20/06/2022
3 recensioniUna moto, due generazioni
Quando Kuro compì vent’anni, Kenma gli regalò una moto.
E non una moto qualsiasi, ma una che costava più soldi di quanti il corvino avesse mai potuto tenere tra le mani. Una di quelle moto che erano sempre stati uno dei suoi sogni proibiti: una BMW R1100r.
Fu il suo compleanno più bello.
Kenma gliela consegnò la mattina stessa considerando che, nonostante fosse novembre, c’era una bella giornata. Stavano facendo colazione con dei muffin dove il più piccolo aveva messo delle candeline sopra, quando dal nulla prese un casco rosso con tante emoticon di gatti sopra e glielo mostrò -Ho preso questo per me, ti piace?
Kuro sbatté più volte le palpebre senza capire, poi annuì lentamente e chiese guardingo -devi fare una qualche live strana con quel casco?
Kenma rise nell’immaginarlo -No, ma sono sicuro che ci tornerà utile dato il regalo che ti ho fatto- infine gli passò la chiave di una moto -perché non vai a vederlo?
Kuro urlò euforico quando capì, poi lo abbracciò e baciò con talmente tanta enfasi che lo alzò da terra mentre ridevano entrambi.
Kenma non aveva mai speso così tanti soldi neanche per se stesso, ma aveva sempre saputo che uno dei sogni di Kuro era quello di prendersi una bella moto non appena possibile, quindi perché non farlo lui stesso visto che poteva permetterselo?
-Andiamo a fare un giro!- urlò il corvino mentre, con devozione, si sedeva sul sellino e si curvava in avanti.
-Abbiamo i vestiti di casa- fece presente il più piccolo.
-Non importa! Dai gattino, fammi felice!
E come poteva Kenma dirgli di no quando era così euforico?
Così indossò il suo casco e si issò con fatica dietro di lui, poi un dubbio gli colpì la mente -La sai guidare?
-Dovrei ricordare come si fa- rispose in quel modo non troppo rassicurante, ma ormai Kenma non poteva più tornare indietro perché Kuro mise a moto e iniziò a sfrecciare per le strade di Tokyo.
A Kenma non erano mai interessate le moto, anzi, se doveva proprio dire la sua le trovava scomode e troppo fredde o troppo calde in base alla stagione in cui si trovavano. Ma aggrapparsi ai fianchi di Tetsuro mentre questo urlava e rideva eccitato della situazione, una situazione che Kenma stesso aveva fatto in modo che avvenisse, era appena diventata una delle sue cose preferite.
Quella moto fu molto più di un mezzo di trasporto, fu qualcosa che li unì, sulla quale crearono ricordi e momenti di qualsiasi tipo.
Fu su quella moto che Kuro portò Kenma a guardare le stelle quando una notte non riusciva a chiudere occhio e, sempre la stessa sera, a ricevere il pompino più eccitante della sua vita.
Fu grazie a quella moto che, i fan di Kodzuken, gli regalarono un casco per gatti e Kuro iniziò a portarsi dietro quelli più calmi che sembravano divertirsi nel viaggiare.
Fu la moto che li portò nei luoghi più lontani dai posti abitati per avere le loro scappatelle “adolescenziali” e sulla quale presero diverse decisioni (non tutte troppo buone).
Nonostante passassero gli anni, Kenma non smise mai di aggrapparsi alla vita dell’altro ogni volta che ci saliva, fu quindi grazie a quella moto che Kuro non smise mai di provare quel calore al petto per la vicinanza, sempre presente, di una delle persone più importanti di tutta la sua vita.
E non una moto qualsiasi, ma una che costava più soldi di quanti il corvino avesse mai potuto tenere tra le mani. Una di quelle moto che erano sempre stati uno dei suoi sogni proibiti: una BMW R1100r.
Fu il suo compleanno più bello.
Kenma gliela consegnò la mattina stessa considerando che, nonostante fosse novembre, c’era una bella giornata. Stavano facendo colazione con dei muffin dove il più piccolo aveva messo delle candeline sopra, quando dal nulla prese un casco rosso con tante emoticon di gatti sopra e glielo mostrò -Ho preso questo per me, ti piace?
Kuro sbatté più volte le palpebre senza capire, poi annuì lentamente e chiese guardingo -devi fare una qualche live strana con quel casco?
Kenma rise nell’immaginarlo -No, ma sono sicuro che ci tornerà utile dato il regalo che ti ho fatto- infine gli passò la chiave di una moto -perché non vai a vederlo?
Kuro urlò euforico quando capì, poi lo abbracciò e baciò con talmente tanta enfasi che lo alzò da terra mentre ridevano entrambi.
Kenma non aveva mai speso così tanti soldi neanche per se stesso, ma aveva sempre saputo che uno dei sogni di Kuro era quello di prendersi una bella moto non appena possibile, quindi perché non farlo lui stesso visto che poteva permetterselo?
-Andiamo a fare un giro!- urlò il corvino mentre, con devozione, si sedeva sul sellino e si curvava in avanti.
-Abbiamo i vestiti di casa- fece presente il più piccolo.
-Non importa! Dai gattino, fammi felice!
E come poteva Kenma dirgli di no quando era così euforico?
Così indossò il suo casco e si issò con fatica dietro di lui, poi un dubbio gli colpì la mente -La sai guidare?
-Dovrei ricordare come si fa- rispose in quel modo non troppo rassicurante, ma ormai Kenma non poteva più tornare indietro perché Kuro mise a moto e iniziò a sfrecciare per le strade di Tokyo.
A Kenma non erano mai interessate le moto, anzi, se doveva proprio dire la sua le trovava scomode e troppo fredde o troppo calde in base alla stagione in cui si trovavano. Ma aggrapparsi ai fianchi di Tetsuro mentre questo urlava e rideva eccitato della situazione, una situazione che Kenma stesso aveva fatto in modo che avvenisse, era appena diventata una delle sue cose preferite.
Quella moto fu molto più di un mezzo di trasporto, fu qualcosa che li unì, sulla quale crearono ricordi e momenti di qualsiasi tipo.
Fu su quella moto che Kuro portò Kenma a guardare le stelle quando una notte non riusciva a chiudere occhio e, sempre la stessa sera, a ricevere il pompino più eccitante della sua vita.
Fu grazie a quella moto che, i fan di Kodzuken, gli regalarono un casco per gatti e Kuro iniziò a portarsi dietro quelli più calmi che sembravano divertirsi nel viaggiare.
Fu la moto che li portò nei luoghi più lontani dai posti abitati per avere le loro scappatelle “adolescenziali” e sulla quale presero diverse decisioni (non tutte troppo buone).
Nonostante passassero gli anni, Kenma non smise mai di aggrapparsi alla vita dell’altro ogni volta che ci saliva, fu quindi grazie a quella moto che Kuro non smise mai di provare quel calore al petto per la vicinanza, sempre presente, di una delle persone più importanti di tutta la sua vita.
-
Quando Kea compì vent’anni, Kuro gli regalò la sua moto.
Ora, Kuro aveva sempre detto che aveva deciso di adottare Kea perché era la copia sputata di Kenma, e infatti il ragazzo crebbe molto simile a lui: compreso del fatto che era piccolo e magrolino. Portare una moto tanto pesante quindi non doveva essere una cosa capace di fare.
Ma Kea era anche una persona intelligente e capì fin da subito che era tutta una questione di leve e di come bilanciare il suo peso.
Amava quella moto fin da quando suo padre Tetsuro gli aveva fatto fare il suo primo giro a cinque anni, seduto davanti in un modo che era tutto meno che legale, ma quelli erano dettagli.
-Non sono sicuro di voler salire lì sopra con te- commentò il suo ragazzo mentre gli lanciava lo sguardo di chi non si fidava per nulla.
-Sei tu quello grande e grosso della coppia, quindi smettila di fare la damigella in pericolo- rispose Kea in modo piccato.
L’altro sbuffò divertito -Cos’è questa generalizzazione sull’aspetto fisico?
Il più piccolo rise -Ti prendo in giro! Daai amore, solo un giro!
Sapevano bene entrambi che non sarebbe stato solo un giro, ma Kea stava scalpitando felice così tanto che era impossibile per l’altro dirgli di no, ma questo l’aveva già imparato tanto tempo prima.
-E va bene- sospirò infine mentre si issava dietro di lui cercando di non fargli perdere l’equilibrio -mi fido di te.
Kea sorrise felice e innamorato, aspettò che l’altro gli stringesse le braccia intorno ai fianchi e infine partì. Sicuro che su quella moto avrebbe potuto creare tanti bei momenti e ricordi come lo era stato per i suoi genitori.
[843 parole]
__________________________________________________________________________________________________
Buon inizio settimana!
Allora, partiamo dal presupposto che immaginare Kuro su una moto è una delle mie cose preferite, ma fare questa contrapposizione tra lui a 20 anni e poi suo figlio alla stessa età è stata una cosa che ho amato scrivere.
Per quanto riguarda Kea ho alcune precisazioni: Sì, ha un ragazzo. No, purtroppo per lui non è Isak (Isak è super etero e si scambiano di troppi anni, infatti questo lo vede solo come il suo "fratellino"). Non ho messo il nome del ragazzo di Kea di proposito, poiché ci sarà una storia tutta loro ed è anche lui il figlio di un'altra coppia di Haikyuu, ma scoprirete tutto a suo tempo! ;)
Alla prossima! Spero di avervi messo un pò di curiosità per le storie a venire.
Deh