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Autore: Lis4_88    11/06/2022    1 recensioni
"Ti amo così tanto che mi fa male" pensava Matt mentre stringeva le loro vecchie fotografie piangendo.
"Ti amo così tanto che mi faccio male" pensava Mihael reggendo quel dannato paio di forbici.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near | Coppie: Matt/Mello
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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«Die Hard and to love»

•Secrets I have held in my heart
Are harder to hide than I thought
Maybe I just wanna be yours
I wanna be yours•
 

Al mattino dopo a Matt sembrava tutto un brutto sogno, ma purtroppo (o per fortuna?) non lo era.
Il ragazzo che ha amato e per quanto odiasse ammetterlo, amava ancora, era ritornato in città dopo un anno di sparizione. Mail avrebbe voluto tirargli un pugno sul viso e poi baciarlo, avrebbe voluto urlargli addosso tutto il dolore che gli aveva causato e poi perdersi nelle sue braccia. Lo amava, lo odiava.
Dopo sì e no un ora di sonno, Jeevas si stropicciò gli occhi consumati dal pianto e si tirò a sedere sul materasso. La sveglia segnava le nove e mezza, che per un teenager in piene vacanze estive era ancora presto.
Decise di prendersela con calma e andare a farsi una doccia, per sciacquare via la puzza di fumo delle sigarette che si era fatto quella notte e il pensiero di Mihael a pochi isolati da casa sua.
Aveva in programma una sorta di colazione-brunch-pranzo con gli altri amici, indicato con tutti questi termini perché i ragazzi lo facevano appena svegli, che però per loro significava verso le undici di mattina.
Indossò dei pantaloni corti di tuta dello stesso colore dei suoi capelli e una canotta nera larga abbinata con qualche catena. Avrebbe voluto truccarsi ma sentiva di non averne le forze. L'identità di genere per Matt era sempre stato un enorme punto interrogativo: gli piaceva truccarsi? Si. Aveva quasi sempre lo smalto alle unghie? Ovviamente, e lui si sentiva un gran figo così. O una gran figa? Non lo sapeva, ma sapeva che non voleva stare senza la sua matita nera e il suo eyeliner.
Armato di skateboard e sigarette, uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle e con in testa un vecchio proverbio: "il mattino ha l'oro in bocca".
Il suo sole mattutino però aveva in bocca una Marlboro e di oro c'erano solo i suoi capelli.
«Che cazzo vuoi Mihael?» chiese immobilizzandosi a metà del viale ciottolato.
«Parlare» rispose il suo ex fidanzato buttando fuori un'enorme nuvola di fumo.
«Non abbiamo nulla da dirci»
Il rosso iniziò a camminare in direzione opposta al biondo, e sarebbe riuscito a salire sulla sua tavola e sfrecciare via se non fosse stato afferrato bruscamente per un polso.
«Matt...per favore»
E come fosse stata la prima volta, i loro sguardi si incatenarono. A entrambi sembrò di ritornare in quell'aula, durante l'ora di matematica. Sentirono che la saetta che li aveva fatti innamorare, li stava ancora fulminando.
«Io non ho niente da dirti, se non che non voglio più vederti» sputò Mail con le pupille che tremavano sotto quello sguardo così difficile da sostenere.
«Io invece ho un sacco di cose da dire» rispose Mihael senza mollare la presa dal suo polso e facendo sprofondare ancora di più i suoi lapislazzuli negli smeraldi di Jeevas.
«Non voglio essere odiato da te Matt»
«Bhe, missione fallita caro»
Il ramato fece per andarsene ma Mello lo strattonò bruscamente facendolo scendere    dalla tavola.
«Ascoltami ti prego. Lo sappiamo entrambi che ho sbagliato e te l'ho ripetuto un milione di volte, come ti ho ripetuto un milione di volte che ti amo e che -»
«Lasciami andare, Mihael»
Il rosso scandì quelle parole con così forza e con i denti così stretti che fecero venire un brivido lungo la spina dorsale dell'ex fidanzato. Mello rimase così spiazzato che mollò la presa, mentre i suoi rubini si incrinarono leggermente.
Matt lo guardò un'ultima volta con un disprezzo che si riserva a davvero poche persone, e poi iniziò a spingere sul marciapiede per prendere velocità con lo skateboard.
«Non è finita qui Jeevas!» urlò Mihael alle sue spalle «Tornerò da te!»
Intanto Mail si asciugò le lacrime che stavano iniziando a scendergli sulle guance e aumentò la velocità per cercare di seminare quegli avvertimenti.
«Sai che minacciandolo non risolverai la situazione?»
Mikami sbucò da dietro l'angolo della casa a fianco, intento a fumare anche lui una sigaretta.
«Ho bisogno che mi perdoni Teru» biascicò Mihael, ancora fermo a fissare la strada dove poco prima il rosso si stava allontanando in skate.
«So che non tornerà mai con me, e me lo merito. Ma ho bisogno di sapere che mi ha perdonato»
La sua voce era rotta da diversi singhiozzi e due lacrime iniziarono a scendergli per le guance.
Teru non era un campione nello sport "consolazione degli amici", così si limitò a circondargli le spalle con un braccio e dire: «Lo farà Mels, dagli tempo»
E per ora a Mello quelle parole bastavano, perché aveva bisogno di aggrapparsi anche a una sola e minuscola speranza, per non far ricapitare quello che successe in Germania.

***

Jeevas arrivò fuori il bar in cui ormai lui e i suoi amici erano clienti abituali. Più che altro era una sorta di tavola calda, di quella con i tavoli messi a file in cui le sedie sono delle lunghe poltrone con lo schienale alto. C'è anche un bancone con gli sgabelli pieni di uomini che mangiano qualcosa prima di tornare al lavoro, mentre una cameriera fa su e giù per versare loro il caffè bollente da una caraffa.
Matt spalancò la porta di vetro del locale facendo suonare la campanellina e individuò subito il suo gruppo seduto al solito tavolo.
«Non ci posso credere che tu l'abbia preso senza dirmelo!» stava farneticando L quando Mail si avvicinò.
«Mi dispiace ok? Domani riavrai i tuoi Nirvana del cazzo» rispose Nate incrociando le braccia.
«Matt grazie a Dio, stavo per soffocarli con i tovaglioli» esclamò Light in tono disperato quando il ramato prese posto vicino a Near.
Arrivò subito una cameriera che segnò le ordinazioni di tutti, che consistevano principalmente in pancake o bacon e uova.
«Mihael era fuori casa mia stamattina»
L'affermazione venuta dal nulla del rosso fece irrigidire tutti, che si zittirono subito e lo guardarono con gli occhi fuori dalle orbite.
«Lui era dove?» chiese dopo un po' L incredulo.
«Scommetto che si è accampato con la tenda e il binocolo» commentò Nate con disprezzo.
Light sembrava sul punto di ribaltare il tavolo, ma incanalò la rabbia in una risata sprezzante.
«Che ti ha detto?» domandò Lawliet aggrappandosi al tavolo e risultando parecchio insistente.
«Niente di che...il solito...»
Matt non aveva proprio la voglia di ripensare a quell'incontro, o in generale non voleva parlare della persona che più l'aveva ferito al mondo mentre faceva colazione con i suoi migliori amici. Solo che Mihael era anche la persona che Mail amava di più al mondo, ed era parecchio seccante il fatto che queste due definizioni coincidessero.
Tutti lo sapevano, gli studenti, i loro amici, le loro famiglie. Soprattutto quella di Jeevas, che avevano subito notato come il biondo avesse rapito il cuore del loro principe.
Un'evento divertente che spiega questa situazione, avvenne nel periodo in cui i due si stavano frequentando.
Mihael suonò il campanello di casa Jeevas e il rosso venne ad aprirgli, esaltato all'idea di uscire col ragazzo che gli piaceva.
«Hey...prendo la giacca e andiamo» farfugliò tutto rosso come un bambinetto dell'asilo «Tu intanto accomodati pure»
Allargò il braccio per invitarlo ad entrare, cosa che Mello fece e si piazzò davanti la porta come se fosse spaventato nel fare un passò in più. Sebbene non si vedesse, anche lui stava dando di matto all'idea di uscire con Mail e aveva tenuto almeno un ora Mikami al telefono strillando: «Devo prendere una caramella all'arancia o una alla menta?! Sai...nel caso ci baciassimo...Tu che sapore preferiresti sentire in bocca?!»
Il rosso era sparito al piano di sopra, cosa che fece domandare a Mello come mai tenesse la giacca in camera e non sull'appendiabiti come tutti i membri della sua famiglia. Se così fosse stato il ragazzo l'avrebbe afferrata subito e sarebbero potuti uscire, invece ora Mihael era intrappolato in una gara di sguardi con la sorellina del suo amato.
Linda, all'epoca di soli 10 anni, stava pettinando i capelli a una bambola seduta sul divano, mentre scrutava Mello con quegli occhietti vispi color verde scuro.
Fa ridere dirlo, ma il biondo era davvero terrorizzato da quella bambina.
«Sei il ragazzo di cui mio fratello è innamorato?» chiese a un certo punto la piccola, facendo saltare il cuore di Mihael di almeno tre battiti.
«Ecco...io...»
«Non l'ho mai visto così felice. Se è felice quando ci sei tu è perché è innamorato giusto?»
Grazie a Dio la persona protagonista di quella conversazione arrivò di corsa dalle scale reggendo una giacca in pelle color cammello. Davvero orribile, ma agli occhi di Mello sul rosso stava bene tutto.
Le frasi dette da quella stupida ragazzina non fecero dormire il biondo per tre notti, ma capí cosa significava "essere innamorati" quando una settimana dopo lui e Matt si diedero il primo bacio.
Non fu niente di stravagante, anzi, durò un millesimo di secondo. I due in realtà si sarebbero voluti spogliare a vicenda la prima volta che si videro, ma col passare del tempo il compito di svolgere quel piccolo passo iniziò a pesare sui due. Entrambi lo volevano, ma nessuno agiva: Matt era troppo timido e Mello troppo orgoglioso.
Ma finalmente in una giornata di pioggia in cui i piccioncini erano rintanati nella camera del rosso, questo si fece coraggio e si disse "ora o mai più".
Stava mettendo lo smalto alle unghie di Mihael, che si stava lamentando di qualcosa di stupido che però l'aveva fatto parecchio incazzare, mentre Matt teneva gli occhi incollati sul suo viso che reputava meraviglioso.
Appena il biondo alzò lo sguardo per vedere se lo stesse ascoltando, Mail si fiondò sulle sue labbra e le sfiorò giusto il tempo necessario per sentirne il sapore: cioccolato fondente.
Quando si staccò Mihael lo guardò incredulo e Jeevas sentì le guance prendere fuoco.
«S-scusami...credevo-»
«Fallo di nuovo»
«Come?»
La mano di Mihael era ancora ferma a mezz'aria e smaltata per metà, e quella di Matt ancora che reggeva il pennellino impregnato di prodotto per unghie.
«Ti ho detto baciami ancora, idiota»
«N-ne...s-sei sicuro?»
«Oh cristo santo»
Mello fece uno scatto in avanti e imprigionò le labbra del rosso tra le sue afferrandogli con la mano mezza smaltata la guancia. Mail sgranó gli occhi e fissò la capigliatura brillante del suo amato per qualche secondo, dopo di che si rilassò e si immerse nel bacio chiudendo gli occhi. La boccetta di smalto e il pennellino finirono sul materasso, imbrattandolo completamente, e facendo diventare tutta nera la mano di Mihael che teneva appoggiata sul ginocchio del rosso.
Le loro labbra si intersecavano a vicenda, le loro lingue si inseguivano in vortici e piroette e i loro sapori si mischiavano formando un'aroma al tabacco fondente.
Era tutto troppo perfetto per essere vero, infatti in quell'istante la porta si spalancò e Linda fece la sua entrata trionfale.
«Matt hai preso tu....perché il tuo materasso è sporco di smalto?»
I due ragazzi, con ancora Mihael proteso verso Mail con la mano sulla sua guancia, la guardarono in silenzio e rossi come pomodori. Più che altro, Mello la stava fulminando con lo sguardo. Quella bambina sarebbe diventata il suo incubo.
«Linda bussa prima di entrare!» esclamò il rosso scotando Mihael «E qualsiasi cosa tu abbia perso non l'ho presa io! Ora vattene!»
Agitò il braccio facendo praticamente scappare la bambina in lacrime, che strillò "Mammmaaaa" per tutto il corridoio.
«Sei proprio uno stronzo» disse Mihael con un ghigno.
«Sta zitto che ti ho fatto un favore» rispose Matt prima di riunire le loro labbra e spingere il biondo sul materasso, mettendosi sopra di lui.
Si, erano innamorati.
E Mail lo sapeva, mentre mangiava le sue uova strapazzate e le sue fette di bacon. Ma il rammarico per c'ho che il biondo gli aveva fatto gli pesava sul cuore come un mattone: era come se vedesse la figura di Mihael perfetta, ma con una sola ed enorme crepa che proprio non voleva rimarginarsi.
«Parlando di cose serie» esclamò Nate indicando con la forchetta tutti i componenti del tavolo.
«É uscito Die Hard al cinema. Light ci passi a prendere tutti alle otto?»
«Perché dai per scontato che io voglia venire a vederlo?»
«Perché L mi ha detto che stravedi per Bruce Willis»
Il castano si voltò verso il fidanzato con l'espressione da "ma perché cazzo glie l'hai detto" e questo si giustificò con un: «Scusa amore, mi è scappato»
Il tavolo rise e venne deciso che Light con il suo famigerato pick-up sarebbe passato a prendere tutti gli altri ragazzi, per dirigersi verso il cinema della cittadina.
«Matt, sai che probabilmente ci sarà anche...lui» disse Lawliet marcando bene quella parola.
In quel paesello essendoci solo una scuola per ogni grado, i ragazzi si conoscevano tutti e frequentavano tutti gli stessi posti per divertirsi. I quattro amici conoscevano ogni singola persona che incontravano allo skate park, perché magari ci avevano fatto insieme la terza media o la quinta elementare. Il cinema era sempre stato il luogo preferito da tutti, e ogni volta che veniva lanciata una nuova pellicola praticamente si svolgeva una mega reunion di vecchi compagni nelle sale.
Quindi era sicuro che anche il biondo e Mikami si sarebbero presentati, in quanto il primo fosse un fan accanito dei film d'azione.
«Per Die Hard farò un sacrificio» rispose Matt sorridendo falsamente e bevendo il suo succo d'arancia. Avrebbe fatto un enorme sacrificio, perché vedere il biondo provocava emozioni troppo sbagliate in lui.

***

Per quella sera, il rosso decise di mettersi in ghingheri. Per Mihael? Si, ma non lo avrebbe ammesso neanche con una pistola alla tempia.
Indossò un crop top nero attillato che faceva intravedere i giusti centimetri di stomaco, e dei jeans cargo lunghi color verde militare abbinati con degli anfibi. I bracciali e le collane aggiunsero un tocco di classe, ma la vera ciliegina sulla torta era il trucco semplice ma d'effetto: gli occhi cerchiati di nero con una sottile linea d'eye-liner, le guance leggermente colorate di rosa dal blush e un'illuminante caldo messo nei punti giusti per far brillare quel bel viso che si ritrovava.
Scese di casa attirato dalla musica a palla che fuoriusciva dalla vettura di Light, parcheggiata davanti il vialino.
«Ma come siamo belli stasera!» esclamò il guidatore, con il suo fidanzato seduto a fianco.
«Hai intenzione di tornare a casa con qualcuno Jeevas?» disse quest'ultimo, ricevendo in risposta un dito medio smaltato di nero.
Il ramato salí sul rimorchio dell'auto, dove era già presente Nate con una sigaretta in mano che puntualmente Matt gli rubò.
Aveva bisogno di nicotina per affrontare la serata.
Il cinema era pullulo di persone, tutte vecchie conoscenze o fratelli dei compagni di classe di Linda.
La sala proiezioni era ancora chiusa, e l'atrio al di fuori era stato occupato da una valanga di adolescenti che farneticavano su quanto fossero emozionati all'idea di vedere Die Hard.
In mezzo a tutta quella folla, Mail cercava un'unico sguardo, o forse sperava che quella persona non si presentasse. Era in piedi vicino al suo gruppo ma completamente estraniato dai loro discorsi.
«Merda, ho dimenticato il portafoglio. L mi offri i popcorn?»
«No»
«Hey ragazzi!»
Quella nuova voce femminile, che quindi non poteva appartenere a nessuno dei suoi amici, fece risvegliare Matt che si voltò svelando l'identità della persona che li aveva chiamati.
Una ragazza abbastanza alta, con dei capelli neri tagliati sopra le orecchie e un top viola indossato con una minigonna si stava avvicinando a loro. A fianco a lei, un ragazzo dai capelli scuri con una t-shirt blu notte e un sorriso smagliante stampato in viso.
Appena Lawliet vide quella coppia, assunse un'espressione scocciata e roteò gli occhi al cielo: la prima l'ex del suo attuale ragazzo e il secondo un damerino che stravedeva un po' troppo per lui, diciamo quindi le persone nel gradino più basso delle sue conoscenze piacevoli.
«Caspita Light che muscoli! Da quando fai palestra?» esclamò il ragazzo tastando i bicipiti del castano.
«Da due anni circa» rispose l'altro con l'aria più distaccata che sapesse fare, dato che il suo ragazzo stava spellando vivo il suo interlocutore.
«Due anni?! Io non riuscirei ad avere tutta questa costanza, ma tu ovviamente sei sempre il migliore!»
A Matt venne da ridere nel vedere l'espressione di puro odio che Lawliet continuava a riservare al ragazzo corvino, e Nate fallì dovendo allontanarsi perché non riusciva a smetterla di sghignazzare.
«Matt da quanto tempo, anche tu sei in forma vedo» disse la ragazza appoggiando una mano sulla spalla del rosso «Siete venuti a vedere Die Hard? Io amo Bruce Willis!»
Mail avrebbe voluto esclamare "anche Light" ma non voleva beccarsi una gomitata nella milza, quindi stette zitto.
«Dopo il cinema che fai?» chiese la mora avvicinando il suo corpo a quello del ramato, per parlare esclusivamente a lui «Ti va se andiamo a berci qualcosa?»
Matt sentiva premere il seno della giovane su di lui, e a differenza di qualsiasi suo coetaneo, la sensazione non gli piacque per niente.
«Ehm...scusa devo...andare in bagno» bofonchiò spostandosi lentamente.
«Oh Light credo ci sia qualcuno che ci sta chiamando...» aggiunse Lawliet afferrando il braccio del fidanzato per strapparlo dalle grinfie dell'altro ragazzo.
«Vengo anch'-»
«No Matsuda, sta chiamando noi. Ciao ciao!»
E detto quello trascinò via Light che salutò con un cenno della mano. Contemporaneamente anche Matt si dileguò in bagno, lasciando la coppia senza più nessuno con cui provarci o a cui palpare i bicipiti.
Jeevas si lavó le mani minimo tre volte dopo quel spiacevole incontro: Takada non le era mai stata simpatica. In realtà non stava simpatica a nessuno, addirittura le persone preferivano Misa a lei.
Quando era intento a sfregarsi le mani nell'asciugamano per l'ultima volta, sentì la porta del bagno spalancarsi e una voce che gli fece gelare il sangue.
«Te la fai con Takada?»
Il rosso si voltò e fissò la figura stante e racchiusa in una camicia nera (che cazzo se gli stava divinamente) di Mihael, che lo fissava tenendo i pugni serrati.
«Anche se fosse? Non posso scopare con chi voglio?» chiese tirando fuori tutta la spavalderia che era sotterrata in qualche angolo del suo corpo. Semplicemente quando si trattava di Mihael diventata un cucciolo indifeso.
«Non pensavo scendessi a certi livelli»
«Vaffanculo Mihael! Non fai più parte della mia vita, fattene una cazzo di ragione!» urlò Mail con tutta l'aria e il dolore che riuscì a sprigionare.
Spintonò il biondo in modo che si spostasse dalla sua traiettoria e fece per uscire, ma venne preso per un polso e addossato con forza alla porta.
«Matt aspetta»
Il suo polso era racchiuso nella stretta della mano del biondo, da cui si potevano vedere delle vene blu scorrergli sul dorso, fino a sparire sotto la camicia. E Mail amava quella vene alla follia.
Il corpo del ramato era schiacciato sulla porta di quel bagno stranamente vuoto, e a pochissimi centimetri da lui c'era la pancia pianta di Mihael che quasi toccava la sua. Le loro pupille si incatenarono e milioni di farfalle iniziarono a svolazzare nei loro stomaci.
"Cazzo quanto è bello" pensò Mihael.
«Mi dispiace...io...voglio solo parlare» disse invece «Dammi cinque minuti. Cinque e ti prometto che se non ti avrò convinto ti lascerò in pace per sempre»
Il suo tono era supplichevole, e Jeevas accettò solo perché voleva far sparire quella vicinanza fra i loro corpi che gli stava facendo mancare il fiato. Sentire il respiro al cioccolato del biondo sul suo naso e la sua mano stretta al suo polso erano cose che gli mancavano così tanto da fargli male.
Matt abbassò lo sguardo e fissò il tatuaggio "ever" che finalmente dopo un anno era di nuovo vicino alla sua metà. Anche Mihael lo fissò, e sentì qualcosa smuoversi in lui quando rilesse la scritta "4ever" impressa sulle loro pelli.
Lentamente il biondo allentò la presa fino a staccarsi e si allontanò di qualche passo, sfregandosi le mani per trovare le parole giuste.
«Matt, non ti sto dicendo questo come una scusante per quello che ho fatto: ma ero ubriaco quel giorno. L'hai visto anche tu, non mi reggevo in piedi. Misa mi ha portato di sopra e mi ha baciato con l'inganno. Credi che mi sia piaciuto avere quelle labbra alla fragola mielosa sulle mie? No cazzo, io volevo e ho sempre e solo voluto te. E anche quando sono andato a quella stupida festa, in realtà volevo stare con te, ma dovevo dimostrare al mio stupido ego che potevo cavarmela da solo. Mi distruggeva pensare che ti sarei stato distante per tre mesi, e ti chiedo davvero scusa per essermi arrabbiato ed aver esagerato quel giorno. Non è mai stato il mio obbiettivo farti del male, mai. E mai lo sarà, perché ti amo Matt. Lo sai anche tu che non ho mai smesso di amarti, neanche per un secondo. E-»
Mihael venne interrotto da un singhiozzo, che lo portò a prendersi il ponte del naso per cercare di non far uscire altre lacrime.
«...E spero che tu stia davvero uscendo con Takada, perché per quanto sia insopportabile non ti farà mai soffrire come ho fatto io, una stupida ed inutile testa di cazzo»
L'acqua fuoriusciva dagli occhi di Mello come una cascata, e il ragazzo si mise una mano sugli occhi prima di spostare il rosso ed aprire la porta.
«Mihael!» provò a dire questo, ma ormai il biondo se n'era già andato.
Anche sul viso di Matt c'erano delle lacrime, piccole e silenziose che gli erano scese appena il suo ex fidanzato aveva pronunciato di nuovo quelle due parole.
Sentirselo dire di nuovo in mezzo ai singhiozzi del suo angelo, era stato struggente per lui.
Appoggiò le mani sul lavandino e scoppiò a piangere. Pianse, e non glie ne importava se il suo trucco si sarebbe sciolto o se si fosse perso l'inizio del film.
"Come faccio a non perdonarti?" pensò mentre fissava il suo viso sporco di nero e i suoi occhi rossi nello specchio "Perché non ti odio quanto vorrei?"
E a quella domanda nessuno poteva dare risposta, forse solo il cuore di Mail ne sarebbe stato capace. Avrebbe detto: "Perché quel ragazzo dai capelli lucenti mi fa battere fortissimo, qualsiasi cosa di lui mi fa impazzire" e poi il suo stomaco avrebbe aggiunto "Quando mi bacia, mi tocca, mi dice che mi ama, vado fuori di testa. Sento il bisogno di contorcermi, saltare, fare piroette"
Jeevas si sciacquò velocemente le guance per togliere gli aloni di matita nera, e uscì dal bagno. L'atrio al di fuori era deserto, così Matt si precipitò nella stanza 12 dove di lì a poco avrebbero proiettato il film.
Quando entrò stavano dando la pubblicità di un cosmetico, così il ramato ebbe il tempo di salire i gradini e raggiungere i suoi amici.
«Eccoti finalmente» bisbigliò L, con un enorme cesto di popcorn sulle ginocchia.
«Scusate, ero in bagno» disse Mail cercando di sembrare il più spensierato possibile, prendendo un popcorn dal secchio di L per enfatizzarlo.
E lì tra la folla poche file davanti a lui, vide una chioma nera che si guardava intorno smarrita, probabilmente cercando il suo amico dai capelli dorati che non era seduto al suo posto.

 

   
 
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