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Autore: Hime Elsa    05/06/2022    0 recensioni
Meredith Rose è una ragazza irlandese di origini italiane di 24 anni che lavora in una focacceria gestita dai suoi genitori, occupandosi della preparazione delle focacce. Adora cucinarle ed ha chiamato il negozio "Rose e Focacce" proprio perché adora le focacce ed allo stesso tempo anche le rose, tant'è che la focacceria si distingue per essere abbellita di rose, scelta inusuale essendo un locale rustico.
Da sempre oggetto di bullismo da parte dei suoi coetanei a causa di un handicap di cui non le permette di parlare come gli altri, a causa di ciò non riesce ad instaurare un rapporto sociale con le persone, può solo contare l'appoggio e l'aiuto dei suoi genitori. Le cose iniziano a cambiare quando un certo Micheal viene assunto come fattorino del negozio e tramite questo ragazzo, conoscerà alcuni suoi amici e nuove persone, tra cui Anthony Pitton, un ragazzo dal carattere un po' tenebroso e dal passato tumultuoso. Come lei, anche Anthony si fida ben poco delle persone...
- IL RATING POTREBBE CAMBIARE DIVENTANDO UNA STORIA EROTICA!
- La storia verrà accompagnata da degli artwork disegnati dalla sottoscritta. (solo su wattpad)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Erano passate diverse settimane dall'arrivo di Micheal come membro dello staff della nostra focacceria e devo dire che grazie alle consegne a domicilio, il tutto smaltite da Micheal che andava in bici ci avevano garantito un bel po' di incassi. Addirittura mio padre aveva pensato di mettere un paio di tavolini, sia fuori che dentro per permettere la consumazione anche da seduti. Mi sembrava un'idea fattibile sperando che in quattro ovvero io, mio padre, mia madre e Micheal potevamo cavarcela comunque senza dover cercare un'altra persona. Magari mia madre poteva occuparsi sia del bancone che per le ordinazioni o lo avrebbe potuto fare pure Micheal quando non c'erano prenotazioni per le consegne a domicilio.
Di farlo io non se ne parlava proprio. Tralasciando che già aiutavo mio padre per la preparazione delle focacce ma non ero proprio idonea al ruolo della cameriera con la disabilità che avevo.

-

«Chissà cosa posso regalare a Charlotte per il suo compleanno...»
Mentre preparavo le pizze, sentii borbottare Micheal dall'altro lato del negozio. Era appena tornato per consegnare delle focacce in una villa qui vicino e dopo questa poteva riposarsi dal momento che non c'erano più prenotazioni. Charlotte aveva detto? Chi poteva essere? La sua ragazza?
E dire che mia madre qualche giorno fa mi aveva fatto una testa enorme di provarci con lui per poi scoprire che aveva una fidanzata o comunque innamorato di un'altra.
Misi le focacce nel forno elettrico ed uscii dalla cucina per vedere Micheal.
Lo vedevo piuttosto preoccupato e sembrava che volesse parlarmi per chiedermi consiglio. Peccato solo che io fossi l'ultima persona della lista nel poterlo aiutare dal momento che non capivo assolutamente nulla di rapporti sociali e di conseguenza pure sull'amore.
«Tu non ti sei mai innamorata?» mi domandò lui all'improvviso.
Avevo subito del bullismo pesante a scuola, figurati se avessi perso la testa per un ragazzo.
Feci no con la testa.
«Capisco»
A quel punto decisi di togliere un dubbio per quanto mi fosse già chiaro.
«Chaaaarlotte è la tuaaa ragaaaazaa?»
«Magari» mi rispose piuttosto sconsolato.
«Come si dice oggi... la mia crush? Direi proprio di sì»
Mi mostrò una sua foto di lei dal suo cellulare: una ragazza dal fisico minuto con lunghi capelli castani leggermente ondulati ed occhi verdi ma da un colore diverso rispetto a quelli di Micheal. A giudicare dalla foto sembrava molto carina -più carina di me sicuro- e gli feci cenno di raccontare qualcosa in più, anche per aiutarlo... magari.
«Vedi, poco fa, mentre stavo ritornando al negozio, ho ricevuto una chiamata dal mio migliore amico e sia lui che lei -ovvero Charlotte- stanno tornando dagli Stati Uniti dopo quasi un anno di lavoro lì. Lei è una mia amica d'infanzia e sono cotto di lei da quando sono piccolo, tuttavia non mi sono confessato perché ecco... non credo di essere il ragazzo giusto per lei. Sono un povero fattorino e niente più mentre lei in poco tempo è diventata una delle stiliste più note di tutta New York ed ha solo 21 anni! Ah, compie gli anni tra qualche giorno, quindi festeggerà il suo compleanno a Dublino e perciò volevo farle un regalo ma non so cosa, ecco...»
Stilista... wow, io a 21 anni mi limitavo tra casa e focacceria, a scrivere il mio diario segreto e cucinare focacce... mi facevo schifo da sola. E compresi lo sconforto di Micheal nella sua poca autostima. Avrei voluto dirgli qualcosa, dirgli di farsi forza e di non abbattersi ma non potevo dare consigli se ero io per prima la persona più insicura e poco fiduciosa nelle sue capacità.
Le parole a volte servivano a poco e quindi mi limitai a dargli una pacca sulla spalla, gesto che venne apprezzato dallo stesso Micheal dal momento che mi sorrise.
«Grazie mille, mi sento meglio» mi rispose lui. Non ero sicura di aver contribuito a chissà cosa ma ero contenta di avergli risollevato l'umore.
«Dopoooo usciamooo?»
«Eh?!»
Sì che mi avevi sentito bene. Dopo il lavoro saremmo usciti insieme per trovare il regalo per la sua Charlotte. Volevo aiutarlo a tutti i costi, fosse stata l'ultima cosa che avrei fatto.
-

«Quindi mi consigli un mazzo di fiori?»
Feci di sì con la testa.
«Uhm»
Guardò diversi fiori fuori dal fioraio ma non sembrava molto convinto.
Una volta chiuso il negozio per una pausa durante il primo pomeriggio, corremmo subito dal fioraio più vicino perché la mia idea era quella di regalarle un mazzo di fiori. Non conoscevo Charlotte ma da come l'aveva descritta sembrava una ragazza molto semplice, tranquilla, gentile e spontanea. Insomma, praticamente un angelo di persona.
Sentendo tutte queste sue caratteristiche, mi veniva in mente come fiore la margherita e così gliela indicai.
Continuò a rimanere perplesso ed io non sapevo più che fare fino a quando non uscì fuori dal negozio Lola, la figlia del fioraio. Lola era una ragazzina di 14 anni esperta di fiori, molto vivace, che riusciva ad accattivare i clienti con la sua parlantina. Tendeva ad essere un po' troppo logorroica ma riusciva comunque nel suo intento a fare cassa. La sua esuberanza la si notava dal suo vestiario; sgargiante e molto alla moda.
Ci osservò con curiosità e ci salutò:
«Oh, ciao Meredith!»
La salutai con educazione facendo un cenno con la mano.
«Vi serve un aiuto?» squillò lei, forse contenta che oggi avrebbe guadagnato qualche soldo.
«Beh, ecco... volevo comprare un regalo per un'amica e Meredith mi aveva consigliato dei fiori anche se non sono del tutto convinto...»
«Amica... certo, ed io sono la regina Elisabetta»
«Come scusa?!»
«Eddai, non fare il finto tonto! Sei diventato rosso come il fuoco e quindi ho già capito che quella pseudo amica è più di un'amica. A chi vuoi prendere in giro?»
«Argh, piccola disgraziata!» bestemmiò Micheal.
Povero ragazzo, avevamo tante cose in comune tra cui il non saper mentire e fare la figura dei bamboccioni.
«E va bene, hai ragione» sbuffò Micheal mettendo una mano sulla fronte e Lola che gongolava per la soddisfazione, manco avesse azzeccato il futuro.
«Che poi pensavo che tu e Meredith eravate fidanzati ma quando hai detto questa faccenda del regalo, era improbabile che fosse lei; chi comprerebbe un regalo se poi è presente la persona che lo deve ricevere? Che sorpresa sarebbe poi, ahahah»
All'improvviso però divenne seria.
«Però scusa... perché mai non sei convinto di comprarle dei fiori? Cos'è, non ti fidi di noi? Del nostro negozio? Non ti consiglio di andare dal fioraio vicino alla metropolitana, i nostri fiori sono i migliori!»
Oh no, aveva capito tutto un'altra cosa.
«Ehm, ma il problema non è questo. Pensavo che regalarle un mazzo di fiori sarebbe stato un po' troppo semplice, un po' scarno e...»
«Bro ma scherzi?»
«Ti prego, non chiamarmi bro...»
«Ok scusa! I miei genitori mi dicono sempre che devo portare rispetto ed educazione ai nostri clienti ma io li tratto come se fossero i contatti della mia friendlist su Facebook!»
«E comunque alla fine riesci ad acchiappare clienti... -a detta di Meredith-»
«Che ci posso fare se sono carina e simpatica?»
Notai Micheal spazientirsi ed incominciai a pensare che forse era davvero meglio andare dal fioraio vicino alla metropolitana. Si girò e mi parlò sottovoce. «Senti... nulla di personale ma sicura che comprare dei fiori da questa bimbetta sia una buona idea? Già i fiori come regalo mi convincono poco, peggio ancora se a sbrigarci è una ragazza che blatera sciocchezze facendomi perdere la pazienza»
Non sapevo cosa dirgli onestamente ma più che altro, Lola faceva così con tutti.
«Fidatiii dii leiii»
Lola finalmente si ricompose perché seguita dal buon senso o perché aveva sentito la nostra breve conversazione e decise seriamente di aiutarlo.
«Premetto che quando si tratta di regali, sono la persona più indecisa dell'universo. Vuoi perché i regali migliori -chiamasi quelli che ho azzeccato- li ho già fatti, vuoi perché il regalo che magari potrebbe piacere a quella determinata persona costa troppo ed uno non può aprire un mutuo per un regalo, quindi che faccio? Semplice, un mazzo di fiori più una cartolina di auguri con tanto di dedica. Voglio dire, cosa c'è di più bello dei fiori regalati invece di tante cose inutili?» concluse il tutto con fare teatrale.
«Pensavo che fosse sempl-»
«Semplice un corno!!» urlò Lola in faccia al povero Micheal.
«Guarda!!» e spalancò le braccia e mani indicando i fiori esposti fuori.
«Ti sembrano così semplici i fiori? A parte che profumano pure e il loro profumo è di serie, non lo spruzziamo noi!»
«Ah, che battuta!»
«Simpatica, vero?»
«Per niente»
Decisi di intervenire a malincuore.
«Seeeeguii il consigliooo di Looola eee preeendi lee margheriite»
«Wow Meredith, non mi aspettavo che fossi esperta di fiori!» mi domandò elettrizzata Lola.
«Abbastanzaaa»
«Ah già, ora che ci penso, la tua focacceria è zeppa di rose, ora capisco tutto»
Nonostante il carattere irriverente, Lola era comunque una brava ragazzina. Era una di quelle pochissime persone di cui non mi faceva pesare la mia disabilità e con ciò mi sentivo più a mio agio a parlare.
«Ok, prendo dei fiori ma potresti gentilmente spiegare il perché le margherite? Voglio dire, ci sono tantissimi fiori e vorrei capire se questa tua scelta si basa su una logica particolare. Le margherite sono belle, indubbiamente, ma ci sono tanti altri fiori bellissimi che sto vedendo come tulipani, orchidee...»

«Cooonoscii il liiinguaggiooo deei fiiori?»
«Uhm... mi spiace ma no» rispondendomi un poco imbarazzato.
«Meredith ha capito tutto!»
Ringraziai mentalmente Lola per il compito della spiegazione visto che ci avrei messo troppo tempo a spiegarglielo.
«Quello che sta cercando di dire Meredith è che i fiori hanno un significato e vengono regalati proprio per lanciare un messaggio speciale ad una determinata persona. Per esempio il quadrifoglio simboleggia la fortuna. Nel caso della margherita, rappresenta l'arrivo della primavera. E' nota per la sua delicatezza, simboleggia semplicità, innocenza e purezza di corpo/spirito. Ma anche modestia, pazienza, riflessione, amore fedele... oh insomma, senza girarci intorno, prendi le margherite! Più di così non so come convincerti.»
«Oh no, devo dire che mi hai convinto abbastanza ed elencando le caratteristiche della margherita, direi che combaciano con la personalità di Charlotte, quindi che dire... grazie Meredith!»
Non compresi il perché del suo grazie dal momento che la spiegazione l'aveva ricevuta da Lola e non da me e perciò lo guardai perplessa.
Micheal colse al volo il mio pensiero, come se mi avesse letto nella mia mente e cercò di spiegarsi meglio.
«Quello che voglio dire è che anche se Lola mi ha descritto molto dettagliatamente le caratteristiche del significato del fiore, sei stata tu comunque a consigliarmi la margherita perché avevi capito fin da subito che potesse andare bene per Charlotte. Lola sarà pure un'enciclopedia dei fiori -ma se per questo neanche tu non sei da meno!- ma nulla vieta che poteva consigliarmi un fiore completamente sbagliato...» E guardò Lola con un'espressione parecchio suscettibile.
«Ehi, come ti permetti?! Guarda che non ti vendo più le margherite!»
«Non è un problema mio, le posso acquistare altrove»
«Ok, punto a tuo favore. Le vuoi prendere adesso oppure le devi ordinare per un giorno specifico?»

   
 
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