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Autore: mrsstilinski__    16/06/2022    3 recensioni
Odiava l’estate.
Solo, lontano da lei.
Distante dalle mura confortevoli di Hogwarts che custodivano il loro segreto.
Decisamente sì, odiava l’estate.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Odio l’estate


Regnava un insolito silenzio quella mattina, a Malfoy Manor. I primi raggi dell’aurora entrarono nella stanza di Scorpius, battendo proprio sul suo viso e costringendolo ad alzarsi. Non che avesse dormito bene fino a quel momento, anzi, ma dal momento che era a casa per le vacanze estive gli avrebbe fatto piacere dormire qualche ora in più e non doversi svegliare all’alba come faceva nove mesi l’anno durante la scuola. Comunque, tanto valeva iniziare la giornata.
Il giovane rampollo di casa Malfoy aveva tutto l’enorme maniero per sé, visto che i suoi genitori trascorrevano, come di consueto, le vacanze estive nella loro residenza francese sulla Costa Azzurra, portandosi tutti gli elfi al seguito; quindi, a lui non rimaneva che Bobby, il suo elfo personale, che si occupava di tutto. La solitudine non gli era mai dispiaciuta, ma quell’anno il vuoto del maniero gli pesava.
Certo, aveva la piscina – suo capriccio di infanzia che era stato realizzato con non poche remore – e poteva liberamente girare per il maniero, esplorando angoli nascosti, passaggi segreti e stanze proibite. Ma non gli bastava più.
Non gli bastava più perché lei era lontana; perché Rose, in quei mesi in cui erano stati insieme, gli aveva insegnato la bellezza di una chiacchierata, la purezza dell’ascoltare, la gioia di condividere. E lui aveva fatto tesoro di tutti quegli insegnamenti preziosi che lei, senza neanche saperlo, gli aveva regalato. Ma lei non c’era.
Perché solo lei, una secchiona Grifondoro con più lodi accademiche che capelli in testa, poteva decidere di trascorrere l’estate in Islanda a fare ricerca magico-scientifica. E quindi studiare, ancora e ancora! Solo lei.
L’aveva reso molto orgoglioso quando aveva vinto lo stage promosso dalla scuola, e i suoi occhi fieri e felici per aver ottenuto quel posto nel team di ricerca assieme a maghi e streghe geni almeno la metà di quanto non lo fosse lei se li ricordava ancora. Ma questo non cambiava il fatto che fosse logorato dalla sua assenza e che, se solo avesse potuto, avrebbe preso la prima passaporta per Reykjavík e l’avrebbe cercata per tutta la natura selvaggia islandese.
Certo, lei gli scriveva spesso – e quel povero gufo puntualmente aveva bisogno di almeno dodici ore per riprendersi dal freddo dell’Islanda: gli raccontava ogni particolare delle sue giornate, i suoi studi, le sue scoperte, gli diceva quanto i magiscienziati fossero felici di averla con loro, arrivava perfino a spiegargli nel dettaglio processi chimici-magici-scientifici che lui non avrebbe capito neanche con dieci diplomi ad Hogwarts; ciononostante Scorpius li leggeva accuratamente, cercava di capirci qualcosa e poi andava nella biblioteca del maniero a consultare libri che trattassero l’argomento, così da poter reggere la conversazione e cercare di capire l’oggetto di studi della sua ragazza. Senza successo, visto che si annoiava dopo poche pagine, ma non vedeva l’ora di vederla finalmente e farsi spiegare tutto di persona, che magari, spiegatole da lei, tutto avrebbe avuto un senso.
Non gli restava, quindi, che andare indietro nel tempo con i ricordi, memorie di quel sesto anno in cui si erano piano piano e inaspettatamente scoperti ogni giorno, innamorandosi di nascosto e con naturalezza, quasi fosse un processo della natura, di quelli inevitabili e incontrollabili che studiava lei, ma questo non attenuava la mancanza. Non la attenuava perché gli mancava il brivido di star con lei nascosti nell’aula di divinazione, gli mancavano i bigliettini che si stracciavano da soli per darsi appuntamento, gli mancavano gli sguardi rubati durante i pasti in sala grande o a lezione, sperando di non essere notati, gli mancavano perfino le litigate sul campo da quidditch durante Grifondoro – Serpeverde, dove si beccavano puntualmente in mezzo al campo fino a dover essere separati dai compagni, per poi ridere assieme delle loro discussioni una volta finita la partita. Gli mancava tutto, e la malinconia cresceva di giorno in giorno, parimenti al suo desiderio di rivederla e stringerla ancora a sé.
E così, l’estate del suo sesto anno divenne la stagione più nostalgica di tutte, tanto da fargli desiderare di poter accelerare il tempo e arrivare finalmente a settembre, dove finalmente l’avrebbe rivista.
Odiava l’estate. Solo, lontano da lei. Distante dalle mura confortevoli di Hogwarts che custodivano il loro segreto. Decisamente sì, odiava l’estate.
  
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