In superzona Cesarini
- e mettendoci come ogni volta
tremila secoli per trovare un titolo -
son riuscita a scrivere una flash per il compleanno di Iwa.
Un flash, ci rendiamo conto?!
Io che riesco a restare entro
le 500 parole...
È davvero – davvero! - arrivata
la fine del mondo ahahah.

Enjoy

La saggezza ascolta
 

- Iwa-chan lo sai che ho scoperto che in Italia il conseguimento della maggior età si raggiunge con i diciotto anni? – esordì un felice Oikawa Tooru entrando in casa Iwaizumi (come se fosse casa sua. Ed in parte ciò corrispondeva alla realtà) e portando con il suo ingresso anche una ventata di frizzante allegria.
- Non me ne potrebbe fregare di meno. – fu la replica imperturbabile dell’altro che continuò imperterrito a leggere in divano senza neppure alzare gli occhi dal libro.
- E proprio per questo per il tuo diciottesimo compleanno, oggi, ti porto a mangiare nel ristorante italiano in centro. – esclamò Tooru tutto felice ed elettrizzato da quella prospettiva non facendosi minimamente scalfire l’entusiasmo dall’indifferenza di Hajime – c’era talmente abituato! – e facendo una teatrale piroetta con annesso inchino si sedette sul divano.
O meglio: si spiaggiò comodamente, poggiando la testa sulle sue gambe.
Finalmente Hajime alzò gli occhi dal libro - anche perché, anche volendo, aveva la testa del suo ragazzo ad oscurargli la visuale - e li posò verso quelli nocciola dell’altro, fissandolo con il suo sguardo “fulmina et uccide”.
- Dovrai vestirti bene, lo sai? - Tooru non si diede per vinto, anzi: apposta iniziò a dargli il tormento, allungando gli indici verso la sua fronte ed iniziando a cercar di appianare la piccola rughetta che gli si formava sempre quando era accigliato. Cosa che, manco a dirlo, non venne accolta con gioia da parte del festeggiato che tentò di scacciare via le mani dell’altro in malo modo.
- E dovrai proprio toglierti questa espressione accigliata dalla faccia, sì sì. - era troppo divertente dargli il tormento. Intendiamoci: Tooru sapeva di rischiare la vita ma il gioco valeva indubbiamente la candela.
– Non possiamo proprio permetterci di far scappare tutti gli altri avventori del locale, Iwa-chan. -
- Hah!? E dimmi un po', Kusokawa, chi ti dice che io sia d’accordo e accetti? - facendo assumere alle labbra un ghigno sadicamente divertito.
- Ma Iwa-chan non è che devi accettare, ho deciso punto. E già prenotato. - come se avesse detto un’ovvietà, facendo spallucce e tentando di alzarsi – Anzi, cerchiamo di muoverc-ehyyy! -
Tooru si trovò disteso nuovamente sul divano dopo che l’altro, veloce come un fulmine come sapeva essere, l’aveva trattenuto per un polso ed ora si trovavano a posizioni invertite. L’alzatore sotto al festeggiato, che si sorreggeva facendo leva sulle braccia.
E la scintilla del Desiderio, inevitabile, si propagò tra di loro a velocità sorprendente. Come al solito.
- Hum… forse è ancora un po' presto… - sussurrò Tooru ammiccante, sfiorandogli con la punta delle dita la rotondità delle spalle, mentre gli posava nel suo solito modo dannatamente sensuale (che fregava sempre Iwa. Sempre!) le gambe sui fianchi.
- Direi che è ancora parecchio presto. - concluse Hajime accennando un sorriso sghembo prima che Tooru lo attirasse a sé tirandolo per il colletto della polo verde e lasciandosi accarezzare per l’ennesima volta dalle labbra morbide e delicate del suo compagno e trascinandolo sopra di sé…

Auguri Iwa-chan!