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Autore: An apple for Malfoy    06/06/2022    1 recensioni
"𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘪𝘭 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦 𝘴𝘪 𝘱𝘶ó 𝘷𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘣𝘦𝘯𝘦; 𝘭'𝘦𝘴𝘴𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦 è 𝘪𝘯𝘷𝘪𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪".
- 𝘐𝘭 𝘗𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘰 𝘗𝘳𝘪𝘯𝘤𝘪𝘱𝘦 𝘥𝘪 𝘈𝘯𝘵𝘰𝘪𝘯𝘦 𝘥𝘦 𝘚𝘢𝘪𝘯𝘵-𝘌𝘹𝘶𝘱é𝘳𝘺
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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PREMESSE

Ciao a tutti!

Scrivo questa breve parte introduttiva per spiegare da dove nasce ciò che ho scritto.

Amo "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupérie e il significato che si cela dietro esso. 

Questo racconto ed i suoi protagonisti possono essere letti come un messaggio di tolleranza ed accettazione, ma soprattutto di riscoperta del valore dei sentimenti e dei legami affettivi. 

Ed è proprio per questo che ho pensato a Draco. Così come il piccolo principe incontra nel suo viaggio diverse figure che lo aiutano a comprendere il vero significato della vita e cosa sia effettivamente essenziale , così Draco ha affrontato il suo viaggio incontrando persone che lo hanno poi portato a diventare ciò che sappiamo essere : un marito amorevole e fedele , un padre premuroso e protettivo nei confronti di suo figlio ed un uomo completamente diverso dal ragazzo che frequentava Hogwarts.

E' un viaggio interiore , scritto riprendendo alcuni passi del libro. Alcune parti le ho immaginate e scritte per come ho pensato sarebbero potute realmente accadere.

Ovviamente preciso che il tutto è stato adattato al personaggio di Draco e che le citazioni sono state prese dal testo del libro.

Mi farebbe piacere ricevere qualche feedback quindi non siate timidi e commentate.

Buona lettura!

 


 

𝗬OU'LL NEVER BE ALONE
 

Da piccolo amavo giocare sulla scopa. Mamma me l'aveva comprata perché ne desideravo una. Ho fatto vedere a papà quanto fossi bravo ma lui puntualmente mi scoraggiava dicendo che quello è un gioco per perdenti. Voleva che mi concentrassi su altro. Gli adulti non riescono mai a capire niente da soli e per i bambini è una grande fatica dover dare continuamente spiegazioni. Così abbandonai il quidditch per dedicarmi a qualcosa di più serio o almeno , così dicevano loro : portare in alto il nome dei Malfoy. Per tutta la vita non ho fatto altro che rendere orgoglioso mio padre ma, quando da adulto ho provato a distaccarmi dai suoi ideali, lui parlava sempre e solo della purezza del sangue e del non infangare il nostro nome, come se lui non l'avesse fatto.

Così ho vissuto solo per anni, senza nessuno con cui poter davvero parlare, finché non ho dovuto sposare Astoria Greengrass. È iniziato tutto per un accordo matrimoniale stipulato dai nostri genitori ma, in un secondo momento, sentì come se un fulmine mi avesse colpito. Lei era fuori dal comune: pur provenendo da famiglie con le stesse convinzioni, lei aveva le sue. Non le importava più del sangue e dei pregiudizi. La guerra l'aveva cambiata come aveva cambiato me. Mi insegnò a vedere le cose da un'altra prospettiva. Ogni volta che sbagliavo, lei me lo faceva notare e mi spiegava come dovevo fare, con gentilezza. Non è stato facile perché quando provi a ritornare a prima che tutto accadesse, succede che dimentichi come si fa ad essere sé stessi.

Lei sapeva che il mio mondo era piccolo quanto una casa, sapeva cosa mio padre volesse per me e cosa si aspettava dal nostro matrimonio. Funziona così : nel mondo dei grandi, non ti chiedono cosa ti piace fare, cosa vorresti diventare da grande o come va quando incontriamo una persona che ci piace. Loro ti impongono cosa ti piace, quale lavoro farai e chi sposerai. Questo almeno nel mio piccolo mondo. E solo allora pensano di conoscerci.

Mio padre pretendeva dalla nostra unione di trarre vantaggio e anche un erede maschio per portare avanti il nostro nome. Solo così ragionano le persone nel mio mondo.

Avrei preferito raccontare una storia felice ma così non è perché sono ormai tre anni che Astoria non c'è più. Voglio raccontarlo affinché nostro figlio Scorpius non la dimentichi, affinché io non la dimentichi. Per questo ho cercato di educarlo come lei voleva e come solo lei sapeva fare : con amore e gentilezza. Non è stato facile senza di lei. Astoria è stata mia moglie, la mia amante, la mia amica e la madre che volevo per i miei figli. Ha sacrificato sé stessa pur di non farmi rimanere da solo e di darmi la possibilità di proseguire il percorso che ho iniziato insieme a lei. Mi ha dato un motivo per credere nella felicità dopo di lei : nostro figlio. Non sarò mai bravo come lei ma ci proverò per lui.

Un giorno Scorpius mi ha chiesto il perché suo nonno fosse così poco affettuoso e il perché lo redarguisse sempre per alcuni suoi modi di fare.

Così gli spiegai che sul pianeta di mio padre ci sono erbe buone ed erbe cattive ovvero le abitudini. Alcune sono difficili da sradicare ed altre più facili.

"Ci vuole pazienza. Tuo nonno capirà come sei cresciuto e saprà quali sono le abitudini buone e quali quelle cattive" gli dissi un giorno.

"Ma il nonno mi dice sempre di comportarmi come un Malfoy e che sono superiore perché ho il sangue puro" mi raccontò mio figlio.

"Lo fa perché ha paura di sapere cosa c'è fuori, oltre il suo pianeta. Ti redarguisce perché non sa come fare. Tua madre ed io abbiamo impiegato tanto tempo per farti crescere nel mondo giusto. Tuo nonno ci prova ma non riesce a comprendere il tuo di mondo" provai a spiegargli.

Come potevo dirgli che l'avevo cresciuto come avrei voluto che i miei genitori avessero cresciuto me? Lui era il mio opposto : era gentile, educato, affettuoso e amorevole. Tutte cose che io non ero mai stato. Non fino a quando ho incontrato sua madre. Lei aveva capito a poco a poco la mia vita malinconica. Per troppo tempo non avevo avuto una distrazione. Dovevo essere come mio padre e comportarmi da Malfoy.

"Sembri rigido come tuo padre" mi disse Astoria un giorno. Poi mi aveva fatto notare che nel mio piccolo mondo, bastava spostare lo sguardo per vedere altre opzioni e altri modi di vivere la vita.

"Quando la guerra è finita, hai detto che eri felice. Felice di non dover più percorrere quella strada" disse lei.

"Credo che felice non sia proprio il termine più adatto. Sai, quando non hai altre vie d'uscita, il fatto che uno degli ostacoli nel tuo percorso verso la libertà sia caduto, ti rende più leggero il bagaglio che ti hanno caricato sulle spalle" le risposi.

"Quindi non eri felice? " mi chiese.

Ma a quella domanda io non avevo ancora una risposta. Per me il concetto di felicità era un qualcosa di troppo lontano da capire. All'inizio, ero solo concentrato sul matrimonio per un mero tornaconto familiare. Pian piano, lei cercava di estirpare le spine che mi ero fatto crescere per proteggermi da tutto e da tutti.

"Perché non mi ascolti? Perché continui credere ancora in quello che tuo padre crede sia giusto per te? A volte mi sembra di parlare con lui" mi disse.

Mio padre non aveva mai sentito il profumo di un fiore, non aveva mai guardato una stella, non mi ha voluto bene come un padre dovrebbe volere bene ad un figlio. Faceva solo i suoi conti e diceva "Comportati da Malfoy, rendimi orgoglioso e fa sì che il nostro nome sia sempre rispettato".

Ma come può un figlio seguire gli insegnamenti di un padre che gli aveva fatto pagare i suoi sbagli?

Così come una rosa ha le spine per difendersi da voracità degli animali, io le avevo per difendermi da quello che era il suo piccolo mondo. Non volevo diventare come lui.

Per Astoria, io non avevo solo le spine. Ero il suo fiore e le spine per lei erano la barriera che mi proteggeva da mio padre. Per lei continuare a credere nelle convinzioni di mio padre, sarebbe stato come se tutte le stelle si spegnessero di colpo. Per me era diventato importante questo, lei era diventata il mio nuovo piccolo mondo . Non mi importava più niente del sangue, del mio nome e di ciò in cui mio padre credeva. Io avevo il mio fiore, avevo lei.

Così una sera l'ho presa tra le braccia e l'ho cullata.

"Il fiore che tu ami tanto non è in pericolo " le ho detto. "Mio padre non potrà più farmi fare ciò che vuole. Ti proteggerò... io..." non sapevo bene come proseguire. Mi sentivo molto impacciato. Non avevo idea di come raggiungerla, di come arrivare a lei.

Avevo imparato in fretta a conoscerla. Sul mio pianeta c'erano sempre stati dei fiori ma mai nessuno era come lei. Aveva compreso che spesso agivo in maniera sbagliata per proteggermi.

"Non giudico le tue azioni perché so a cosa sono dovute. Ho capito quanto tu sia indifeso dietro la maschera che hai dovuto indossare per tutto questo tempo" mi disse una volta. Ma io ero troppo giovane per poterla amare, troppo radicato nelle mie convinzioni per vedere la sua bellezza, la bellezza del mio fiore. Lei.

Ma un giorno lei è andata via. Per sempre. L'avevo amata, l'avevo curata e rispettata.

 

 

"Un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa."

 

 

"Ti amo" le dissi prima che potesse lasciarmi.

"Ti amo" mi rispose.

"Sono diventato una persona migliore grazie a te" le dissi, nascondendo quelle lacrime che mi rigavano il volto.

"Cerca di essere felice. Vivi la tua vita e vivi per nostro figlio. Non annegare nel dolore. Riprendi a vivere" mi disse cercando di consolarmi. Che assurdità, pensai.

"Ora che il mio fiore morirà cosa farò? "dissi bisbigliando e accorgendomi solo in quell'istante che il mio fiore non c'era più.

Dopo la sua morte, mio padre provò spesso a riportarmi nel suo mondo e con me anche Scorpius.

"Avete sempre imposto ordini e mi avete sempre fatto credere che fossero ragionevoli. State cercando di farmi ritornare nel vostro mondo ma io lì non ho più niente da fare " gli dissi una volta.

"Sono vecchio e non potrò portare avanti tutto questo da solo. Gli affari sono affari" mi disse. "Questo è anche il tuo mondo."

"Posso gestire gli affari anche nel mio mondo. Non ho bisogno di stare qui con voi e con i vostri assurdi ordini. Dopo anni ancora non sapete fare altro. Non sapete fare il padre" gli dissi in tono duro. Me ne andai e ritornai nel mio mondo : da mio figlio.

Mio padre commetteva sempre gli stessi errori e, per cercare di rimediare, ne commetteva altri.

 

 

            "Cosa me ne faccio di possedere tante stelle se poi non ho l'affetto di un fiore?" 

 

 

Mio padre era così ma io fortunatamente avevo avuto l'amore mi mia moglie ed ora ho l'amore di mio figlio. Mio padre non avrebbe accettato altre possibilità e io non ero più disposto a vivere come prima.

Mi ha detto che l'amore è effimero come un fiore. Il mio fiore era stato effimero.

Penso sempre a lei e penso alle sue parole "Cerca di essere felice. Vivi la tua vita e vivi per nostro figlio. Non annegare nel dolore. Riprendi a vivere".

Mi ritrovo spesso spaesato, come se vagassi nel deserto. Mi chiedo se le stelle sono illuminate perché ciascuno un giorno possa ritrovare la sua ma io non avrei mai più rivisto lei.

 

     "Ci si sente un po' soli nel deserto. Ci si sente un po' soli anche in mezzo agli uomini."

 

Nel mio deserto interiore però,  il mio fiore aveva trovato un modo per sopravvivere, lei lo aveva sempre fatto. Lei era l'unica.

 

"Solo col cuore si vede bene. L'essenziale è invisibile agli occhi."

 

È il tempo che mi ha dedicato a renderla speciale. E ora io dedico il mio tempo a mio figlio.

Gli uomini coltivano cinquemila rose nello stesso giardino e non ci trovano quel che cercano. E pensare che quello che cercano potrebbe essere travato in una singola rosa o anche in un po' d'acqua. Ma gli occhi sono ciechi, bisogna cercare col cuore.

Io cercai e trovai l'essenziale nella mia famiglia. In mia moglie e mio figlio. Ed ora solo in Scorpius.

<<La notte guarderai le stelle. Quando le guarderai , mi vedrai e saprai che sono io. Quando guarderai la nostra stella, nostro figlio, sarai contento di avermi conosciuta. Sarai per sempre l'amore della mia vita. Qualche volta aprirai la finestra, così, perché ti va... e Scorpius si stupirà vedendoti sorridere guardando il cielo. E tu gli dirai "Sì, le stelle mi fanno ridere! " e saprai che sto ridendo anche io. >>

Per questo ogni notte dedico due ore a guardarla ridere in cielo. Le parlo di nostro figlio e del fatto che sta crescendo come volevamo. Le dico quanto mi manca e come vorrei che fosse con me. A volte quella risata che mi viene guardando il cielo, si muta in lacrime perché credo di sentirla realmente. Invece mi volto e capisco che non c'è più.

 

"Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda. "

 

"Sai, Scorpius ora è felice. Ha trovato la sua Rose" le dissi anni dopo. "Ora siamo felici. "

 

   
 
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