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Autore: chiara_saffioti    09/06/2022    0 recensioni
La persona sbagliata al momento perfetto, oppure, la persona perfetta ma nel momento sbagliato?
Charlie e Sam sono tutto questo, un valzer di appuntamenti mancati, di impresti, di attimi di vita tra loro.
Di momenti che potevano essere e invece non sono, di messaggi cancellati, di ricordi e pensieri.
Riuscirai mai a Raggiungermi?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Aveva la pelle d’oca. L’aria condizionata dell’ufficio di Lea era ai limiti dell’illegalità. Erano in riunione da più di due ore per revisionare la documentazione del bilancio e non ne poteva più. Odiava quel lavoro. Odiava tutto di quel lavoro. Le regole, gli orari, i colleghi, i clienti, i fornitori, gli autisti. Tutto. Stava immaginando di essere lontana da quel posto, su un’isola, un libro in mano, lontano da tutto. “Charlieeee… terra chiama Charlie ci sei????” Bianca era spuntata dalla porta, la guardava ridendo “c’è da spostare la macchina altrimenti Sam non riesce a parcheggiare” Si alzò sbuffando, ringraziando però quel ragazzo scontroso e antipatico per averle dato un minuto di tregua da quella riunione infinita. Uscì sul piazzale godendosi gli ultimi raggi del sole caldo che le accarezzavano la pelle, ancora troppo bianca e bisognosa di mare, guardando di nascosto, sotto la frangetta, il nuovo autista sul camion. Stava facendo qualcosa col telefono, non l’aveva degnata nemmeno di uno sguardo né di un ringraziamento, lei aveva spostato la macchina e lui aveva fatto come se nulla fosse. Non riusciva a capire come Bianca potesse ritenere quel ragazzo minimamente simpatico, lei ci aveva scambiato sì e no quattro parole, ma lui, un po' come lei d’altronde, sembrava odiare tutto in quel posto. Si guardò lentamente intorno mentre rientrava in ufficio, aveva bisogno di un po' di tepore prima di rientrare nel cubetto di ghiaccio che Lea aveva adibito ad ufficio. Era arrivata in quell’ufficio ormai dieci anni fa, era letteralmente cresciuta li dentro, era una ragazzina e adesso…. Adesso non sapeva nemmeno lei che cos’era. Aveva lasciato casa dei suoi subito dopo l’assunzione, aveva trovato un piccolissimo bilocale nel centro della città. Amava vivere in centro, vicina a tutto, nel bel mezzo della vita. Quel bilocale poi era stato un piccolo colpo di fortuna, certo, i cinque piani di scale non erano il massimo, ma la sera, poteva accoccolarsi nel suo piccolo terrazzino dal quale poteva godere dello spettacolo delle luci della città. Quella casa era il concentrato della sua esistenza: colori, libri, musica, insomma, arte che traspirava da ogni angolo. E poi ricordi di viaggio, foto. Ogni cosa li dentro aveva una storia e Charlie amava guardare il suo mondo. I suoi non avevano capito la sua scelta, era la più piccola di casa, la più eccentrica e sicuramente la più libera. Non aveva seguito il percorso tradizionale che volevano i suoi, ne le scelte sicure di sua sorella e suo fratello. Lei aveva deciso di vivere da sola, di godersi la vita, sotto ogni aspetto. Non aveva voluto fare l’università, non aveva voluto un matrimonio, aveva avuto parecchie storie, con ogni uomo passato nella sua vita aveva avuto un bel rapporto, che si era tramutato in amicizia. Ma legami seri non ne aveva voluti, e sapeva chiaramente di non volere figli. E questo, agli occhi dei suoi era un torto terribile. Si guardò di sfuggita il braccio, solo un attimo, prima di farsi distrarre dal suono del telefono. Un messaggio di Andrea. Ecco, se Charlie non aveva mai voluto legami, Andrea, in tutta questa situazione era sicuramente qualcosa di anomalo. Si erano conosciuti una vita fa, per caso, ad una partita di calcetto. Charlie era andata a vedere i suoi compagni di classe, Andrea, di poco più grande aveva finito da poco di giocare. Passarono letteralmente un’ora a guardarsi negli occhi. Charlie lo guardava, e pensava che quel ragazzo avesse qualcosa di anomalo e bello, che avesse dentro un lampo, un’idea. Andrea la guardava, ma questo a Charlie non lo aveva mai rivelato, e vedeva in lei una ragazza strana, dagli occhi tristi ma irrequieti. Riusciva a sentire in lei qualcosa di diverso, qualcosa che lo spaventava ma lo attirava terribilmente. Andrea si avviò al suo scooter, nel passare, si avvicinò a Charlie, passandole un piccolo biglietto. Niente scritte, niente saluti. Solo il suo numero. Charlie gli scrisse subito e cominciarono giornate di messaggi, di risate e di corteggiamento. Andrea non era la persona adatta per lei, e questo Charlie lo sapeva benissimo, lui era fidanzato, e anche Charlie in quel momento si vedeva con un ragazzo, niente di serio ma sicuramente non poteva ritenersi libera. Ma Andrea era dannatamente spudorato, e questo la spaventava e la attirava. Non c’era giorno in cui non le chiedeva un incontro o le facesse proposte imbarazzanti. Charlie sapeva che se avesse accettato avrebbe aperto un mondo che desiderava da tanto ma di cui aveva paura. Ma alla fine, la pelle ebbe il sopravvento e accettò il corteggiamento di Andrea. Charlie e Andrea diventarono una realtà strana. Lui per lei diventò un punto di riferimento, lei per lui pura adrenalina: facevano sesso, sperimentavano, Charlie non si tirava indietro, Andrea realizzava tutte le sue idee. Erano qualcosa di straordinario insieme. Negli ultimi quindici anni avevano trovato un equilibrio, che si basava sul fatto che nessuno dei due volesse impegnarsi con l’altro. C’erano stati momenti in cui avevano convissuto, momenti in cui non si sentivano, momenti in cui non scopavano perché erano impegnati. Ma erano una costante nella vita dell’altro. Con un’unica piccola particolarità: a nessuno avevano parlato del loro legame. Ed era una delle cose che più li faceva divertire, stare in mezzo alla gente senza che nessuno sapesse che loro conoscevano la posizione esatta dei nei dell’altro. Ridevano di nascosto, vivevano di nascosto. Ed era la condizione perfetta per loro. Negli anni Charlie aveva avuto molti amici, qualcuno vissuto più intensamente, qualcuno più distrattamente, ma in tanti avevano incrociato il suo percorso. Eppure adesso, mentre rientrava in ufficio, con Lea, la sua responsabile, e la sua più grande amica, si sentiva dannatamente sola, e si chiedeva se, dei suoi amici, qualcuno sarebbe rimasto se avessero conosciuto davvero chi era. Sentii vibrare ancora il telefono, questa volta era Stefano. Il suo fidanzato. Stavano insieme da quasi due anni, lei non ne aveva voluto sapere di convivenza, lui attendeva paziente. La voce di Stefano uscii pimpante dal telefono “Buonasera Peste, sei pronta per la cena di stasera?” Cazzo, cazzo, cazzo. La cena. Quella maledetta cena con i genitori di Stefano per cui lui aveva insistito tanto. Se n’era completamente dimenticata, ma ovviamente non lo diede a vedere. “Certo che sono pronta, tra poco esco e vado a casa, il tempo di una doccia e ci vediamo al ristorante…” Lasciò cadere la frase, come faceva sempre, sperando di averlo convinto. Stefano le ridiede le indicazioni, sapendo bene che Charlie era il caos, e non ricordava nulla. Le ore che seguirono furono, come al solito, una corsa, fatta di una doccia al volo e una rapida scelta sull’abbigliamento, aveva scelto un vestito semplice azzurro, che nascondeva le forme che la facevano tanto imbarazzare. Charlie era una bella ragazza, ma non era una top model, non aveva la pancia piatta e il fisico perfetto. Era quel che si definisce una ragazza normale, ma i suoi capelli rossi ramati, infittiti da riflessi biondi, e gli occhi verdi, così verdi da perdersi, la rendevano interessante e sensuale. Si finii di truccare sulla metro che la portava al Porto Antico, già tesa per la cena che la aspettava. Il ristorante era effettivamente molto bello, sul mare, arredamento minimale ma elegante. Era tutto perfetto, tranne per il fatto che Charlie si sentiva dannatamente fuori posto. Stefano e i suoi genitori la stavano già aspettando seduti al tavolo in veranda, avevano già ordinato il vino e gli antipasti. Charlie salutò velocemente Stefano e sua madre con un veloce abbraccio, mentre per il padre riservò una stretta di mano. La cena per fortuna fu più veloce del previsto. Charlie consumò controvoglia solo l’antipasto, era una giornata calda e non aveva particolarmente fame. Stefano e i suoi genitori invece ordinarono crudi di ogni genere e tipo. Arrivati al momento del dolce, e dopo aver consumato tre bottiglie di vino, Stefano insistette molto e Charlie no poté rifiutarsi di ordinare il fine pasto. Prese una panna cotta, era un dolce che non le piaceva, ma il menù non le offriva niente di interessante. Quando il piatto arrivò in tavola Charlie rimase un attimo senza parole. Nessuna panna cotta sul piatto, ma un piccolo astuccio blu, quadrato, aperto. All’interno un anello con un brillante azzurro. Stefano sorrise, le strinse la mano, e lasciandola senza parole le fece quella maledetta domanda: “Carlotta, mi vuoi sposare?”
  
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