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Autore: crazy lion    13/06/2022    0 recensioni
Joe arriva davanti a casa di Taylor, ma non vuole salire, preferisce ascoltare il suono dei grilli. I due si mettono a recitare versi di Romeo e Giulietta di Shakespeare. Che succederà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romeo and Juliet
 
Taylor era vicino a una finestra della sua camera, una sera di giugno. Joe parcheggiò la macchina vicino al cancello di lei e la cantante andò ad aprire. Lui si mise sotto la sua finestra e rimase lì.
"Non sali?" gli chiese lei. "C'è qualcosa che non va?"
Lui le sorrise.
"No, tutto bene, sto solo ascoltando i grilli."
Lei tornò su. Per scherzare, gli rispose:
"Guarda che non siamo Romeo e Giulietta, anche se io sono in cima a un balcone e tu sei là sotto."
Joe rise, poi iniziò:
“Oh, quale luce vedo sprigionarsi
lassù, dal vano di quella finestra?
È l'oriente, lassù, e Giulietta è il sole!
Sorgi, bel sole, e l'invidiosa luna
già pallida di rabbia ed ammalata
uccidi, perché tu, che sei sua ancella,
sei di gran lunga di lei più splendente.
Non restare sua ancella, se invidiosa
essa è di te; la verginal sua veste
s'è fatta ormai d'un color verde scialbo
e non l'indossano altre che le sciocche.
Gettala via!... Oh, sì, è la mia donna,
l'amore mio. Ah, s'ella lo sapesse!
Ella mi parla, senza dir parola.
Come mai?... È il suo occhio
che mi discorre, ed io risponderò.
Oh, ma che sto dicendo... Presuntuoso
ch'io sono! Non è a me, ch'ella discorre.
Due luminose stelle,
tra le più fulgide del firmamento
avendo da sbrigar qualcosa altrove,
si son partite dalle loro sfere
e han pregato i suoi occhi di brillarvi
fino al loro ritorno... E se quegli occhi
fossero invece al posto delle stelle,
e quelle stelle infisse alla sua fronte?
Allora sì, la luce del suo viso
farebbe impallidire quelle stelle,
come il sole la luce d'una lampada;
e tanto brillerebbero i suoi occhi
su pei campi del cielo, che gli uccelli
si metterebbero tutti a cantare
credendo fosse finita la notte.
Guarda com'ella poggia la sua gota
a quella mano... Un guanto vorrei essere,
su quella mano, e toccar quella guancia!”
"Hai recitato benissimo!" esclamò Taylor, battendo le mani.
"Be', direi di sì, faccio l'attore."
"Non intendevo questo. Volevo dire che sei stato davvero bravo, mi hai fatta calare nell'atmosfera. Ho riletto l'opera nella sua interezza di recente. A scuola ci avevano fatto leggere solo questa scena e poi abbiamo letto integralmente Riccardo II, che mi ha fatto schifo."
"Io ho recitato questo pezzo per dedicarlo a te, amore mio. Non ero sicuro di ricordarmelo bene, ma a quanto pare ci sono riuscito."
Una lacrima, una sola, scivolò sulla guancia di Taylor. Aveva davvero dedicato quel pezzo a lei? Non l'aveva recitato solo per fare scena?
"Oh, grazie" gli disse, la voce rotta dall'emozione. Andò a bere un bicchiere d'acqua e poi tornò. "Immagino che tocchi a me, adesso."
E, con la voce più dolce che le riuscì, disse:
“Il tuo nome soltanto m'è nemico;
ma tu saresti tu, sempre Romeo
per me, quand'anche non fosti un Montecchi.
Che è infatti Montecchi?...
Non è una mano, né un piede, né un braccio,
né una faccia, né nessun'altra parte
che possa dirsi appartenere a un uomo.
Ah, perché tu non porti un altro nome!
Ma poi, che cos'è un nome?...
Forse che quella che chiamiamo rosa
cesserebbe d'avere il suo profumo
se la chiamassimo con altro nome?
Così s'anche Romeo
non si dovesse più chiamar Romeo,
chi può dire che non conserverebbe
la cara perfezione ch'è la sua?
Rinuncia dunque, Romeo, al tuo nome,
che non è parte della tua persona,
e in cambio prenditi tutta la mia.”
Lui applaudì.
"Bravissima!"
"Grazie, ho recitato al meglio che ho potuto. Non sarò mai brava quanto te."
"Che facciamo, scendi tu o salgo io?"
"Arrivo, aspettami."
Taylor si precipitò giù dalle scale e aprì la porta. I due si gettarono l'uno nelle braccia dell'altra e iniziarono a baciarsi con passione, poi entrarono. Fecero l'amore sul divano, osservati da Meredith e Olivia che non capivano cosa stesse succedendo. Poi, sfiniti, andarono a letto.
"Sei felice, amore mio?" le chiese Joe.
"Sì. Sono sempre felice, quando sono con te."
A parte quando litigavano, era ovvio, ma lo facevano pochissimo per fortuna.
"Ti amo" le sussurrò lui all'orecchio, solleticandoglielo.
"Anch'io, ti amerò per sempre. Purtroppo Romeo e Giulietta non hanno potuto farlo."
"No, ma noi sì."
Il giorno dopo, in seguito alla colazione, uscirono nel giardino. Qualcuno stava suonando Love Story con il pianoforte.
"Chi è?"
"Isabelle, una ragazza che vive vicino a me."
"Wow, è molto brava."
"Già."
Si misero aballare al suono di quella canzone e si scambiarono un dolce bacio, prima di dirigersi ognuno alla propria auto. Non avrebbero voluto separarsi, ma dovevano andare al lavoro.
"Che ne dici di mangiare la pizza, stasera?" gli chiese Taylor.
"Mi sembra un'ottima idea!"
Dopo un altro bacio, ognuno andò per la sua strada, con un sorriso a incorniciar loro gli occhi e le labbra.
 
 
CREDITS:
William Shakespeare, Romeo and Juliet, scena del balcone
   
 
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