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Autore: Robin Stylinson    06/06/2022    0 recensioni
Venerdì 31 gennaio 2020, Rivermountain, Wyoming.
Elisabeth viene assassinata nella sua farmacia e il colpevole sembra aver sistemato malamente la stanza per inscenare una rapina andata male. Il detective Christian Wood si ritrova ad indagare sui segreti di una piccola cittadina sperduta in mezzo alla campagna. Nessuno sembra essere colpevole ma tutti hanno un segreto da nascondere che li collega alla vittima. Si uccide per amore, per soldi e per vendetta, ma Elisabeth per cosa è morta? Forse il passato è tornato a bussare alla porta e la vittima non ha potuto fare altro che aprirgli e pagare il suo debito.
Genere: Mistero, Noir, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giovedì 30 gennaio 2020
Un giorno prima dell'omicidio

Il sole non era molto caldo ma era alto nel cielo e la temperatura era piuttosto piacevole per essere pieno inverno. Wood era arrivato da poco più di dodici ore alla Baita Margherita ma ancora non riusciva ad ambientarsi, o forse non voleva. Il padre sembrava essere diventato un accumulatore seriale di gingilli e soprammobili, ma soprattutto di posaceneri pieni zeppi di mozziconi. Wood si mise le mani nei capelli: avrebbe dovuto ripulire tutto, gettare nella spazzatura quasi tutte le cose che abitavano quella casa, ma non aveva voglia, voleva solo riposare, chiudere gli occhi e dimenticare tutto quello che era successo fino ad allora e così fece. Si buttò di peso sul divano facendone uscire una massa informe in polvere che lo fece tossire, sbuffò per il fastidio e imprecò. Accanto al sofà c’era un piccolo comodino con sopra una vecchia lampada, probabilmente non funzionava da parecchi anni, e al suo fianco vi era uno dei tantissimi posaceneri ricolmi di qualsiasi cosa ma Wood passò oltre: allungò uno mano verso il cassetto del mobile e, senza nemmeno guardare, vi infilò dentro una mano e iniziò a frugare. La sua ricerca diede i frutti sperati e trovò diversi pacchetti di sigarette che fumava il padre, ne prese uno già aperto e ne tirò fuori una. L’ex detective accese la sua sigaretta e fece due lunghi tiri quando sentì qualcuno bussare alla sua porta. 
Wood si alzò di malavoglia con la Lucky Strike tra i denti, si avviò verso l’ingresso e quando girò la maniglia rimase piacevolmente sorpreso.
«Da quanto tempo, Christian» disse lo sceriffo Doe con un sorriso a trentadue denti.
«Sceriffo!» esclamò poi Wood invitando l’ospite a entrare ma Doe rifiutò, non aveva molto tempo. 
Il capo della polizia, Lewis Doe, aveva circa sessant’anni ma era ancora un bell’uomo, i muscoli erano appena accennati e s’intravedevano attraverso la camicia di flanella che gli fasciava le braccia. La barba e i baffi bianchi erano ben curati e sul capo portava il suo bellissimo cappello da cowboy nero da cui non si separava mai.
«Sono contento di vederti in città» continuò Doe. 
«Non so per quanto mi fermerò.»
«Mi dispiace per tuo padre, eravamo grandissimi amici. Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi, sono qui per te.»
«Grazie, sceriffo» concluse Wood indeciso se aggiungere altro o chiudere semplicemente la porta quando Doe, cercando di levarlo dall’imbarazzo che si era creato, gli disse:
«Vieni a cena da me, stasera. Mia moglie ne sarà felicissima, non vede l’ora di rivederti.»
«Grazie, ma devo rifiutare. Sono appena arrivato e ho troppe cose da sistemare» rispose Wood.
«Avrai tutto il tempo domani, sarà solo una cena. In un modo o nell’atro dovrai mettere qualcosa sotto i denti.»
Wood ci pensò un attimo, in fondo non aveva tutti i torti e nella dispensa del padre c’erano soltanto fagioli e scatolette di tonno. Un pasto caldo fatto in casa era migliore delle vecchie scatolette di legumi scadute. Alla fine l’uomo sospirò in segno di resa e disse a Doe di averlo convinto.
«Si cena alle sei e mezzo!» terminò poi lo sceriffo salutando il nuovo arrivato toccandosi il cappello e abbassando leggermente il capo.
  
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