Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: eli_mination    05/06/2022    2 recensioni
[AU Distopico]
Sembrava tutto troppo perfetto per gli abitanti del Satellite. Dopo anni, finalmente si sarebbero riscattati con la costruzione del ponte che collega la zona malfamata alla grande città, Nuova Domino. Qualcosa va però storto, a qualcuno piace giocare con il tempo e inserisce un pezzo mancante nella storia che Allen, neo-diplomato nato nel Satellite che è cresciuto con i cambiamenti del suo luogo, conosce. Perché, improvvisamente, si ritrova in una guerra civile che vuole rivendicare i diritti di quell’isola? Con quale assurda coincidenza si unisce ad una banda di sciroccati del Satellite capitanati da Crow Hogan? E come mai quest’ultimo gli ride in faccia quando Allen gli racconta della lotta contro Z-ONE? In quello che sembra un assurdo sogno, Allen abbraccia la causa e darà un’importantissima mano alla rivoluzione in corso. Il tutto mentre cerca di capire come sia finito in quell’arco temporale a lui totalmente nuovo…
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crow Hogan, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Allen’s POV

La casa di Yusei è in un piano interrato, con un piccolo garage come porta d’ingresso che conduce ad un’altra stanza. Gli arredi sono di fortuna, come c’è da aspettarselo in qualsiasi casa del Satellite (devo dire che, a confronto, la nostra sembra una reggia, per quanto è spaziosa e decorata… Che culo, eh? C’è da dire che nemmeno i Mist Valley possono lamentarsi, anzi!), le pareti bianche e spoglie ma stranamente tenute bene. L’unica luce proviene da una lanterna posta al centro della stanza d’ingresso.

“Mi dispiace poiché dovrete dormire a terra, se volete posso concedere il mio materasso ad uno o due di voi…” sussurra, indicando con un movimento del braccio un materasso posizionato sul pavimento, a ridosso del muro, senza alcun lenzuolo, coprimaterasso o coperta. Mi chiedo come faccia Yusei a vivere qui, in totale solitudine. Bene o male, noi non perdiamo la nostra sanità mentale grazie al fatto che viviamo tutti nella stessa casa e ci supportiamo a vicenda. Più o meno.

“Quindi tu sei Yusei… Sono Jasper. Non abbiamo avuto modo di presentarci per bene l’ultima volta.” sussurra Jasper, avvicinandosi al proprietario di questa dimora e tendendogli la mano. Già, non ci siamo persi in troppe chiacchiere, in effetti. Non ha avuto modo di presentarsi agli altri. Probabilmente, la persona che conosce meglio qui dentro sono io (a parte, per ovvie ragioni, Crow). “Hai dato molto da fare ai miei ex colleghi, te ne sono grato. Meno li vedevo, meglio era.”

“Che intendi?” domanda lui, stringendogli la mano.

“Oh, io sono un ex-poliziotto.” risponde il corvino. “Vedi che fine di merda ho fatto, quando avrei potuto starmene lì a godere del mio abuso di potere…”

Yusei fa un mezzo sorriso. Noto che non è tipo da scomporsi facilmente con una risata. Ci sta, anche quando assistevo ai suoi duelli con il Team 5D’s rimaneva molto umile e poco provocatorio. Molto determinato, sicuramente, ma non lasciava trasparire alcuna traccia di superbia. Come sono stato fortunato ad assistere alle sue prodezze: gli altri non sanno nemmeno quali imprese sia riuscito a svolgere assieme ai suoi compagni di squadra.

“È una gran cosa!” si limita a commentare. Il suo sguardo finisce sul resto di noi. “Ora che ci penso, non mi sono presentato a dovere. Voi dovreste essere… Dunque… Tom, Alyssa, Ruby, Allen…”

In realtà mi conosce perfettamente, ma credo che stia mantenendo il segreto per non causare qualche tipo di reazione nei miei confronti. Si sofferma, in seguito, su Lucy.

“Io ti conosco di certo!” le sorride, cingendole le spalle con un braccio come un vecchio amico. “Come stai?”

“Molto bene, grazie!” afferma. Si, certamente l’ha conosciuta quando era fidanzata con Crow. Si stacca da lei e si rivolge al nostro capo.

“Avrete molta fame, immagino.” gli parla. “Ho delle provviste in più che potreste cucinare, non fatevi alcun problema!”

“Qualcuno ha detto ‘cucinare’? Dove sono i fornelli?”

A fiondarsi all’istante è Tom. Meraviglioso, chissà cosa riuscirà a tirare fuori!

 

Sono le 23, abbiamo fatto una cena decente grazie ad una zuppa cucinata dal nostro compagno. Non è molto, ma sicuramente ci è bastato per saziarci. D’altronde, l’ho sempre detto, non mi posso aspettare di mangiare qualcosa di estremamente sostanzioso di questi tempi.

Ora siamo tutti seduti in cerchio a terra, a parte Jasper e Lucy che si trovano sul materasso, a gambe incrociate, a giocare a carte. Yusei e Crow, ovviamente, sono i due che hanno molto di più da parlare.

Mi soffermo su Ruby, intenta a disegnare delle cose sui suoi jeans con dei pennarelli che ha portato da casa.

“Perché lo stai facendo?” le domando, curioso. Lei solleva lo sguardo, con i capelli biondi che le finiscono in faccia. Scostandoseli, accidentalmente si disegna una linea proprio in corrispondenza del naso. Soffoco una risata con la mano sulla bocca. “Scusa, non volevo distrarti!”

Il suo tentativo di sfregare via quello sfregio è inutile, anzi, ha addirittura il potere di peggiorare la situazione. Ora ha la punta del naso sporca di blu. Anche Alyssa si è accorta di ciò e sorride divertita.

“Non ti preoccupare, colpa mia!” esclama prontamente la bionda, cercando ancora di togliersi l’inchiostro.

“Secondo me dovresti rimuoverlo con dell’acqua… Altrimenti, così non cambieresti nulla!” le suggerisce Alyssa. Ruby coglie il suggerimento e subito si allontana per prendere una bottiglia d’acqua, mettersi alcune gocce sulla mano e tentare di pulirsi così. Terminata la sua attività, alza la testa e ci osserva.

“Così va bene?” domanda. Annuisco, ma mi chiedo come mai avesse avuto tutta quella fretta di togliersi quel segno dal suo naso. Voglio dire, è solo l’inchiostro di un pennarello, non è permanente…

“Dicevo, come mai stavi disegnando sui tuoi pantaloni?” la interrogo nuovamente mentre torna a sedersi accanto a me. Mi sporgo un po’ di più verso la ragazza per capire cosa stia disegnando: si tratta di linee e cerchi di vari colori su quei jeans chiari, completamente in linea con la sua personalità vivace. Fanno sicuramente la loro porca figura, oltre al fatto che sono davvero molto creativi!

“È una cosa tanto strana?”   piagnucola lei, come se fosse una cosa di cui vergognarsi, a giudicare dalla sua espressione un po’ timorosa.

“No, non è strana, anzi! È una bella idea per decorare i vestiti!” replico subito. Spero di non averla fatta sentire a disagio…

“Davvero?”. Il suo viso si rilassa.

“Ovvio! Mi piace molto il modo in cui li hai personalizzati!” le faccio capire, indicando la coscia in denim con quel motivo geometrico che lei ha realizzato. Lei mi guarda interdetta, per poi fare un timido sorriso, al quale rispondo allo stesso modo.

“Ti ringrazio…” sussurra. “Posso disegnare sopra i tuoi?”

Pone quest’ultima domanda con il suo solito tono vispo, alzando la mano che regge un pennarello di colore rosso. Ci rifletto su: è il caso di rovinare dei je- Ah, giusto, non sono nemmeno miei! Chi se ne frega?!

“Fai pure, sfoga tutta la tua arte su di me!” esclamo, allungando la gamba verso di lei e permettendole di scarabocchiarci sopra. Ora che ci penso… La sua perdita di controllo di qualche giorno fa… Forse Yusei ne potrebbe sapere qualcosa. Al tempo stesso, però, non vorrei turbare Ruby. So che quell’episodio è stato particolarmente strano e, con tutta probabilità, non ne vorrà nemmeno parlare troppo… Magari dovrei prima domandarle se è ok che ne discutiamo con il leader del Team 5D’s.

“Ruby…” le dico sottovoce, approfittando del fatto che gli altri stanno parlando tra di loro e quindi non prestano attenzione al discorso che sto facendo con lei. “Non so se hai voglia di discuterne, ma Yusei potrebbe sapere qualcosa in più riguardo quello che ti è accaduto oggi. Lo so, è stata una lunga giornata e forse non volevi toccare più questo argomento… Però-”

“Io vorrei sapere cosa è successo… Solo che… Ho paura…” mi interrompe.

“Di cosa dovresti avere paura?” le domando, poggiandole una mano sul polso.

“Di scoprire cosa è davvero successo, ecco…”

Si prende un po’ di tempo per continuare a spiegarmi il suo punto di vista, concentrata com’è nella sua opera sui miei pantaloni.

“Vedi, Jasper ha parlato di poteri psichici e di ‘Arcadia Movement’. Non so tu quanto ne sappia…”

Si, eccome se conosco la storia dell’Arcadia Movement. Fu uno scandalo, al tempo.

“Il solo fatto di poter essere una psichica mi mette addosso un bersaglio, se gli altri dovessero saperlo. Io non voglio vivere quello che altri ragazzi innocenti hanno vissuto solo perché diversi…” parla con la sua voce bassa che a tratti si incrina.

“Capisco quello che provi, Ruby…”

Non è la mia voce. Ci giriamo e ci ritroviamo Yusei, che trova posto a sedere accanto a noi a gambe incrociate. A quanto pare, non siamo stati abbastanza silenziosi…

“Perdonatemi se mi intrometto, ma ho sentito in parte il vostro discorso e non volevo starmene con le mani in mano.” si giustifica lui. “Ho vissuto una situazione simile, anche se in terza persona, poiché ad aver subito le prese in giro di quel movimento è stata una mia cara amica. Tutto questo solo perché ha manifestato in tenera età dei poteri, al tempo incontrollabili. A questo, si aggiunge anche il fatto che nessuno ha mai provato a comprenderla. Chiunque la incontrasse aveva paura di lei. Un atteggiamento ingiusto, non trovate?”

Sta parlando di Aki Izayoi, credo… In effetti, ricordo come mi abbia corretto quando mi sono riferito a lei come la “Strega della Rosa Nera”. Ruby, in ogni caso, alza lo sguardo prestando tutta la sua attenzione al racconto.

“È stato cruciale che avesse incontrato qualcuno che, anche se non avrebbe mai potuto capire il suo dolore, almeno ci avrebbe provato e non si sarebbe mai sognato di escluderla. Da allora, sta vivendo molto meglio e ha anche imparato a gestire il suo dono. Per questo, vorrei dirti di non temere nulla: guardati attorno. Hai tante persone che ti vogliono bene e che sarebbero capaci di supportarti in qualsiasi caso.”

Ruby, a quel punto, dà un rapido sguardo a tutti noi. Anche io osservo la scena: noi tre siamo più in disparte rispetto agli altri, che stanno tutti assistendo alla partita a carte di Lucy e Jasper, facendo ogni tanto dei commenti sulle loro mani. Yusei ha ragione: se siamo un gruppo unito ci sarà un motivo.

“Mi supporterebbero… In qualsiasi caso?” ripete la bionda, guardando fisso negli occhi di Yusei. Lui, di rimando, annuisce e le sorride. Anche io le mostro il mio appoggio.

Lei fa un respiro profondo. Anche dopo la chiacchierata appare irrequieta.

“Sull’Arcadia Movement, anche se ho un paio di dubbi, visti i tempi… Non è una cosa di cui, al momento, ti dovresti preoccupare. La loro associazione è stata sventrata, essendo Divine, il loro capo, scomparso. Comunque, non volevo interrompervi, quindi continuate pure quello che stavate facendo!” si allontana Yusei, rivolgendo un’ultima occhiata a Ruby. “Capito, Ruby?”

Lei annuisce poco convinta. Si, certo, adesso l’Arcadia Movement non dovrebbe più esistere… Come ha lasciato capire Yusei, però, non possiamo esserne certi al cento per cento. Proteggeremo Ruby, quello è sicuro.

Tornando a disegnare sui miei jeans, abbiamo catturato l’attenzione di Tom, che evidentemente si sarà rotto le scatole di assistere alla partita a carte tra i due corvini del gruppo.

“Che state facendo di interessante?”. Lui si avvicina, accovacciandosi e rischiando anche di perdere l’equilibrio, al punto tale da doversi appoggiare d’istinto a me. Con una mano sulla mia testa.

“Tom, ce la fai a non fallire la più piccola azione che compi?” ridacchio io, scostandomi poiché il suo peso sul mio collo grava.

“Assolutamente no!” esclama. Beh, almeno ne è consapevole…

Nota, in seguito, l’opera d’arte di Ruby. “Oddio, sono bellissimi! Posso averli anche io?”

“Ehi, mettiti in fila!” gli faccio notare, divertito. “Ci sono prima io!”

“Se vuoi ti disegno io qualcosa!”

Anche Crow si fa avanti, chiedendo un pennarello color nero alla nostra disegnatrice professionista.

“No, Crow!”. Tom mette le mani avanti e si alza di scatto, camminando lentamente all’indietro. “Tu mi disegnerai un pisello proprio lì!”

“Come hai fatto ad indovinare?”. Crow finge di essere sorpreso. A quanto pare è molto prevedibile, il ragazzo. Ruby, intanto, continua a colorare, incurante della situazione ilare che si sta creando.

“Crow, per favore, non farlo…”

Lui ride nervosamente, cercando di convincere il suo amico a non tracciargli un fallo sui jeans.

“Dai, credi davvero che io sia così immaturo?” continua il rosso, avvicinandosi al biondo minaccioso (con un pennarello, poi… Che ridere!).

“Si!” ribatte Tom, alzando la voce. Beh, Tom avrebbe potuto leggere la sua risposta nel suo sguardo da bambino (nonostante i venti anni… Si vede che ha passato tanto tempo con dei marmocchietti). Il capo fa uno scatto verso Tom, che per proteggersi corre dall’altra parte e si va a nascondere dietro Alyssa.

“Ti prego, proteggimi da questo pazzo!” le fa, porgendola a Crow come se fosse una vittima sacrificale.

“Che c’entro io?!” protesta la ragazza, cercando di scostarsi dalla presa di Tom sulle sue spalle.

“Prendi lei, non me!”

Tom la spinge verso il rosso, il quale, per non farla cadere la afferra giusto in tempo. Il biondo scappa, approfittando della distrazione di Crow.

“Sei uno stronzo! Pur di salvarti, dai i tuoi amici in pasto ai mostri!” commenta Alyssa. Immagino che il capo lo stia ringraziando mentalmente per quella mossa, eheh… Nel frattempo, Tom si è rifugiato in cucina.

“Tranquilla, per ora non sei tu la mia preda…” le sussurra, scostandola delicatamente e gettandosi a capofitto verso la cucina. Yusei raccomanda loro di non rompere nulla, anche se dal tono si capisce che anche lui trovi divertente la situazione. Si sentono, provenienti da quella stanza, i lamenti di Tom, che intima Crow di non disegnargli nulla di volgare. Poi, un attimo dopo, fugge di nuovo qui e cade a terra.

“Sei mio adesso!” esclama Crow, mettendosi a cavalcioni su di lui e compiendo finalmente il suo dipinto di arte contemporanea. Tom non oppone neppure resistenza, si limita a ridere a crepapelle con la mano sugli occhi. Fa bene, almeno non assiste a quella scena che, per quanto sia ordinaria amministrazione tra amici, potrebbe risultare molto equivoca.

“Dico io, perché devi per forza farlo?!” domanda lamentandosi il biondo, continuando a sbellicarsi.

“Stai fermo o verrà storto!” gli ordina Crow. Gli serve davvero tutta quella concentrazione per un simile disegno?

“Come il tuo!” ribatte Tom. Ovviamente, Crow non poteva starsene con le mani in mano di fronte ad una simile offesa. Lo guarda negli occhi con atteggiamento di sfida, con un sopracciglio sollevato e un mezzo sorriso.

“Ah sì?”

Si sposta più sopra, bloccandogli le braccia con le ginocchia e iniziando a tracciare qualcosa sulla sua fronte. Il biondo si dimena, palesemente pentito di quello che ha detto.

“Aiuto!”

La cosa più bella di tutto questo teatrino sono state le risate da parte di entrambi che non hanno smesso di risuonare in tutta la casa. Persino Jasper, assistendo alla scena, ha staccato gli occhi dalle carte (e giuro che l’ho visto trattenere un sorriso).

“Ho finito.” dichiara il rosso, alzandosi. “Non fotti con Hogan, bastardo!”

Tom si mette a sedere, tenendosi ancora la pancia per riprendere fiato. Sulla sua fronte c’è un pene che la attraversa tutta. La stessa cosa appare anche sui suoi jeans, anche se più piccolo. Ah, ma che discorsi del cazzo sto facendo nella mia testa?

“Ma quanti anni avete?” commenta Lucy, scuotendo la testa contrariata.

“Ti voglio bene, Tom!” ridacchia Crow, porgendogli la mano per rialzarsi. Lui la schiaffeggia, non accettando quell’aiuto.

“Fottiti, io ti odio!” ribatte il biondo, nascondendo anche lui un lieve sorriso.

“Non ce la posso fare…”. Alyssa si mette le mani in faccia. In tutto questo, Ruby non ha smesso di rappresentare quelle linee sul denim. Come se si fosse completamente estraniata dall’esterno. Mi chiedo se quello che è successo non abbia influito sul suo modo di fare così allegro e spensierato.

“Fatto! Come ti sembra?” mi domanda alla fine, cercando la mia approvazione con lo sguardo. Il jeans, adesso, in corrispondenza del polpaccio sinistro, ha una serie di piccoli doodle, ognuno dei quali con un colore diverso. I motivi che vedo disegnati più spesso sono fiori, funghi e nuvole, alternati da delle linee dritte e curve, tra cui anche spirali. Non è il mio stile, ma ammetto che ha fatto un ottimo lavoro.

“Molto bello, Ruby!” le dico, sinceramente colpito. Lei fa un piccolo sorriso e mi ringrazia.

 

Alyssa’s POV

Luci spente. È ora di dormire, almeno quel poco che ci possa permettere di non svenire in mezzo alla strada quando torneremo a casa. Chiudo gli occhi e in un tempo che non riesco nemmeno a determinare mi addormento. Non è stato semplice, d’altronde non sono abituata a dormire per terra. O meglio, è un’abitudine che ho perso da molto tempo.

La casa di Yusei è un posto sicuro… Eppure, ho la sensazione che ci sia qualcosa che non va. Troppo silenziosa. Si, lo so che adesso è normale, considerando l’ora… Eppure, io ricordo di essermi addormentata accompagnata dai respiri degli altri, gli sbadigli e il loro russare. Apro gli occhi solo per constatare quello che avevo effettivamente intuito: sono da sola.

Ok, bene, dove sono andati tutti? Mi alzo in piedi per perlustrare per bene il garage. Nel buio riesco comunque a distinguere le sagome degli oggetti grazie a un minimo di luce che entra dal soffitto, quella della luna. Solo oggetti, non sagome di persone. Davvero mi hanno lasciata da sola?

Non posso crederci. Quegli stronzi non potrebbero mai fare una cosa del genere… Persino Yusei! Lo so che lui è la persona meno inaffidabile di questo mondo, seppur ci conosciamo da pochissimo; tuttavia, era la persona che meno mi aspettavo facesse una cosa simile! Argh, al diavolo. Saranno usciti fuori a prendersi un po’ d’aria…

Varco l’uscita e mi guardo attorno. Non sono da nessuna parte, né seduti sul marciapiede, né appoggiati al muro… Non ci sono nemmeno le loro moto e la mia macchina.

“Ma che cazzo…” impreco a bassa voce.

“È una cosa che dovrei dire io, considerando quello che hai fatto.”

Mi si gela il sangue. Quella voce. Quella maledetta voce. Nonostante sia passato poco più di un anno, la ricordo ancora come se facesse ancora parte della mia vita. Inizio a tremare. Ti prego, fa’ che sia solo uno scherzo di cattivo gusto… Ho paura di girarmi; inizio ad allontanarmi a passi decisi.

“Scappi. Certo che scappi. Non sei in grado di affrontare i tuoi problemi, Alyssa.”

Mi paralizzo. Vorrei scappare, eppure le mie gambe hanno deciso di fossilizzarsi qui. Mi viene da vomitare, soprattutto nel momento in cui sento i suoi passi avvicinarsi a me. Un sussulto mi percorre tutta la schiena nell’esatto istante in cui poggia la sua mano sulla mia spalla.

“Volevi dimenticarmi… Che stupida. Lo sei sempre stata…” sussurra al mio orecchio. “È impossibile dimenticarmi, sappilo. Non uscirò mai più dai tuoi ricordi, verrai solo perseguitata per tutta la vita. Questo è quello che ti meriti.”

“Non… Me lo… Meritavo…” balbetto.

“Ricordami qual è il mio nome, Alyssa.”

Lui ignora totalmente il mio tentativo di farmi valere. Come ogni fottuta volta.

“Allora? Come cazzo mi chiamo?!” alza la voce. Il timore inizia ad invadere completamente il mio corpo e l’unica cosa che posso fare è acconsentire a quello che vuole.

“G… Grant…”

 

Angolo Autrice

Polpo di scena! Ho postato un capitolo in tempo! Nessuno credeva in me, tutti dicevano che io non ce l’avrei fatta, che a nessuno frega un cazzo di me e che mi parlano da die- Ok, basta, I’m just kidding!

Allora, solitamente io non do una spiegazione agli eventuali colpi di scena (e nemmeno oggi lo farò), però, siccome è passato davvero tanto tempo da quando il personaggio di Grant è stato nominato, vi dico chi è, senza spoiler: lo abbiamo ritrovato nel capitolo 35 come membro dei Jurrac, nominato da Bérin, la ragazza che era stata salvata dai nostri amici. Tuttavia, la sua prima apparizione è avvenuta nel capitolo 14, citato da Alyssa nel suo POV come persona che ha fatto parte del suo passato. In che senso? Keep reading e lo scoprirete, intanto siete liberi di fare supposizioni ^^

Per il resto, la canzone del giorno è “Thank God I’m Not You” degli Himalayas. Mi è piaciuto ascoltarla mentre scrivevo la scena tra Tom e Crow con il Q.I. di due bambini di sei anni ^^

Ci vediamo prossimamente, adios! ^^

  
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