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Autore: _SbuffodiNuvola_    19/06/2022    1 recensioni
“Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli...
-Salve! Questa è la segreteria telefonica di Shinichi Kudo. Ora non posso risp...
Ran spense la chiamata, lasciò il cellulare sul pavimento e appoggiò la fronte sulle ginocchia strette al petto. Una lacrima calda cadde sulla sua maglietta, lasciando una piccola macchia rotonda sulla stoffa gialla.”
Dopo cinque anni di relazione, Shinichi scompare nel nulla come dopo la sera al Tropical Land e senza dare una spiegazione concreta a Ran.
Quando ritorna in Giappone, quattro anni dopo, il detective scopre che Ran ha avuto una figlia, ma non sa che quella bambina è anche sua...
Genere: Comico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La notizia del loro ritorno insieme per poco non divenne di dominio pubblico. 

Shinichi lo disse a Heiji e Ran lo disse a Sonoko, Kazuha e Masumi. Poi dovettero dirlo ai loro genitori (e per poco Kogoro non ci rimaneva secco), al professor Agasa e… beh, poi Ran non capì esattamente come, ma, in poco più di una settimana, tutti i loro amici più cari sapevano già tutto.

Dovettero tenerlo segreto alle telecamere, essendo entrambi conosciuti a livello nazionale, ma considerando il fatto che Ran si stava preparando alle Olimpiadi e appena usciva dalla palestra era circondata dai giornalisti e che Shinichi risolveva casi un giorno sì e l’altro pure… fu più difficile di quello che pensavano.

Una sera Ran decise di dirlo ad Aika, dato che mancava solo lei. 

Shinichi non c’era, visto che stava aiutando l’FBI con le ultime novità sul caso dell’organizzazione, quindi erano solo loro due in casa. Ran mise Aika sul divano e si sedette per terra davanti a lei. 

-Aika. La mamma deve dirti una cosa. -iniziò. -Come ti ho già detto, prima che tu arrivassi io e Shinichi eravamo innamorati. Poi però lui è dovuto partire e non l’ho più visto. Poi, al matrimonio di zio Heiji e zia Kazuha l’ho incontrato di nuovo… e ho capito che in realtà sono ancora innamorata di lui.

-Ooooh! -fece la bambina, con gli occhi che brillavano. Quando faceva così le ricordava Shinichi davanti a un codice da decifrare.

-Perciò lo vedrai qui da noi spesso, ok? Siamo tornati a stare insieme. -terminò cautamente. Non voleva che Aika reagisse male o che, nonostante fosse un po’ più matura dei bambini della sua età, non capisse subito cosa significassero le sue parole.

-Quindi Shinichi viene ad abitare con noi? -chiese la piccola. Ran sbattè le palpebre, sorpresa, ma fece un sorriso.

-Non abbiamo ancora deciso, tesoro. -rispose. 

Però, dopo qualche giorno in cui Ran si rese conto che in realtà era come se Shinichi vivesse già con loro, decise di proporre al detective quello che lui le aveva chiesto al primo anno di università. E così, il giorno del compleanno di Aika, Shinichi si trasferì (di nuovo) nel loro appartamento.

 

***

 

Quel giorno Aika avrebbe compiuto quattro anni e, come i precedenti tre compleanni, Ran si ritrovò a pensare che il tempo passava troppo in fretta. Le sembrava passata solo una settimana da quando le avevano messo la piccolina appena nata fra le braccia e invece adesso Aika camminava sulle sue gambe e andava all’asilo. 

-Ehi! Dov’è la festeggiata? -esclamò Heiji appena lui e Kazuha varcarono la soglia dell’appartamento. 

-Zio Heiji! -fece Aika correndogli incontro. Il detective dell’Ovest la prese in braccio.

-Auguri, piccola peste! -disse facendole il solletico. 

-Il solito casinista. -commentò Shinichi mettendo le bibite sul tavolo.

Kazuha rise alla scena, poi salutò i presenti. C’erano Kogoro ed Eri naturalmente, poi il professor Agasa, Sonoko, Makoto e Masumi. 

-E Takagi e Sato? -chiese Kazuha.

-Sono qui. -rispose Ran, che aveva appena rimesso la cornetta del citofono al suo posto. 

Mentre anche gli ultimi arrivati si sistemavano, Ran prese la torta, ovviamente al limone, e la sistemò al centro del tavolo. 

-Aika, è il momento di spegnere le candeline. -disse la donna. La bambina si allontanò da Mamoru e Hikaru per avvicinarsi. Shinichi la prese in braccio e la mise in piedi sulla sedia, davanti alla torta su cui Ran stava mettendo una candela a forma di 4.

-Aika, guarda qui! -esclamò Eri, che aveva tra le mani una macchina fotografica. 

-Coraggio, esprimi un desiderio e spegni la candelina. -disse Kazuha. Aika ci pensò su qualche secondo, poi soffiò sulla candela, mentre i presenti cantavano la famosa canzoncina.

Ran osservava la scena, ridendo. Aika era cresciuta così tanto in quegli ultimi mesi, eppure la karateka non se n’era resa conto. Era proprio vero che il tempo passava in fretta…

Poco dopo, come a dimostrare quanto sua figlia stesse crescendo velocemente, fu il momento di aprire i regali e il primo a porgere il suo regalo fu Mamoru, tutto rosso.

-T-Tanti auguri. -balbettò il bambino, imbarazzato.

-Grazie! -esclamò Aika, tutta contenta. Anche se Ran notò subito il rossore sulle sue guance.

Notò come Shinichi, Heiji e Kogoro assottigliarono gli occhi, palesemente gelosi. Ok, Kogoro ed Heiji, il nonno e il padrino, poteva benissimo capirli… ma Shinichi la colse totalmente alla sprovvista. 

-Ehi, sono solo bambini. -gli sussurrò, divertita.

-Se iniziano così, chissà da grandi! -commentò il detective di rimando. 

-Quando mio padre diceva così di te sembrava non importarti…

-Adesso m’importa.

Ran ridacchiò, poi prese un’altra fetta di torta e si sedette accanto a Kazuha e Sonoko, che parlavano.

-Sei al quarto mese, giusto? -stava chiedendo la Suzuki.

-Esatto. Il mese prossimo scopriremo se sarà maschio o femmina. -rispose l’altra. -Pensavamo di fare un baby shower, come fanno molte coppie ultimamente.

-Oh! Mi sembra un’ottima idea. -commentò Ran. -Ti ricordi come ho fatto con Aika?

-Già, l’avevo organizzato io! -fece Sonoko, fiera. 

Come scordarlo? Ran aveva dovuto far scoppiare un sacco di palloncini colmi di coriandoli bianchi finché non aveva trovato quello pieno di coriandoli rosa. Si era trovata coriandoli nei capelli per giorni!

-Pensavamo di farlo organizzare a delle mie amiche di Osaka, così sarà più facile. -disse Kazuha. -Hanno detto di avere già qualche idea, ma non hanno voluto rivelarmi cos’hanno in mente…

 

***

 

-Tocca a noi fra poco! Non vedo l’ora!

-Boke, ma quanti anni hai? Due? 

-Kageyama, andiamo! Lasciati andare!

-Ehi ehi ehi! Finalmente!

-Chissà se Langa ha già completato il giro dello Stadio…

-Ho voglia di fare una nuotata…

-Nanase, sei appena uscito dalla piscina!

-Haiji-san mi sta guardando…

-La Generazione dei Miracoli alle Olimpiadi, chi l’avrebbe mai detto…

-Aominecchi, sappiamo che ne sei contento.

Ran rise, osservando gli altri atleti giapponesi che erano con lei. Sembravano tutti all’incirca sui venti-venticinque anni, tranne alcuni ragazzi della ginnastica ritmica, dello skateboard e del surf.

-Oh, giusto! Devo chiamare Agaashee per fargli vedere l’ingresso! Spero che Hotaru non stia già dormendo… -esclamò un uomo della nazionale di pallavolo maschile.

-Anche io stavo per chiamare il mio ragazzo e mia figlia. -commentò Ran, dolce. -Hai una bambina?

-Già. Ha quasi tre anni ormai. -rispose lui, orgoglioso.

-Quasi la stessa età di Aika. -fece la karateka.

-Il fatto che ci siano ragazzi che non hanno neppure finito il liceo mentre noi siamo qui a parlare dei bambini mi fa sentire vecchio… -disse un altro pallavolista.

-Yaku-san! Non essere triste! -esclamò un suo compagno di squadra, che aveva una zazzera di capelli rossi.

Ran rise, mentre prendeva il cellulare e cercava il numero di Shinichi. Intanto fu annunciato il loro ingresso nello Stadio Nazionale…

 

***

 

Shinichi si sdraiò nella sua parte di letto, sospirando.

-Grazie per la sorpresa. -disse Ran accoccolandosi al suo petto. -Mi sei mancato.

Il detective la baciò sulla fronte: -Mi sei mancata anche tu. -rispose. -E anche ad Aika, sai?

-È stata una bella festa. 

Lui fece spallucce: -Personalmente credo che anche il finale non sia stato male…

Lei gli diede un piccolo schiaffo: -Pervertito.

-Non mi sei sembrata così riluttante prima…

Ran rise e alzò gli occhi al cielo.

 

***

 

(Settembre)

-Stai meglio? 

-Meglio di stanotte di sicuro.

Shinichi le accarezzò i capelli: -Allora stai qui a riposare. Porto io Aika all’asilo. Torno subito.

Ran annuì: -D’accordo.

In quel momento Aika entrò nella stanza e si avvicinò al letto: -Okaachan, non stai bene?

-No, tesoro. Però non ti preoccupare, ho solo un po’ di nausea. Fai la brava all’asilo, ok?

La bambina fece sì con la testa, poi lei e Shinichi salutarono la karateka e uscirono, chiudendo la porta. Ran aspettò qualche minuto dopo aver sentito anche la porta d’ingresso chiudersi, poi si alzò dal letto, barcollante, prese il sacchetto della farmacia dalla borsa e si diresse in bagno. Si sedette sul bordo della vasca e prese una delle scatole che aveva acquistato il giorno prima.

-D’accordo, Ran. Rieccoci qua. -si disse prendendo il bastoncino blu e bianco dalla scatola. -È possibile che sia successo di nuovo, niente di grave…

 

 

Shinichi camminava per la strada tenendo Aika per mano. Era la prima volta che portava la bambina all’asilo senza Ran o Eri e doveva ammettere che gli faceva uno strano effetto, come se Aika fosse stata effettivamente sua figlia e quella fosse una normale giornata di sole. 

-Aika, non preoccuparti per la mamma. Succede. -disse il detective notando lo stato d’animo della piccola, che annuì. -Appena torno a casa mi occuperò io di lei, ok? 

-Sì. -fece lei, proprio mentre arrivavano al cancello dell’asilo, dove c’erano le maestre ad aspettare i bambini.

-Buongiorno. -disse la maestra della classe di Aika con un sorriso.

-Buongiorno. -ricambiarono Shinichi e Aika.

-Stamattina tocca al papà accompagnarti, Aika? Non ci eravamo mai incontrati…

Shinichi si sentì arrossire: -No, no. Sono il compagno della madre di Aika, ma non sono il padre…

-Davvero? Eppure vi somigliate molto! -commentò la signorina.

-Ah sì? Non sembra… -rispose il detective, poi si rivolse ad Aika. -Sentito, Aika? A quanto pare mi somigli.

Aika rise.

-Va bene, io devo andare adesso. -Shinichi si abbassò al capo di Aika. -Fai la brava, ok? Verremo a prenderti io o la nonna oggi. 

La bimba annuì e gli diede un bacio sulla guancia: -Ciao ciao!

-Ciao, piccola. Buona giornata. -rispose guardandola correre a giocare con Hikaru.

Salutò anche la maestra, poi si diresse alla macchina, ancora stupito da quel piccolo segno di affetto della bambina.

 

 

Quando sentì la porta aprirsi, Ran era ancora in bagno e fissava quella piccola scritta con le lacrime agli occhi. 

-Sono a casa. -annunciò la voce di Shinichi, ma non ottenne risposta. -Ran? 

La karateka uscì dal bagno, lentamente e sempre tenendo in mano il test.

-Oh, stai meglio? -chiese il detective avvicinandosi. Poi notò il bastoncino di plastica e spalancò gli occhi: -Ran, è quello che penso?

Lei sorrise e annuì: -Sono incinta.



*angolo autrice*
Salve a tutti! 
Prima di tutto mi scuso per questi mesi di attesa, ma purtroppo fra altre storie da scrivere, la scuola ( ho gli esami quest'anno) e altri impegni mi sono ritrovata con un blocco assurdo.
Secondo: ho deciso di fare un capitolo così perché avevo in mente queste scene ma non sapevo come collegarle tra loro o come svilupparle meglio.
Terzo: avete riconosciuto i personaggi di altri anime? 😏
Se no, ecco la lista: 
- Hinata, Kageyama, Bokuto (Haikyuu)
- Reki (Sk8 the Infinity)
- Haruka (Free) 
- Kakeru (Run with the Wind)
- Aomine e Kise (Kuroko no Basket)
E infine ho nominato alcune discipline di altri anime sportivi che alle Olimpiadi di Tokyo 2020 c'erano, come la ginnastica ritmica e il surf.
Al prossimo capitolo!

 

   
 
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