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Autore: chiara_saffioti    08/06/2022    0 recensioni
La persona sbagliata al momento perfetto, oppure, la persona perfetta ma nel momento sbagliato?
Charlie e Sam sono tutto questo, un valzer di appuntamenti mancati, di impresti, di attimi di vita tra loro.
Di momenti che potevano essere e invece non sono, di messaggi cancellati, di ricordi e pensieri.
Riuscirai mai a Raggiungermi?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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L’aria quel giorno era dannatamente calda.
Samuele, Sam per gli amici, aveva iniziato da poco a lavorare per quell’azienda e già si era pentito della scelta che aveva fatto.
Stava guidando per la città, gli mancavano poche consegne per finire e non ne poteva più di quella giornata infernale.
Rallentò per fare attraversare la strada ad un ragazzo che faceva jogging, lo seguì con lo sguardo, guardandolo allontanarsi sul lungomare tinto di rosso per il tramonto del sole. E inevitabilmente non poté che pensare a come era finito su quel camion.
Era letteralmente scappato da tutto, in fretta e furia.  Aveva cambiato città, aveva cambiato casa, aveva cambiato lavoro.
Tutto per scappare da lei, Laura.
Laura era stata la prima donna che gli aveva fatto battere il cuore, quel tipo di amore che da un giorno all’altro ti fa passare da essere un ragazzino ad essere un uomo con sogni e desideri di famiglia.
Lei era più grande di lui, ma lui si era intestardito, l’aveva corteggiata a lungo, e quando lei aveva ceduto, lui aveva avvertito la sensazione che lei sarebbe stato il suo “per sempre”.
Tre anni. Tre anni pieni di amore, viaggi, vita, sogni, una convivenza serena senza mai un intoppo, solo ogni tanto lui doveva tenere testa ai dubbi di lei, per quei dodici anni di differenza che li dividevano, per l’insicurezza di lei su un futuro insieme.
Lui mai, neppure per un secondo, aveva avuto dubbi.
Poi un giorno era arrivato a casa, l’aveva trovata seduta in cucina, una valigia già pronta ai suoi piedi. Lui lo aveva capito subito, prima ancora che lei potesse aprire bocca.
Laura lo aveva guardato, aveva provato a parlare, ma le lacrime avevano iniziato a scorrerle sulle guance, e tutto il suo coraggio improvvisamente era venuto meno.
Sam la guardava ferito, e l’unica domanda che riuscì a fare fu “Perché?”
Laura non riuscì a rispondere, si alzò e si avvicinò a lui, gli accarezzò il braccio, passò le dita sul tatuaggio che lui aveva fatto per “loro”, un loro che adesso non esisteva più, una scritta nascosta sulla pelle scura per l’abbronzatura “You Are My Home”. La sua carezza sembrava bruciare, sulla pelle e dentro il cuore, Sam le passò un dito sotto il mento per farle alzare la testa quel poco che serviva per far incrociare i loro occhi.
Cazzo quanto erano belli gli occhi di Laura, occhi scuri e profondi, ci aveva sempre trovato tutto in quegli occhi grandi: la gioia, la passione, il divertimento, il riposo. Adesso vedeva solo dolore.
Laura lo abbracciò forte, reprimendo i singhiozzi. Lui sentì le lacrime di lei bagnargli la maglia.
E in un attimo, senza dire altro, come in un impeto di coraggio, si staccò da lui, prese la valigia e uscì da casa. E dalla sua vita.
Aveva lasciato una lettera, sul tavolo della cucina, ma lui non se la sentiva di aprirla. Si sedette sul divano, immobile, a fissare il vuoto.
Quel divano sul quale si erano accoccolati un milione di volte, dove avevano visto film, dove avevano fatto l’amore, dove avevano litigato, dove avevano mangiato…. Quel divano che sapeva di lei.
Sentiva il corpo freddo, aveva la sensazione di non riuscire a muoversi, di vedersi dall’esterno come una statua di marmo. Completamente crepata. Se qualcuno lo avesse toccato probabilmente sarebbe andato in mille pezzi.
CAZZO!!!! Inchiodò di colpo prima di passare col rosso. Ci mancava anche la multa.
Si costrinse a uscire fuori da quel ricordo e concentrarsi sul presente.
Erano passati quattro mesi da quel giorno. Sam era tornato a vivere nella sua città natale, Genova, aveva preso un piccolo appartamento in affitto, aveva ripreso contatti con i suoi vecchi amici, aveva anche avuto altre ragazze, per dimenticare Laura, ma il pensiero di lei, era sempre lì. Bruciava ancora, faceva dannatamente male.
Finalmente in lontananza vide comparire la sagoma del capannone. Odiava già quel lavoro che lo costringeva a vivere nel traffico tutto il giorno, e il suo responsabile era veramente uno stronzo.
Era entrato grazie a Bianca, la ex fidanzata del suo migliore amico, Leonardo, la ditta per cui lavorava cerca disperatamente un autista, e lui cercava disperatamente una via di fuga. Aveva accettato subito, e la ritrovata amicizia con Bianca era l’unica cosa che lo faceva sentire a proprio agio in quel covo di matti.
Per esempio, adesso, dopo una giornata estenuante, avrebbe voluto parcheggiare il camion e andare finalmente a casa, ma una macchina parcheggiata sul piazzale occupava precisamente il suo posto.
Prese il telefono e digitò velocemente un WhatsApp di richiesta aiuto a Bianca, nel frattempo la radio faceva passare l’ultima canzone di Mengoni, Ma Stasera.
Ma stasera? Leo gli aveva proposto un’uscita tra soli uomini, pizza e serata in discoteca. Ne aveva bisogno, aveva bisogno di uscire e divertirsi, anche se si sentiva terribilmente fuori tempo per tutto questo.
Canticchiava e pensava a tutto questo, mentre scriveva a Leo per accettare l’invito, intravide la sagoma di una chioma rossa che finalmente si era decisa a spostare la macchina.
Riuscì finalmente a parcheggiarsi e si infilò rapidamente in magazzino per consegnare tutti i documenti al suo responsabile.
In un respiro fu fuori da quel posto che lo soffocava.
In un respiro sentì impercettibile il sapore sulle labbra di Laura, e con dolore lo cacciò lontano nei ricordi.
In un respiro fu in macchina. Anche questa giornata, senza di lei, era finita.  
  
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