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Autore: GReina    12/06/2022    2 recensioni
"Perfetta" è l'unico modo che Atsumu ha per definire la casa che lui e Kiyoomi hanno appena acquistato. Stanno giusto finendo il trasloco quando...
[dal testo]:
Le sbarre si chiusero davanti agli occhi di Atsumu. Pali massicci di freddo acciaio; solidi per tenere la feccia lontana dalla brava gente. L’alzatore sospirò, poi si voltò verso l’angusta cella.
«Sei felice adesso?» chiese alla ragione per la quale erano lì. Kiyoomi non rispose. Gli agenti di polizia gli avevano permesso di tenere la mascherina, me era stato privato di tutto il resto. [...]
Visto il mutismo del suo ragazzo ad Atsumu non rimase altro da fare che sospirare ancora. Chiuse gli occhi, si premette due dita sul setto nasale e tentò di calmarsi.
«Hey!» urlò poi a chiunque potesse sentirlo al di là delle sbarre. «Ho diritto a una telefonata, giusto?»
Genere: Commedia, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Motoya Komori, Osamu Miya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casa perfetta

Le sbarre si chiusero davanti agli occhi di Atsumu. Pali massicci di freddo acciaio; solidi per tenere la feccia lontana dalla brava gente. L’alzatore sospirò, poi si voltò verso l’angusta cella.
«Sei felice adesso?» chiese alla ragione per la quale erano lì. Kiyoomi non rispose. Gli agenti di polizia gli avevano permesso di tenere la mascherina, me era stato privato di tutto il resto. Era in pigiama, dunque, con un paio di pantofole fornite dai carcerieri e le mani prive di guanti infilate sotto le ascelle in modo che non toccassero nulla nemmeno per sbaglio. Le spalle erano sollevate allo spasmo, il collo reso inesistente dalla sua postura ingobbita.
Visto il mutismo del suo ragazzo ad Atsumu non rimase altro da fare che sospirare ancora. Chiuse gli occhi, si premette due dita sul setto nasale e tentò di calmarsi.
«Hey!» urlò poi a chiunque potesse sentirlo al di là delle sbarre. «Ho diritto a una telefonata, giusto?» Osamu non sarebbe stato contento di sentirlo alle quattro del mattino. Men che meno che da Hyogo gli sarebbe toccato arrivare ad Osaka per farli uscire su cauzione.
 
Diciotto ore prima…
«Questo è l’ultimo pacco!» Atsumu era così emozionato! Lui e Kiyoomi si erano frequentati per anni prima di arrivare a compiere quel passo. Con lo schiacciatore tutto doveva essere fatto con calma, ma il biondo non aveva mai avuto fretta. Sin da quando si erano messi insieme, d’altronde, aveva capito che Kiyoomi non sarebbe stato uno dei tanti. Avevano tutta la vita davanti, dunque che il corvino volesse andare piano non era mai stato un problema e la sua pazienza era stata ripagata. Era stato proprio Sakusa a proporre all’altro di convivere e l’aveva fatto in modo così adorabile che per poco Atsumu non ci era rimasto secco.
Concordando che né l’uno né l’altro appartamento sarebbero andati bene a causa della grandezza, i due pallavolisti avevano subito iniziato a cercare la casa dei loro sogni e solo cinque lunghissimi mesi dopo erano riusciti a trovarla.
Adesso l’alzatore aveva appena poggiato a terra l’ultimo scatolone e ancora non gli sembrava vero! Negli anni lui e Kiyoomi avevano fatto passi da gigante come coppia, ma questo era su tutto un altro livello.
Il biondo si guardò intorno con meraviglia. Il grande salotto, il pavimento immacolato, l’arredamento minimal che presto avrebbero addobbato con oggetti di vita quotidiana. Atsumu adorava gli open-space, ma Sakusa era stato categorico: la cucina doveva essere separata da tutto il resto, così avevano trovato un compromesso permettendo ad Atsumu di avere un piccolo angolo bar nello stesso ambiente del salotto.
Quella casa era perfetta nelle sue contraddizioni: sofisticata secondo i gusti di Kiyoomi e rustica per quelli di Atsumu.
Aveva una cucina ampia ed arieggiata; il banco di lavoro in legno grezzo protetto da un’elegante patina trasparente che impediva allo sporco di depositarsi nelle naturali fessure del materiale. Il lavello era ampio, con un rubinetto estendibile come piaceva a Sakusa e con la capacità di regolare ulteriormente la pressione e la forma dell’acqua. Il corvino era rimasto ore ad ammirarlo al negozio d’arredamento prima che trovasse il coraggio di chiedere a Miya se fosse d’accordo a spendere tanti soldi solo per quello.
Il salotto era stupendo. Se Atsumu poteva benissimo immaginare se stesso e Kiyoomi consumare i pasti quotidiani seduti sugli alti sgabelli del banco della cucina, al tavolo del salotto invece li vedeva in compagnia di Osamu, Suna e Komori. Le pareti erano ancora spoglie, ma Atsumu fremeva dalla voglia di rimediare. Molto spazio l’avrebbe occupato con foto di coppia imbarazzanti, altre con l’intera famiglia riunita, mentre una parete voleva dedicarla solo allo sport appendendo maglie, medaglie e foto di squadra.
Il salotto continuava con il divano. Ne avevano solo uno, quello che era stato di Kiyoomi quando ancora vivevano separati. Sakusa continuava ad insistere affinché andassero in negozio a sceglierne un secondo mentre Miya ripeteva di aspettare che il suo venisse ritrovato. Aveva il sospetto che il corvino avesse pagato qualcuno per sbarazzarsene ma che rispuntasse fuori oppure no Atsumu avrebbe continuato a sostenere il suo punto in eterno: la briciola intrappolata tra i cuscini che Kiyoomi aveva trovato era stata solo un caso isolato!!
Il televisore era grande. Anche troppo. Ma che senso avrebbe avuto guardare le partite in tv se non lo si fosse potuto fare come si deve?
Avevano tre bagni. E questa era la cosa migliore! Uno collegato alla camera da letto, uno vicino al salotto e un altro annesso alla palestra.
Avevano una palestra! Impianto stereo, tre pareti a specchio e spogliatoio inclusi.
E poi c’era la camera da letto, con le sue ampie vetrate oscurabili, il letto king-size e due cabine armadio, una delle quali – lo sapeva – sarebbe stata dedicata a tutti gli attrezzi di pulizia del suo ragazzo.
Quell’appartamento era perfetto, a partire dal mobiletto d’ingresso per le pantofole fino alla doccia enorme che avevano fatto istallare nel bagno padronale.
Atsumu smise di spogliare con gli occhi quel posto e si stiracchiò la schiena affaticata per tutto il peso che si era dovuta caricare dal camion all’ascensore e poi da questo fino al loro interno.
Si sentì abbracciare da dietro e le sue labbra si curvarono verso l’altro. Mormorò contento abbandonandosi all’abbraccio del suo ragazzo.
«Casa nostra.» disse questi. Atsumu si voltò verso di lui ampliando ancora di più il sorriso.
«Casa nostra.» ripeté prima di baciarlo.
Disposero gli scatoloni con criterio, ma iniziare a disfarli aveva poco senso. Alcune pareti andavano ancora ripitturate mentre in altre stanze mancavano dei mobili che erano ancora in viaggio.
Erano le undici del mattino e loro lì da poco meno di due ore quando qualcuno suonò alla loro porta per la primissima volta. Atsumu andò ad aprire estasiato chiamando Kiyoomi dall’altra stanza per informarlo che avevano ospiti.
«Buongiorno!» dall’altra parte della porta c’era una donna giovane, bionda e magra, forse sulla trentina, ed in mano reggeva un vassoio di biscotti. «Sono la vostra vicina, è un piacere conoscervi!» si presentò con un inchino. L’alzatore lo fece di rimando accettando il dono di benvenuto e fu allora che Kiyoomi li raggiunse. La donna salutò anche lui con lo stesso tono allegro, poi i pallavolisti la invitarono ad entrare.
Parlarono del più e del meno seduti al banco della cucina mentre i due biondi consumavano i dolci, e fu solo moltissimi minuti dopo che la donna si congedò: «Vi lascio al trasloco!» disse. «Per qualsiasi cosa non esitate a bussare!» la riaccompagnarono alla porta e da lì la videro aprire la propria al di là del pianerottolo e sparire dietro essa.
Sakusa sospirò.
«Era ora. Perché le persone non capiscono che disturbano soltanto se vengono nel bel mezzo di un trasloco?» Atsumu rise.
«È stata carina. Voleva darci il benvenuto.»
«Nel bel mezzo del trasloco!» Miya rise ancora, ma non commentò oltre. D’altronde la loro vicina era stata cordiale, ma Kiyoomi non aveva tutti i torti.
Pulirono ancora per qualche ora. Atsumu lo riteneva inutile dal momento che presto l’arrivo dei prossimi mobili avrebbe vanificato ogni sforzo, ma non lo disse. Per l’uomo della sua vita era importante, e tanto bastava.
Infine, non prima di essersi puliti loro stessi sotto il getto della loro meravigliosa doccia, si gettarono sul materasso, stanchi e soddisfatti. Mancava ancora la rete, ma il pavimento a pochi centimetri di distanza era immacolato ed il letto morbido anche senza il sostegno che gli mancava.
«Abbiamo inaugurato la doccia.» disse Atsumu dopo qualche secondo. «Facciamo lo stesso con il letto?» un ghigno si aprì sul viso di Sakusa. Poi, senza preavviso, sovrastò il corpo dell’altro.
«Mi farai impazzire.»
Era perfetto! Era tutto perfetto! Cosa mai sarebbe potuto andare storto? Atsumu non riusciva a pensare a nulla che potesse rovinare quella giornata.
 
La seconda volta che il campanello suonò fu per l’arrivo dell’armadio e di una libreria. I pallavolisti lasciarono che i traslocatori facessero il proprio lavoro portando i mobili dove dovevano ma subito si operarono per sanificare di nuovo tutto una volta che se ne furono andati.
Il biondo gettò fuori un sospiro di sollievo quando si fecero le sette e mezza del pomeriggio. Per quella giornata avevano finito, ora non rimaneva che preparare la cena.
Si pulì le mani e così fece Sakusa; tirarono fuori gli ingredienti, il tagliere e i vari utensili che gli sarebbero serviti.
«Manca il sale.» sentì dire a Kiyoomi. Atsumu si diede un mentale colpo di mano sulla fronte. Aveva dimenticato di prenderlo quella mattina quando era andato al supermercato.
«Scusa, Omi.» gli disse. «Per oggi vado a chiederlo alla vicina, okay?» gli diede un bacio sulla tempia mentre il corvino mormorava contrariato. L’alzatore sapeva cosa stava pensando, ma sapeva anche che Kiyoomi non mangiava senza sale, quindi non obbiettò.
«Vengo con te.» gli disse seguendolo all’ingresso.
«Tu odi entrare in casa di gente che non conosci.»
«Voglio vedere da dove prende il sale.» Miya rise.
«Ma certo che vuoi.»
Bussarono all’interno della ragazza che sorrise di cuore non appena li vide. Alla loro richiesta si disse subito disponibile e li fece entrare, e fu lì che tutto andò in malora; fu lì che quella perfetta giornata trovò la sua pecca.
Disordine.
Disordine ovunque.
Atsumu sorrise teso mentre le sue mani iniziavano ad avere gli spasmi ed i suoi occhi fremevano per correre a controllare lo stato di Sakusa, ma la padrona di casa stava guardando proprio lui e certo non poteva voltarsi verso Kiyoomi! Cosa avrebbe fatto se la bionda avesse notato la sua smorfia? Quale scusa si sarebbe potuto inventare? Sakusa era fisicamente incapace di fingere espressioni socialmente accettabili, che fossero cordiali o semplicemente neutre, se una cosa lo disgustava. Così continuò a sorridere e ad annuire fingendo di ascoltare le chiacchiere della loro magnifica e gentile vicina che li avrebbe odiati di lì a poco se solo si fosse voltata.
Raggiunsero la sua cucina che come l’ingresso versa in condizioni pessime e da lì la dispensa. La donna prese un bicchiere di plastica e stava per versarci dentro un po’ di sale prelevandolo dalla saliera quando – rigido ma misurato – arrivò il commento di Kiyoomi.
«Prendiamo la confezione ancora chiusa.» disse facendo cenno verso il pacchetto di sale da un chilo ancora sigillato. I due biondi si voltarono verso di lui. Una confusa, l’altro agitato. Sakusa si schiarì la gola.
«Prendiamo la confezione ancora chiusa…» ripeté più pacato, «se per te non è un problema.» chinò la testa prima di aggiungere: «Te lo ricompreremo immediatamente domani mattina.» passarono due interminabili secondi, poi la vicina sorrise.
«Oh, ma certo! Non disturbatevi, prendetelo pure.» porse loro il sale, li accompagnò alla porta e poi li salutò da lontano mentre i due uomini chiudevano la propria.
Atsumu sospirò tranquillizzato, Kiyoomi rilasciò il gemito di disgusto che aveva trattenuto anche troppo a lungo.
«Vado a farmi la doccia.» lo informò. Atsumu neanche lo prese in giro sapendo quanto fosse serio.
«Io preparo la cena.»
L’orribile appartamento di fronte al loro venne presto dimenticato, l’idilliaca atmosfera di qualche ora prima ripristinata.
Era casa loro! Il loro inizio. Il posto che per anni avrebbero abitato e che giorno dopo giorno avrebbero reso loro sempre un pochino di più. La rappresentazione materiale di quanto si amassero e di quanto solida fosse la loro relazione.
Andarono a letto contenti e – solo secondo Atsumu, anche se questi non lo sapeva ancora – in pace con se stessi.
Ah, si sbagliava.
Era notte fonda quando rigirandosi nel letto il biondo trovò il materasso vuoto. Aprì gli occhi con fare assonnato. La luce del corridoio era accesa e per questo la camera da letto illuminata abbastanza da fargli rendere conto che Kiyoomi non si trovava né lì né nel bagno annesso. L’alzatore si sollevò sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.
«Omi-Omi?» disse abbastanza forte affinché questi potesse rispondere anche dal salotto.
Niente.
Sbadigliò ancora, si infilò le pantofole ed andò a cercarlo. Se lo immaginava già con scopa, pezza ed auricolari che puliva ancora la cucina, ma questa era buia e silenziosa. Invece, era acceso il salotto, il corridoio, come aveva già visto, e – cosa più importante – il pianerottolo del palazzo ben visibile al di là della porta d’ingresso aperta.
Il biondo corrugò la fronte incamminandosi verso di essa e spalancò gli occhi con orrore nel notare la porta della loro vicina aperta come la loro.
«Che cazzo stai facendo!?» Atsumu urlò sottovoce al proprio ragazzo non appena varcò la soglia del disordinato appartamento. Kiyoomi sussultò, si voltò verso di lui e poi rimase pietrificato come un animale selvatico colpito dai fari di una macchina. Solo dopo alcuni secondi ribatté:
«Cos’altro avrei dovuto fare!? Non potevo dormire sapendo che c’era… questo a pochi metri dal mio letto.» indicò tutto intorno a loro.
«È infrazione di domicilio! Non puoi farlo!!»
«Nessuno si è mai lamentato.»
«L’hai fatto altre volte??» il corvino non rispose, invece arrossì e riprese a pulire. Atsumu gli si avvicinò.
«Omi, l’hai fatto altre volte??»
«Gli altri miei vicini non erano così disordinati! Non si sono mai accorti che entravo a pulire.» l’alzatore era senza parole.
«Non puoi farlo!»
«Perché? Chi lo dice?» e quella dell’altro era una domanda seria, motivo per cui Atsumu si ritrovò a sbuffare incredulo.
«Lo dice la Legge. Ora andiamo prima che—»
Troppo tardi.
Atsumu sentì un grido stridulo, poi diverse minacce urlate da una voce femminile.
«Ti prego, lascia che ti spieghi!» tentò di giustificarsi il biondo, ma l’altra aveva già il telefono in mano e con quello – a ragione – stava chiamando la polizia.
Quaranta minuti più tardi Atsumu stava osservando la grata d’acciaio scorrere sul suo supporto fino a bloccarsi nella serratura.
«Sei felice adesso?» aveva chiesto poco dopo voltandosi verso Kiyoomi. Aveva sospirato, poi preteso la propria telefonata. Osamu aveva risposto, ma anche affermato che non aveva nessuna intenzione di uscire di casa così presto. Da Hyogo ad Osaka ci volevano due ore di auto, ma minimo altre quattro Sakusa e Atsumu avrebbero dovuto aspettarne perché suo fratello si decidesse a mettersi in moto.
Quando finalmente furono fuori vennero riaccompagnati nella loro bellissima casa.
«Prendete pure tutte le vostre cose.» gli concedette l’agente che era con loro. «La vostra vicina ha richiesto un ordine restrittivo. Dovete cercarvi un altro appartamento.»
Atsumu si fece un promemoria mentale: controllare che i vicini siano ordinati o impedire loro di mostrare la casa a Kiyoomi.

 

n.a.
Un minuto di silenzio per LorasWeasley che in questi giorni ha avuto un trasloco da fare con tutti i parenti che giustamente dovevano andare a trovarla in mezzo a tutti gli scatoloni. Ti siamo tutti vicini!!
Per la fanfic, che dire… Atsumu e Kiyoomi ci avevano messo cinque mesi per trovare questo magnifico appartamento. Non ne troveranno mai un altro con tre bagni e una palestra… ma vediamo comunque come se la cavano a riprendere le ricerche!! Doveva essere solo una OS che si concludeva in questo modo, ma non ho resistito e ho scritto della loro ricerca… quindiiii ci vediamo al prossimo capitolo! Pubblicherò domenica <3
   
 
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