erano gli adulti, sempre musoni e assorti nei propri pensieri, ma non necessariamente di cattivo umore; stavano sempre a pianificare la prossima mossa, il prossimo test, eccetera eccetera… Eppure Kaoru sapeva che fossero tipi capaci di scherzare come tutti, anche se non lo mostravano spesso.
«Senti, ma non è che quando atterriamo farà ancora più freddo?» Borbottò il ragazzo rivolgendosi alla sua partner, che per tutta risposta distolse lo sguardo pensierosa.
Fu Hachi a rispondergli dal sedile poco più avanti del suo, gelido. «Desia è situata in una delle regioni più fredde del blocco orientale; le temperature vanno facilmente sotto lo zero quasi tutte le sere, in questo periodo.»
Un gemito di sconforto arrivò dai sedili dove erano posizionati Parasite dello Xenomorphus. «E dovevamo fare questo test congiunto proprio adesso?» Si lamentò Kaoru.
Questa volta fu Nana a rispondere, alzandosi un poco dal proprio posto per vederci meglio e voltandosi a cercare lo sguardo deluso del ragazzo. «Hanno anche degli ottimi sistemi di riscaldamento; credimi, una volta al chiuso non sentirete la differenza da casa!»
Per quanto la risposta della donna lo avesse rincuorato un po', Kaoru non poté fare a meno di rabbrividire al pensiero di dover affrontare delle simili temperature e cercò di farsi più piccolo possibile sul proprio sedile. Aiko cercò di consolarlo un po' dandogli altre carezze, finché la voce di Hoshi non lo raggiunse dall'altra corsia della cabina.
«Forse se non ti rasassi i capelli ogni settimana non avresti così freddo.»
Immediatamente Kaoru si portò sulla difensiva. «Cosa c'entra questo? Ho freddo alle gambe, braccia e tutto il resto, non sulla testa!»
Hoshi incrociò le braccia e tirò su col naso con spavalderia, dicendo come avere la nuca ben coperta giocasse un ruolo fondamentale per non sentire freddo.
«Dice davvero?» Borbottò il ragazzo voltandosi verso la propria partner, che rispose stringendo le spalle. A quel punto Kaoru si girò di nuovo e ghignò divertito, dicendo:«Dici così solo perché così puoi giustificare il fatto che non ti tagli i capelli da una vita!»
Hoshi scattò sull'attenti non appena sentì quelle parole. In effetti i suoi capelli erano cresciuti parecchio e lui non aveva mai dato segno di volerli tagliare, tanto che ormai avrebbero potuto essere raccolti in un codino non molto vistoso. «Ma sta' zitto! I miei capelli non hanno niente che non va!»
Una risatina al fianco del ragazzo fece voltare i litiganti che trovarono Momo che, nonostante la stanchezza, aveva tenuto un orecchio teso per seguire l'intera conversazione.
«Però ha ragione, Hoshi: hai i capelli lunghi. Non sarà mica che non sai tagliarteli da solo?» Domandò interrompendo il suo sghignazzare, quesito che non fece che alterare ancora di più il suo partner.
«Ti ci metti anche tu? Guarda che a me piacciono così e basta!» Rosso dall'imbarazzo, Hoshi si sentiva adesso con le spalle al muro e l'ultimo intervento di Kaoru non fece che aumentare la sua frustrazione.
«Non dirmi che si occupava anche di questo tua mamma?»
«Ma cosa c…! Chiudi il becco!»
La voce di un loro compagno di squadra li fece sobbalzare e zittire in un attimo; Yoshiki, che sembrava particolarmente infastidito, aveva deciso che non ne poteva più di stare a sentire i battibecchi dei suoi compagni.
«Smettetela di stuzzicarvi, a meno che non abbiate intenzione di scaldarvi grazie alla rabbia!» Concluse secco, facendo affondare il gomito nel bracciolo del proprio sedile. Con una frase era riuscito a riportare il silenzio nell'aereo, forse anche troppo.
Yoshiki incrociò le braccia e iniziò a battere un piede per terra, spazientito. Alla fine alzò le mani con esasperazione, lamentandosi:«Oh, adesso restate tutti buoni e zitti e io mi devo sentire in colpa per avervi sgridato? Siete proprio dei bambini!»
Gli altri non sapevano se quella reazione inaspettata fosse dovuta a un tentativo di alleggerire la tensione del ragazzo oppure fosse semplicemente infastidito da quel silenzio innaturale, tuttavia riuscì a strappare qualche sorriso e poi toccò ad Hachi prendere la parola.
«Stiamo per iniziare l'atterraggio, in ogni caso avreste dovuto stare zitti e fermi ai vostri posti.» Con poche parole calme, l'uomo pose fine alla discussione e nessuno obiettò più. Poco dopo che ebbe finito di parlare, i ragazzi avvertirono l'aereo piegare la sua traiettoria e iniziare la discesa; forse era una fortuna che fosse arrivato il momento dell'atterraggio, pensò Kaoru…
La Squadra Desia attendeva i ragazzi fuori dall'aeroporto. I coordinatori della squadra erano un uomo e una donna come Hachi e Nana, entrambi dall'aspetto sicuro di sé ma apparentemente inesperti: non erano immortali come loro, ma sembrava che fossero stati scelti personalmente da loro per ricoprire quel ruolo. Il modo in cui interagivano con i propri ragazzi denotava una confidenza maggiore nel gruppo, diverso dalla quasi reverenza che c'era tra i ragazzi di Anemone e i loro istruttori, e questo si rifletteva anche nel modo in cui la squadra Desia si rapportava con le altre persone.
«Benvenuti, Squadra Anemone! E' un piacere potervi ospitare nella nostra regione, dopo aver sentito delle vostre gesta!» Disse la donna, che rispondeva al nome di Kyu. Non era molto alta e il viso scarno e pallido mostrava una espressione amichevole che non ci si aspettava da una persona con un'aria così seria.
«Avete fatto un buon viaggio? Speriamo che il tempo non sia troppo rigido per voi.» Le fece eco Jun, l'uomo che era con lei, alto e robusto, con guance rotonde e uno sguardo similmente amichevole nonostante la mole imponente.
Nonostante il freddo, sia i coordinatori della Squadra Desia che i loro protetti non indossavano vestiti particolarmente pesanti, in contrasto con la scena a cui si poteva assistere guardando i loro visitatori: sapendo che avrebbero potuto trovare temperature molto rigide, i ragazzi di Hachi e Nana avevano voluto prepararsi a ogni evenienza portando cappotti ingombranti e impellicciati.
«E' stato un volo molto tranquillo. Siamo felici che ci abbiate ospitato!» Rispose cordiale Hachi.
«Siamo noi quelli che dovrebbero ringraziarvi per essere venuti fino a qui!» Fu la risposta gioviale di Jun, che mandò avanti quei convenevoli superflui. Alla fine l'intervento di un infreddolito Kaoru interruppe quella situazione, chiedendo se potessero andare a parlare da un'altra parte.
La domanda sollevò diverse risatine nel gruppo di Anemone e tra gli adulti, mentre la Squadra Desia non sembrò minimamente sfiorata dall'umorismo non intenzionale del ragazzo, quindi i due gruppi si avviarono alla ricerca di un posto più caldo.
La Squadra Desia era composta da dodici membri, come nel caso della Squadra Anemone, ma le informazioni che i ragazzi avevano su di loro si fermavano qui; Hachi e Nana non gli avevano fornito i dettagli sulle persone che avrebbero incontrato, sapevano solo da alcune notizie sentite di sfuggita che si trattava dell'unica squadra oltre alla loro a non aver mai subito perdite in tutte le battaglie a cui aveva preso parte. L'esercitazione congiunta in programma sembrava essere nata proprio da questi loro risultati che avrebbero dovuto accomunarli; eppure più tempo passava, più sembrava ai ragazzi che la Squadra Desia non li avesse particolarmente in simpatia.
I ragazzi scoprirono che la "Mistilteinn" della Squadra Desia era in realtà un alloggio in pieno centro città, un piccolo palazzo interamente a disposizione dell'I.P.U. all'interno del quale i ragazzi abitavano piccoli appartamenti: era completo di un'aula per le lezioni, una palestra al piano terra e una terrazza panoramica in cima. Il resto dei locali era riservato a laboratori dell'I.P.U. dove lavoravano i tecnici che seguivano la squadra. Diversamente da Mistilteinn gli hangar dove erano custoditi gli Stridiosauri della Squadra Desia si trovavano in una sede separata e quindi per raggiungerla era necessario un viaggio un po' più lungo.
Arrivati a quella che sarebbe stata la loro nuova casa per una settimana, i ragazzi ricevettero già una notizia che li lasciò sconcertati.
«Che vuol dire che state tornando indietro?» Fu la domanda di quasi tutti i ragazzi diretta ai due coordinatori, imbarazzati e leggermente in difficoltà.
«Torneremo in tempo per i test, ma abbiamo un impegno molto importante ad Anemone che possiamo concludere solo in questi giorni.» Fece Hachi, cercando di mantenere un tono di comando.
«Sarete sotto la tutela di Jun e Kyu, nel frattempo.» Disse Nana, sorridente come al solito, ma sicura che i suoi ragazzi non fossero per niente contenti di quella notizia. «Mi raccomando, non combinate guai mentre siamo via!»
«Ma… Ma come?» Borbottò Kaoru, e assieme a lui i più spaventati all'idea di restare senza i propri istruttori furono la sua partner, Aki e Hoshi. Altri, come per esempio Ojizaki, sembrarono solo incuriositi da quella situazione.
«Questi due giorni saranno incentrati sulla socializzazione e la formazione di legami tra le due squadre. Dopodomani ci sarà il primo test con gli Stridiosauri e per allora saremo già di ritorno.» Spiegò con calma Hachi. Sia lui che Nana avevano tenuti i cappotti una volta arrivati al palazzo, segno che sarebbero ripartiti all'istante.
Ancora increduli di quella situazione, i ragazzi salutarono con riluttanza i loro coordinatori e si ritrovarono così ad affrontare una nuova realtà in compagnia di completi sconosciuti. Kyu e Jun si dimostrarono da subito molto gentili e accomodanti, portando tutti a vedere le loro nuove stanze e illustrando loro le regole della casa, quindi quando i bagagli furono tutti sistemati e non rimasero più cose da dire, i ragazzi furono lasciati ad ambientarsi nelle nuove stanze.
Gli alloggi dei ragazzi erano molto più spaziosi rispetto a quello a cui erano abituati: ogni appartamento aveva il proprio bagno, una cucina e due letti. Per non creare equivoci, le coppie che avrebbero condiviso la stanza furono scelte a caso e nessuno ebbe da ridire sugli abbinamenti. Quando però fu il momento di incontrare la Squadra Desia e i coordinatori li ebbero lasciati soli, immediatamente calò il gelo fra i due gruppi di ragazzi.
Riuniti in una sala comune che occupava gran parte di un piano del palazzo, i due gruppi rimanevano ben separati nonostante continuassero a studiarsi con curiosità come due predatori pronti a saltarsi addosso; Ryo lo aveva avvertito già la prima volta che li aveva visti, ma adesso l'avversità nei loro confronti era palese. Fu tentato dal farlo presente a Kya mentre andava a presentarsi in vece di caposquadra, ma alla fine rimase al suo posto e attese di vedere come si sarebbe svolta la faccenda.
«Così voi siete la famosa Squadra Anemone.» Disse il ragazzo che si frappose fra Kya e la propria squadra, un tipetto non troppo alto, dai capelli biondi e ben pettinati e lo sguardo freddo; era il ragazzo con i tratti più spiccati nel gruppo, con gli occhi grandi e chiari e la mascella squadrata. Sembrò studiare attentamente la ragazza che aveva di fronte. «Io sono Kano, il caposquadra. E tu invece devi essere la Randagia di Anemone…»
Kya rimase interdetta mente quello le offriva la mano e gliela stringeva senza attendere una sua risposta. «Randagia?»
«Nel senso che abbiamo sentito parlare molto di te, Nakamura.» Disse quello, e fu raggiunto da una ragazza minuta e con gli occhiali che aveva tutta l'aria di essere la sua partner. «E' così che ti chiamano, perché sei… Sei un tipo interessante.»
Questo ricevette una spallata dalla ragazza e si zittì. Mentre Kya ancora cercava di dare un senso alle parole della sua controparte locale, la nuova arrivata si presentò con una piccola riverenza.
«Io mi chiamo Saki Yumu, sono in coppia con lui.» Spiegò. «Sembra cattivo, ma non lasciatevi intimorire dalle sue parole. Non vediamo l'ora di collaborare con voi!»
Quasi ignorando Kya, ancora intenta a rimuginare su ciò che Kano aveva detto, Suzuko si fece avanti presentandosi a entrambi e cominciò a informarsi sulle abitudini della loro squadra e a chiedere informazioni in generale sulla casa e la zona dove abitavano.
«Questo è un quartiere piuttosto tranquillo…» Si intromise un ragazzo in fondo al gruppo. Seppur alto e dalle spalle larghe, aveva un aspetto ordinario e non sembrava distinguersi particolarmente all'interno del gruppo, ma fu il suo sguardo truce a rimanere impresso nelle menti degli ospiti, così come il suo tono minaccioso. «Ma vi sconsiglio di allontanarvi troppo, o finirete per perdervi. E a quel punto chissà in che posti potrete finire…»
«Smettila di spaventarli, Harada!» Borbottò un ragazzo con gli occhi a mandorla dandogli una botta sul braccio. «Scusatelo, eh… Si diverte a fare il misterioso, ma è solo un gran chiacchierone…»
«Non sono io quello strano, qui!» Rispose quello che rispondeva al nome di Harada, voltandosi di scatto e cercando di mettere le mani in faccia all'altro ragazzo. I presenti non colsero la sua allusione, ma in realtà nessuno della Squadra Desia sembrò farci caso.
«Dai!» Sbuffò il suo amico, difendendosi. «Non serve mettergli paura così, non se ne andranno di certo a zonzo per la città se sono appena arrivati!»
Suzuko cercò di approfittare del discorso per interrompere quella specie di litigio che stava avendo luogo tra i due compagni di squadra, così alzò la voce per farsi sentire anche da loro:«Immagino che possiate uscire quando volete, giusto? Dovete occuparvi voi delle spese?»
Harada mollò la presa dal suo compagno di squadra e tornò a rivolgersi verso la biondina della Squadra Anemone mentre alle sue spalle un paio di ragazze che si tenevano per mano e un ragazzo dal fisico mingherlino abbandonavano la stanza senza dire nulla, apparentemente annoiati.
«Sì, noi usciamo quando ci pare e dobbiamo occuparci di tutto per conto nostro. E' così che vanno le cose normalmente, ma se vivete dentro a un castello fatato ovviamente non lo potreste sapere!» E senza nascondere un tono stizzito, anche lui se ne andò a passi rapidi, seguito da un altro ragazzo che sembrò chiamarlo per farlo calmare.
Ancora più perplesse, le ragazze si lanciarono degli sguardi più che eloquenti, ma prima che potessero dire qualunque cosa il caposquadra del posto intervenne per chiudere quell'incontro in fretta.
«Scusate se è stato un po' brusco. Sarete stanchi per il viaggio, quindi vi lasceremo a disfare le valigie. Chiamateci per qualunque cosa.» E allo stesso modo di Harada, si voltò e iniziò ad andare verso l'uscita, questa vota seguito dal resto della sua squadra. Solo Yumu sembrò esitare, come se volesse dire qualcosa in più, ma alla fine si congedò allo stesso modo e i ragazzi rimasero in silenzio nella sala comune, confusi e pieni di domande.
Era ovvio che ci fosse qualcosa che non gli era stato detto. La Squadra Desia sembrava particolarmente scontrosa e probabilmente affrontare direttamente la cosa sarebbe stata una pessima idea, così tutti concordarono di non cercare di sollevare la questione, almeno per il momento, e seguirono il consiglio di Kano di disfare i bagagli. Tuttavia alcuni non avevano intenzione di lasciar perdere quella questione e già pochi minuti dopo aver concluso le operazioni, Yoshiki, Naho, Suzuko e Kya furono riuniti in una delle camere a parlare.
«Ci guardano con astio.» Dichiarò l'unico ragazzo del gruppo. «Sembra quasi che non ci vogliano qui.»
«Magari è solo la tensione?» Domandò dubbiosa Naho. «Anche io ero nervosa all'idea di incontrare un'altra squadra di Parasite.» Ma il suo partner le mandò un'occhiata scettica.
«Bé, siamo in casa loro. Probabilmente gli secca che sia stato invaso il loro territorio.» Borbottò tra sé e sé Kya. «E' stato tutto piuttosto improvviso, in fondo.»
«Ma non può trattarsi solo di quello!» Protestò Suzuko. «Noi abbiamo passato tutta la mattinata in aeroporto, ci siamo alzati presto prendendo un sacco di freddo e siamo stanchi morti per il viaggio, eppure abbiamo più entusiasmo di loro! C'è qualcosa che ci sfugge.»
«Hanno detto qualcosa di strano, quando hanno parlato di castelli, favole…» Yoshiki non riusciva a ricordare esattamente cosa avesse detto Harada in quel frangente, ma fu subito aiutato da Suzuko che riportò per filo e per segno la frase del ragazzo.
«Era sarcastico?» Domandò Kya girando la testa dall'altra parte. «Perché se lo era, giuro che lo gonfio!»
«Lo era.» Rispose atono Yoshiki, e subito la ragazza sembrò infervorarsi.
«Qui nessuno gonfierà nessuno!» Si affrettò a precisare Suzuko mentre Naho prendeva la sua amica per un braccio, costringendola a restare seduta. «Vediamo di agire con razionalità: ci hanno fatto intendere di non essere i benvenuti, tuttavia non possiamo certo andarcene ora.»
«Non ci sono neanche Hachi e Nana, quindi non abbiamo modo di chiedere consiglio…»
«Ma ci sono i coordinatori della Squadra Desia! Kyu e Jun sembrano persone gentili, potremmo parlare con loro…»
«Però sarebbe importante capire che cosa pensano i nostri nuovi compagni in modo più approfondito.» Commentò sconfortato Yoshiki. «Dobbiamo parlare con loro!»
Ci fu silenzio per un momento. Nessuno era entusiasta dell'idea di affrontare così presto i ragazzi dell'altra squadra considerata l'accoglienza fredda che gli avevano riservato; tuttavia era vero che bisognava fare qualcosa e sarebbe stato meglio farlo proprio in quei primi giorni di convivenza, piuttosto che trascinarsi dietro quel peso per tutto il tempo.
«Allora come agiamo?» Borbottò Naho. Kya accanto a lei si era tranquillizzata e adesso ascoltava con attenzione il discorso.
Yoshiki incrociò le braccia e si mise a riflettere. «Partiamo da quelli che abbiamo conosciuto oggi. Il caposquadra e la sua partner, poi il ragazzo che litigava con Harada…»
«E a lui invece non parliamo?» Domandò Suzuko, che pensava che parlare direttamente con una delle persone più scontrose potesse essere la chiave per capire subito il problema. Yoshiki però non era della sua stessa idea.
«Potrebbe reagire male se ci presentiamo subito da lui. Meglio aspettare un po' e intanto cerchiamo di capire cosa sta succedendo; inoltre qualcuno deve andare a parlare con i coordinatori, dobbiamo procedere poco per volta.» Spiegò iniziando ad andare verso la porta.
«Posso parlarci io con Harada.» Suggerì Kya alzandosi di scatto. Forse non aveva ancora abbandonato del tutto l'idea di gonfiargli la faccia…
Il ragazzo si fermò proprio sulla soglia e squadrò con fare ammonitore la ragazza, puntandole contro un dito. «No, è meglio se vai a parlare con Kano. E non combinare guai! Io vado a raccogliere informazioni da Yumu, che mi è sembrata la più ben disposta. Decidete chi di voi andrà a parlare con gli adulti.» Concluse il discordo facendo andare il dito tra Naho e Suzuko, che si scambiarono degli sguardi esitanti.
Dopo di questo, il ragazzo uscì dalla camera senza accettare alcun tipo di obiezione. Yoshiki era stato molto deciso e autoritario, sembrava trascinarsi ancora il nervosismo mostrato sull'aereo; Kya sbuffò sentendosi scavalcata per un momento e si rivolse in silenzio verso le compagne rimaste nella stanza, le mani poggiate sui fianchi.
«Che caratterino…» Borbottò seccata.
   
 
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