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Autore: DvaKyan    20/06/2022    0 recensioni
Italia, 2300. Reina, rimasta orfana durante un’invasione di demoni, viene salvata da due ragazzi, Rory e Spike, che diverranno la sua nuova famiglia. All’età di 15 anni decide di seguirli e di iscriversi all’Istituto di addestramento per diventare più forte, in modo da poter combattere i demoni e vendicarsi della sua famiglia. Seguite le avventure di Reina in questo nuovo mondo che è ormai invaso da demoni quasi ogni giorno. In questa storia tra fantascienza e fantasy, non mancheranno poi storie d’amore e di amicizia.
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo di nuovo nel palazzo del Re dei Demoni. Sedevo sul trono, di fianco a me c’era Azahal. Sorseggiava un misterioso liquido rosso da un calice di cristallo, forse vino. Indossavo di nuovo quel vestito verde fatto di pelle di demone e scaglie di drago, come diceva lui. Chiesi ad Azahal se davvero esistessero draghi in quel suo regno, lui mi disse che sì, esistevano. Ma tanti millenni fa. Gli sorrisi, come una bambina sorride incuriosita da un racconto di favole.
Suonò poi una dolce melodia, c’era un demone dall’aspetto umano seduto di fronte a uno strano pianoforte.
Azahal si alzò, prese quello strano bastone, aveva una strana pietra rossa incastonata in una specie di mano con gli artigli. Con un unico movimento spense la maggior parte dei candelabri. Si avvicinò e mi invitò ad andare al centro della sala per ballare con lui. Accettai, lo seguii. Azahal mi strinse a sé, mentre mi faceva volteggiare per il salone. Lo accarezzai, il suo viso era caldo, aveva una pelle morbida. Mi sorrise, i suoi occhi riuscivano a ipnotizzarmi. Mi disse che era felice, perché avevo abbandonato e dimenticato Rory e il falso mio mondo.
Rory, pensai. Non era un nome nuovo, mi era familiare.
Rory, Rory, Rory, Rory…
Questo nome mi stava martellando nella testa, non riuscivo a scacciare i miei pensieri. Chi era Rory? Rory era. Rory, poi Spike. Anche questo nome. Clarissa, Spike, Rory, l’Istituto. Rory è la persona che amo, mio fratellastro, così dissi ad alta voce. Poi pensai a Spike, mio fratello. E Clarissa, la mia migliore amica. Tutto stava girando intorno a me, gli occhi di Azahal che erano già rossi di suo, diventarono ancora più rossi. Da uno sguardo compiaciuto e soddisfatto, passò ad avere un’espressione arrabbiata e irritata. Conficcò i suoi artigli sul mio petto, poi mi svegliai sussultando.
Sentivo il respiro affannoso, stavo dormendo nella mia stanza del dormitorio. Accanto, c’era Clarissa che riposava tranquilla. Vederla mi rassicurò e aiutò a calmarmi. Mi alzai dal letto e andai in bagno, senza far rumore. Ero sudatissima, sentivo la pelle bollente. Per un attimo avevo creduto di aver visto cambiare il colore dei miei occhi, ma probabilmente fu per lo shock del sogno.
Mi tolsi la maglietta della tuta, rimanendo in canottiera. Aprii l’acqua dal rubinetto del lavandino e cercai di darmi una rinfrescata con un panno. Sentivo finalmente un dolce sollievo.
Appena mi sentii meglio, tornai in camera. Clarissa dormì ancora dolcemente. Sorrisi, ringraziavo il fatto di averla accanto a me in quel momento. Tornai a letto, ma non riuscii a chiudere occhi per il resto della notte.
 
La mattina dopo in mensa riuscivo a malapena a tenere gli occhi aperti. Arrivarono Nicola e Luciana, che decisero di far colazione con noi. Clarissa e Mirko si guardarono sorpresi, per me non fu così strano. Ero ancora abituata a far colazione con loro, non avevo vissuto i momenti in cui si erano allontanati dal gruppo. Perciò, non riuscii a capire il loro stupore.
«Mi dispiace Rei, se ci siamo allontanati in tua assenza. Anzi, ci dispiace ragazzi» Esordì Luciana, prendendo la mia mano per stringerla.
Nicola guardò lei, poi guardò noi – «Già, siamo stati stupidi» – Disse poi.
Clarissa chiese allora perché l’avessero fatto. Loro dissero che sentivano il bisogno di svoltare pagina, era un modo per andare avanti, dopo la mia presunta morte.
«Però sono viva» Dissi senza pensarci, con un tono così antipatico che non sembravo io. Nemmeno i miei amici se l’aspettavano, vedevo le loro facce sconvolte e dispiaciute – «Scusate, non volevo. Non ho dormito per nulla stanotte» –.
«Non ti preoccupare» Mi disse dolcemente Mirko.
«Già, non ti possiamo biasimare. Anche noi siamo stati sfacciati» Aggiunse Luciana.
Guardai i miei amici uno ad uno. Proposi di mettere una pietra sopra a questa triste colazione, cosa che accettarono.
Poi qualcuno mi toccò le spalle di soprassalto, sussultai per lo spavento. Era Angela, insieme al team. C’era anche Rory. Stavo per salutarli, quando ci fu un annuncio dagli altoparlanti.
 
La studentessa Reina Williams è richiesta alla direzione. Ripeto, la studentessa Reina Williams del primo anno è richiesta alla direzione.
 
Guardai Clarissa seduta accanto a me, poi guardai Rory.
Lei disse che quella era la voce del direttore, era raro sentirlo. Sentivo di avere l’aria di una persona che si trovava nei guai. Senza contare che avevo attirato gli sguardi di quasi tutta la mensa. Roberto riuscì a farli tornare a quello che stavano facendo soltanto guardandoli con la sua austera espressione. Avrei voluto ringraziarlo, ma dovetti alzarmi per dirigermi verso la direzione.
«Vengo con te» Propose Rory.
«Sicuro? Non hai lezione?»
«Aspetteranno. Avvertite voi ragazzi?» Disse poi Rory al suo team, il quale accettò senza problemi.
Salutai i miei amici, poi io e Rory ci avviammo.
Domandai a Rory se secondo lui avesse a che fare con quello che si era detto ieri.
«Molto probabile, per quello volevo venire anche io»
Lo guardai, gli sorrisi.
«Grazie, Rò.»
«E di cosa ringrazi?» Disse pizzicandomi la guancia.
 
La direzione si trovava in un piccolo edificio tutto suo, ospitava poche stanze, tutte di proprietà del direttore.
Normalmente era chiuso, in quanto il direttore stesso non era sempre presente alla struttura. Questo per motivi di lavoro che richiedevano spesso la sua presenza negli altri Istituti. Spesso veniva reclamato anche all’estero, dov’erano presente tutte le altre accademie d’addestramento, le quali presentavano una gestione molto simile alle nostre in Italia.
Quando entrai, trovai un uomo adulto, quasi anziano. Stava bevendo un cappuccino dalla sua tazza gialla, che posò sulla scrivania non appena notò la nostra presenza. Aveva i capelli bianchi arruffati e portava la divisa da militare. Presentava inoltre qualche vecchia cicatrice sul volto, le classiche ferite da battaglia che quasi chiunque poteva avere.
«Reina Williams, è un piacere conoscerla» Disse, stringendomi la mano. Aveva una voce gentile e severa allo stesso tempo. Spostò lo sguardo su Rory.
«Rory Williams, mi fa piacere vedere anche te. Se vuoi puoi rimanere, anche perché questa comunicazione riguarderà anche te» Aggiunse poi il direttore.
Io e Rory ci guardammo perplessi. Ci invitò a sedere sulle poltroncine, mentre lui si sedette sulla sua poltrona dietro la scrivania.
La stanza era talmente raffinata che mi sentivo a disagio a sedermi in quella poltroncina così pulita ed elegante con la mia divisa. C’erano un sacco di scaffali pieni di libri, mappe, quadri e fotografie. La scrivania era piena di documenti e cancelleria, con al centro il laptop del direttore.
«Come ben saprete, le cose stanno svoltando pian piano. Abbiamo nuovi riscontri, ora sappiamo che possiamo passare i portali. Tuttavia, non sappiamo quanto siano forti i re dei demoni. Come ben sapete, i demoni vengono classificati in base al loro grado di minaccia. Si va dal gradino più basso, rango F, che sono i piccoli demoni ai quali basta poco per farli fuori. Poi salendo, salendo, troviamo demoni più grandi e minacciosi, che richiedono capacità immane, le quali vengono attribuite ai migliori soldati e alle Prime Squadre. Sono i demoni di classe A. Adesso abbiamo i Re dei Demoni, che sembra abbiano nelle loro mani un’alchimia più avanzata della nostra» Spiegò il direttore.
«Quel bastone che ho visto da Azahal. Con quello ha aperto i portali» Intervenni, per poi scusarmi «Mi scusi, ho il vizio di intervenire e interrompere anche i discorsi importanti»
«Non faccia complimenti, è un bene che tu sia così. Ci vuole intraprendenza e dinamicità in quello che facciamo. In ogni caso, dobbiamo scoprire di più. Tu sei l’unica che può tornare da lui, perché a quanto hai raccontato lui vuole che torni. Tu sei l’unica che conosce quel posto e Azahal.»
Avevo lo sguardo visibilmente preoccupato, così anche Rory. Quest’ultimo stava stringendo i pugni.
«Ovviamente non ti farò tornare, per adesso. Rory, Reina» Mi guardò «Quello che voglio, è che tu Reina faccia parte immediatamente a uno degli allenamenti speciali. Lo stesso che ha fatto Rory. Voglio che entri a far parte della Prima Squadra, precisamente nel team di Rory» Poi guardò Rory «Nel vostro team c’è un posto vacante, quale miglior scelta se non Reina?»
Rory spalancò gli occhi, non era convinto di questa decisione.
«Signore, quell’addestramento speciale è micidiale. Lei è solo al primo anno, lassù ci sono praticamente demoni di rango B ed A» Poi mi guardò «No, è troppo rischioso»
Non mi sentivo all’altezza nemmeno io, ma quella fu un’occasione più unica che rara. Quegli addestramenti speciali vengono riservati solo quelli dell’ultimo anno, salvo eccezioni come Rory. Ricordo quando mi raccontò di quanto fosse stato devastante, rischiando anche di lasciarci le penne. Ma avevo altra scelta? Dovevo rifiutare?
«Ne sono ben consapevole, infatti l’ultima volta spetterà a voi e Spike. Ma abbiamo bisogno di te Reina, se riuscissimo a farti diventare ancora più forte, si potrebbe fare una missione speciale. Potremmo mandarti nel Regno dei Demoni insieme a una squadra specialistica, non appena il siero per avere sangue di demone in corpo sarà pronto. Il tempo scorre, c’è bisogno che tu venga addestrata subito, se tu e i tuoi fratelli sarete d’accordo» Poi guardò Rory «I docenti l’hanno vista combattere, è parecchio in gamba. È forte quanto lo eri tu il primo anno, non hanno mai visto tanta determinazione e bravura per uno studente del primo anno. Siamo certi che diventerà una combattente come poche altre»
Rory mi guardò, io lo guardai. Sentivo che dovevo farlo, sentivo che ne avevo bisogno. Ma prima dovevo convincere Rory e Spike, soprattutto Rory. I suoi occhi gridavano disapprovazione a tutto spiano.
   
 
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