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Autore: Raven_Stark22_    06/06/2022    0 recensioni
➤ AU: FANTASY/ROYALTY
➤ La storia viene narrata secondo il punto di vista di vari personaggi, quindi sonno presenti diverse ship del mondo di Haikyuu: Bokuaka-Kuroken-Iwaoi-Daisuga-Sakuatsu-Kagehina-Tsukkyiama-Tanakiyo-Matsuhana-Kyouhuaba ecc.
Il sogno di Bokuto è sempre stato quello di diventare un cavaliere: si è esercitato per anni con la spada, ha assistito a numerosi duelli durante le fiere cittadine e si è nascosto dietro le mura per osservare i maestri insegnare ai nobili come affrontare l'avversario.
Proprio quando l'opportunità di realizzare il suo desiderio sembra giungere alle porte, uno sconosciuto in cerca di aiuto si rifugia nella stessa locanda dove sta cenando Bokuto.
Il ragazzo racconta di provenire da un regno lontano e di dover portare a termine un compito di massima segretezza che prevede un lungo viaggio nei luoghi più pericolosi del continente.
Toccherà a Bokuto e ai suoi compagni affrontare scontri e creature sovrannaturali per impedire una guerra catastrofica tra i regni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Kenma.- sibilò, sperando che il ragazzo potesse sentirlo -Scappa dalla finestra.-

Quando il mostro spiccò un salto, Akaashi riuscì ad abbassarsi quel tanto che fosse necessario per aver salva la pelle.

La creatura sorvolò il corpo rannicchiato e si schiantò sulla mensola, emettendo un guaito di sorpresa.

Keiji balzò subito in piedi e si affrettò a raggiungere il lato opposto della stanza.

Si guardò indietro una sola volta e il terrore prevalse sulle altre emozioni.

L'essere deforme scivolò sul pavimento con un inquietante sibilìo.

La pelle azzurrina gli ricordava il colore della muffa.

Aveva un aspetto scarno e malnutrito, mentre le costole erano ben visibili.

Mani e piedi si dividevano in sole tre dita, che terminano con artigli bianchi e aguzzi.

La testa calva seguì i movimenti di Akaashi, rivelando qualche ciuffo color paglia raggruppato attorno alle le orecchie appuntite.

Il viso era affusolato, e il naso sproporzionato rispetto alle spesse labbra violacee stirate in un ghigno.

L'unico occhio dalla sclera giallognola si fermò su Akaashi, contemplandolo, e la lingua sporgente si leccò i denti.

Se non si fosse già trovato così distante, il principe sarebbe rimasto paralizzato sotto di lui.

Keiji camminò alla cieca, avvertendo lo spaventoso desiderio di stramazzare al suolo.

Le fiamme avevano divorato quasi tutto l'ossigeno della stanza.

Si trascinò dietro una sedia polverosa e ansimò a fatica.

Più il mostro si avvicinava, e più Akaashi stringeva lo schienale al petto.

Sapeva di non avere alcuna speranza, perchè quel misero scudo non gli avrebbe fornito nessuna protezione.

Prima che la creatura gli fosse nuovamente addosso, le sue mani saettarono sull'impugnatura della spada.

"Sono morto" pensò, colto dalla disperazione.

Ma quando il demone si lanciò in avanti con le braccia tese, gli occhi di Akaashi viaggiarono lungo il corpo disgustoso fino a trovare un punto debole.

I suoi polmoni esplosero in un urlo roco e la spada roteò su sè stessa.

Uno zampillo di sangue caldo si rovesciò dal taglio, colorando di rosso la fronte del ragazzo.

Akaashi spinse la spada in orizzontale e tranciò una parte dell'avambraccio mostruoso.

Quando la creatura abbassò la guardia, il ragazzo passò l'arma nella mano destra e sferrò un montante a partire dal basso.

La punta di bronzo penetrò nella pelle come se fosse fatta di burro.

Il mostro guaì dal dolore e indietreggiò con il volto coperto.

Il colpo verticale gli aveva sfregiato l'intera palpebra, portandosi con sè l'unico occhio buono.

Lacrime dense e scure bagnarono il pavimento sotto di lui.

Akaashi lanciò un'occhiata alla lama intrisa di sangue e si preparò all'attacco successivo.

Non era così stolto da pensare che avrebbe avuto la meglio solo perchè il suo avversario era diventato cieco.

L'essere deforme ringhiò un avvertimento e il ragazzo portò la spada dinnanzi al petto.

-Avanti. Che cosa aspetti?- disse, più a sè stesso che al mostro.

Questa volta, il demone cedette alla provocazione.

Gli artigli sfiorarono la mascella di Akaashi prima che il ragazzo potesse realizzare la vicinanza.

-Woah!- esclamò, brandendo disperatamente la spada.

Riuscì a respingere due dita, ma la terza unghia affondò nello zigomo sinistro, tranciando parte della pelle.

Keiji serrò la mascella e, con un riverso, recise il dito di netto.

Un gusto di ferro misto a saliva gli impregnava la bocca.

Schivò una manata diretta al suo volto e si appiattì contro il muro.

Il mostro parve captare i suoi movimenti e puntò l'occhio semichiuso nella sua direzione.

Akaashi si pulì dal sangue con il pollice.

Faticava a respirare e il calore lo stava soffocando.

Gli occhi cerulei guizzarono da una parte all'altra della stanza, alla ricerca di una via di fuga.

Il corridoio era inaccessibile e le fiamme si erano spinte quasi all'ingresso del soggiorno.

-Merda.- imprecò, non appena il mostro lo attaccò frontalmente.

Parò un tentativo di decapitazione e cercò invano di prevedere la mossa successiva.

Le tre dita affusolate si strinsero attorno al suo polso e ne scalfirono la superficie.

-Ah!- sibilò Akaashi.

Assestò un calcio al fianco del nemico, ma l'altro oppose troppa resistenza.

Puntini neri iniziavano ad insinuarsi nella sua visuale.

Cercò di liberarsi dalla presa, ma questa si fece solo più stretta e la mano di Akaashi cominciò a tremare.

Quando la spada scivolò giù dalle due dita, pensò di non avere più scampo.

Affrontò il suo destino con rassegnazione.

Studiò il volto dell'essere con occhi umidi e senza terrore, solo collera.

Forse era questo il fato che gli era sempre stato riservato.

I grossi artigli si fecero strada verso il suo petto.

Chiuse gli occhi e si preparò al peggio.

Ma il contatto con la sua pelle non avvenne.

Sollevò le palpebre e il respiro si mozzò in gola.

Con un semplice scatto, la creatura avrebbe potuto squarciargli il petto.

Eppure, la mano scarna stava esitando.

La lingua si ritrasse, come se divorare Akaashi non fosse più il desiderio primario di quella mostruosità.

Keiji abbassò lo sguardo sul suo busto e indugiò sulla pietra di zaffiro appesa al suo ciondolo.

Il riflesso celeste brillò nonostante il buio.

Quando tornò a concentrarsi sull'avversario, questi era già indietreggiato di qualche passo.

Il ghigno famelico si era trasformato in una smorfia di spavento.

Akaashi non ebbe il tempo di interrogarsi su quello che era appena accaduto perchè un altro ringhio richiamò la sua attenzione.

Questa volta, il verso proveniva dall'esterno.

Raccolse la spada e sfruttò quei secondi di vantaggio per scivolare dietro il mostro.

Si mosse lentamente, affrontando ogni passo con estrema cautela.

Con l'occhio sfregiato e in assenza di rumori, la creatura aveva un'aria smarrita.

Akaashi rifoderò la lama e arrancò fino all'uscita.

Le fiamme avevano raggiunto il soffitto e la coltre di fumo era così densa da fargli lacrimare gli occhi.

Si appese allo stipite della porta e cominciò a tossire compulsivamente.

I suoi polmoni non ricevevano più ossigeno e la gola stava bruciando.

Sarebbe rimasto lì a boccheggiare, se non avesse scorto un movimento sinistro dietro il muro di fuoco.

Questa volta, si gettò a destra senza la minima esitazione.

La porta che conduceva al piano superiore era stata già scardinata.

Sperò che i mostri non lo avessero preceduto e si tuffò nello stanzino.

Risalì la scalinata con il fiatone.

Ogni gradino scricchiolava sotto il suo peso.

Non si guardò indietro nemmeno dopo aver raggiunto la cima.

La fitta al petto di era fatta ancora più dolorosa.

Riempì i polmoni di aria pulita e si aggrappò al corrimano per non cadere.

Il corridoio era buio e silenzioso, circondato da porte chiuse su tutti i lati.

Non ebbe il tempo di valutare più opzioni, perchè lo scricchiolìo degli scalini gli fece rizzare i peli del collo.

Prese la prima porta sulla sinistra e se la richiuse immediatamente alle spalle.

Fissò l'uscita mentre il panico lo costringeva ad ansimare.

E adesso?

Si era chiuso in una stanza buia senza finestre o vie di fuga.

Il mostro aveva sicuramente già raggiunto il piano superiore.

Indietreggiò alla cieca, ma finì per scontrarsi contro una sagoma indefinita.

Fu subito pervaso da una terribile sensazione.

Fece per girarsi, ma una pressione sulle sue labbra lo costrinse a mantenere fermo il capo.

Si dimenò come un forsennato, aggrappandosi al braccio che gli impediva di respirare.

La presa si fece ancora più stretta.

Venne trascinato all'indietro da un secondo braccio e finì per inciampare sui propri passi.

Fu sbattuto contro una parete più fredda e il suono di un cigolio lo fece trasalire.

Tentò di allontanare le dita che lo tenevano prigioniero, ma una voce familare gli paralizzò i muscoli.

-Shh.-

Nonostante la mancanza di luce, riconobbe Oikawa che si portava un dito alle labbra.

Erano rinchiusi in uno spazio angusto, forse un armadio.

-Non muoverti.- sussurrò il mago.

Akaashi aveva migliaia di domande che gli frullavano per la testa, ma annuì comunque.

Oikawa ritrasse il braccio, consentendogli di respirare.

-Che cosa...- biascicò il ragazzo -che cosa diavolo...-

-Shh!- ribadì lo stregone, coprendogli nuvamente la bocca. -Ti sentiranno!-

Akaashi si morse l'interno della guancia.

Contò fino a dieci prima di allontanare il braccio.

-Che cosa sono?-

Oikawa non gli diede subito una risposta.

-Isogashi.- disse -Ma non ne sono sicuro. C'è qualcosa di anomalo nel loro comportamento.-

Akaashi non aveva mai sentito quel nome, ma non indagò oltre.

-E quanti sono?-

Oikawa impiegò ancora più tempo per parlare.

-Non lo so.-

C'era una tensione, nella sua voce, che gli mise i brividi.

-Dove sono gli altri?-

Il battito di Akaashi aumentò assieme ai secondi di silenzio.

Oikawa distolse lo sguardo e il cuore di Keiji andò in frantumi.

-Non lo so.-

Akaashi fu costretto ad appoggiarsi al fondo dell'armadio per non svenire.

-E' successo tutto troppo velocemente.- spiegò il mago -Ci siamo separati e i mostri ci hanno dato la caccia uno ad uno.-

-Dobbiamo trovarli ad ogni costo.- decretò Akaashi.

Avvertì su di sè lo sguardo pungente di Oikawa.

-Credi che non ci abbia pensato? Forse sono stati abbastanza saggi da nascondesi e aspettare che-

-Non c'è tempo.- lo interruppe bruscamente -Kenma ha appiccato un incendio al piano inferiore. Se non usciamo da qui, moriremo tutti.-

Oikawa smise improvvisamente di respirare.

-Lui è scappato dalla finestra della cucina. Dove sono fuggiti gli altri?- implorò Akaashi -Cerca di ricordare.-

Il mago si prese qualche istante di silenzio, prima di tornare in sè.

-I-io sono... penso di essere l'unico su questo piano. Mentre tutti scappavano, ho rallentato un Isogashi e ne ho uccisi due. Bokuto si trova con Iwa-chan. Credo si siano diretti sul retro. Tetsu...- si prese la testa fra le mani -lui cercava Kenma. E' corso verso le stalle.-

-Le stalle.- ripetè Akaashi, illuminandosi -Ecco dove siamo diretti. Liberiamo i cavalli e fuggiamo da qui.-

-E come pensi di arrivarci se il corridoio è in fiamme?-

Akaashi perse quel poco di fiducia che aveva riacquistato.

Si portò una mano alla bocca, pensieroso, e si accorse che era macchiata di sangue.

I suoi occhi scivolarono sul ragazzo davanti e si fermarono sulla sua veste.

Macchie scure grandi quanto pugni inzuppavano il tessuto.

-Non è mio.- disse Oikawa, catturando il suo sguardo.

Anche se sembrava sicuro di sè, la sua voce tremava.

Akaashi fece per parlare, ma fu interrotto dal suono di una porta che si spalancava.

Oikawa ammutolì istantaneamente e lo stesso fece Keiji.

Avrebbe desiderato trovare il modo di calmarsi e rallentare il suo battito, perchè era quasi più rumoroso del respiro affannato di Oikawa.

I passi erano pesanti e sempre più vicini.

Akaashi riconobbe almeno due bestie infernali.

Fece per sguainare la spada, ma il mago posò un braccio sopra il suo.

Il principe gli rivolse uno sguardo interrogativo, ma Oikawa si limitò a scuotere la testa.

Non ancora.

Akaashi si domandò se fossero entrambi nelle condizioni di combattere.

Un'asse del pavimento si incrinò poco distante dall'armadio.

La mano di Keiji scattò verso l'alto, ma Oikawa lo trattenne stringendogli il polso.

Il ragazzo si chiese il mago provasse un forte desiderio di suicidio.

La presa si fece ancora più stretta, come se Oikawa gli avesse letto nella mente e stesse cercando di confortarlo.

Fidati, sembrava dire.

Akaashi, riluttante, abbandonò l'impugnatura.

Le due creature si allontanarono e, per un minuto, regnò assoluto silenzio.

Quando decise che fosse passato abbastanza tempo, Akaashi riprese a sussurrare: -Perchè non ci hanno attacati?-

-Perchè non si sono accorti dell'armadio.- spiegò Oikawa -Generalmente, gli Isogashi non fiutano le loro prede, ma si servono degli occhi e dei propri sensi per dare loro la caccia. Si nutrono tramite l'irrequietezza. Più una persona si muove, tanto più sarà facile individuarla.-

Akaashi voleva saperne di più, ma fu un particolare a cogliere la sua attenzione: -Generalmente?-

-Questo è ciò che mi hanno insegnato all'Accademia.-

-Ma?- incalzò.

Oikawa si portò una mano dietro al collo.

-Ma noi eravamo tranquilli. Non avrebbero avuto alcun motivo per attaccarci tutti assieme.-

-Forse passavano da queste parti.- tentò l'altro -Sappiamo che provengono dal Pozzo. Non ci sono molte forme di vita, nei dintorni. Per questo sono stati attirati qui.-

-Akaashi.- Oikawa lo guardò dritto negli occhi. -Gli Isogashi non si muovono in gruppo.-

Il corvino serrò le labbra.

Perchè i mostri si erano spinti fino a quella casa?

Perchè uno di loro aveva esitato ad ucciderlo?

L'odore di bruciato lo distolse dai suoi pensieri.

-Oikawa-san...-

-Andiamocene da qui.- lo precedette il mago, spalancando una porta dell'armadio.

La stanza era fortunatamente deserta.

Percorsero velocemente la distanza che li seprava dalla porta e si tuffarono all'esterno.

-Basterà trovare un altro passaggio.- suggerì Oikawa.

Akaashi lo seguì nel corridoio, attento che i mostri non li sorprendessero alle spalle.

Era tutto tremendamente immobile.

Si erano nascosti all'interno di un'altra stanza? Oppure erano scesi al piano inferiore?

Akaashi finì distrattamente contro la schiena di Oikawa.

Quando superò la figura con lo sguardo, escluse automaticamente la seconda opzione.

-Oh.- disse solo.

L'incendio si era propagato lungo la scalinata, bruciando quasi tutti i vecchi gradini.

Il colore delle fiamme si riflesse negli occhi di Oikawa assieme alla paura.

-Le altre camere.- propose -Forse esiste una terrazza. Ci caleremo da lì.-

Akaashi emise un urlo strozzato quando si accorse dell'occhio assetato di sangue puntato su di loro.

-Oikawa-san!- chiamò, tirando indietro lo stregone per una manica.

Il mago riconobbe la figura che avanzava e indietreggiò fino alla porta da cui erano usciti.

-Dentro. Presto!- Incitò, spingendo Akaashi nella stanza.

Oikawa entrò a sua volta nella camera e la porta si richiuse con un tonfo.

Akaashi faticava a respirare e non sapeva se incolpare il fumo o l'attacco di panico imminente.

Non poteva permettersi di vacillare.

Continuava a ripeterselo dall'inizio del viaggio, e stava diventando un mantra troppo sfiancante.

Non ci sono finestre.

Non ci sono passaggi secondari.

-Moriremo qui.- annunciò, piatto.

Oikawa gli squadrò il volto, forse in cerca di segnali di cedimento.

Akaashi non sapeva quale forma avesse assunto la sua espressione, ma non doveva trasmettere molta speranza.

-Non moriremo qui.- ribattè Oikawa, afferrandogli la mascella tra le mani.

Aveva un'aria esausta quanto lui.

-Ascoltami, Akaashi.- disse, scandendo ogni sillaba. -Non moriremo qui. Te lo prometto.-

Riprenditi.

Mantieni il controlllo.

Non era il momento adatto per farsi sopraffare dalle emozioni.

-Come fai ad esserne così sicuro?-

-Perchè ho un piano.- disse l'altro, sforzandosi di sorridere.

Akaashi studiò attentamente il suo viso.

-Hai un piano?-

-Sì. Ce l'ho. Ma non ti piacerà.-

-Mi piacerà sicuramente più di quanto mi piaci tu, Oikawa-san.-

Il mago sbuffò divertito e Akaashi riprese a respirare normalmente.

Le mani scivolarono via dalle guance del ragazzo.

-Stronzetto ingrato. Penso che gli Isogashi apprezzerebbero la tua carne al flambè.-

-Però non credo che i funzionari di corte lo farebbero, invece.-

Oikawa corrugò la fronte, per poi strabuzzare gli occhi.

-Aspetta un attimo, cosa vorresti...-

La porta venne sfasciata con un semplice colpo di unghie e le schegge rotolarono fino ai due ragazzi.

-Oikawa-san!-

-Piega le ginocchia e distendi le braccia!-

-Che cosa?-

-Fallo e basta!-

Quando i due mostri irruppero nella stanza, un'ulteriore esplosione scaturì dal basso.

Colse il bagliore rosso della magia di Oikawa prima che il suolo si riducesse in frantumi.

I suoi piedi poggiavano sul vuoto.

Precipitò verso il basso e i capelli gli svolazzarono attorno.

-WOAH!-

Fu questione di pochi attimi.

Avvicinò le ginocchia al petto e si preparò alla collisione.

Le assi di legno spezzate gli fornirono il perfetto appoggio per spostare il peso in avanti e rotolare in diagonale.

Atterrò sui talloni e si rovesciò a terra.

Una nuvola di polvere e schegge gli offuscava la visuale.

Si tirò in piedi, ma una fitta alla caviglia lo costrinse a barcollare.

Cacciò indietro le lacrime nonostante il dolore insopportabile.

-Oikawa-san?- gracchiò.

Il mago doveva avever calcolato perfettamente in quale stanza sarebbero caduti, perchè Akaashi riconobbe il tavolo della cucina.

Una sagoma emerse dalle macerie alla sua destra.

-Uh, che botta.- commentò.

Akaashi si precipitò verso di lui per assicurarsi che non fosse ferito.

-Oikawa-san! Stai bene?-

Lo stregone raddrizzò la schiena e piegò le labbra in una smorfia sofferente.

-Diciamo che sono ancora tutto intero.-

Akaashi decretò che, per il momento, quello era sufficiente.

-Hai davvero una pessima cera.- gli fece notare Oikawa.

Akaashi si passò una mano sulla fronte, e la trovò sporca di sangue e fuliggine.

-Sì, beh. Ho rischiato di morire carbonizzato per due volte, e sono appena precipitato dal secondo piano.-

-Non c'è di che.- borbottò l'altro.

I mostri ringhiarono ferocemente in risposta.

Entrambi i ragazzi sollevarono lo sguardo.

Due teste mostruose facevano capolino dalla voragine del soffito.

-Coraggio.- intimò Oikawa, scavalcando un'asse spezzata in due. -Prima che venga anche a loro la brillante idea di saltare.-

Akaashi gli fu appresso in un battito di ciglia.

-Sapevi che saremmo atterrati in cucina?-

-Sì.- rispose il mago -Hai detto che Kenma è riuscito a fuggire. Sfrutteremo anche noi la finestra.-

Calciò un coccio di vetro con lo stivale e posò le mani sul muretto.

Una folata di vento spazzò i capelli del ragazzo all'indietro.

-Tu andrai per primo.-

Akaashi sbiancò seduta stante.

-Cosa? No!-

-Sono l'unico che potrebbe contrastare un attacco. Ti coprirò le spalle.-

Akaashi scosse la testa. -So cosa stai cercando di fare. Vuoi fermarti qui e guadagnare tempo per la nostra fuga. Non ti permetterò di restare indietro.-

Le fiamme all'ingresso della cucina iniziarono a bruciare lo stipite della porta.

Lo sguardo di Oikawa si fece più rigido.

-Beh, non mi interessa se fai parte dei funzionari di corte o sei qualcuno di importante nel regno di Fukurodani. Non prenderò ordini da te. Non prendo ordini da nessuno. Adesso esci da quella finestra.-

Gli occhi di Akaashi divennero altrettanto freddi.

-E se fosse un re ad ordinartelo?-

Oikawa parve cercare disperatamente un segno di ironia nella sua voce.

Quando trovò solo un'espressione indifferente, la sua mascella cadde verso il basso.

-Oh.- si schiarì la voce -Questo... questo cambia un po' le cose.-

Il latrato degli Isogashi si era fatto inquietantemente vicino al muro di fiamme.

-Okay, senti. Esci da quella finestra. Ti prometto che sarò subito dietro di te.-

Akaashi scosse di nuovo la testa. -Non ti sacrificherai per garantire la nostra fuga.-

-Prometto che non lo farò!- esplose Oikawa, spingendo il ragazzo in avanti. -Lo giuro... Altezza. Akaashi.-

Keiji indugiò un'ultima volta, ma alla fine si arrampicò sul muretto.

Si lasciò cadere oltre la finestra e atterrò sul prato.

La fitta alla caviglia era diventata lancinante.

-Sbrigati!-

Oikawa impiegò qualche secondo in più per uscire dalla cucina e rialzarsi al suo fianco.

-Visto?- lo stuzzicò.

Akaashi roteò gli occhi al cielo. -Da che parte?-

Oikawa indicò il retro dell'abitazione.

-Dobbiamo fare il giro.-

Akaashi prese un respiro profondo e strinse i pugni.

-Bene.-

Si accostarono al muro e seguirono l'intera parete senza mai staccarsi dalla pietra.

La luna illuminava a malapena il prato, ma gli occhi di Akaashi si erano abituati al buio.

Arrivati all'angolo, Oikawa lo bloccò con un braccio.

-Aspetta.-

Akaashi sussultò.

Alcuni mostri erano scampati alle fiamme?

Erano ancora nelle condizioni di ingaggiare una lotta?

Si preparò ad affrontare l'ennesimo Isogashi, ma una voce limpida gli scaldò il cuore.

-Ragazzi? Siete voi?-

Oikawa liberò i polmoni con un lungo respiro e ritrasse la mano.

-Sì, Bokken. Siamo noi.-

Akaashi non riuscì a frenare l'impulso di girare l'angolo e incrociare due occhi caldi come il miele.

Pensò di potersi sciogliere solo fissandoli.

-Akaashi!- Lo scudiero rischiò di precipitare dalla sella per la sorpresa. -Grazie agli dei. Stai bene? Sei ferito?-

Il pensiero che nulla avesse più alcuna importanza gli attraversò la mente.

Voleva solo gettarsi tra le braccia del ragazzo e seppellire il viso nella sua spalla.

-Sto bene, Bokuto-san.-

Non stava mentendo.

-I mostri sono rimasti intrappolati? Come siete fuggiti? Oh dei. Akaashi, stai sanguinando?-

Il principe sentì la pelle della guancia bruciare sotto il suo dito.

-Non è nulla di grave.- disse, nascondendo il braccio.

-Sei sicuro? Perchè-

-Magari ne parliamo dopo, eh?- fece Oikawa, spintonando l'altro ragazzo verso il cavallo.

Akaashi tornò con i piedi per terra e zoppicò verso Uma.

-Dove sono gli altri?- chiese.

Bokuto non gli aveva staccato gli occhi di dosso, e sembrava aver paura che Akaashi potesse stramazzare al suolo da un momento all'altro.

-Uh, loro...-

-Dov'è lui?- lo interruppe Oikawa.

C'era urgenza nella sua voce.

-Kuroo lo ha portato nel bosco qui dietro. Lui e Kenma stanno cercando di fermare l'emorraggia. Sono venuto qui a recuperarvi e...-

-Portami da loro.- ordinò Oikawa.

Bokuto trasalì.

-Certo.-

Spostò le gambe da un lato e si calò dal dorso del cavallo.

-Salite sopra Uma. Vi guiderò io.-

Akaashi era troppo stanco per protestare, e la testa di Oikawa sembrava da tutt'altra parte.

Il rumore delle travi che si staccavano dal soffitto era ormai un lontano ricordo.

-D'accordo.- disse il principe. -Allontaniamoci da questo posto.-

××××××


Oikawa si spaventava facilmente.

Non possedeva nervi d'acciaio e il suo cuore faceva capriole ogni volta che Makki e Mattsun si divertivano a giocargli brutti scherzi.

Oikawa, però, aveva anche imparato a distinguere il panico momentaneo da una situazione estremamente allarmante.

Aveva sperimentato in poche occasioni una paura che si poteva definire reale.

Quando si era trovato faccia a faccia con la morte, ad esempio.

Oppure, quella volta in cui aveva rischiato di trasformare Hanamaki in un tacchino.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, se l'era cavata con un po' di batticuore e ricorrenti incubi nei giorni successivi.

(Anche se l'errore del tacchino aveva comportato minacce ben più gravi).

Così, per la prima volta, si rese conto che il suo stato emotivo non rientrava in nessuna delle precedenti categorie.

Per la prima volta, conobbe la parola terrore.

-Iwa-chan!-

Scivolò giù dalla sella senza aspettare che Uma si fosse fermato.

-Iwa-chan!- chiamò con le lacrime agli occhi, gettandosi sul terreno.

Kenma si fece indietro, permettendo al ragazzo di strisciare davanti alla guardia.

Le parole che si era disperatamente tenuto dentro gli morirono in gola.

-Oh, dei...- biascicò -No, no.-

Iwaizumi aveva la schiena appoggiata ad un tronco e le gambe distese.

Il taglio profondo che gli seguiva verticalmente una coscia era diventato terribilmente scuro.

Il sangue rappreso ai lati era stato sostituito da quello fresco, di un rosso brillante.

-Sei vivo.- costatò Iwaizumi, la voce ridotta ad un sussurro sofferente.

Oikawa allungò una manoverso la gamba ferita.

Le sue dita stavano tremando.

-Dobbiamo bloccare l'emorragia.- disse senza riflettere.

-Ci hanno già provato.- borbottò la guardia.

Come l'indice di Oikawa sfiorò il tessuto insanguinato, un gemito di dolore uscì dalle labbra di Iwaizumi.

-Fermati.- implorò.

-Morirai dissanguato.- ribattè Oikawa che, sorprendentemente, era ancora cosciente delle sue azioni, nonostante la sua mente stesse viaggiando lontana anni luce.

-Ho tamponato la ferita,- la voce di Kuroo proveniva alla sua sinistra -e l'ho pulita con un po' di acqua, ma non sono un dottore. La situazione potrebbe aggravarsi.-

-Com'è successo?- domandò Akaashi, dietro di loro.

Oikawa non stava veramemte seguendo la conversazione.

Colse solo qualche frammento, come "finestra rotta" e "proteggere dall'Isogashi".

Seguì il contorno della ferita, che si rivelò più lunga di quanto ricordasse.

-Non puoi fare niente?- chiese Kenma, con cautela.

Oikawa scosse la testa.

-Le arti mediche non sono mia competenza.-

-Puoi alleviare il dolore?-

Impiegò qualche secondo per forumlare una risposta: -Io... non lo so. Si tratta di emozioni forti. Non ci ho mai provato.-

-Non farlo.- gracchiò Iwaizumi. -Non se significa che sarai tu a soffrire.-

-Preferisci tutto questo?-

Oikawa sentì che i suoi occhi stavano pungendo.

Iwaizumi si morse il labbro inferiore per trattenere altre urla.

-Non sarà questo a salvarmi.-

-No.- concordò Oikawa, ormai sul punto di scoppiare -Ti saresti salvato se non avessi preso quel colpo al mio posto.-

Iwiazumi chiuse gli occhi e sibilò.

-Sempre felice di aiutare.-

-Morirai.-

-E' il mio dovere.-

-Vaffanculo.- sputò fuori Oikawa, mentre il suo corpo veniva scosso dagli spasmi del pianto.

-'Kawa...-

-Non morirai qui.- singhiozzò, stringendo il tessuto dei suoi pantaloni in un pugno.

-Iwaizumi-san.- intervenne Akaashi -Dobbiamo portarti da un medico che possa curare la ferita.-

Kuroo sbuffò un risata amara.

-Perchè, vedi altre forme di vita, nei dintorni? Credi che nel bel mezzo del bosco spunterà fuori un medico disposto ad aiutarci?-

Il silenzio che seguì venne interrotto da un timido colpo di tosse.

Persino Oikawa sollevò lo sguardo.

Tra due alberi, si stagliava un'ombra scura.

-Uh.- Una figura esile sollevò lentamente il braccio. -I-io sono un medico. E sono disposta ad aiutarvi.-

Non ricevendo alcuna risposta, la ragazzina si fece avanti, esitando.

Era minuta, e la luce della luna colorava la sua pelle di un pallido candore.

I capelli biondi non superavano l'altezza del mento ed erano tirati all'indietro da una morbida coda di cavallo sul lato sinistro.

Gli occhi ambrati passarono in rassegna tutto il gruppo, timorosi.

-Hm...- balbettò, stringendo nervosamente la gonna -Io n-non volevo origliare. Solo- ho pensato che...-

-Puoi curarlo?- la interruppe Oikawa, senza troppi giri di parole.

La ragazzina sussultò.

Dopo aver lanciato un'occhiata ad Iwaizumi, annuì.

-Sì.- squittì debolmente.

-Kuroo, amico.- mormorò Bokuto, esterrefatto. -Hai una specie di potere sovrannaturale di cui non mi hai mai parlato?-

L'interessato strabuzzò gli occhi e scosse meccanicamente la testa.

-Non ne sono più così sicuro, fratello.-

Il lamento di Iwaizumi fece tornare Oikawa in sè.

-Ti prego.- disse, spostandosi di lato. -Aiutalo.-

La ragazza squadrò con preoccupazione ognuno di loro, ma si avvicinò comunque.

-Non posso guarirlo.- specificò, abbassandosi all'altezza della guadia. -Ma posso tenerlo in vita ancora per un po'. Ha perso troppo sangue per muoversi in questo stato.-

-Quanto a lungo?- chiese Oikawa.

La ragazzina gli rivolse un sorriso timido, ma carico di speranza.

-Fino a quando non lo avremo portato dai miei amici.-

-Loro lo cureranno?-

La biondina spalancò le braccia e Oikawa fu costretto ad indietreggiare.

-Sì. I miei amici lo cureranno.-

Una scia color smeraldo avvolse le dita della ragazza, come se si trattasse di un fine nastro.

La vista di Oikawa era velata dalle lacrime, ma avrebbe giurato che più sfumature di verde si stessero attorcigliando tra di loro all'interno della striatura.

Come i palmi della ragazza si posarono sulla ferita, quest'ultima iniziò a brillare quanto le stelle nel cielo terso.

Iwaizumi sbuffò un gemito di dolore, questa volta più contenuto.

-Mi dispiace.- si scusò la ragazza -Farà un po' male.-

-Ho passato...- mormorò il ragazzo, trattenendo un lamento. -... decisamente di peggio.-

Oikawa non si mosse, rapito dalla scena.

L'aura di potere circondò la pelle esposta e si mosse seguendo sentieri ricurvi.

Quando la maga ebbe terminatò, la testa di Iwaizumi ricadde all'indietro.

-Iwa-chan!-

Oikawa non aspettò un secondo di più e si fondò tra le braccia del ragazzo.

Iwaizumi sussultò, cercando inutilmente di allontanare lo stregone.

-Mi fai male!-

Lo squarcio era ancora profondo, ma la gamba era stata ripulita a sufficienza.

-Ho aiutato il sangue a coagularsi, ma la mia magia è temporanea.- spiegò la biondina, tirandosi in piedi.

Da vicino, Oikawa dedusse che fosse più giovane di qualche anno.

-I tuoi amici vivono lontano?- domandò Kuroo.

La ragazzina si guardò dietro le spalle. -Non troppo. Massimo un giorno di cammino.-

Iwiazumi grugnì insoddisfatto.

-D'accordo.- disse invece Oikawa -Da che parte dobbiamo andare?-

La ragazzina indicò il folto della foresta.

-Est. Verso il confine con il Karasuno.-

   
 
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