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Autore: mortifero    17/06/2022    1 recensioni
Rick ama possedere e odia appartenere, e per questo con Morty è sempre un'ambivalenza di emozioni che rende il suo rapporto con il giovane pericoloso — la violenza, gli abusi, l'attrazione. Corromperà ogni granello dell'animo di suo nipote, e si distruggeranno insieme.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Morty Smith, Rick Sanchez
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Odi et amo

 

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.

Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

 

La solitudine è un fardello meno ingombrante, quando si è soli insieme. Rick e Morty lo sanno bene.

È questo che li ha legati, per cento anni e per sempre, in una promessa amara e bella come una bugia.

Rick è solo, lo è sempre stato — lo è di più da quando Diane se n'è andata, da quando Birdperson ha chiarito molto bene come si sente nei suoi confronti.

Morty è solo, lo è sempre stato — la famiglia ama fin troppo spesso trascurarlo, e la scuola sembra voler fare a gara su chi è ancor più negligente. Non è bravo in molto, se non in nulla, e nessuno se ne preoccupa abbastanza per poter arrivare al nocciolo della questione. Morty è stupido, un somaro, un incapace che non saprà mai affrontare la vita là fuori. Morty è demotivato, sia che si tratti di mettere la testa fra i libri o di parlare con qualcuno, perché è molto più facile mettersi a ridere di lui che conoscerlo.

Anche Rick, entrato per la prima volta in casa Smith, non riusciva a reggere la vista o ascoltarlo. Morty è lo scherzo più bello mai prodotto dall'Universo, nel suo agglomerato di difetti: la balbuzie di Rick (che difetto in sè non è, ma è così simile alla sua che l'uomo non la sopporta) e la stupidità di Jerry.

Morty è socialmente imbarazzante, così attaccato alla morale da diventare pedante. Ci sono giorni in cui Rick non lo sopporta, e altri in cui capisce che l'assenza di Morty è molto peggio della sua presenza.

«Ti seguirò ovunque, Rick».

«Lo so», e non aggiunge altro, perché dovrebbe essere doloroso nella sua ovvietà quanto Rick non possa essere più chi è, il Dio di cui ama indossare il nome, senza Morty.

Non è male, quel ragazzo, dopotutto. Non è un caso perso come suo padre, anche se sembra aver ereditato molto da lui, soprattutto nell'aspetto — scuro come il lago Macatawa (nel Michigan) la notte, un cielo senza stelle nei suoi occhi neri. Non è scaltro o irriverente come sua sorella, ma sicuramente guadagna molti più punti come scudo umano, annullatore della recezione di onde celebrali, e Rick è sicuro che in una situazione di vita o di morte Summer non si farebbe tanti problemi a lasciarlo indietro.

Morty almeno non ha l'idolatria di Beth, il che però lo rende in possesso di un'arma molto più pericolosa, sincera e disinteressata. Il danno è stato fatto grazie a una domanda priva di alcun significato, fatta per circostanza, «Ehi, amico, come va?», e Morty gli ha sorriso per la prima volta, bello e dolce, perché nessuno glielo ha mai chiesto prima d'ora. Così si sono parlati per la prima volta, così si parleranno per cento anni e per sempre.

A Rick piace avere un pubblico, ed è spettacolare come gli occhi di Morty sembrano ingrandirsi ogni volta che è sorpreso, meravigliato o eccitato. «Ma come fai a essere così intelligente?», gli fa, e Rick esibisce sempre un sorriso unto, mandando a quel paese l'umiltà, e iniziando a ricapitolare le sue scoperte scientifiche.

La loro relazione è iniziata con delle domande, per questo quando si chiedono cosa ci fanno ancora lì, uniti contro il mondo, soli ma insieme, Rick e Morty non trovano mai delle vere e proprie risposte.

Rick è uno scienziato, e la scienza è una continua indagine sul mondo e sugli avvenimenti. Ripercorre la sua vita, alla ricerca di indizi, prove, dati che testimonino come tutto è iniziato, da quando Morty non è più stato un Morty per le onde celebrali, ma il suo Morty, il suo eterno compagno, chi riesce a capire la sua solitudine, perché è sempre stato solo, fin dalla nascita.

La memoria riproduce un'immagine, un suono, e insieme prendono vita, imminenti come la clip fondamentale di qualche film. Beth, una sera d'aprile, il calice di vino ancora pieno; lei si lascia andare, parla col cuore di mamma che ogni tanto ricorda di avere: «Papà, è bello che grazie a te Morty abbia iniziato a sorridere. Sembra felice. Sì, lo sembra davvero». Deve essere stata questa frase ad averlo stregato, legato indissolubilmente a suo nipote. Rick ama possedere e odia appartenere, e per questo con Morty è sempre un'ambivalenza di emozioni che rende il suo rapporto con il giovane pericoloso — la violenza, gli abusi, l'attrazione. Corromperà ogni granello dell'animo di suo nipote, e si distruggeranno insieme.

Ma gli ha fatto bene, sapere di essere ancora in grado di rendere felici le altre persone; di non essere solo il terrorista, la paura di galassie intere, distruttore di mondi e di cuori.

La felicità di Morty, poi, è contagiosa, una malattia malvagia che si intromette nelle viscere, sporca il sangue e intossica il pensiero. È benefica, illusoria, perché Sánchez ha vissuto così tanto da poter affermare che niente è così precario e svilente come la felicità. Niente è così finto, stupido — sì, stupido proprio come Morty. Stupido e felice, lo spirito del caro nipote.

Non è che Rick si curi abbastanza da rendere Morty di buon umore. Quel ragazzo non lo è più, da un bel pezzo anche. Sánchez ha gettato la maschera del bravo nonno, se mai sia stato in grado di indossarla per bene, perché adesso non riesce a ricordare il viso di suo nipote senza labbra gonfie e scarlatte, lo sguardo arrossato e umido. Non riesce a ricordare Morty senza lividi, bruciature, graffi, sangue che scivola su quel corpo ancora quasi glabro e mingherlino che Rick odia, perché a volte è davvero difficile distogliere lo sguardo.

«Brutto bastardo ubriacone!», è così che ora Morty lo chiama, è questo che pensa di lui. Rick sa di essere diventato l'ingrediente fondamentale per la solitudine di Morty, il centro su cui riversare l'odio e la rabbia, perché non si merita altro. E così ha bisogno di rivivere nel ricordo, aggrapparsi al candore sfuggente della memoria, ormai inesistente nella mente del più giovane, mentre il Montenegro rende appiccicose le labbra, addolcisce la gola e la mente.

«Ti amo, Morty», sussurra, e il suo alito pregno d'alcol sembra colpire in faccia il moro, che stropiccia gli occhi. Le loro labbra si sfiorano, languide aspettano chi farà il primo passo. Rick vuole baciarlo, non vorrebbe, ma se Morty...

«Ti amo anche io, Rick».

Il loro bacio è crudo, famelico, animalesco. Le loro facce si scontrano, i nasi si colpiscono. Morty è inesperto e morde troppo le labbra di Rick, con la sua laboriosità che risalta anche nelle Avventure, il suo desiderio di essere amato e compiacere. Rick lo stringe a sé, comprime la carne. Guida, primeggia come sempre, possiede, protegge. È un attimo che dura troppo poco, il grido disperato delle loro ombre dissanguate, la richiesta suprema di attenzioni, compagnia, amore. Quando si separano, e tornano a guardarsi negli occhi, la vita sembra diversa, cambiata dopo solo un momento.

Così irrealistico e brutale nella sua bellezza.

«Ah, scusa, bello», Rick fa, e un raggio di luce acceca lo sguardo di suo nipote. Morty non ricorderà niente, non saprà di essere amato, corrisposto.

E ritornano ad essere soli, perché Rick non riesce a rinunciare a una delle poche sicurezze che ha nella vita.

Per cento anni e per sempre.

 

NdA

Mini nota per chi segue Let the Sunshine In: non riesco a promettere alcun aggiornamento prima di agosto, mi dispiace. Spero però vi godiate questa OS, almeno <3.

Come state, mie primule?

E come sta andando la mia maturità? Well, when Gazelle said “Oggi mi sparo in testa” i really felt that. Cos’altro aggiungere? La mia vita sta andando a scatafascio ma, hey, domani vado al sushi! :D

Però veniamo a questa ff: inizialmente doveva essere solo uno stupido tergiversare sulla solitudine, perché, you know, uso molto spesso le ffs come metodo di sfogo, e l’essere soli è un argomento che mi preme maggiormente ultimamente, quindi non ha una vera e propria trama. Solo uno stream of consciousness, principalmente di Rick, che rivive un vecchio ricordo mentre ripesa un po’ come tutto è iniziato. Easy peasy. La cit. iniziale è un po’ un rimando a Friends with benefits, e onestamente sono molto adattabili le due ffs, potrebbero tranquillamente far parte dello stesso universo.

Per ora nulla, quindi alla prossima!

 

 

 

 

   
 
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