UN AMORE PERFETTO
 
Taylor era distrutta. Gli ultimi mesi al lavoro erano stati un inferno. Sdraiata sul divano, con Joe vicino, chiuse gli occhi.
“So che sei stanca, amore mio” le disse il ragazzo con dolcezza. “Domani ti porto in una SPA per farti rilassare.”
“Oh, sì!” esclamò lei, già immaginandosi immersa nell'acqua.
Il giorno dopo Joe giudò fino a una Spa a pochi chilometri da Los Angeles. I due pagarono l'entrata e andarono insieme nella vasca idromassaggio. Si godettero i miliardi di bolle he l'acqua produceva e Taylor sentì i muscoli rilassarsi. Non stava così bene da tanto tempo. Non c'era nessun altro, lì, in quel momento, quindi i due si baciarono. Fu un bacio passionale, pieno di sentimento.
Dopo un'ora passata nell'idromassaggio andarono nella sauna. Faceva caldissimo, ma li aiutò ad asciugarsi. Poi Taylor si fece fare un massaggio da una signora.
“Ha la schiena rigida come un tavolo” le disse la donna.
“Sì, lo immaginavo, infatti mi fa male. Sono stressata dal lavoro.”
Joe era lì e la guardava. A lui non servivano massaggi. La donna usò una crema per massaggiarle la schiena e le spalle e le fece scrocchiare le vertebre. Poi le massaggiò le gambe e le piante dei piedi.
Quando finì, Taylor si sentiva molto meglio.
Dopo essere usciti dalla Spa, tornarono a Los Angeles e si fermarono in un parco. Come bambini, salirono sullo scivolo e si buttarono giù insieme, poi corsero alle altalene e fecero a gara a chi andava più veloce.
“Vado più in alto io” diceva Taylor, ridendo come non faceva da tanto tempo.
“No, io” ribatteva Joe.
Risero come bambini, di quelle risate liberatorie che vengono dal cuore.
Andarono anche sui calci in culo, ma scesero quando a Taylor girò la testa.
I bambini li guardavano straniti.
“Perché andate sulle giostre dei piccoli?” chiese loro una bimba che avrà avuto sette anni.
“Perché a volte anche i grandi hanno bisogno di tornare bambini” le spiegò Joe.
“Non potrei essere più d'accordo” disse Taylor.
Era febbraio e cominciava a fare un po' freddo, così i due tornarono a casa.
Il giorno dopo era San Valentino, e Joe si presentò a sorpresa, nel pomeriggio. allo studio di registrazione.
“Che ci fai qui?” gli chiese Taylor quando finì di cantare.
“Ho portato queste al mio amore.”
Le diede un mazzo di dodici rose rosse. Lei si commosse e lo abbracciò.
“Grazie. Ti amo!”
“Anch'io.”
Il team di Taylor applaudì, poi lui e lei uscirono insieme dallo studio e tornarono a casa. Joe preparò la cena a lume di candela, e mangiarono un piatto di pasta al ragù. Le candele diffondevano un buon odore di caffè.
“Dove le hai prese?” chiese Taylor a Joe.
“In un negozio qui vicino. Ne ho comprate anche alla vaniglia. Chissà, magari ti aiutano a ispirarti.”
Fecero l'amore, a letto, quella sera, con una passione mai provata prima. Si diedero tutti l'uno all'altra e viceversa.
“Se questo è un sogno,” disse Taylor quando giacquero vicini e stanchi, “non ti azzardare a svegliarmi.”
Lui la baciò.
“Sogniamo insieme, allora.”
Ci sarebbero stati problemi, litigi, difficoltà in futuro, ma non importava. Volevano concentrarsi sul presente. E, in quel momento, il loro era un amore perfetto.