« Credevo avessi troppa paura per presentarti, Hawks », la voce bassa del villain riecheggiò nel magazzino, un tono compiaciuto tra le parole taglienti.
Hawks non abbassò la guardia, non ricambiò il sorriso. Rimase serio, guardingo.
« Ho i miei doveri da Hero, non posso dare nell’occhio », la risposta fu secca, concisa.
Le ombre della notte indurivano i tratti di entrambi, tra i due c’erano forse tre o quattro passi di distanza.
Il villain si staccò dal muro, avvicinandosi, le braccia ancora incrociate. Che fosse un segno per mostrare che non avrebbe usato il suo quirk, Keigo non poteva saperlo. Immaginò fosse solo il suo modo di porsi.
Non si fidava di lui, men che meno nel vederlo così divertito, genuinamente curioso.
« Perché il Number Two Hero dovrebbe volersi unire alla League of Villains? Sarò poco sveglio, ma mi sfugge qualche passaggio »