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Autore: Padmini    20/06/2022    1 recensioni
Con questa storia voglio modificare in modo drastico il Film e la Serie Boruto, che non mi stanno piacendo per niente. Alcuni personaggi verranno eliminati, altri avranno un destino diverso, lo scoprirete leggendo. Spero che vi piaccia!
dal Primo Capitolo
La voce di Boruto gli arrivò come una ventata d’aria fresca, suo figlio era lì, era lì per salvarlo! Con uno sforzo indicibile riuscì a voltare appena la testa, la vista era sfocata, ma riconobbe in qualche modo le sagome di Sasuke, gli altri Kage e … Boruto? Sì, era proprio lui, ma per caso indossava la sua vecchia giacca? Quella logora e strappata di quando era bambino? Non riuscì a trattenere un sorriso, anche se Boruto aveva barato, anche se aveva meritato la squalifica per ciò che aveva fatto, era fiero di lui, si era rialzato e aveva continuato, sfidando la vergogna, sfidando la sconfitta, aveva affrontato tutto quello per venirlo a salvare.
“Papà!”
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Eccoci qui! Anche questo capitolo è finito e, come sempre, spero di avervi incuriositi con questo finale in sospeso. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate e come pensate che si evolverà la storia. Fatemi sapere!

Un abbraccio

Mini

 

4. La tua casa

 

Kurama stava in piedi, completamente nudo, per la prima volta nella sua esistenza in forma umana, si osservava, incuriosito da quei nuovi arti privi di peli e di artigli, dalla postura nuova per lui, da quel viso così strano e così diverso dal suo muso. Potendo farlo, aveva scelto personalmente i tratti del viso, un omaggio al suo vecchio amico e alle precedenti Forze Portanti, che tutte facevano parte del Clan Uzumaki.

I ninja attorno a lui lo osservavano a loro volta, affascinati da tale trasformazione. Sasuke si avvicinò per primo, si tolse il mantello e glielo posò sulle spalle per coprirlo.

“Andiamo a casa mia” disse “Lì ti troveremo qualcosa per vestirti e vedremo il da farsi.”

“Noi torneremo ai nostri villaggi” intervenne il Kazekage “Non siamo feriti in modo grave e possiamo spostarci” continuò, rivolgendosi anche agli altri, che annuirono.

“Sì” confermò Kurotsuki “Dobbiamo preparare i nostri ninja per lo scontro con Momoshiki.

“Io ho contattato telepaticamente gli altri Cercoteri“ disse Kurama “Durante la mia prigionia ho potuto mettermi in contatto con loro per avvertirli. Non sarà facile per Momoshiki trovarli.”

Sasuke annuì.

“Molto bene. Andiamo.”

I ninja si separarono, ognuno nella direzione del proprio villaggio, solo Sasuke, Kurama e Shikamaru restarono lì ad osservare mentre si allontanavano.

“Sembra incredibile” disse Shikamaru, dopo un lungo sospiro, guardando Kurama “Eppure siamo qui con te. Non l’avrei mai immaginato.”

“C’è un solo luogo dove io avrei voluto essere, in questo momento” disse Kurama, riferendosi ovviamente a Naruto “Ma devo adeguarmi a quella che è la mia nuova realtà. Sono stato confinato in totale in tre forze portanti (quattro, se contiamo la metà sigillata all’interno di Minato) e Naruto è stato l’unico che mi ha trattato …”

“Non come un mostro?” chiese Sasuke.

“Esatto.” confermò Kurama, stringendo il mantello.

“Naruto è stato trattato a lungo come un mostro, eppure non ha mai perso la sua umanità e il suo ottimismo” commentò Shikamaru “Spesso, quando ero bambino, mi sono ritrovato a chiedermi perché lo trattassero così male, perché lo isolassero, non sapevo nulla di te e nemmeno lui, ma oltre il disprezzo di tutti, in lui c’era una luce che non si è mai …” si interruppe, un nodo alla gola gli impediva di parlare, sentiva che stava per piangere, anzi, lo stava già facendo. Non si era mai nascosto dietro a finta forza, non aveva mai celato il suo dolore e, anche se Temari spesso lo prendeva in giro per questo, era fiero delle sue lacrime.

“No, non si era mai spenta …” continuò Kurama “ … e non si è spenta nemmeno ora, vive in noi, nel nostro ricordo di lui. Io ho convissuto con lui dalla sua nascita, so tutto ciò che lo riguarda e probabilmente lo conosco meglio di se stesso, conosco i suoi desideri, ciò che voleva realizzare … e farò del mio meglio per portare avanti la sua eredità.”

Rimasero in silenzio qualche minuto, poi Shikamaru, che aveva appena smesso di piangere, si asciugò le lacrime.

“Meglio che vada. Parlerò con Tsunade e Kakashi della situazione, voi potrete raggiungermi nell’ufficio dell’Hokage quando sarete pronti.

“Io prima vorrei parlare con Hinata” disse Kurama “e con Boruto e Himawari. Spero” disse, leggermente a disagio “Che vogliano ospitarmi a casa loro”.

“Sono sicura che lo faranno” disse Shikamaru “Anche se non eri visibile, hai sempre fatto parte della loro famiglia. Se fossi al loro posto, ti vorrei con me, soprattutto in questo momento. State soffrendo tutti allo stesso modo.”

Kurama annuì e si rilassò.

“Bene, andiamo a vestirci. Per ora posso offrirti qualche mia giacca anonima, poi …”

“Una volta a casa di Hinata le chiederò di prestarmi qualcosa di Naruto” disse “Voglio portare il simbolo del Clan Uzumaki.”

Sasuke e Shikamaru annuirono sorridendo, poi si divisero.

 

A casa Uchiha non c’era nessuno, Sasuke sapeva che Sakura e Sarada erano da Hinata, perciò era tranquillo. Fece indossare a Kurama un completo molto semplice e comodo, senza simboli sulla schiena.

“Vorrei andare subito da Hinata” disse, guardandosi allo specchio per esaminare con cura la sua nuova forma.

“Sei molto legato a lei?” chiese Sasuke.

“Non saprei. Ero molto legato a Naruto e so quanto ha amato prima Sakura e poi Hinata. Le ha amate entrambe, con tutto se stesso.”

Sasuke alzò un sopracciglio e a Kurama non sfuggì la sua reazione.

“Andiamo! Come hai fatto a non accorgertene? Naruto ha sempre amato Sakura, sempre, e ha continuato ad amarla fino alla fine. Semplicemente ha capito presto che lei non lo amava allo stesso modo.”

“Non ne avevo idea.”

“Perché sei un egoista” sussurrò Kurama.

Sasuke si voltò a guardarlo, quasi offeso.

“Certo, lo sei. Ero lì, ero sempre lì quando ti sei comportato da egoista, sia con Sakura che con Naruto e sì, anche con Kakashi. Non è un rimprovero, sto semplicemente constatando la realtà. Naruto ha dato tutto se stesso sia per lei che per te e se voi due siete una coppia, oggi, è anche merito suo.”

Sasuke annuì. Già da tempo aveva imparato a vedere Naruto da un altro punto di vista, ma la visione di Kurama rivoluzionò totalmente il suo pensiero e i suoi sentimenti nei confronti dell’ex compagno di squadra e sì, sentì un briciolo di commozione, e prima che potesse rendersene conto, stava piangendo.

Non piangeva dalla morte di Itachi, lo ricordava bene, ma per lui Naruto era stato come un fratello,anche se ci aveva messo un po’ a riconoscerlo e poi ad ammetterlo. Kurama lasciò che Sasuke si sfogasse poi, insieme, uscirono di casa.

 

Casa Uzumaki era piena di vita, nonostante tutti i presenti fossero vestiti di nero. Hinata, che forse avrebbe preferito stare sola, si rese conto che invece la presenza di tanti amici era stata fondamentale, per lei, in quelle ore. Himawari e Boruto inizialmente erano rimasti in disparte, poi la presenza dei loro compagni aveva contribuito a fargli dimenticare il grande vuoto che si era aperto nei loro cuori. Naruto non era un padre molto presente, il suo ruolo di Hokage lo portava a stare fuori di casa per molte ore al giorno, ma sapere che lui era lì era un conforto anche per i suoi figli. Sapevano che alcuni ninja erano andati in missione per cercare di recuperare Kurama e in particolare Temari, Shikadai, Sakura e Sarada erano in pensiero per la sorte di Sasuke e Shikamaru. Nessuno ne parlava, ma tutti attendevano notizie.

Fu Sasuke a suonare e fu Hinata ad andare ad aprire, seguita da Sakura e Temari.

“Sei qui? Così presto?” chiese Hinata “Qualcosa è andato storto?” chiese, memore del fatto che dall’ultima missione così breve erano tornati con il corpo senza vita di Naruto.
“No, no, state tranquille” disse, rivolgendosi a tutte e tre le donne, mentre Sakura lo abbracciava “Anche Shikamaru sta bene, è andato da Kakashi a riferire l’esito della missione. Siamo scappati prima che potesse degenerare. Alcuni ninja e i Kage sono rimasti feriti in modo lieve e sono tornati ai loro villaggi.”

“Grazie” sussurrò Temari “Anche se avrei preferito vedere Shikamaru di persona”

“Sta bene, ma aveva fretta, tornerà presto. Piuttosto …” Sasuke si spostò per far vedere l’uomo che stava dietro di lui “Questo è Kurama.”

Hinata, Sakura e Temari si scambiarono uno sguardo. Davanti a loro c’era un uomo dai capelli rosso scuro e dagli occhi azzurri, che le guardava tranquillamente.

“T-tu …” iniziò Hinata.

“Sì, sono la Volpe.” confermò Kurama, con voce profonda “Per la prima volta mi sono ritrovato senza una Forza Portante, sottoforma di Volpe gigante potrei fare ben poco per aiutarvi, perciò ho deciso di assumere questa forma.”

“Shikamaru è andato a comunicare questo agli ex Hokage” spiegò Sasuke “Sarà qui tra poco.”

In quel momento, apparvero in fondo al vialetto Shikamaru, Kakashi e Tsunade.

“Siamo venuti subito qui” disse la Quinta Hokage “Eravamo impazienti di conoscerti. Di conoscerti e guardarti negli occhi” specificò, dal momento che durante i pochi contatti che avevano avuto con lui, era sempre dentro Naruto.

Kurama sorrise e Hinata si fece da parte per far entrare tutti.
“Direi che potete entrare” disse Hinata.

“Aspetta un attimo” intervenne Sakura, che entrò e, rivolgendosi ai presenti “Sentite tutti, c’è una persona che dovreste conoscere.”

Tutti si voltarono verso di lei “Sasuke, Shikamaru e gli altri sono riusciti a liberare Kurama, che ha assunto forma umana. è qui.”

Tutti si alzarono e qualcuno provò a sbirciare mentre entravano tutti e, per ultimo, Kurama.

“Wow …” mormorò Chocho “è davvero bellissimo …”

“In questo modo potrò aiutarvi” disse, cercando di pesare le parole e non spaventare troppo i giovani ninja, soprattutto i figli di Naruto “Per ora non me la sento ancora di tornare dagli altri Cercoteri.”

Tutti lo guardarono, ma solo Himawari e Boruto si alzarono per osservarlo meglio. Il colore e il taglio degli occhi era lo stesso di Naruto, gli sembrò, per un momento, di guardare il padre.

“Tu … tu eri dentro nostro padre?” chiese Himawari

“Sì, è esatto.” rispose Kurama con calma, sedendosi accanto a lei “Dal suo primo giorno di vita. Solo durante la Grande Guerra dei Ninja siamo stati separati per poche ore.”

Kurama chiuse gli occhi, dal momento in cui era stato estratto da Naruto aveva cominciato a sentire la sua mancanza, dalla prigione in cui lo aveva rinchiuso Momoshiki aveva visto Naruto cedere, il suo cuore battere sempre più lentamente, ma non l’aveva visto morire, era riuscito a intravedere un’ultima volta il suo sorriso, per la prima volta dall’esterno del suo corpo, poi Momoshiki lo aveva portato via.

“Ora terrai sempre questa forma?” chiese Boruto “e vivrai con noi’” aggiunse, lanciando un’occhiata alla madre, che guardò Kurama, in attesa della sua risposta.

“Non lo so, per ora è la cosa migliore, ma non so cosa accadrà in futuro. Per quanto riguarda il posto in cui vivrò … in effetti volevo chiedervi di ospitarmi.”

Hinata sorrise.

“Sei parte della nostra famiglia, non ti ospitiamo, semplicemente ti accogliamo in quella che è già casa tua. Perdonami un momento.”

Hinata uscì dalla stanza e per quei pochi minuti tutti rimasero in silenzio, in attesa della padrona di casa, che non si fece attendere. Hinata aveva il viso lucido di lacrime, ma un sorriso radioso e portava tra le braccia una giacca arancione.

“Questa era di Naruto.” disse “Vorrei che la portassi tu. Ovviamente ti faremo fare degli abiti su misura, ma questa vorrei che fosse tua.”

Kurama si alzò, prese la giacca, l’indossò rapidamente e, confortato dalla presenza del simbolo del suo Clan sulla schiena, abbracciò la moglie del suo migliore amico.

“Ti ringrazio.” sussurrò Kurama al suo orecchio.
"Vorrei che avessi anche questo" disse Kakashi, porgendogli un coprifronte con il simbolo del Villaggio della Foglia "Sei sempre stato un Ninja di questo villaggio, ora lo sarai in modo ufficiale."
Kurama sorrise, se fosse stato più coraggioso avrebbe lasciato andare le lacrime della commozione, ma si limitò a indossare il coprifronte, come tante volte aveva fatto Naruto.

 

Quando tutti se ne furono andati, Kurama si strinse alla sua famiglia. Per la prima volta poteva percepire chiaramente l’amore e l’affetto che scorrevano tra quelle persone. Prima lo aveva sentito tramite Naruto, ma ora si sentiva davvero ed effettivamente parte della famiglia e il timore di essere cacciato o odiato svanì.

 

In quello stesso istante, i Kage si stavano organizzando. Sapevano che una nuova guerra era dietro l’angolo e avrebbero dovuto farsi trovare preparati di fronte a ogni evenienza. Avevano scansato il pericolo che il nemico usasse Kurama contro di loro, ma c’erano anche gli altri Cercoteri e Killer Bee era in serio pericolo di vita. Iniziarono ad organizzare piani d’attacco, gestire i ninja dei vari gradi e, cosa più importante, preparare dei piani di evacuazione per la popolazione civile. Vista l’emergenza, fu previsto di far intervenire anche gli ex Kage e addirittura Orochimaru.

“Più saremo, più avremo possibilità di sconfiggere Momoshiki” spiegò Darui “Non dobbiamo scartare nessun aiuto.”

“Concordo” rispose Gaara “Sicuramente anche gli altri Cercoteri saranno dalla nostra parte, dobbiamo impedire che lui li catturi e li metta sotto il suo comando.”

“Questo è un rischio molto reale” commentò Chojuro “Se dovessimo affrontare nuovamente la forza di tutti o quasi i Cercoteri …”

Il silenzio piombò nella stanza e, come spesso accadeva in quei giorni, il pensiero andò a Naruto. Se ci fosse stato lui nessuno avrebbe temuto un simile evento, sapevano che lui avrebbe saputo gestirlo, ma ora …

“Se ci fosse stato Naruto …” commentò Gaara tristemente, esprimendo a voce ciò che nessuno aveva il coraggio di dire. “Durante la guerra faceva paura, quasi più del nemico. Il modo in cui riusciva a gestire tutto quel chakra, era impressionante.”

“D’altra parte era un Uzumaki, una famiglia nota per la sua abilità nella gestione del chakra. Mito e Kushina Uzumaki sono state le precedenti Forze Portanti di Kurama, non dimentichiamocelo.”

“Questo vuol dire che i suoi figli hanno il potenziale per diventare a loro volta Forze Portanti” commentò Darui.

“Può essere” rispose Kakashi “Certamente non lo scopriremo ora e possibilmente nemmeno in futuro. Abbiamo deciso che, per il momento, Kurama non avrà nessuna Forza Portante. Grazie alla manipolazione del Chakra è riuscito a prendere forma umana e ora fa parte dell’esercito di ninja di Konoha.”

I Kage si guardarono sbalorditi.

“Siamo sicuri che sia una buona idea?” chiese Kurotsuchi, ansiosa “Dopotutto potrebbe andare fuori controllo. Prima c’era Naruto che …”

“No, no.” commentò Kakashi “Da anni Kurama è un ninja della foglia, sebbene sotto una strana forma. Non è più un demone incontrollato, ha collaborato in varie occasioni con l’Hokage, unendo spontaneamente le sue forze alle sue e ora ha autonomamente preso forma umana per poter aiutare nella guerra. Se fosse stato senza controllo avrebbe già distrutto il villaggio, ma così non è.”

Il discorso di Kakashi placò tutti i dubbi.

“Ottimo” intervenne Darui “Almeno da questo punto di vista siamo tranquilli. In ogni caso i ragazzi Uzumaki …”

“Sono troppo giovani" spiegò Kakashi “Boruto è appena diventato Genin e Himawari nemmeno quello. Non hanno l’esperienza necessaria per combattere una guerra simile né per gestire i loro poteri. Hanno potenziale, come lo aveva il padre alla loro età, ma sono ancora troppo giovani e inesperti, finirebbero con il fare danno o … peggio.”

Gaara annuì.

“Sono d’accordo. Per ora sarà il caso che i ninja sotto il grado di Chunin ne restino fuori.” continuò Kakashi “Ovviamente sarà difficile impedirgli di voler combattere, ma per il loro bene è meglio che non intervengano e si limitino a missioni minori, come proteggere i civili dagli attacchi più lievi.”

 

Fuori dalla sala in cui stava avendo luogo la riunione a distanza tra i Kage c’era il silenzio più assoluto. Shikamaru aveva chiesto che nessuno passasse di lì per tenere, almeno per il momento, le decisioni dei capi segrete. Tutti temevano che una fuga di informazioni su una probabile guerra avrebbe solo portato il panico, perciò prima volevano organizzarsi e poi dare disposizioni a chi di dovere, solo poi la popolazione civile sarebbe stata informata, anche perché al momento tutta la comunità era in lutto.

Shikamaru aveva informato tutti sul fatto di lasciare libero l’ultimo piano dell’edificio, ma Hiroshi Kutsuki era arrivato in ritardo, perciò non aveva sentito la sua raccomandazione. Per una serie di eventi si era ritrovato a dover salire al piano dove stava l’ufficio dell’Hokage e, proprio mentre stava passando davanti alla porta, aveva sentito, ovattata dalla barriera di legno, la parola “guerra”.

Istintivamente si era avvicinato e aveva posato l’orecchio per sentire meglio: dopo l’attacco al villaggio e la morte dell’Hokage la parola “guerra” non era inaspettata ma comunque preoccupante. Sapeva di fare qualcosa di sbagliato, se i Kage volevano tenere la cosa segreta dovevano avere le loro motivazioni, ma fu più forte di lui, si sedette e, senza fare il minimo rumore, continuò ad ascoltare e, man mano che sentiva le loro parole, comprendeva che era giunto il suo momento, il suo destino si sarebbe presto compiuto.




 

P.S. Hiroshi Kutsuki è un personaggoi nuovo, che avrà un ruolo molto importante nei prossimi capitoli. Ho cercato di dargli un nome che fosse collegato a ciò che sarà il suo destino, perciò cercando tra i siti di nomi e cognomi giapponesi con i significati ho trovato “Hiroshi” che significa “generoso” e Kutsuki, che significa “legno marcio”, o almeno questo è ciò che ho trovato io. Quindi, Generoso Legno Marcio sarà molto importante e presto scoprirete perché. Vediamo se qualcuno di voi già riuscirà ad intuirlo.

   
 
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